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Autore: M i s h a    24/04/2015    3 recensioni
DAL TESTO:
[Più i minuti passavano e più la voglia di rimontare in macchina e tornare nella mia camera d’albergo, mi assaliva.
E poi scese le scale, ed era maledettamente perfetta.
Indossava un lungo abito rosso che le fasciava dannatamente bene il corpo; il tempo sembrava essersi fermato e io mi sentivo perso, forse per la prima volta nella mia vita.]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Assassin's tango

<< Ma non sei ancora pronto?>> mi chiese Dorian entrando nella mia camera d’albergo.
“Maledetto il giorno il cui accettai il suo invito” pensai.
Non avevo assolutamente voglia di uscire, specie se si trattava di un’inutile uscita a quattro.
<< Ripetimi un’altra volta perché devo venire>> chiesi scocciato e il mio amico sbuffò chiudendosi la porta alle spalle.
Sentii i suoi passi allontanarsi e mi abbandonai a peso morto sul letto.
<< Preparati e non rompere il cazzo>> urlò dalla sua camera adiacente alla mia.
Mi massaggiai le tempie che iniziavano ad essere doloranti per lo sforzo di restare calmo.
Quel maledetto, nonché mio amico di vecchia data, mi aveva incastrato in una fottutissima cena con sua moglie e un’amica, senza chiedere il mio parere e mi ritrovai a dovermi vestire con le cose più eleganti che possedevo nel mio armadio e l’hotel dava in dotazione alcuni indumenti che nessuno avrebbe mai indossato.
“ Cravatte? Io odio le cravatte e loro odiano me” pensai.
Presi una camicia nera e i soliti jeans di un grigio ormai scolorito e delle scarpe da tennis qualunque.
Entrai nel bagno e mi feci una doccia calda e rilassante, cercando di togliermi quella sensazione di disagio che sentivo sulla pelle, sulle ossa.
Presi il primo asciugamano che trovai sotto tiro e due minuti dopo ero già fuori dal bagno; ringraziai mentalmente di non avere capelli, anche perché ero tremendamente in ritardo.
<< Vado a vedere a che punto è Pam; se al mio ritorno non sei ancora pronto ti carico in macchina così come sei>> mi disse duro.
“Beh certo, presentarmi alla cena nudo potrebbe essere una cosa a mio favore alla fine, così la serata risulterà meno noiosa” pensai mentre mi infilai un paio di boxer neri.
Il tempo di abbottonare la camicia e Dorian, accompagnato da sua moglie Pam, era già nella hall.
Scesi le scale giusto per sgranchirmi le gambe, infilai i soldi nella tasca posteriore del jeans, assieme alle chiavi e li raggiunsi nel parcheggio.
<< Ah, ce l’hai fatta miserabile?>> mi chiese il mio amicone.
<< Sempre adorabile tuo marito,eh Pam?>> chiesi sarcastico dandole un bacio su una guancia.
<< Bisogna farci l’abitudine, Alexei>> rispose lei di rimando, accarezzando i capelli al marito.
Salirono nella loro auto e quando cercai di aprire lo sportello posteriore lo trovai chiuso.
<< Apri coglione, non c’è bisogno di prendere due auto>> borbottai infastidito.
<< Oh, invece si. A fine cena riaccompagnerai Julia.. con la TUA auto>> disse con un fastidiosissimo ghigno stampato in faccia.
Respirai profondamente e salii nella mia macchina; me ne infischiai delle condizioni della mia auto e raggiunsi gli altri al ristorante.
Durante il tragitto, immaginai la mia accompagnatrice per questa inattesa e poco gradita serata e inorridii al solo pensiero di passare del tempo con una persona totalmente immersa nello schermo del suo cellulare.
Arrivai al locale, Pam ci avvisò che Julia avrebbe fatto qualche minuto di ritardo e l’attesa mi fece quasi perdere la pazienza.
Più i minuti passavano e più la voglia di rimontare in macchina e tornare nella mia camera d’albergo, mi assaliva.
E poi scese le scale, ed era maledettamente perfetta.
Indossava un lungo abito rosso che le fasciava dannatamente bene il corpo; il tempo sembrava essersi fermato e io mi sentivo perso, forse per la prima volta nella mia vita. Dorian mi diede uno colpetto sulla spalla per spingermi a fare qualcosa, ma io mi guardai intorno come un babbeo per svariati attimi. Avevo perso il controllo della mia mente, delle mie gambe; volevo muovermi verso quella visione in rosso,farmi sconvolgere dal suo profumo.
Infine il desiderio di sapere tutto di lei mi spinse a porgerle una mano per aiutarla a scendere gli ultimi scalini.
<< Grazie, sei molto gentile>> si rivolse a me sorridendomi.
<< Scusatemi tanto per il ritardo! Pam, non mi avevi detto che qui i tassisti hanno poco senso dell’orientamento>> disse deliziandomi con la sua risata; risi anche io per non sembrare uno scemo che fissa gli sconosciuti con occhi sognanti, o forse sbarrati.
<< Ciao Dorian, ti trovo bene e Pam, stai benissimo! Il nero ti dona>>  disse abbracciandola.
<< Oh, ma che scortese che sono! Piacere, Julia>> infine si rivolse nuovamente a me, porgendomi la sua mano delicata e ben curata.
<< Il piacere è tutto mio, Alexei>> dissi  incrociando il suo sguardo. I suoi occhi color nocciola erano così intensi, travolgenti.
<< Si si, tutto perfetto però adesso andiamo che sto morendo di fame>> ci interruppe Dorian.
“ Se non fosse che renderei vedova Pam lo strangolerei seduta stante” pensai.
Il ristorante era veramente accogliente, le pareti color pesca con rifiniture dorate infondevano calore e intimità al locale.
Raggiungemmo il nostro tavolo e spostai la sedia per Julia da vero cavaliere che non sapevo di essere.
Una musica leggera e per niente fastidiosa faceva da cornice a questa serata e i camerieri iniziarono a prendere le ordinazioni.
Io e Julia conversammo molto e a dispetto delle mie supposizioni non rivolse uno sguardo al cellulare nemmeno una volta;
anzi sembrava avere occhi solo per me e questo non fece altro che infondere in me un senso di desiderio, che andava via via crescendo ogni volta che i suoi occhi incontravano i miei.
Alcune coppiette aprirono le danze, mentre noi sorseggiavamo del deliziosissimo vino che effettivamente mi rese parecchio alticcio.
Partì un tango, Pam e Julia si guardarono e risero di gusto lasciando me e Dorian perplessi.
<< Jul, ricordi quando ballavamo questo tango?>> le chiese Pam.
<< Come dimenticarlo! Lo amo tutt’ora>> rispose lei con aria sognante e non so se fu colpa di quel vino delizioso o di un raptus di pazzia, ma mi alzai con un poco agile scatto e le porsi la mia mano.
<< Vuoi ballare?>> chiesi  e lei annuì con un sorriso raggiante.
Sentivo lo sguardo perplesso di Dorian alle mie spalle; non avevo mai praticato attività fisica e ancor meno frequentato lezioni di ballo, ma in quel momento al suo fianco, mi sentivo di poter fare qualsiasi cosa.
Cercai di lasciarmi trascinare dalla musica e mi maledissi più e più volte per aver formulato una proposta così poco sensata.
Poi si mosse verso di me; passi lenti, caldi e seducenti e non c’era altro posto nel quale io volessi stare.
I nostri corpi aderivano quasi perfettamente oppure la mia mente iniziava a fare cilecca; fatto sta che non riuscivo a staccarmi da lei.
Mi diede le spalle, sollevò le braccia e iniziò a muovere i fianchi in maniera seducente strusciandosi su di me; le accarezzai le braccia morbide e scesi fino ai fianchi stringendoli.
La feci voltare per perdermi l’ennesima volta in quelle pozze color nocciola e senza che io me ne accorgessi, scese distendendo una gamba di lato e accarezzandomi le gambe; il mio corpo era tutto un brivido di desiderio, fremevo dalla voglia di toccarla ancora.
La sollevai senza sforzo e con una gamba si agganciò a me, rivelando così uno spacco mozzafiato che lasciava scoperta la gamba che non tardai ad accarezzare.
La sua pelle era vellutata e calda, un mix letale per il mio autocontrollo.

Danzammo ancora e ancora senza mai staccarci l’uno dall’altra; poi la canzone finì e io con un’abilità fino ad’ora sconosciuta, le feci fare un casquè.
Ritornammo al nostro tavolo, il tempo di qualche altro bicchiere di vino e raggiungemmo le nostre auto;
le aprii la portiera, e accesi il motore.
<< Dove alloggi?>> chiesi un po’ amareggiato.
<< Pam mi ha prenotato una stanza nel vostro stesso hotel>> rispose con un sorriso.
Mi attraversarono mille immagini, mille pensieri nella mente e mi maledissi per aver formulato pensieri poco casti.
In ascensore premette il numero del suo piano sul tastierino, e rimanemmo in silenzio.
Ero a disagio, non potevo non ammetterlo; lei si guardava intorno, ogni tanto il suo sguardo si soffermava su di me e io mi sentivo come un libro aperto per lei.
Arrivammo al quinto piano e scesi anche io per darle un ultimo saluto, ultimo perché essendo un’uscita casuale non l’avrei più rivista.
<< Grazie per la serata, sono stato bene. È stato piacere conoscerti Julia>> dissi un po’ impacciato e feci per andarmene.
<< Anche io sono stata bene Alexei>> mi disse e si avvicinò pericolosamente e me; si alzò leggermente sulle punte perché anche con i tacchi non arrivava alla mia altezza e mi baciò sulla guancia.
Tutte le terminazioni nervose mi andarono in tilt e non riuscii più a rispondere delle mie azioni.
Le strinsi i fianchi e la baciai con foga per poi rendermi subito conto della tremenda cazzata che avevo appena fatto; guardai sconvolto il suo viso e lei mi attirò subito a se e riprese da dove mi ero fermato.
La spinsi contro il muro e mi lasciai travolgere dalla passione, dal desiderio.
Sentivo le sue unghie ben smaltate conficcarsi nella mia schiena, i suoi baci caldi infrangersi nel mio collo.
Impazzivo dal desiderio,ma quel poco di lucidità rimasta mi fece fermare.
<< Qual è la tua camera? Siamo in un corridoio>> dissi con il fiato corto e lei rise di gusto coinvolgendo anche me.
Prese dalla borsetta la sua chiave elettronica e aprii una porta nera.
La stanza era di media grandezza, pareti rosse e arredamento elegante; chiuse la porta alle sue spalle e si avvinghiò nuovamente a me come se ne avesse avuto bisogno per vivere. Ero certo che i suoi occhi mi comunicavano “tu sei il mio ossigeno”, anche se c’era da dire che il vino mi aveva giocato brutti scherzi quella sera.
Le accarezzai delicatamente le spalle, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi caldi e intensi.
Le abbassai con uno scatto le spalline di quel vestito meraviglioso che scivolò ai suoi piedi.
Era maledettamente nuda davanti a me e io dovevo essere troppo vestito per i suoi gusti, tant’è che mi sbottonò con avidità la camicia.
Mi accarezzò il petto e io le strinsi il seno fra le mie mani, rimanendo piacevolmente colpito dall’assenza del reggiseno.
La presi di peso e la portai sul letto, le accarezzai i glutei e mi avventai sulle labbra rosee, ma poco carnose; lei mi morse le labbra e poi mi baciò nuovamente il collo lasciandoci un succhiotto abbastanza evidente, ma in quel momento mi importava solo di averla tutta per me.
C’eravamo solo noi in quella stanza, non le insicurezze sulla mia forma fisica, non i miei problemi ma solo i nostri corpi nudi e accaldati.
Mi sbottonai i jeans e mi levai le scarpe e le fui di nuovo addosso; questa donna era una calamita per me, quasi una necessità.
Ribaltò le posizioni e si mise a cavalcioni su di me, mi mordeva e poi mi baciava la parte deliziosamente lesa.
Le tolsi l’ultimo indumento ormai inutile e mi presi del tempo per accarezzarla con gli occhi, per deliziarmi di quella visione celestiale.
Vederla nuda distesa sul letto solo per me, era la cosa più emozionante ed appagante che io avessi mai provato; non ci trovavo nulla di volgare. Era amore, non so di che tipo, forse a prima vista o forse colpo di fulmine, chiamatelo come volete ma sapevo di amarla.
La sentivo mia anche solo osservandola, anche solo tenendola tra le mie braccia; tutto ciò era follia, non avevo mai incontrato una donna simile, non avevo mai provato nulla di così intenso.
<< Tutto ciò è.. strano, ma fantastico>> disse lei quasi leggendomi nel pensiero.
<< Pensavo proprio la stessa cosa; so che è folle, ma non riesco a staccarmi da te>> dissi cercando di dare una giustificazione ragionevole a tutta quella situazione; ma era qui che sbagliavo. Non c’era niente di ragionevole, solo spontaneità; il solo e unico lasciarsi andare alle emozioni, lasciarsi guidare dal cuore e dal corpo.
<< Sai, sto cercando di capire se tutto ciò è una pazzia o se in fondo non c’è nulla di male.. ma mi sento di voler stare qui, con te>> sussurrò lei con voce calda, facendomi pentire di aver perso anche solo pochi attimi per trovare un senso a questa storia, piuttosto che accarezzarla e amarla.
Mi avvinghiai a lei e la penetrai con delicatezza, sentendomi pieno, beato per la prima volta.
Gemiti e sussulti facevano da sottofondo a quella danza così passionale che avevano come protagonisti i nostri corpi vogliosi, sudati.
Passammo la notte ad amarci come se fosse peccato fare altrimenti; il mondo non esisteva, c’eravamo solo noi e il nostro amore.


Note:
Salve a tutti!
Bentornati in questo nuovo e brevissimo esperimento; ho "partorito" il tutto in un paio d'ore, come sempre in seguito ad un sogno.
Volevo scusarmi per eventuali errori di battitura, ma ammetto che ero ansiosa di pubblicare.
Anche perchè la mia cara Elena, nonchè Pam, non vedeva l'ora di leggere! 

Per quanto riguarda la storia, sinceramente sono soddisfatta; non avevo mai scritto dal punto di vista di un uomo per tutta la durata della storia (spero di non averlo fatto apparire effeminato).
Alexei e Julia sono nomi russi, e la cosa è stata abbastanza casuale.
La storia non è ambientata in nessun luogo in particolare, ambientatela dove la vostra mente vi suggerisce.

Per qualsiasi cosa contattatemi pure!
Spero che questa storia vi piaccia, fatemi sapere tramite le recensioni (sono utilissime per capire i propri errori) oppure per messaggio privato.

Un bacione,

M i s h a.
 
   
 
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