Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: Rosalie97    24/04/2015    3 recensioni
"Guardati" continuò con voce sprezzante, "sei ridicolo. Cos’è che tenti di fare? Convincermi a tornare insieme a te? Tesoro, puoi pregarmi anche in ginocchio, ma io con te non mi ci rimetto. Non funzionava, accettalo. Vuoi di più di quel che saresti capace di tenere, e questo prima o poi ti creerà problemi, grossi problemi. Ripeto, questo non ha nulla a che fare con l’amore e con i sentimenti." Fece una pausa. "E sai che c’è, ancora?" aggiunse, "Io sono come un ragno, e tu come una serpe. Come potrebbero mai stare insieme, questi animali? Sono entrambi estremamente pericolosi e velenosi, si paralizzerebbero l’un l’altro."
Lui strinse le labbra l’una contro l’altra, e poi disse: "Perché mi dici questo?"
"Perché è la verità."
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Song: Nothing to do with love/Band: Halestorm


[You had your heart set on an angel's kiss, maybe a taste of bliss, maybe a long white dress and a fistful of flowers.]
 
Se ne stava seduta sulla sedia, stravaccata, in un modo non molto elegante, una gamba a cavallo dell’altra e l’incavo del braccio sinistro contro lo schienale di legno. La osservavano, mormoravano tra loro di orecchio in orecchio, mentre lei li fissava con una smorfia sarcastica. Dio solo sapeva quanto odiasse quella gente. Per una settimana si era fatta complessi mentali immaginando come sarebbe stato avere tutti quei parenti attorno, i loro sguardi addosso, i loro sussurri alle orecchie e una rabbia che le gravava sul cuore. Essi riuscivano a farla infuriare persino più di Alejandro.
Il lunedì prima, la madre l’aveva avvisata che avrebbero fatto una grande riunione di famiglia a casa loro, che i lontani parenti dall’Italia, dal Canada e quelli sparsi per tutta l’Asia, sarebbero giunti lì per il compleanno della bisnonna. Heather ricordava come la donna si era infuriata al suo commento acido, ma non aveva dato importanza al fatto. Dopotutto, Lyn si arrabbiava ogni volta che lei anche solo apriva bocca. Quest’ultima avrebbe voluto una figlia migliore, più gentile e buona, meno calcolatrice e acida, ma Heather era tutto il contrario di come la madre la desiderava.
<< Heather >> la ragazza alzò di scatto la testa, guardando nella direzione di chi aveva parlato. Sulle sedie davanti a lei c’erano due zie e uno zio, insieme alla nonna.
<< Cosa? >> replicò in modo cattivo.
<< Ci chiedevamo se tu avessi qualcosa da raccontarci >> disse una delle due zie. Era bassa e tracagnotta, con capelli neri tagliati a caschetto. Pareva che le avessero messo una ciotola in testa, e il pensiero provocò in Heather un moto di risa, che però trattenne. La donna indossava una t-shirt gialla e una gonna nera a pois gialli. Ho due cose da dire, cara zietta, pensò la giovane. La prima, è… Ma come diavolo fai ad indossare una t-shirt a novembre?! E la seconda è la seguente: certo, ho proprio intenzione di raccontarvi i fatti miei, così vi sentirete in libertà di sputare sentenze come una macchina lanciapalle.
Alzò una spalla con fare noncurante, << Nulla di che. >>
<< Oh avanti… >> continuò la donna, seguita a ruota dalla vecchia che disse:
<< Ce l’hai un ragazzo?! >> la poveretta era mezza sorda, e invece di parlare normalmente gridava. << Io alla tua età avevo già un marito! >>
La ragazza sorrise in modo sarcastico, << Non siamo più nel Medioevo, e io non mi sposerò certo a diciotto anni. >>
<< Ma almeno un ragazzo c’è? >> ammiccò l’altra zia facendo sospirare Heather, la cui mente volò ad Alejandro. Chissà cosa stava facendo il cretino, non lo vedeva dall’ultima stagione di Total Drama, e sinceramente stava meglio così, dopo che erano stati insieme per tipo una settimana prima di ricominciare a scannarsi l’un l’altro e lasciarsi.
<< No >> rispose, << nessun ragazzo. >> Fu in quel momento che suonò il campanello di casa. La giovane asiatica vide la madre mentre tentava di richiamare la sua attenzione per dirle di andare a vedere chi fosse. Oh, sei troppo occupata, tu?, pensò acidamente. Heather si alzò mentre la nonna pronunciava uno dei suoi gridi da sorda: << Vergogna! Un tempo le ragazze pensavano già a sposarsi, non a vincere denaro andando in tv! Come può non importarti di indossare un lungo abito bianco e stringere un bouquet… >> la ragazza si alzò e si allontanò prima di udire le ultime parole della frase. Sentì la vecchia urlare: << Ehi, una fanciulla educata non se ne va via mentre la nonna le parla! >> Uno, beccati la malaria, vecchia odiosa. E due, quando eri giovane tu le tv probabilmente nemmeno esistevano.
Camminò facendosi largo a gomitate tra la fiumana di parenti che le impestava la casa come termiti fino a che non giunse alla porta. Si lanciò un’occhiata alle spalle guardando male le persone che aveva superato, ritornate a parlottare in gruppetti e a bere da bicchieri di plastica rossi pieni di chissà quale bevanda alcolica.
Strinse la mano attorno alla maniglia e la aprì con una mossa meccanica. Guardò fuori con un’espressione piatta, fissando lo sguardo privo di qualsiasi emozione su colui che stava di fronte a lei con un bouquet di fiori arancioni e fece per richiudere il battente. Il ragazzo le impedì di farlo mettendo il piede sulla soglia. Alla fine, gridò: << Oh Madre de Dios. >>
 
[You wrapped your arms around a murderer, pretending it didn't hurt. Every time I cut you deeper and deeper.]
 
Heather riaprì la porta e lo guardò nuovamente.
<< Alejandro >> disse poi. << Si può sapere che diavolo vuoi? Non puoi presentarti così a casa mia! Vattene, sciò >> fece il gesto con la mano, come lui fosse stato un cane randagio in cerca di cibo.
<< Che calda accoglienza >> replicò in modo sarcasticamente acido lui, riprendendosi. << Non mi sono mai sentito più desiderato come in questo momento. >>
<< Dileguati. >>
<< Anch’io sono felice di vederti. >>
<< Scompari. >>
<< Si, è passato molto tempo, lo so. >>
<< Sciogliti. >>
<< Ma anche a me dispiace per come sia finita tra noi due! >>
<< Decedi. >>
<< Già >> lui mise la mano contro la porta per impedirle di chiuderla, << mi mancavi anche tu. >>
Heather incrociò le braccia al petto e lo guardò male. << Sì, bene, ora dimmi che diavolo vuoi davvero. >>
Alejandro sorrise mestamente, << Ho saputo che i tuoi parenti sono tutti riuniti qui, per la festa della bisnonna. >>
<< Chi te l’ha detto? >>
Lui rimase un attimo in silenzio, ponderando se rivelare la propria fonte o meno. Alla fine, disse: << Dustin. >>
Heather si voltò verso la massa di persone che stava alle sue spalle e chiuse la mano destra a pugno. << Io giuro che l’ammazzo, mio fratello. >>
<< Quindi >> riprese lui come se lei non avesse parlato, << mi fai entrare? >>
<< Assolutamente no. >>
<< Oh, ma avanti, ti ho anche portato i fiori! >>
<< No >> lei pareva irremovibile. << Così, appena entrato in casa potrai andare in giro a spettegolare su di me, a ridermi dietro, e mettermi in imbarazzo? Te lo puoi scordare. >>
<< Ma ti fidi così poco, di me? >> disse Alejandro posandosi una mano sul cuore.
<< Sì, e faccio bene. >>
Lui rimase in silenzio per qualche istante. << Okay, fai bene nella maggioranza dei casi, ma questa volta sono sul serio qui per un nobile motivo. >>
<< E quale sarebbe? >> Heather inarcò un sopracciglio perfetto. Quella frase fece zittire il giovane, che non seppe più cosa dire, fino a che, non troppo convinto, disse:
<< Ma ovviamente per aiutarti a non annoiarti e spettegolare con te su quanto siano noiosi i parenti! >>
<< Certo. Ci credo >> replicò lei sarcastica. << Ma in ogni caso, va bene, entra, almeno litigare con te e dirti quanto tu sia cretino mi impedirà di annoiarmi e udire altri discorsi sul matrimonio. >> Lo fece entrare e richiuse la porta alle proprie spalle.
<< Matrimonio? >>
<< Ah, lascia perdere. >> Lo condusse al tavolo dove fino a qualche minuto prima era stata seduta, ed alzò gli occhi al cielo quando vide lo sguardo della vecchia. Sembrava pronta ad un lungo discorso sul corretto modo di comportarsi, ma lo spuntare improvviso di Alejandro la bloccò. Le due zie, lo zio e la nonna guardarono il giovane latino-americano e sgranarono gli occhi.
<< E lui chi è? >> chiese l’uomo.
<< Io sono Alejandro Burromuerto, signore. >>
<< Asino-morto >> canticchiò Heather, e lui la fulminò con un’occhiataccia.
<< Ma allora hai il ragazzo! Perché ci hai mentito? >> esclamò una delle zie, quella con i capelli a forma di ciotola.
<< Lui. Non. È. Il. Mio. Ragazzo. >> scandagliò ogni parola. << Nemmeno se mi offrissero di vincere tre stagioni consecutive di Total Drama. >>
<< Wow, vedo che i tuoi sentimenti sono cambiati parecchio in un mese >> borbottò Alejandro.
<< Quali sentimenti? >> lei fece gli occhi dolci, assumendo un’espressione innocente. In realtà non le dispiaceva nemmeno un po’ per come erano andate a finire le cose: in una settimana erano giunti dall’amarsi alla follia al minacciarsi con delle forbici… Già, non era esattamente la prospettiva più adatta per una relazione. Ed inoltre, a pensarci bene, erano entrambi come degli assassini, avevano ucciso ciò che c’era di buono dentro di loro, erano falsi, manipolatori, cattivi, freddi, ed ogni volta che aprivano bocca ferivano qualcuno, a volte persino se stessi.
 
[Hey I'm not the one, I'm not the one. I'm not the one you wanna give your heart too.]
 
<< Vero, ora ricordo, tu sei la regina dell’odiosaggine. >>
<< Non esiste, la parola “odiosaggine”, cretino. >>
<< Ma che razza di modo di comportarsi è, questo?! >> replicò la vecchia sconvolta.
<< Ma devi vivere ancora per tanto?! >> le gridò Heather prima di girarsi ed andarsene.
Alejandro la seguì a ruota, allontanandosi in imbarazzo dalle tre donne e dall’uomo che tendeva a restare in silenzio e ad osservarlo con sguardo torvo. << Ma dove stai andando? >> le afferrò il polso e la fece voltare verso di sé. << Si può sapere che hai? >>
<< Che ho? La mia casa è strapiena di gente stupida che si strafoga di cibo gratuitamente. >> Non appena ebbe finito di parlare, un gruppo di giovani, lontane cugine, passò accanto a loro. Ognuna teneva in mano un bicchiere ed indossavano tutte un abito elegante.
<< Ehi! >> esclamò una di loro fermandosi a guardare Alejandro. << Ciao >> disse con voce melensa.
<< Bah, ti pareva, nomini “stupida” e compaiono loro. >>
<< Ciao >> Burromuerto le salutò con la mano, muovendo le dita, ed Heather sbuffò. << Cos’è, sei gelosa? >> le giovani si voltarono a guardarla, mentre lei si lanciava in una gara di occhiatacce con Al. Dopodiché, alzò il mento con fare superiore e si voltò, allontanandosi. Il ragazzo lanciò prima un’occhiata alle ragazze vicino a lui e poi, mordendosi un labbro inseguì la sua ex. << Eddai! >> le urlò, << Fermati! >>
<< Va al diavolo >> rispose, ma non fece in tempo ad allontanarsi di più che lui l’afferrò nuovamente per il polso.  Si voltò a guardarlo e gli sputò in faccia le seguenti parole con grande freddezza: << Si può sapere che diavolo vuoi da me?! Non siamo amici, non siamo fidanzati, ed io non voglio avere a che fare con te. Non sono l’unica ragazza della tua vita, lo vedo, me ne hai appena dato la prova, e sono convinta di non essere colei a cui vuoi consegnare il tuo cuore, che se proprio vuoi sapere, lancerei a terra per pestare con i tacchi a spillo! Perciò, ora dimmi cosa te lo fa fare, di inseguire me! >>
 
[You came, you fell, you thought this was something else. This has got nothing to do with love. This has got nothing to do with…]
 
Heather fece una pausa, in cui lui la guardò, gli occhi spalancati, improvvisamente pallido. << Ci siamo messi insieme, abbiamo visto che non funzionava e ci siamo mollati… >>
<< Sì che funzionava. >>
<< Certo, per quattro giorni. >>
<< Poteva funzionare. >>
<< Oh, ma avanti, ci siamo minacciati con delle fottute forbici! Accetta la verità, Al, tu pensi fosse qualcosa di importante, credi che potesse andare bene tra noi… Ma ti sbagli. Il rapporto tra noi due non ha niente a che fare con l’amore… O meglio, sì, ma con l’amor proprio. Siamo uguali, siamo identici, ed entrambi abbiamo una grande considerazione di noi stessi, ed è per questo che siamo attratti reciprocamente, non per dei sentimenti veri e propri, ma per la nostra immensa autostima. >>
 
[You beg, you plead, you wanted more than you could keep. This has got nothing to do with love, this has got nothing to do with, this has got nothing to do with love.
I gave you just enough to paralyze, thought maybe you could satisfy. Sometimes I get so bored of you boy.
Hey I'm not the one, I'm not the one, I'm not the one you wanna give your heart too.]
 
<< Guardati >> continuò con voce sprezzante, << sei ridicolo. Cos’è che tenti di fare? Convincermi a tornare insieme a te? Tesoro, puoi pregarmi anche in ginocchio, ma io con te non mi ci rimetto. Non funzionava, accettalo. Vuoi di più di quel che saresti capace di tenere, e questo prima o poi ti creerà problemi, grossi problemi. Ripeto, questo non ha nulla a che fare con l’amore e con i sentimenti. >> Fece una pausa. << E sai che c’è, ancora? >> aggiunse, << Io sono come un ragno, e tu come una serpe. Come potrebbero mai stare insieme, questi animali? Sono entrambi estremamente pericolosi e velenosi, si paralizzerebbero l’un l’altro. >>
Lui strinse le labbra l’una contro l’altra, e poi disse: << Perché mi dici questo? >>
<< Perché è la verità. Ed inoltre, se vuoi saperlo, a volte mi annoi. >> Heather si voltò, pronta ad andarsene.
<< Aspetta >> la fermò lui. Quando si girò per guardarlo, vide che Alejandro aveva gli occhi lucidi. << Non puoi darmi un’altra possibilità? Ti ho anche portato i fiori… >>
<< Addio, Al >> replicò lei, per poi andarsene e scomparire tra la massa di gente.
Il ragazzo imprecò, per poi buttare a terra i fiori con una mossa veloce. << Stronza >> mormorò, per poi girarsi a sua volta e dirigersi alla porta d’entrata della casa che non avrebbe mai più rivisto.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Rosalie97