Anime & Manga > Owari no Seraph
Ricorda la storia  |      
Autore: Assasymphonie    25/04/2015    3 recensioni
[Owari no Seraph]
Cenere.
Quello sarebbe potuto essere Mika.
[ MikaYuu ]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo del capitolo: Ashes.
Fandom: Owari no Seraph
Personaggi:  Yuuichiro Hyakuya / Mikaela Hyakuya
Rating: Arancione
Note dell'autore: One-shot / Introspettiva / Angst / Sentimentale / Drammatica
Disclaimer: Personaggi, luoghi e abitudini sono di proprietà dell'autore; lo scritto e le situazioni sono di mia proprietà.


.Ashes.


Cenere. Non era polvere, non era cemento distrutto: quella che le suole dei suoi stivali stavano calpestando era cenere grigia, odorosa ancora del fuoco che l'aveva creata, trasportata granello dopo granello da una brezza completamente fuori luogo. Provò a seguirli con gli occhi, sotto le ciglia che proteggevano la giada dal calore degli incendi, dal pungente odore del sangue; eppure quelle ceneri non osavano sfiorarlo, forse timorose, forse troppo vendicative per ferirlo ora. C'era rancore, Yuuichiro lo percepiva bene, ancora vibrava lungo la lama al suo fianco, sentiva ancora Ashuramaru leccarsi le labbra: di quella cenere erano solamente loro i responsabili.

« ... » Nel silenzio della morte che tutti coglie rintoccò soltanto il fodero che colpì il terreno bagnato di sangue ancora, la seta di guanti non più immacolati da tanto tempo che frusciò sotto quel misero mucchietto di cenere muta. Yuuichiro non sapeva il suo nome e non l'avrebbe mai saputo, quel vampiro evidentemente giovane, evidentemente spaventato, che ora giaceva sulle sue mani, scivolava di nuovo a terra come se vi appartenesse. « ... anche Mika diventerà così? » Non sapeva bene a chi fosse rivolta quella domanda, se a sé stesso, a quelle ceneri o a qualcuno che non avrebbe mai potuto rispondergli. Si morse il labbro inferiore, chiudendo le mani a coppa per trattenere ancora quella cenere: il vampiro aveva gli stessi occhi di Mika. Se ne era accorto troppo tardi, troppo tardi i loro sguardi di erano incrociati, qualunque cosa avrebbe potuto dirgli era sepolta con lui tra quei granelli grigi che il respiro del suo carnefice fecero volare via. Troppo facile vincere così, troppo triste insistere con i morti.

Quello sarebbe potuto essere Mika.

Le ultime vestigia vennero spazzate via da passi sicuri come gli occhi che, alzatisi dal terreno, per poco non persero la presa sulla realtà. Quegli occhi li aveva distrutti poco prima, aveva visto distintintamente la vita spegnersi nelle iridi indaco, le palpebre chiudersi: cosa ci facevano svettanti in quel vicolo, perché esistevano ancora? Perché il loro sguardo era vuoto del rancore di poco prima ma carico di preoccupazione, adorazione e- « ... Yuu?! »

Per un momento il mondo smise di girare. Dimenticata fu la cenere, dimenticato il peso del demone al suo fianco, dimenticati i piedi che affondavano sempre di più nella terra divenuta morchia. Avrebbe corso se le forze glielo avrebbero permesso, se quel sangue e quella cenere non rendessero tutto così pesante. Tese una mano o forse il fantasma della mano stessa verso la figura chiara di fronte a lui, così vicina, così reale da poterne quasi sentire il calore. Percepiva distintamente la propria bocca aperta di un urlo muto come il cenere che continuava a vorticare, chiuso in una spirale di rancore. Lo stava trattenendo, gli stava impedendo di avanzare. « Yuu, perché non vieni da me? »

Lo sentiva persino attraverso il rombo del sangue nelle proprie orecchie e il ruggito di quel vento insaziabile. Un passo, ancora uno, e avrebbe potuto sfiorargli il petto, sentire che non si trattava di un sogno, non di nuovo, non avrebbe potuto sopportarlo. L'espressione smarrita di Mika, quelle mani giunte sul petto come una vergine pronta per l'altare sacrificale, poteva sentirle sulla propria pelle. « ...! »

Quello non era il petto di Mika, quel petto che aveva stretto così tante volte al suo, in cui batteva quel cuore troppo buono per il mondo, un cuore che Yuuichiro amava ancora più del mondo stesso. Le dita non toccarono che cenere, cenere bagnata di sangue, che cadde a terra in un tonfo non appena i polpastrelli di Yuu riuscirono a toccarla. Cenere al vento, cenere sulle labbra.

Quello era Mika.

______

 

« Yuu, Yuu, santo cielo, Yuu svegliati-! » Non fu la voce a svegliarlo ma i muscoli della gola contratti, la palla di spine tra i polmoni, delle lacrime salate ferme sulle ciglia; non c'era un punto del corpo che non gli facesse male e lo scoprì solo spalancando le iridi verdi. Sentiva un peso sul corpo, un calore che non riuscì a focalizzare ed i polmoni si riempirono di scatto d'aria. Fu doloroso, immediato, come l'urlo che prorruppe dalle labbra secche, arrossate, sanguinanti -se le era forse morse?-. Avrebbe potuto svegliare chiunque nelle vicinanze. « M-MIKA! » Avrebbe voluto alzarsi ma il corpo non gli rispondeva, gli occhi non vedevano; il petto si alzava e si abbassava troppo velocemente, le dita rantolavano afferrando della stoffa, forse il lenzuolo, forse il sudario di qualcuno. Il sudario di Mika?

Avrebbe voluto strapparsi il cuore dal petto, strappare quella stoffa, strapparsi da quel dolore che non voleva lasciarlo andare. Aveva ucciso Mika? Era diventato cenere? Oh, sarebbe bruciato con lui e si sentiva bruciare, consumare dall'interno, dalle stesse ossa e- « YUU! » Un contatto fresco sul volto, dovevano essere dita, tanto impalpabili da sembrare di seta, dal profumo famigliare. Sapevano di miele, lo stesso odore dolce del miele e della neve, così come il tocco sulla sua fronte sudata, contratta, spaventata. Non erano labbra, doveva essere una rosa senza neppure una spina, un bacio di petali rosei. « M-Mika...? »

Cielo, era la sua voce o un coro gracchiante di prefiche per un funerale di un eroe? Si sarebbe volentieri raschiato via la gola se l'acido non avesse risolto tutto per lui, facendogli pungere altre lacrime di dolore agli angoli di occhi che ricominciavano a mettere a fuoco qualcosa. Un viso, dei capelli color miele, due grandi e preoccupati occhi color indaco -una tonalità perduta, unica, irripetibile-, la curva delle labbra verso il basso, le guance scavate. Era Mika? Era davvero Mika?

« Tu... eri cenere... » Ogni parola era un respiro rovente eppure la mano destra trovò la forza, il coraggio, la disperazione di sollevarsi e di avvicinarsi, contratta come un ragno, per posare le dita tremanti sul petto dell'altro nudo, caldo. Non era cenere. Sentiva la carne, il cuore, il calore del corpo, la consistenza vera della pelle serica, era lì ed era vivo. Non era colpa sua, non era morto, era vivo e lo sentiva respirare!

« ... Yuu, era solo un incubo, non- » Non gli lasciò tempo di pronunciare un'altra sola singola frase, fu veloce ad avvolgergli le braccia attorno al collo e nascondere il viso sulla sua spalla, riempiendosi le narici e le mani della sua consistenza, del suo essere, della sua voce e della sua presenza così viva, così sua. « Non sei cenere... non lo sei, vero Mika? »

Oh, poteva anche sembrare patetico, non gli sarebbe importato, non davanti a lui, non se questo significava appurare la sua esistenza, esserne certo, sentirlo cuore contro cuore. Avrebbe potuto fondersi se solo Mika glielo avesse permesso, se solo avesse smesso di carezzargli i capelli e le spalle che tremavano -da quando si era messo a piangere di nuovo?!-. Ma non stava smettendo, continuava a rassicurarlo in quel modo leggero, continuava a premergli le labbra contro la tempia, morbide come la rosa che Mikaela stesso era. « Yuu... » oh, quel sussurro, era un balsamo sulle ustioni che ancora si portava dietro la schiena, come un manto di dolore. « ... fino a che mi chiamerai, il vento non mi porterà via. »

Quello non sarebbe mai stato Mika.

.Fine.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Owari no Seraph / Vai alla pagina dell'autore: Assasymphonie