Ho adattato un po' la scena con la licenza poetica e... niente, spero l'apprezziate. Fatemi sapere cosa ne pensate e se ci sono critiche, avanzatele.
Spaccacuore
(ma non pensarci più)
È
bellissima, sembra così fragile avvolta nel cappotto azzurro, ma lo
stesso bellissima.
Ti domandi dove (e quando?) la sua femminilità
sia fiorita in modo così sfacciato da farti sentire cretino, tanto
che stai per avvicinarti e prenderla per mano, per trascinarla ai
posti che Jou e Koushiro vi stanno riservando; il concerto sta per
iniziare.
Non comprendi il suo imbarazzo, non comprendi perché
sfugge al tuo sguardo, non comprendi dov'è la sua fierezza da
guerriera, ma anche
se non comprendi - alla visione di una bella scatola da regalo - i
calcoli sembrano semplici, i calconi causano un terremoto emotivo in
te, così
la guardi come un bambino che scopre la vita, lasciandoti abbagliare
dall'illusione
e vuoi essere
ulteriormente coraggioso.
“Sora,
io credo che- io ti...”.
“...spero
che a Yamato piacerà la mia torta”.
Yamato.
Lo stupore è tanto,
la sorpresa sta per esplodere, ma la soffochi e muti
una smorfia di dolore in un'espressione determinata e seria.
L'avvicini, le tue mani sono sulle sue spalle, la guardi da
qualche centimetro più in alto e vorresti rubarla al tempo, vorresti
rubarla a dove il suo cuore la porta, chinarti, baciarla, stringerla,
affondare nel suo collo, inebriarti del suo profumo, essere
semplicemente
l'uomo che lei vorrebbe affinché diventi solo e soltanto tua, che
fugga dai tuoi pensieri per abbracciarti; reale, di carne, di sangue,
di ormoni impazziti
dell'adolescente che sei.
Saresti suo, ma già lo sei e questo è crudele. E
crudeli sono tutti quegli aggettivi possessivi, perché
l'amore non ha catene.
Le
stringi le spalle mentre la tachicardia ti assale; non sono farfalle,
non sono gli ormoni, è la paura che la stai perdendo, è il dolore
di constatare che Sora è cresciuta e non l'hai notato, l'hai persa
già da prima, ma solo ora il freddo pungente e lo
sguardo confuso e
disperato di lei,
rende tutto più chiaro e non potete essere disperati in due.
Vai
incontro alla sua felicità, alle sue speranze che non guardano te,
al buon profumo
di torta che non è per te e la supporti, come farebbe un fratello e
la spingi prima che lei possa esser sorpassata da qualcuno che può
renderla come te adesso. A lei farebbe più male.
Armato di un
sorriso ampio quanto un
taglio, l'allontani per
avvicinarla a dove il suo cuore la vuole e dove il tuo sarà sepolto.
Una porta che si apre e poi si chiude e il freddo diventa più
intenso.
“Non
siete cresciuti poi molto, eh?”.
Vorresti
dar ragione
a Agumon,
ma la verità è che il te stesso che ha conosciuto l'avrebbe
trascinata con se, senza ascoltarla, convinto di fare la cosa giusta,
di essere la cosa giusta.
Ma la cosa giusta per
lei l'hai fatta, questo è significato crescere e diventare masochista.
Fa male e
fa freddo e lei – bellissima – non è con te; il mondo sembra
ingiusto, il mondo dovrebbe biasimarla, ma non esiste alcuna
giustizia in amore.
E
Sora non saprà mai qual
è la verità dopo io
ti...