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Autore: Domi_chan    27/12/2008    8 recensioni
Sasuke Uchiha odiava il Natale.
Decorazioni, presepi, puntali, cenoni, regali e auguri sbandierati a destra e a manca non facevano di certo per lui.
Non era tipo da vestirsi da Babbo Natale per poi iniziare a distribuire doni ai bambini bisognosi del quartiere.
[SasuSaku]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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A different Christmas

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Sasuke Uchiha odiava il Natale.
Decorazioni, presepi, puntali, cenoni, regali e auguri sbandierati a destra e a manca non facevano di certo per lui. Non era tipo da vestirsi da Babbo Natale per poi iniziare a distribuire doni ai bambini bisognosi del quartiere.
-Sasuke-kun? Sei pronto?-
Eppure ogni volta, da qualche anno a quella parte, veniva costretto a prendere parte a tutti quegli stupidi rituali.
All’inizio aveva tentato di opporsi con la forza a tutto il tram-tram compreso tra la Vigilia e il giorno di Santo Stefano, ma la cara ragazza che in quel momento lo fissava con cipiglio severo poggiata allo stipite della porta della loro camera da letto, non aveva mai voluto sentire ragioni.
Ricordava ancora con dolore quando, il Natale di due anni prima, lei e il suo caro amico biondo di cui preferiva non pronunciare il nome, lo avevano trascinato a casa sua a piedi -qualcosa come due isolati- minacciandolo per tutto il tragitto di iniziare ad intonare “I wish you a merry Chistmas…” nel caso in cui avesse anche solo accennato un tentativo di fuga.
Era stato allora che aveva capito di non avere più speranze.
-Si Sakura.- borbottò stancamente, tentando di annodare la cravatta rossa -regalo della rosa-.
-Cerchiamo di arrivare in orario almeno quest’anno, caro.- decretò con tono pesantemente carezzevole, avvicinandosi al compagno -Sai quanto Naruto tenga alla puntualità.-
Avrebbe tanto voluto dirgli che no. Naruto non aveva mai tenuto ad un concetto cosi stupido come la puntualità in venticinque anni di vita, che lui, Hinata e gli altri non si sarebbero certo gettati dal balcone di casa Uzumaki se avessero tardato di qualche minuto, e che -le gettò una rapida occhiata- quel vestitino bianco e nero non le donava particolarmente, sembrava fasciarle l’addome in maniera un po’ troppo striminzita e a dirla tutta faceva chiaramente a pugni con il colore dei suoi capelli.
Ecco, forse l’ultima cosa avrebbe fatto meglio a tenerla per se.
-Ti aiuto io, dai.- sorrise avvicinandosi al ragazzo, percorrendo la camera a grandi falcate -Lo sai che sei proprio imbranato?- scherzò intrufolando con delicatezza la cravatta sotto il gilet nero pece.
-Adesso sei perfetto!- sussurrò alla fine, aggiustando il colletto della camicia, anche questa nera. E dopo avergli dato un affettuoso buffetto sulla guancia, gli voltò le spalle, uscendo dalla camera con ancora quell’irritante sorriso stampato in volto.
Sasuke la guardò allontanarsi, fino a quando anche l’ultimo volee di quello svolazzante vestitino non sparì completamente dal suo campo visivo, negli occhi nero onice la consapevolezza chiara e limpida di chi non sa più bene come comportarsi.
Avrebbe tanto voluto ribattere.
Ma non poteva. No, non doveva.
Da quando Sakura era diventata cosi… cosi?
Ricordava con nostalgia la Sakura premurosa e accondiscendente disposta a tutto pur di compiacerlo, la ragazza che amava -anche se a questa considerazione sarebbe arrivato solo con il senno di poi- definire noiosa, la tenera e gentile fanciulla che aveva ridotto a brandelli la maglia preferita di Naruto nel tentativo di prendere le sue parti e attirare la sua attenzione.
Dov’era finita?
Sparita.
Aveva lasciato il posto ad una Sakura molto più intraprendente e dispotica, capace di ripicche inimmaginabili nel caso in cui l’Uchiha in questione non fosse corso a qualsiasi ora del giorno e della notte all’unico supermercato della città aperto ventiquattrore su ventiquattro ad acquistarle l’ultima novità in fatto di gelati.
Gelati. A dicembre.
Bah. Non le avrebbe mai capite le donne, specie se incinte.
-Io sono pronta!- sentì urlare dal salone.
-Arrivo.- grugnì in risposta, afferrando svogliatamente il cappotto che poco prima aveva gettato di malagrazia sul letto matrimoniale. -Arrivo.-
Lo indossò, iniziando a frugare all’interno delle tasche laterali, alla ricerca delle chiavi dell’auto, abbandonate chissà dove.
-Stai cercando queste?- Sakura si era materializzata di fronte a lui, agitando a meno di un palmo dal suo naso il mazzo in questione.
Irritante. Era diventata anche irritante.
-Andiamo.- sillabò, precedendola lungo il corridoio.
-Sas’ke, aspetta.-
Sas’ke.
Quello era lo strano diminutivo che Sakura gli aveva affibbiato all’inizio della loro storia, ma che da un po’ di tempo a quella parte utilizzava solo quando aveva delle richieste particolari da fargli.
Deglutì rumorosamente, voltandosi verso di lei.
Era già pronto all’ennesimo “Sas’ke!corri a prendermi una vaschetta fragola e panna!” quando si ritrovò immerso in una cascata di capelli rosa confetto, investito in pieno da un’ondata di lacrime.
-V-vuoi lasciarmi, v-vero?- singhiozzò, stringendolo forte -S-sono insopportabile, lo s-so… e p-poi sono diventata una b-balena. Non mi ami p-più, vero? V-vero?-
Tutto ma non quello.
Avrebbe preferito andare a piedi al supermercato di cui ormai era diventato cliente fisso piuttosto che assistere all’ennesima crisi di pianto.
Le donne incinte erano soggette a strani e repentini cambiamenti di umori, l’aveva sempre saputo, e l’aveva anche osservato indirettamente sulla povera pelle di Naruto, costretto a fare cose impensabili da un Hinata particolarmente irascibile. Ma non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere da Sakura.
Un minuto prima sorrideva sorniona, mentre adesso se la ritrovava spalmata addosso a piangere e disperarsi sulla propria forma fisica?
-Sakura.- le sussurrò, circondandole la schiena con le braccia -Ti pare il momento di uscirtene fuori con queste cretinate?Naruto ci sta aspettando e…-
-N-non me ne frega niente di N-naruto!- piagnucolò sulla sua spalla, iniziando a dimenarsi.
Quanta pazienza.
Si allontanò da lei, prendendole il viso tra le mani. -Non sei una balena.- la rassicurò, mentendo spudoratamente, asciugandole le lacrime che continuavano a scendere copiose -E se mai lo diventerai giuro che ti affitterò un personal trainer.- sorrise -Cosi in pochissimo tempo tornerai come prima.-
-E…?- continuò la ragazza, abbozzando un sorriso tenue tra le lacrime.
Ecco dove voleva arrivare, pensò divertito il moro, mentre le portava una ciocca chiara dietro l’orecchio.
-… e ti amo.- sussurrò imbarazzato, guardandola negli occhi -C’era bisogno di tanti giri di parole?Se volevi sentirtelo dire bastava chiedere.-
-Quanto sei cretino!- sorrise felice, sciogliendosi dall’abbraccio.
Adesso sono anche cretino. Wow.
-Andiamo?- esclamò, avvinghiandosi al suo braccio.
-Andiamo.- borbottò in risposta.
E mentre chiudeva la porta di casa a doppia mandata, sorridendo senza volerlo, Sasuke Uchiha realizzò per la prima volta che quello sarebbe stato l’ultimo Natale trascorso solo con la sua Sakura e la cosa, anche se lo turbava un po’, non gli dispiaceva per niente. Anche se non lo avrebbe mai ammesso ad anima viva.
Perché Sasuke Uchiha odiava e avrebbe sempre odiato il Natale.

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Ecco il mio regalo di Natale -in ritardo xD- per tutte le Black Panthers in circolazione!
E’ una cretinata frivola, leggera e mielosa.
Ma non avevo voglia di scrivere qualcosa di serio ed impegnativo. Siamo pur sempre a Natale, giusto?!
Spero comunque che l’idea di Sasuke e Sakura felicemente accasati e in dolce attesa (accompagnati da un lievissimo accenno NaruHina) vi sia piaciuta *_*
Fatemi sapere cosa ne pensate!

P.s.: per chi stesse seguendo l’altra mia fic “Ricomincio da te…” sappiate che non l’ho abbandonata, anzi *_* aggiornerò a breve!

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Tantissimi auguri di Buone Feste dalla vostra Domi-chan!

  
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