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Autore: Claudiac91    24/04/2015    3 recensioni
La storia narrata in prima persona da Jodelle.All'inizio è una ragazza ricca,ma solitaria.A causa della morte dei suoi genitori,la sua vita cambierà totalmente.Sta a voi scoprire come.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Nuovo personaggio, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Ed eccoci giunti all'ultimo capitolo!Una parte del mio cuore è rimasta in questa storia!Mi dispiace lasciare la mia Jody,ma prima o poi ogni ciclo ha una sua conclusione.Se sono arrivata fin qui è solo grazie a voi,che in questo momento state leggendo.Sono sempre stata convinta che i giri di parole sono inutili,quindi non mi resta che dirvi grazie,di cuore,per avermi seguito,e dato la soddisfazione di aver regalato piccoli momenti di divertimento.Godetevelo tutto!Lo dedico ad ognuno di voi!Un bacio a tutti*
 
 
Il soggiorno di Bruce è quasi giunto al termine.E’ l’ultima sera,abbiamo cenato fuori e stiamo passeggiando per le strade di Monaco.Il tempo ha dato una tregua alla città,come se sapesse che mio cugino avrebbe fatto visita.Osserva ogni angolo delle strade con meraviglia.Gli è sempre piaciuta,dal primo momento in cui ci aveva messo piede.Un po’ mi ricordò la sua espressione di stupore,quando arrivammo a Parigi.Siamo soli,dal momento che nessuno voleva fare da terzo incomodo.Persino Benji ha deciso di lasciarci i nostri spazi.Giungiamo dinanzi ad un parco.Entriamo e ci accomodiamo sulla prima panchina in legno che troviamo libera.
 
-“Credi che le piacerà l’anello che abbiamo preso?”- mi chiede d’un tratto,osservando le persone che passeggiano.
 
Lo guardo sarcastica –“Con quello che ti è venuto a costare”- affermo.
 
Ride.-“Patty conosce i gusti di Evelyn più di noi,ma non volevo volare fino in Spagna”- dice.
 
Distolgo lo sguardo,mentre osservo le numerose coppie che camminano lentamente prendendosi per mano.
 
–“In verità sei capace di fare qualunque cosa Bruce.”-
 
Alla mia affermazione ride di nuovo -“Ho preferito condividere questa cosa con te”- afferma.
 
-“Se accetta,il che è ovvio,per quando vuoi fissare la data?”- gli chiedo curiosa.
 
Sembra pensarci su. –“Dopo le Olimpiadi”- risponde.
 
–“Così tardi?”- chiedo ancora.
 
Annuisce
–“Voglio un matrimonio fatto bene.Non frettoloso come quello di Holly.Così avremo tutto il tempo per organizzarci”-
 
Il silenzio diviene padrone,mentre osserviamo dinanzi a noi.Noto una ragazza con un pancione,abbracciata a quello che dovrebbe essere il suo fidanzato.Una sensazione di spavento comincia ad invadermi e cerco di calmarmi con un profondo sospiro.Bruce se ne accorge e si volta guardarmi
 
–“Quando hai intenzione di dirglielo?”- mi chiede.
 
Ha notato anche lui la coppia.Faccio spallucce e scuoto il capo.Non lo so.Ecco la mia risposta.Non ho il coraggio.Sospira e osserva il cielo velato di stelle luminose.
 
-“Ricordo quando ti vidi la prima volta”- dice –“Avevi la stessa espressione spaventata”-
 
Mi volto a guardarlo
 
–“E’ così”- affermo.
 
Sorride. –“Quando mamma e papà mi dissero che saresti venuta a vivere con noi feci i capricci”-
 
Strabuzzo gli occhi per la sorpresa.
 
–“Non me l’ha mai detto prima d’ora”- dico,alzando di poco il tono della voce,facendo voltare qualcuno incuriosito.
 
Mai avrei immaginato una confessione del genere.E mai mi ero chiesta come Bruce avesse reagito quando seppe di me.
 
–“Sai”- aggiunge –“Ero l’unico figlio di famiglia e non avevo ben accettato la tua adozione.Holly e Patty erano testimoni delle mie lamentele.Fino a pochi attimi prima del tuo arrivo a Nankatsu avevo anche avuto una discussione con mamma.”-
 
Smette di parlare,tornando a guardarmi,con un sorriso gentile stampato sul volto.
–“Poi però ti vidi e qualcosa scattò in me”-
 
Annuisco stando ben attenta a ciò che mi sta raccontando.
 
-“Eri così piccola e spaventata e pensai che dovevo essere gentile con te”-
 
Inarco un sopracciglio
 
-“Gentile?”- ripeto ironica –“Ma se dicesti che razza di nome è Jodelle?”- Cantileno l’ultima frase cercando di imitare la voce stridula di un bambino capriccioso.
 
Ride di gusto.
 
-“Ammettilo”- dice –“Ti ho migliorato la vita quando ti ho battezzato Jody”-
 
Scuoto il capo e alzo gli occhi al cielo,sorridendo divertita.La sua Jody,penso.
 
-“Sin da piccola hai dovuto portare un peso sulle spalle.Hai conosciuto il dolore troppo presto.Non meritavi anche la mia ostinazione”- aggiunge.
 
Sospiro. –“Anche tuo padre ha sofferto tanto.”- affermo.
 
Annuisce –“Già”- ammette con un bisbiglio.
 
Restiamo di nuovo in silenzio quando d’improvviso mi chiede
 
–“E se Benji ti chiede di sposarlo?”-
 
Il battito del mio cuore accelera.
 
-“Direi di si,non è un segreto”- rispondo –“Ma non ho idea se ha intenzione o meno”-
 
Scoppia in una fragorosa risata e lo guardo con aria di rimprovero
 
–“Cosa c’è da ridere?”- gli chiedo con un tono leggermente infastidito.
 
Scuote il capo.
 
-“ Chissà se Benji mi ama”- comincia ad imitarmi,modificando il tono di voce cercando di sembrare una femminuccia in calore –“Chissà se mi ricambia.Chissà se mi sposerà”-
 
Cerco di colpirlo sul braccio,ma con riflessi pronti si scansa.Il mio viso è arrossato.Colpa della sua deficienza.
 
–“Non preoccuparti Jody”- mi dice facendomi l’occhiolino,smettendo di scherzare –“Quando meno te l’aspetti ti stupirà.Come ha sempre fatto.Quel portiere la sa lunga”-
 
Lo guardo curiosa.E’ fermamente convinto di ciò che dice.Ma tutta questa sicurezza da dove se la fa uscire?Magari ne avessi un quarto di quella che ha lui.
 
–“Se non fossimo cugini ti sposerei io.Una donna come te non si trova facilmente”- afferma.
 
Sorrido divertita.Mi avvicino e poso la mia testa sulla sua spalla.Allunga un braccio cingendo le mie e poggia il mento sul mio capo.
 
 –“Mi hai davvero migliorato la vita Bruce”- affermo.
 
Non posso guardarlo in viso,ma sono più che sicura che in questo momento sta sorridendo.
 
 
I giorni passano,il lavoro mi infastidisce,le nausee aumentano,Kathrin mi mette ansia.Comincio ad avere sbalzi di umore e voglie di ogni tipo.Dal dolce al salato,dal salato al dolce.Se mangio vomito.Se non mangio ho fame.O meglio,abbiamo fame.Sono passate due settimane e ancora non gli ho detto nulla.Andrà a finire seriamente che lo scoprirà quando vedrà la pancia gonfiarsi.A Patty è sfuggita la cosa di bocca ed Holly l’ha saputo.Gli ho sinceramente scongiurato di non rivelare niente a nessuno.Nemmeno i miei zii sanno quello che mi sta accadendo.Bruce per questa volta si sforzerà.E poi è totalmente preso dall’euforia di un prossimo matrimonio,dato che Evelyn ha accettato entusiasta.Il campionato tedesco è in pausa.Giocherà la nazionale tedesca e l’unico impegnato in questione è Karl.Benji voleva prenotare un weekend solo per noi due,ma gliel’ho impedito.Non me la sento.Ora che non è preso dal calcio,le sue attenzioni mi danno quasi su i nervi.Mi sento come se mi stesse perennemente addosso.E’ sempre stato un gran osservatore.Nota tutto,non gli sfugge nulla.Ad aggiungersi alle varie note dolenti,ha insistito affinchè andassi a vivere da lui per i prossimi giorni,dato che a casa sono sola.Kathrin è andata al ritiro con la nazionale,approfittando del fatto che alla figlia del vice allenatore del Bayern,danno trattamenti di favore.Tutto questo solo per stare con Karl.Tuttavia,nonostante la lontananza non smette di chiamarmi e di incoraggiarmi per dire della cosa al portiere.Se continua finirò per ammazzarla seriamente.Ma da un lato la comprendo.E’ sempre stata molto apprensiva nei miei riguardi.Ai tempi del campionato under sedici avrei descritto Kathrin come una ragazza fredda.Fu quasi uno shock trovarmela nello stesso appartamento.Ma quando le proposi di dividerlo,nonostante la conoscevo da pochissimo,accettò volentieri.Mi sorrise sincera e il mio cuore si squagliò.In certi casi mi ricorda molto Patty.Aggressiva se è necessario,ma estremamente dolce quando si tratta di affetto.Grazie alla sua amicizia,non mi sono sentita sola.Avevo Benji certo,ma un’amica può sempre essere utile per il tuo umore.Ne abbiamo combinate di tutti i colori.Non si direbbe,ma a volte è una bambina.Sempre voglia di giocare e scherzare.Quando Patty venne a Monaco per farmi visita,mi sembrava di avere due bimbe in casa.Per non parlare di quando volammo a Barcellona,per convincere Holly a cercare altro quando andò in retrocessione.Fu costretto a dormire sul divano,dato che occupammo la stanza da letto.Sua moglie,la sua migliore amica e la fidanzata di Schneider lo avevano spodestato.
Sono seduta sul letto di Benji.Attendo che la cena sia pronta dato che stasera tocca a lui.Ho chiamato Maggie.Anche se il fuso orario è inconcepibile,mi ha comunque calorosamente accolta al telefono.Avevo bisogno di sentire una voce materna.Non che mia zia non ce l’abbia.Ma il rapporto con Maggie si è sempre basato su una confidenza istintiva,sin dal primo momento che la conobbi.Le ho detto della gravidanza e poco ci mancava che urlasse dalla gioia.Suo figlio e l’amica che aspettano di diventare genitori.Ma constatando il mio silenzio dinanzi alla sua felicità,ha compreso che non sono entusiasta.Ho spiegato che ho paura,riferendomi anche ai miei genitori.Non mi ha risposto diversamente da come hanno fatto gli altri,ma stranamente,detto da lei suonava tutto secondo un’altra melodia.I miei zii mi hanno cresciuta,sono diventata una persona fantastica e di conseguenza sarò una madre eccezionale.Parole sue.Devo solo cacciare il coraggio di dirlo a Benji.Mi alzo sbuffando e percorro un giro per la casa cercando di calmarmi.Ultimamente mi ci vuole poco per agitarmi.Solitamente solo il calcio mi rendeva nervosa.
Casa di Benji consiste in una villetta fatta di un solo piano,con tanto di giardinetto all’entrata.Non molto diversa da quella in cui abitava ad Amburgo,solo che era a due piani.Quando venni a Monaco,la decisione di non vivere assieme fu presa da entrambi.Stavamo per iniziare una nuova vita,e stare assiduamente con lui mi avrebbe dato una sicurezza che,a dire il vero,avevo bisogno di acquisire da sola.Dalla morte dei miei genitori,mi ero sempre poggiata sull’aiuto dei miei zii e questa mia scelta era dettata in parte,anche dal fatto che volevo mostrare loro,che la nipote cresciuta come una figlia poteva cavarsela da sola.Poteva fare a meno del suo fidanzato e vivere con le proprie forze.Volevo dimostrare ciò anche a lui.La “ragazzina” in questione poteva stravolgere il mondo se lo voleva.O almeno così la pensavo.E adesso?I miei pensieri vengono interrotti quando sento da lontano la voce di Benji.Il richiamo ragazzina,mi fa dirigere in cucina.Strabuzzo gli occhi quando vedo che sul tavolo non c’è assolutamente nulla.Dò uno sguardo ai fornelli.Niente.Mi focalizzo su di lui,che sta in piedi poco distante da me,con le mani nelle tasche della tuta.
 
-“Ma non dovevi cucinare tu?”- gli chiedo scettica,inarcando un sopracciglio.
 
Comincio a sentirmi arrabbiata,ma cerco di non fare scenate.Non so se sono io,o il bambino.Il fatto è che sono affamata.Sospira.
 
-“L’intenzione era quella”- risponde –“Ma in verità sono stato tutto il tempo a rimuginare”-
 
Sbatto le palpebre perplessa –“Cosa?”-
 
Abbassa per un secondo lo sguardo,per poi rialzarlo su di me.E’ serio.Ora alla rabbia si sta sostituendo la paura.
 
–“Ragazzina,io….”- e si blocca.
 
Incrocio le braccia al petto,fissandolo preoccupata.
 
–“Benji!”- lo richiamo,quasi come un rimprovero.
 
Sospira di nuovo. –“E’ da un po’ che ci penso”- dice –“e voglio dare una svolta alla mia vita”-
 
Non capisco dove vuole andare a parare.
 
–“Vuoi cambiare squadra?”- gli chiedo,pensando che si riferisse al calcio.Riceve tantissime proposte e le rifiuta.
 
Ha sempre detto di voler restare in Germania,la sua seconda dimora familiare.Scuote il capo.
 
 –“Riguarda la mia vita privata”- afferma serio. –“Riguarda noi due”-.
 
Noi due?Che vuol dire?Gli occhi mi si spalancano e il  battito cardiaco comincia ad accelerare.Faccio un profondo respiro e mi siedo,spostando di poco la sedia in legno.Delle vampate mi invadono.E se Bruce si stesse sbagliando?Ma perché poi mi sto agitando così?Ancora non ha detto nulla che già mi ritrovo in fase da ricovero.Mi è passata la fame.Sarà la gravidanza.Ogni mio sentimento viene amplificato.Altro che ciclo mestruale.Mi passo una mano tra i lunghi capelli e sbuffo.
 
 –“Benji”- dico con tono minaccioso –“ti prego di venire al dunque perché….”- ma m’interrompo guardandolo incuriosita quando afferra la mia mano sinistra posata fino ad un momento prima sulla fronte.
 
Il cuore che stava a scoppiarmi nel petto,man mano sale in gola.Dalla tasca della tuta caccia un anello.Piccolo,ma con una pietra luminosa.Me lo infila all’anulare.
 
-“Ragazzina”- dice –“Vuoi sposarmi?”-
 
La mia bocca è talmente aperta per lo stupore che potrebbe entrarci una colonia di api.Mi ci vuole un po’prima che il mio cervello collega le parole appena udite.Benji.Io.Matrimonio.Dovrei dire di si saltando dalla sedia per atterrare tra le sua braccia felice.Eppure mi viene in mente solo una cosa.La sua presa si fa più forte.Si sta innervosendo?
 
-“Devi dirmi si o no ragazzina”- aggiunge con un leggero tono scoraggiato.
 
Lo guardo perdendomi nei suoi occhi,mentre inarca un sopracciglio cercando di indagare nei miei pensieri nascosti.Alzo le spalle e finalmente gli dò una risposta
 
 –“Sono incinta”-
 
*
 
Distesa sul letto della mia minuscola camera a Nankatsu,cerco di respirare a pieni polmoni l’aria fresca che arriva da fuori,grazie alla finestra aperta.Col braccio destro copro gli occhi,mentre con la mano sinistra mi accarezzo la pancia.Ormai sta crescendo.Secondo Patty le nausee e i giri di capo sono sintomi che possono scomparire dopo i primi mesi.Spero che abbia ragione,perché non ho voglia di vomitare e vedere doppio per gli altri cinque mesi restanti.Le manca pochissimo.La sua pancia è così grande che sembra debba rompersi come una palloncino da un momento all’altro.Non è stata molto entusiasta quando ha saputo che aspettavo un maschio.Nella sua fantasia si era già immaginata uno dei suoi gemelli accoppiato con quella che avrebbe voluto una mia bambina.Ma subito dopo,ridendo,affermò che d’altronde potevo avere benissimo un’altra gravidanza in futuro e che quindi il suo sogno non sarebbe stato del tutto surreale.Sospiro e mi metto a sedere,cercando di riprendere l’equilibrio.I miei occhi indugiano sui due anelli che porto all’anulare.Quello del mio fidanzamento ufficiale sopra,e la fede sotto.Mi piacciono entrambi e non voglio rinunciare a nessuno dei due per un solo giorno.Così li indosso sempre all’unisono.Mi scappa un sorriso se penso al mio matrimonio.Una guerra lampo.Neanche il tempo di dirgli che ero incinta,che tre settimane dopo siamo convolati a nozze.Per lo stupore di tutti tra l’altro.La reazione di Benji,però,non fu molto drastica come me la immaginavo.Certo un bambino non era nei suoi piani,ma prima o poi il pensiero avrebbe sfiorato entrambi.Quando parla della gravidanza usa termini tecnici come se si stesse psicologicamente preparando per una partita.Ma non se l’è fatto dire due volte,quando gli ho chiesto di sposarci quanto prima.Un po’perché a mio avviso era inutile aspettare,a differenza di Bruce che attenderà solo dopo le Olimpiadi di Madrid.Un po’ perché non volevo sposarmi col pancione o con mio figlio tra le braccia.Mi ero promessa che,quando sarebbe nato,non avrei avuto occhi,cuore e tempo che per lui.E la cerimonia nuziale non doveva distrarmi.Con la coda dell’occhio noto una sagoma.Mi volto e gli sorrido.Vestito comodamente in tenuta sportiva,con tanto di berretto,braccia incrociate al petto,spalla sinistra poggiata sullo stipite della porta.Sorriso beffardo.
 
–“Sei ancora tra noi ragazzina?”- cantilena come per prendermi in giro.
 
Quando sto male cerca in tutti i modi di nascondere la preoccupazione e sdrammatizzare la cosa.Andare in ansia non serve a nulla.E Benji Price non è mai stato un tipo ansioso.Per un attimo penso a quando mi aspettava all’altare,vestito con un elegantissimo e costoso smoking,mentre lo raggiungevo scortata sottobraccio da mio zio.Sospiro dandomi una breve carezza sulla pancia
 
–“Il caldo non aiuta purtroppo”- affermo.
 
Inarca un sopracciglio
 
–“Per forza”- ribatte –“Sei chiusa qui dentro,secondo me ti ci vuole una passeggiata”-
 
Alzo gli occhi al cielo.Da quando sono incinta sono diventata esageratamente pigra.Si avvicina mi afferra per una mano,facendomi alzare e mi stampa un bacio in piena fronte.
 
–“Su andiamo!Ti porto in un posto”-
 
Lo guardo interrogativo,ma il suo sorrisino malizioso mi fa comprendere che sarà una sorpresa.Ci dirigiamo al piano di sotto,passando per la cucina.Mia zia è intenta a sfogliare l’album del matrimonio studiandosi ogni qual volta compare la sua figura.In quelle in cui,a sua detta,è venuta male,esprime un commento scettico sulla bravura del fotografo,facendo ridere il marito,seduto sulla poltrona poco distante,mentre si gusta il gelato comprato per quel giorno.Era da tanto che non tornavo a casa.E la riunione dei convocati in nazionale per le Olimpiadi di Madrid organizzata da Parson è stata la scusa ideale per rimpatriare.Eravamo tornati solo da due giorni e sia io che Benji avevamo deciso di restare ognuno a casa propria.Bruce non arriverà prima di domani,così mi ritrovo tutte le loro attenzioni.Avevo passato le ultime ore facendo tutto ciò che per me era stato parte della quotidianità prima di partire per Monaco.Stando al piccolo ristorante,un caffè con Patty ed Evelyn,approfittando dell’assenza di Holly e di mio cugino,incontro al campetto dove eravamo soliti giocare con gli altri compagni della New Team ed infine,una visita al cimitero.In mia assenza,mio zio non era venuto meno alla sua abitudine.
 
–“Jody”- mi richiama la moglie con una voce stridula.
 
Mi avvicino,focalizzando lo sguardo nello stesso punto in cui si trova il suo.Ossia,sulla foto della torta.
 
–“Credi che modificando questa,posso risultare più magra?”- mi chiese.
 
Scuoto il capo sorridendo divertita
 
–“Non capisco questa tua bassa autostima”- affermo –“Stai benissimo in foto così come quel giorno”-
Quel giorno.
 
Mia zia aveva indossato i panni della madre anche per i preparativi al mio matrimonio.In qualche modo è comunque diverso dal figlio maschio.Con Bruce non proverebbe mai la stessa adrenalina che provava nel momento in cui era seduta nel comodo divano del negozio d’Atelier Fiori d’Arancio a Monaco,mentre attendeva di vedermi con l’abito che avevo scelto.Di un bianco non troppo chiaro,stretto al seno e in vita,con maniche ricamate di pizzo e la gonna che scendeva lunga e morbida.Il velo era in programma,ovviamente.Per tradizione mi fece indossare un ferma capelli che utilizzò quando convolò a nozze,dato che la mia pettinatura consisteva in un morbido chignon.Inoltre indossai anche le perline che mi aveva regalato il giorno in cui divenni sua figlia a tutti gli effetti.Ammetto che,per un solo momento,avevo pensato a mia madre.Il matrimonio di una persona dovrebbe essere uno di quei momenti che unisce madre e figlia.Sicuramente,per quel poco che conoscevo di lei,mi avrebbe consigliato le tendenze del momento con fare da snob,sottolineando che non avrei potuto comunque risaltare quanto lo aveva fatto lei.E mio padre?Avrebbe condotto me all’altare?Scuoto leggermente il capo per scacciare via questi pensieri.Benji se ne accorge
 
–“Noi andiamo a fare una passeggiata”- interviene avvicinandosi e cingendomi le spalle con un braccio.
 
Salutiamo i miei zii velocemente e saltiamo in auto.Parliamo principalmente della convocazione di Parson,quando d’un tratto sbatto le palpebre perplessa osservando fuori dal finestrino.Riconosco il quartiere e i miei occhi ricadono immediatamente sul parco.Solo che è diverso.E’ stato ristrutturato.I cancelli sono aperti e da lontano il verde chiarissimo risplende.Persone che entrano o escono.La maggior parte bambini.Benji parcheggia,ha un sorriso soddisfatto stampato sul volto.
 
–“Ieri per caso ci passai e lo notai”- afferma guardandomi per un momento per poi voltarsi verso il parco.Senza dire nulla scendo dalla macchina e lui fa lo stesso.
 
Attraversiamo ed entriamo.Tantissimi fiori sono stati piantati,di colori vivaci.Ai lati della stradina di cemento ancora fresco,sono state collocate della panchine in legno,su cui sono accomodate persone che leggono,o gustano un gelato.Delle coppie si scambiano dolci effusioni o si tengono semplicemente per mano mentre osservano i bambini giocare sulle parti del prato percorribile.Camminando lentamente e tendendoci per mano,arriviamo nel punto in cui da bambini giocammo,ritrovandoci per puro caso.E successivamente,sempre qui,confessai a Benji del mio trascorso con Tom.Una coppia di ragazzini gioca a calcio.La bambina cerca di tirare quanto più forte possibile,mentre il compagno riesce a parare senza ostacoli,sorridendo compiaciuto e prendendo in giro con delle battute,di tanto in tanto,la sua amichetta.Sorrido.Un po’ ricordano me e lui quella sera.Ci accomodiamo su una panchina poco distante e li osserviamo.
 
–“Quando nascerà potremmo portarci il ragazzino”- afferma il portiere d’un tratto.
 
Annuisco non smettendo di osservare la scenetta.
 
–“Credi che giocherà?”- mi chiede.
 
Mi volto a guardarlo e la sua espressione titubante mi fa morire dal ridere.Inarca un sopracciglio
 
–“Ho fatto una domanda stupida?”- mi chiede ancora.
 
Scuoto il capo
-“Credo che non avrà scelta”- rispondo soffocando le risa –“Con due genitori come noi,dovrà uscire per forza con un pallone al posto del cuore”-
 
La mia affermazione lo contagia nel divertimento.Il silenzio si fa padrone.I bambini smettono di giocare e si allontanano,continuando a stuzzicarsi in modo scherzoso.
 
–“Immagina”- gli dico –“Jason alto quanto quel bambino mentre gioca”-
 
Benji mi cinge le spalle e io poggio il capo sulla spalla larga.
 
-“Tutto suo padre ragazzina”- afferma.
 
Alzo gli occhi al cielo e sospiro per poi sorridere beata.Il nome di nostro figlio è stato un argomento delicato.Personalmente parlando non ce n’era nessun in particolare che mi piacesse.Neanche William.Stavo per considerare seriamente il nome di mio zio,quando quest’ultimo,sotto accordo di Benji,mi consigliò di chiamarlo Jason.Mio padre.Ci avevo pensato per pochissimo e avevo subito accettato.E’ come se mio figlio,portando il suo nome,crescendo col nostro amore,gli desse un nuovo valore che per anni avevo cercato di evitare.Una seconda possibilità a lui,che non c’è più.Non ero mai stata particolarmente legata alla mia vecchia famiglia.Probabilmente,o anzi,sicuramente,perché era come se non ne avevo una.Ma poi ho conosciuto l’amore genitoriale,quello che possono darti persone che,al di là dei legami di sangue,ti crescono come figlio proprio.Ed io avrei fatto lo stesso per il mio e di Benji.Adesso ho la mia nuova famiglia.
 
 
Fine  
 
   
 
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