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Autore: willow11    25/04/2015    7 recensioni
Santana Lopez, ormai padrona dei suoi poteri, è pronta ad affrontare la sua nuova avventura: partire con Hermione, Harry, Ron e Quinn per distruggere tutti gli Horcrux.
Questa storia è il seguito di Obliviate e Obliviate anno VI, e segue gli avvenimenti del settimo anno di Harry Potter.
da uno dei capitoli:
-Mi stai leggendo la mente?- La punzecchiò la più piccola.
-Come lo sai?-
-Cambi espressione quando mi leggi la mente… inarchi le sopracciglia e ti spuntano due fossette proprio qui- spiegò Hermione toccando con le dita i punti precisi della fronte della latina.
Santana sorrise, poi afferrò con le proprie mani quelle della grifondoro e le baciò.
-Herm…- disse con un tono che sembrava quasi una supplica.
Hermione la guardò confusa.
-Ti prego… Ti prometto che non ci succederà niente e vinceremo questa guerra insieme… Ma ti prego, permettimi di farti l’incanto obscuro… -
Santana/Hermione
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Obliviate'
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obliviate 3.20

19 anni dopo


-Avanti mamma è tutto qui quello che sai fare? Dieci anni nella nazionale spagnola e non riesci a segnare ad una diciottenne?- la beffeggiò una bellissima ragazza dai tratti ispanici.
Gli occhi erano quelli di Santana, così come i capelli scurissimi che arrivavano disordinati appena sotto le orecchie. Per tenerli fermi, portava una fascia blu in pandan con il resto della divisa da quidditch di corvonero.
Santana guardò sua figlia alzando un sopracciglio, cosa che accentuò ancora di più le piccole rughe che le si erano formate col passare degli anni, poi strinse con forza la mazza che aveva in mano e tirò in aria la pluffa.

-Se proprio insisti, Sue- rispose prima di guardare la pluffa che magicamente si divise in tre.

Sue, in difesa degli anelli, sbarrò gli occhi, vedendo sua madre colpire con forza la prima delle tre pluffe magiche.

Così virò la scopa verso destra per difendere l’anello più in basso.
Un istante dopo, Santana aveva già lanciato la seconda palla verso l’anello centrale.
Sue, dopo aver parato il primo colpo, fece roteare la scopa e riuscì col piede ad allontanare la seconda pluffa.

L’ex serpeverde, senza aspettare che si riprendesse, lanciò con forza la terza pluffa verso l’anello alla sua sinistra.
Sue si buttò con tutte e due le mani verso la difesa dell’ultimo anello, ma proprio all’ultimo momento la palla roteò deviando verso destra.

Santana sorrise divertita, di certo sua figlia non poteva aspettarsi una pluffa ad effetto.

Sue, completamente sbilanciata, allungò la mano verso il polpaccio e afferrò la bacchetta di vite.
-Reducto!-
Un raggio azzurro uscì dalla sua bacchetta andandosi a schiantare verso la pluffa un secondo prima che questa entrasse dentro l’anello.

Sue tirò su un respiro di sollievo, prima di girarsi verso la madre -ho vinto… di nuovo-

Santana con il viso serissimo volò verso i tre anelli.

-Hai barato, non si usa la magia!-
-Anche tu hai usato la magia- replicò a tono la figlia.
-Non c’entra… Quante volte ti ho detto che non devi tirare fuori la bacchetta mentre sei sul campo… è contro il regolamento!- Disse alzando il tono di voce.
-Ma ci stavano allenando…-
-Non vuol dire niente!- Replicò seria Santana.

Sue fece per rispondere ma lo sguardo intimidatorio dell’ispanica la bloccò.

-Ok…- disse solo abbassando il capo.

“Ragazze tornate? Tra poco arrivano tutti!”

Santana e Sue si guardarono.
-Direi che può bastare…- disse Santana allungando la mano verso quella di sua figlia.

Sue, avendo sentito anche lei il richiamo di Hermione, afferrò la mano di sua madre.

Un istante dopo le due erano scomparse.


--


-Tesoro mi passi il sale… Altrimenti mamma chi la sente…-

Una bambina con gli occhi vispi e dei lunghi capelli mossi castano chiaro, afferrò un barattolo rosso e lo portò alla donna impegnata ai fornelli.

-Grazie Lucy!-
-Mi metto ad apparecchiare?- Chiese eccitata la bambina guardando la grande tavolata con sopra solo una tovaglia arancione.
-No amore! Aspetta che tornino quelle sfaticate- rispose divertita la donna che con un cucchiaio di legno stava per assaggiare il sugo che aveva appena salato.
-Sfaticate hai detto?- Chiese Santana materializzandosi proprio dietro di lei e abbracciandola da dietro.

Hermione non fece in tempo a replicare che l’ispanica aveva già assaggiato il sugo al posto suo.

-È sciapo!-
 
La grifondoro si girò a guardarla male da dietro i suoi spessi occhiali da vista.
-Lo stavo appunto sistemando…-
Poi guardò Sue intenta a togliersi le protezioni dalle gambe.
-Avete fatto tardi… Chi ha vinto?-

-Io- risposero in coro Santana e Sue facendo ridere la piccola Lucy.

Santana allora si girò verso la bambina facendole la faccia cattiva.
-Adesso ti prendo!- disse, correndo verso di lei.

Sue sbuffò seccata, poi si diresse verso il piano di sopra –vado a lavarmi e ti vengo ad aiutare…-

Hermione seguì i momenti della sua primogenita e, intuendo che qualcosa di strano, si girò subito a guardare male sua moglie che non la degnò di uno sguardo.
Era troppo impegnata a fare il solletico alla piccola Lucy.

-Mamma smettila ormai sono grande!- Rise la bambina guardando l’ispanica.
-È vero… Domani è il tuo primo giorno di scuola…- disse fiera Hermione cercando di attirare l’attenzione di Santana.
-E mi raccomando di farti smistare nella casa giusta…- l’ammonì giocosa la latina.
-Santana!!! Non ascoltarla tesoro- la tranquillizzò Hermione –certo che se andassi a grifondoro... Saresti in sala comune con James Potter- aggiunse con un filo di malizia.

-Ehy… Questo si chiama giocare spor… poco pulito Granger!- si lamentò Santana.

La bambina si divincolò dalle braccia di Santana diventando rossa in viso, poi fece un respiro profondo per riprendersi e, con fare saccente, si girò verso entrambe le madri –non so ancora in che casa mi metterà il cappello parlante… Ma mi fido del suo giudizio…-
-Chissà da chi ha preso…- sussurrò Santana.

-Tesoro perché non vai a controllare la borsa per domani? Poi si fa tardi…- la esortò Hermione continuando a cucinare.
-L’ho già controllata tre volte, ma forse la quarta è meglio-

Santana seguì la piccola salire le scale fino a quando questa non scomparve.

-Mi lavo le mani e ti aiuto…-
-Che è successo con Sue?- Chiese subito Hermione.
-In che senso?- rispose innocente l’ispanica.

La grifondoro la fulminò con lo sguardo.

-Abbiamo avuto un piccolo diverbio…-
-Su cosa?- Chiese la donna con tono inquisitorio.

Santana abbassò lo sguardo colpevole.

-Ha usato di nuovo la bacchetta?- disse Hermione senza averle letto il pensiero.
L’ispanica non rispose.
Hermione allora lasciò per un attimo il sugo e si diresse verso di lei.
-Ma perché le dai addosso?-
-Ma è contro il regolamento!- si difese la latina.
-Ma era con te…-
-Ma appena comincerà gli allenamenti io non ci sarò più…-
-Se la caverà-
L’ispanica sbuffò seccata –no… se usa la magia!-
-Da che pulpito… Mi ricordo perfettamente dell’uso improprio di certe premonizioni durante dei rigori… Olanda 2012- La punzecchiò Hermione che adesso le aveva circondato la vita e la guardava negli occhi.
-2013…- La corresse Santana -Ed È successo una volta-

Hermione la guardò storta.

-Va bene, un paio di volte… Ma è diverso, era una finale e l’arbitro aveva espulso due dei nostri…-
-San...-
-Sue mi odia…- disse l’ispanica abbassando la testa.
-Non è vero, Susan ti adora… Sei solo troppo possessiva…-
-Certo che sono possessiva, è la bacchetta di Brittany, e se si rompesse?- Cercò ancora di argomentare la latina.
-Mi prendi in giro? Lo so benissimo che non è quello il problema- disse prima di poggiarle un leggero bacio sulle labbra.

-Possibile che ogni volta che entriamo in questa casa, ci siete vuoi due che vi sbaciucchiate?- disse Quinn facendo il suo ingresso insieme a Puck e ad un ragazzino con i capelli a spazzola.


--


-Permesso?-

Non sentendo nessuna risposta la ragazza aprì piano la porta.
La stanza era di media grandezza, con le pareti piene di disegni di animali che si muovevano da soli e stendardi di tassorosso.
Seduto alla scrivania, un ragazzo minuto dai capelli ricci, legati con un elastico, era assorto nel suo passatempo preferito: disegnare.

-Che figo!- Esclamò Sue vedendo che il ragazzo aveva appena disegnato il castello di Hogwarts in tutti i suoi dettagli.
-Credi che alla preside McGranitt piacerà? Lo voleva per il giornalino della scuola-
-Secondo me se lo frega e lo appende in ufficio…-

Il ragazzo arrossì appena.

-Quindi sei carico per domani…-
-Si…- mugugnò lui –anche se avrei preferito ancora un po’ di vacanza… E poi adesso inizia l’autunno, sai quante piante nascono in autunno?-
-In Inghilterra? Non fa un po’ troppo freddo?- Chiese scettica la mora.
-No Infatti… Appena mi diplomo voglio fare un viaggio dall’altra parte del mondo… Proprio come lo zio Sam…- disse il ragazzo entusiasta.
-Potresti chiedere alle mamme di portartici l’estate prossima… Il diploma lo vedo ancora lontano…-
-Quanto vorrei essere al tuo posto…-Sospirò il tassorosso.
-Ci arriverai pure tu- rispose la mora continuando a fissare i disegni del ragazzo.

-Ti rendi conto? Sei entrata nella squadra dei Falmouth Falcons- disse lui con gli occhi felici –non vedo l’ora di vederti giocare…-
-Mi hai visto già giocare-
-Ma ad Hogwarts è diverso… Adesso si parla del campionato… Di una squadra vera- disse lui sempre più esaltato.
-Lo sai che mi mancherai Seb- disse sincera.

Sebastian sorrise.
-Ti farò un ritratto di famiglia…- rispose con dolcezza.

-Meglio di no, o rischierei di colpire qualcun’altro  mentre uso la faccia di Santana come bersaglio per gli schiancantesimi-

-Non ci credo, avete litigato di nuovo…- disse lui riprendendo a disegnare.

-Non è colpa mia! È lei che è sempre nervosa ultimamente-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo mentre completava con attenzione i mattoncini della torre di astronomia.

-Ma le hai più chiesto “quella cosa”?-
Sue fece per rispondere ma la porta si spalancò.

-Ohy Seb!- disse il ragazzo dai capelli spazzola entrando in camera –ciao Sue!-
-Mike! Vieni ho quasi finito il castello- disse il ragazzo incitando l’amico ad avvicinarsi.

-Ciao Mike… Ma Rachel? È venuta?-
-No, c’è brutto tempo a Cuba e hanno dovuto posticipare il volo…-
-Ma non erano andati con la passaporta?- Chiese confusa la ragazza.
-No, perché Teddy voleva viaggiare in aereo…-
-Peccato volevo salutarla…-
-Se vai giù mi sa che la becchi, mamma e papà la volevano sentire-


--


Nel grande giardino di casa Granger-Lopez, le due coppie di amici a cui si erano aggiunti anche Ginny ed Harry Potter con la rispettiva prole, erano intente a parlare con due ologrammi.

-Prenderemo il primo volo domani mattina- disse tranquillo Teddy Lupin, un ragazzo alto e magro, con gli occhi grandi di Ninfadora Tonks e i lineamenti di Remus Lupin.
Harry e Puck sembravano alquanto alterati.

-Ma perché dovete volare con quegli affari babbani… Non sarebbe stato meglio una scopa… o un drago- replicò Puck.
Quinn allungò una mano verso il marito cercando di tranquillizzarlo -Sam ha detto che ci chiama più tardi…- disse la bionda guardando verso l’ologramma di Teddy e di sua figlia Rachel –… Lui e Luna sono stati a Cuba un paio di settimane fa… Potremmo farci dire la passaporta più vicina-

Hermione guardò Santana.
“ci chiama Sam?”
“sì, hanno detto che volevano esserci con lo spirito” rispose l’ispanica con la telepatia.

-Mamma, l’aereo andrà benissimo, non capisco perché vi preoccupate tanto…-
-è l’età… Quando si arriva ai quaranta diventano così- rispose Teddy guardando la sua ragazza.

-Ehy!- L’ammonirono in coro Quinn e Santana.

-Ne abbiamo trentasette- replicò acida l’ispanica.
-Nove…- starnutì divertita Hermione.

Quinn e Santana si girarono verso di lei con gli occhi stretti come due fessure.
Hermione alzò le mani in segno di resa.

-Rach, Teddy!- disse Sue correndo verso il gruppetto.
Poi lanciò un’occhiataccia alle sue mamme “potevate avvisarmi che li stavate chiamando”.
Hermione si girò subito verso Santana e la guardò in cagnesco.

-Susy mi dispiace di averti lasciato da sola insieme a questi vecchi- disse subito Rachel rivolgendosi alla sua migliore amica.

-Ancora con questi vecchi, se non la smetti guarda che ti faccio revocare l’internato al ministero!- l’ammonì serio Puck –e parlo anche con te Signor Teddy Remus Lupin, già è tanto che ti ho permetto di uscire con mia figlia- continuò facendo la voce grossa.

Il ragazzo diventò paonazzo.

-Stai tranquillo, sta scherzando- corse subito ai ripari Rachel guardando il suo fidanzato –ancora non lo conosci?-

-Sono serissimo invece- replicò Noah.
-Mi sa che sei poco credibile- lo beffeggiò Ginny.

-Allora? Hai fatto le valigie? Quando hai detto che parti?- Chiese poi Rachel rivolgendosi a Sue.

Sentendo tutte quelle domande, Santana s’incupì ancora di più e si allontanò dal gruppo.


--


Nella lunga tavolata allestita in sala da pranzo, c’erano praticamente tutti.
Oltre alle padrone di casa con la rispettiva prole, c’erano Quinn e Puck, Harry e Ginny, Dave e Victor con la loro piccola Katie e, ovviamente, Ron Weasley con due gemelli a carico e sua moglie Kitty (sì quella Kitty!)

La cena era finita da poco e i ragazzini si erano alzati tutti per andare a giocare nelle varie stanze, solo Sue, seduta tra Quinn ed il posto vuoto di sua sorella Lucy, era rimasta a conversare con i “grandi”.

-Lo smistamento è una questione molto delicata!- replicò Santana immersa nella discussione.
Victor si girò verso Hermione cercando manforte.
-Non guardarmi così Vic… E’ testarda… dovresti saperlo ormai-
-Ma se un paio d’ore fa ti sei messa a fare i giochetti mentali con Lucy!- l’ammonì Santana.
-Davvero?- Chiesero in coro Ron ed Harry guardando la loro amica.
-Non erano giochetti mentali… Le ho solo prospettato le alternative…- si giustificò Hermione.
-Ma io non capisco… Voglio dire che vi importa in che casa viene smistata?- Chiese Victor, poi si girò verso Dave –io non ho problemi se tra due anni Katie va in una casa invece che un’altra-

-Questo perché sei un Durmstrang!- rispose Dave col sorriso tirato.
-Vedi? Kurofsky mi capisce…- affermò Santana toccando la spalla all’amico.
-Scusa Santana ma dove sta scritto che i figli debbano seguire le orme dei propri genitori?- Chiese Ron che aveva il braccio appoggiato sulla sedia dov’era seduta sua moglie.

-Fate presto a parlare, avete due gemelli uno in grifondoro e uno in serpeverde- Replicò l’ispanica.
-Hanno due caratteri molto diversi!- Constatò Kitty.
Santana annuì guadagnandosi un calcio sotto il tavolo da parte di Hermione che non aveva mai sopportato quella serpeverde, in effetti non capiva nemmeno perché Ron se la fosse sposata.
-Il capello parlante non sceglie in base alla famiglia d’origine, sceglie in base alle attitudini- s’intromise Quinn -prendi Sue ad esempio- disse, passando il braccio attorno alla ragazza –è una tipa tosta, studiosa e molto più diligente di sua madre… quella pazza…- precisò facendo ridere la tavolata.

L’ispanica alzò gli occhi al cielo.

-E dove l’hanno smistata? A corvonero… Come poteva essere diversamente- concluse Quinn stringendo a sé la ragazza.

-Non infilare la bacchetta nella piaga Fabray!- Rispose Santana con un po’ troppa arroganza, cosa che fece incupire Sue.

-San…- la richiamò Hermione.

-Ok… Ma prendiamo Sebastian…- ricominciò Santana –ha la stessa età di Mike, sono cresciuti insieme… Mike è stato smistato a serpeverde e lui a tassorosso… a tassorosso capite? Mio figlio è un tassorosso?-

-Di che casata era Brittany?- Chiese Quinn con aria di sfida.
Santana le fece una smorfia.
Sue rise appena mordendosi un labbro.

-Ma Seby è un sognatore… Non poteva mica finire a serpeverde…- rispose Ginny.

-Perché scusa?- Chiesero in coro Santana, Puck, Dave e Kitty facendo ridere tutti.

-Devo ammettere che con Seb ci ho sperato…- sussurrò Hermione alla rossa.
-Vedrai che Lucy la smistano in grifondoro- rispose Ginny all’orecchio di Hermione.

-Vi ho sentito…- Le ammonì, divertita Santana.

-Noi ad Albus Severus non stiamo mettendo nessuna pressione- disse Harry.
-Perché gli bastano i due nomi che gli avete messo per mettergli pressione- ridacchiò Santana.

-Pessima- mosse il labiale Quinn guardando l’ispanica.

-In effetti… Harry, ad Albus gli è capitata un’accoppiata proprio impegnativa- aggiunse Hermione.

-A qualcuno doveva capitare, tutti i nostri figli hanno i nomi di persone scomparse, è un modo per rendergli omaggio…-

Sue sentendo quelle parole si rattristò sempre di più.

-Anche nostra figlia è un omaggio…- disse Victor.
-Sì un omaggio alla mia giocatrice di quidditch preferita…- Disse felice Dave.

-Quanto si vede che manca il tocco di una donna- sospirò Ginny.

-Ognuno rende omaggio ai propri cari, che c’è di male?- Replicò Harry.

-Niente… Lo sai che adoro tutti e tre i tuoi figli Potter, ma Albus Severus è un nome pesantissimo- disse Santana.

-Ma Brittany no!- Replicò a tono Sue guardando sua madre.

Per un attimo calò il gelo.

Santana guardò a lungo sua figlia cercando di capire cosa le passasse per la mente, ma sapeva benissimo che non poteva leggerle la mente, almeno non in casa.

-Infatti Brittany era tutto tranne che pesante- s’intromise con un sorriso Hermione.

-Come fai a dirlo? Non l’hai neanche conosciuta!- replicò acida la corvonero.

-Ehy! Non usare quel tono con tua madre ragazzina!- L’ammonì Santana con voce grossa.

-Calma fanciulle, non è successo niente…- Disse Puck cercando di stemperare gli animi.

Sue si alzò di scatto continuando a guardare male Santana, poi senza dire niente si allontanò da tavola.

Santana ed Hermione fecero per alzarsi, ma Quinn fu più veloce e le bloccò entrambe –voi calmatevi… è pur sempre una corvonero-

-Oh ragazzi dobbiamo sentire Sam- disse Puck per cambiare discorso.
-Dove hai detto che sono adesso?- Chiese Ron alzandosi.
-In Messico...- rispose Puck alzandosi pure lui per uscendo fuori casa

-Certo che questa cosa che non si possono fare magie dentro casa è veramente snervante- disse Kitty prendendosi la mantella per coprirsi e uscire fuori.
-In effetti…- la supportò Ron mettendosi la giacca.

-E come dovevano fare scusa? Leggono tutti il pensiero… Sai che macello! Santana ed Hermione hanno avuto un’idea geniale ad oscurare tutta la casa da qualsiasi forma di magia, è più sano- rispose a tono Ginny.

-Grazie- disse Hermione alla sua migliore amica, poi si voltò verso Santana che era ancora seduta –non vieni?-

La latina ancora turbata per la reazione della figlia, annuì e si alzò da tavola.


--


In mansarda Sue si era appena distesa sul letto, le mani erano incrociate dietro la testa, e lo sguardo era rivolto sul soffitto dipinto di blu. La pareti della camera invece erano tutte colorate di celeste e argento, e appesi ad esse c’erano poster di giocatori di quidditch che avevano fatto la storia della magia.
Aperti in un angolo, c’erano due grossi bauli con dentro dei vestiti piegati e le protezioni da quidditch.

Sentì scricchiolare le scale.

-Vattene Santana- disse velocemente girandosi dall’altra parte.
-Non sono Santana, sono Quinn…-
-Scusa Quinnie- disse velocemente la ragazza.
La bionda si avvicinò e si sedette sul suo letto.

-Dovresti chiedere scusa alle tue mamme, non a me… E poi lo sai che Santana odia che la chiami per nome-

Sue si girò guardandola in maniera eloquente.

-Per la barba di Merlino, siete proprio identiche-
-Non è vero- replicò la ragazza –se lo fossimo non mi odierebbe-
-Tua madre non ti odia!-
-Sì invece, mi odia da quando sono nata, altrimenti mi avrebbe chiamato Brittany!-

Quinn ci rimase un attimo, di certo non si aspettava quell’affermazione così ragionata e pungente.

-Ma hai la sua bacchetta, o sbaglio?-
-Sì certo… Ed è così terrorizzata che la possa rompere che non mi permette di usarla…- disse la ragazza mettendosi seduta sul letto.
-Beh non sarebbe la prima volta- rifletté tra sé e sé la bionda –ma non può essere, altrimenti non te l’avrebbe mai data-
-E il discorso sullo smistamento allora? Era rivolto a me! Tutti voi avete i figli nelle case di dove eravate da ragazzi… Lei mi voleva in serpeverde…-
-Tu volevi finire in serpeverde?-
-No!!Corvonero anche fra mille anni!- rispose a tono la ragazza.

-Come darti torto- sorrise Quinn.


--


Dal giardino di casa Granger-Lopez provenivano tanti schiamazzi.
Sam e Luna stavano mostrando entusiasti un grosso uovo di un acceso verde smeraldo.
-È di una specie protetta- stava spiegando Sam con addosso un sombrero e una mantella.
Accanto a lei anche Luna indossava un sombrero più grande di quello di Sam e una mantella coloratissima.
-Ma quindi non è di Drago?- Chiese Puck curioso.
-No… Sono i cugini messicani dei Testral…- Spiegò Luna.
-Che sono i Testral? Chiese Kitty guardando Ron.
Ron mosse la mano –lascia perdere-

-Zio Sam stai facendo le foto per me?- Chiese Sebastian che era uscito fuori apposta.
-Certo Seb- disse il biondo facendo vedere al ragazzino la grande macchina fotografica che portava al collo-
-Tranquillo Sebino.. Passa più tempo con quell’affare che con me… e io lo so… e io lo so che quella macchinetta si sta riempiendo di nargilli!- disse Luna abbassando il tono di voce.

Santana guardò suo figlio continuare a parlare con Sam con aria sognante e provò una gioia infinita.
Nonostante l’avesse partorito Hermione, così come Lucy, quel ragazzo aveva ereditato la spensieratezza tipica dei tassorosso e tipica di Brittany.
Magia?

Poi, come colta da una fitta al cuore, si girò a guardare verso la mansarda e cominciò a pensare alla sua primogenita: Susan.
Con lei era diverso, era una lotta continua, forse perché tanto simili e tanto diverse allo stesso tempo?

Hermione seguì lo sguardo della moglie verso la mansarda.
Lei sapeva perfettamente perché Santana si comportava in quel modo.

-Questa cosa che Quinn deve fare da tappa buchi mi sta cominciando a stancare- disse l’ispanica avvicinandosi ad Hermione.

-Quinn ci vuole bene, e sa quanto puoi essere burbera alle volte-
-Dici che devo andarle a parlare?-
-Ti sei calmata?-
Santana abbassò lo sguardo, come al solito sua moglie la conosceva meglio di lei.
Hermione allora le diede un bacio sulla guancia –le parlo io…-


--


-Tu però non dirgli che te l’ho detto- disse divertita Quinn.

-Dirmi cosa?-

Quinn e Sue si girarono verso le scale dove si era appena palesata Hermione.
-Non parlavamo di te!- disse la bionda.
-Ovviamente…- sorrise Hermione.
-Quinn mi ha detto che San…- cominciò la mora.

Hermione la guardò storta.

-Che la mamma- si corresse la ragazza – doveva essere smistata in grifondoro…-
-Vuoi proprio farla arrabbiare stasera…- rispose a tono Hermione.
-Bene il mio lavoro è finito…- disse Quinn alzandosi dal letto –mi mancherà non vederti a scuola signorina Granger-Lopez-
-Se vuoi ti mando dei gufi con su scritto… “Cara professoressa Fabray”…-
-Potrebbe essere un’idea…- ridacchiò la bionda dandole un bacio sulla fronte prima di lasciare madre e figlia da sole.

-Vedo che Quinn ti fa bene…- rise Hermione.
-Lei mi capisce…- rispose la ragazza –e non mi odia- aggiunse tornando seria.
-Potrei ritenermi offesa per questa affermazione- si risentì la donna.
-Tu non mi odi…- si premurò di specificare la corvonero abbracciandola –però sei sua complice- disse staccandosi.
-È mia moglie! Ed è tua madre Susan…- la ammonì la grifondoro.
-E io sono sua figlia… Ma forse non mi ritiene all’altezza…-
-Pensi che non ti voglia bene?- Chiese subito Hermione

Sue scosse la testa mordendosi un labbro.

-Se si comporta così è perché te ne vuole troppo… ed è terrorizzata all’idea di non vederti più-
-Ma tutti quando finiscono Hogwarts, vanno fuori casa…-
-Lo so tesoro, ma lei è… Sai le cose che le sono successe… che ci sono successe… Ci hanno reso tutti un po’… Un po’ protettivi…- cercò di spiegare Hermione.
-Protettivi? Ma mamma… una persona protettiva tenta di proteggere qualcuno, non di allontanarlo… sarebbe da stupidi!-
-Beh… diciamo che Santana a volte non brilla per lucidità…- rifletté ad alta voce Hermione.
-Vedi!-
-Ok… Vuoi dei fatti concreti?-

La ragazza annuì ed Hermione cominciò a pensare.

-Ti sei mai chiesta perché ad un certo punto tua madre ha smesso di giocare a quidditch?-
-Perché era vecchia?- Tentò la corvonero.
-Ancora con questa storia- la rimproverò la donna –aveva… Quanto? Trentun’anni… Zio Vitctor  gioca ancora…-
-Zio Victor… è Victor Krum… Il più grande cercatore del mondo- Precisò Sue come un libro stampato guadagnandosi un’occhiataccia da parte di sua madre.

-Ok, afferrato il concetto, non siete vecchie…-
-Grazie Susan…-

-Allora visto che poteva continuare a giocare perché non l’ha fatto? Invece di prendere la cattedra ad Hogwarts proprio l’anno che ho iniziato scuola?-

-Prova a fare due più due… Sei una corvonero, dovresti essere perspicace in questo genere di ragionamenti!-
Sue ci pensò per un attimo perplessa, poi lasciò cadere la mascella sorpresa.
Hermione sorrise annuendo.

-L’ha fatto per me? Mamma ha smesso di giocare a Quidditch… per controllarmi?-
-Direi per starti vicino… Lei non era pronta a lasciarti andare… E come dimostrano gli ultimi avvenimenti, direi che è terrorizzata all’idea che da adesso in poi tutto sarà diverso… Solo che è troppo orgogliosa per dirlo ad alta voce.-

-È per questo che mi rimprovera sempre?-
-Sì, ma non è colpa tua… quando non la insulti almeno, in quel caso è colpa tua…- precisò la grifondoro.

-Io pensavo che avesse paura per la bacchetta di Brittany-

-Le hai letto il pensiero mentre giocavate?-

La ragazza annuì.

Hermione sbuffò –che genio del male, a volte dimentico che è pur sempre una serpeverde- disse fra sé e sé.
Sue la fissò senza riuscire a comprendere a fondo.

Il fatto che dentro quella casa tutti fossero oscurati, era un sollievo.
Ma in circostanze come quelle avrebbe barattato volentieri i suoi segreti più nascosti con i pensieri di sua mamma.
-Amore, per prima cosa, non devi credere a tutto quello che pensa tua mamma…-
-Che significa? Che pensa delle cose che non sono vere solo per farmi credere che??? Mamma ma è da pazzi!- Disse, alzando il tono di voce.

Hermione scosse la testa divertita.
Nonostante sua figlia avesse ereditato tante qualità e tanti difetti della serpeverde, a volte risultava un po’ troppo ingenua per far fronte a Santana.
Ma questa ingenuità, era un aspetto del suo carattere che Hermione adorava.

-Quello che devi capire di tua madre…- disse ricomponendosi -è che non è una persona semplice… Ma di una cosa puoi stare certa… Lei non ti odia… Anzi… ti vuole un bene dell’anima… Il giorno che sei nata… Per la barba di Merlino, non posso dimenticare i suoi occhi… Scoppiava di gioia-
-Davvero?-

Hermione fece di sì col capo –questo non vuol dire che vuole meno bene a Seb o a Lucy…-
-Non l’ho neanche pensato…- disse abbassando lo sguardo.
Hermione la fissò ancora per qualche istante, sentendo che c’era dell’altro.
–ma se era così felice perché non mi chiamo Brittany?- tentò un po’ incerta la mora –sei stata tu a impedirglielo?-

La donna la guardò colpita da quei ragionamenti così acuti e allo stesso tempo molto sensibili.
-potrei capirlo sai… Anche io sarei stata gelosa…- disse ancora la ragazza.

-È questa la giustificazione che ti sei data? Pensi che tua madre mi abbia impedito di chiamarti come la mia prima ragazza?- disse Santana avvicinandosi a loro.

Sue che grazie a Quinn ed Hermione si era sciolta, tornò subito seria.

Hermione si spostò leggermente facendole spazio nel letto.

-Tua figlia è sveglia anche senza poteri…- l’informò Hermione.
-È una frecciatina?- Chiese Santana facendo sorridere anche Sue.
Hermione alzò le sopracciglie.

-Lo so che è sveglia…- aggiunse l’ispanica guardando dolcemente la ragazza.
-Vuoi sapere perché non ti chiami Brittany?- Chiese nuovamente.

Susan annuì immediatamente.

Santana si girò a guardare sua moglie che per tutta rispose le sorrise, come a volerle dare il consenso per poter raccontare quella storia.

-Diciannove anni fa, durante la notte della grande guerra, di cui hai sentito parlare milioni di volte…- cominciò Santana –accompagnai Harry da Voldemort… Ma questo lo sai già…-

La ragazza annuì di nuovo.

-Quello che non sai, è che Harry era entrato in possesso di uno dei doni della morte… La pietra della resurrezione… Quella notte parlai con mia cugina Rachel-

Sue strabuzzò gli occhi.

-Sì Sue- sorrise Santana –sto parlando della stessa Rachel che da il nome alla tua migliore amica… era molto serena, nonostante fosse morta qualche ora prima per salvare la vita a Quinn e Puck… e ovviamente… -

-A Rach…- aggiunse Susan che era completamente incantata dal modo di parlare si sua madre.

Anche Hermione lo era, lo era ormai da ventidue anni.

-Subito dopo vidi Brittany… è fu tutto molto intenso- continuò Santana con la voce che tremava.
Hermione le strinse la mano.
Santana le sorrise intrecciando la sua mano con la sua cosa che fece emozionare Susan.

-Quella notte, Brittany mi chiese un favore… Mi chiese di chiamare mia figlia, la mia primogenita, con il nome di sua mamma perché lei non aveva potuto…-

Sue spalancò la bocca incredula ma non disse niente, allora Santana decise di continuare il racconto.

-Andai via completamente sconvolta… Ma qualcosa era cambiato, sentivo che non potevo più aspettare…-

Santana fece una pausa e si girò a guardare Hermione –così la mattina successiva, chiesi a tua madre di condividere il resto della sua vita con me…-
Hermione arrossì ricordandosi quel momento magico sul grande ponte distrutto.

L’ispanica si rigirò a guardare sua figlia –e poi, dopo averti aspettato per un tempo pari all’eternità… sei arrivata tu… Susan Jane Granger Lopez… per gli amici Sue, come Sue Silvester, la mamma di Brittany-

Sue, ancora incredula, continuava a guardare sua madre con gli occhi spalancati.

-Ho stupito mia figlia… Vincerò un premio per questo?- Chiese Santana divertita.
-Perché non me l’hai detto prima?-
-Non tutti sanno della pietra della resurrezione…- Rispose subito la donna.
-Che è andata persa ormai- precisò Hermione.
-E poi...- provò Santana.

-Ok, ho capito… Non devi aggiungere altro mamma… Davvero ho capito- disse Sue con un sorriso –ho bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare la cosa… ok?-

Santana annuì pensando quanto fossero simili e si alzò dal letto aiutando Hermione a fare lo stesso.

-Domani andremo via molto presto, hai salutato Seb e Lucy?- Chiese Santana.
-Vi accompagno alla stazione- disse sicura la corvonero.

La latina sorrise.

-E a me al ministero… in quel luogo angusto? Non mi accompagna nessuno?- Si lamentò giocosa Hermione.
-Ti sei scelta un lavoro del piffero…- la beffeggiò la latina facendo ridere Sue.
Hermione sbuffò divertita.

-Dai mamma, ti prometto che quando finisce il campionato, torno e ti ci accompagno io, tutte le mattine…- precisò Sue abbracciandola.
-Così va meglio- sorrise Hermione tirando a sé anche Santana che non se lo fece ripetere due volte.


--


-È cresciuta…- disse Hermione mettendosi sotto le coperte.
Santana prese il segnalibro con lo stendardo di serpeverde disegnato sopra e lo mise dentro il grosso libro che stava leggendo.

-Un po’ troppo in fretta, non trovi?-
Hermione fece spallucce e si tolse gli occhiali.
Santana allora poggiò il libro sul comodino e si girò verso sua moglie.

-Non voglio che vada via…- disse, tutto d’un fiato.

Hermione sorrise -finalmente, pensavo che non l’avresti mai detto-

Santana arrossì –ho i miei tempi...-
-Lo so…- rispose Hermione dandole un bacio sulle labbra –ma ti amo anche per questo- aggiunse prima di salire a cavalcioni sopra di lei.
-Che fai?- Chiese sorpresa.
-Devo forse essere più esplicita?- rispose provocante.

-Ti sto dicendo che sono triste che nostra figlia vada via di casa e tu… mi proponi di fare sesso?-

-mmm… Sì- rispose con un sorriso.

-È il fascino dei quaranta? O solo una scusa per non pensare che domani si svuota casa?-
-Un po’ tutti e due- rispose la grifondoro.
-Sei diabolica…-
-No...- disse Hermione –non voglio che mi prenda a male… Domani va via pure Lucy…-

-Come fai? Io impazzirei se non insegnassi ad Hogwarts… Non ho lezioni con loro tutti i giorni ma almeno li vedo, li sento…-

-E io li vedo attraverso i tuoi occhi Santana, sapere che sono con te mi fa sentire meno la loro mancanza-

Come se quelle parole fossero state un richiamo, l’ispanica con un colpo di addominali, colmò quella piccola distanza che le divideva e la baciò sulle labbra.
Hermione approfondì quel bacio inaspettato chiudendo gli occhi, gustandosi ogni secondo.

Poi Santana si staccò -e io non ti mancherò?- Le chiese con una punta di orgoglio.
Hermione sorrise cominciandole a dare piccoli baci su tutto il corpo –tu ritorni tutte le sere, distrutta dal lavoro e dal viaggio… ma ritorni tutte le sere…-
-Come potrei non farlo?- Rispose con ovvietà l’ispanica godendosi quei tocchi praticamente perfetti.

Hermione sorrise ancora poi alzò gli occhi nocciola fino ad incrociare quelli scuri di Santana sempre più carichi di passione.

Un attimo dopo qualcuno bussò alla porta.
Hermione si staccò subito e si sistemò mentre si dirigeva verso la porta.

-Hai chiuso a chiave?- Chiese sorpresa Santana.
La grifondoro rispose con uno sguardo eloquente.
-Sei una…- le parole le si fermarono in gola non appena Hermione aprì la porta, rivelando la piccola Lucy.

-Che c’è amore?- Chiese la grifondoro.
La bambina non rispose, semplicemente allungò le braccia per farsi prendere in braccio da sua mamma.
-Abbiamo un ospite stasera…- disse sorridente Santana mentre sua moglie accucciava la piccola ragazzina mezza addormentata nel lettone.

-Non dirlo a James…- mugugnò la piccola con gli occhi chiusi.
Santana scosse la testa divertita.

Hermione fece per rispondere ma qualcos’altro attirò la sua attenzione.

Sul ciglio della porta, adesso c’era Sebastian. Anche lui in pigiama e con i capelli ricci tutti arruffati.

Santana lo guardò divertita, poi alzò la coperta e gli fece segno di raggiungerle nel letto.
Il ragazzo non si fece pregare e corse subito ad infilarsi sotto le lenzuola.

Un secondo più tardi davanti la porta ancora aperta, passò Sue con in mano una tazza di latte fumante.
La ragazza guardando quel quadretto di famiglia alzò un sopracciglio di disappunto.

-Vuoi venire anche tu? Non lo diciamo a nessuno, promesso!- L’esortò Hermione.

-Per tutti i corvi, no! Ho un letto talmente comodo…- rispose la ragazza andando verso camera sua.

Hermione si girò a guardare Santana che aveva il sorriso fisso sulle labbra.
-È proprio tua figlia…-
-Già…-


--


-A tutti gli studenti del primo anno… Benvenuti ad Hogwarts… Per tutti gli altri… Bentornati e spero che le vacanze estive siano andate bene… Questo sarà un anno grandioso!- Disse con un luminoso sorriso la preside McGranitt.

-Ho sempre adorato questo momento…- Sussurrò Quinn alla donna al suo fianco.
Seduta al tavolo degli insegnanti, accanto alla sua migliore amica, Santana sollevò la testa verso di lei ridestandosi dai suoi pensieri.

-Come hai detto, scusa?-
-Che ti succede Sannie?- Chiese subito la bionda preoccupata.

Santana sbuffò, guardando dritto verso di lei verso il tavolo delle matricole dove sedeva sua figlia Lucy, che fortunatamente era impegnata a conversare con Albus, anche lui matricola.

-Ho avuto una premonizione…- rispose Santana continuando a guardare la piccola.
-Quando? Adesso?-
-Stanotte- bofonchiò la latina.
-Ma dai? Era da tanto che non ti succedeva…- disse l’ex corvonero, poi constatando che la latina era fin troppo giù di morale, cominciò a preoccuparsi – è qualcosa di brutto?-
La latina, senza distogliere lo sguardo da sua figlia, rispose con voce ferma –molto!-

-Bene, prima da dare inizio al banchetto, inizierei subito con la cerimonia dello smistamento!- Disse la McGranitt con in mano il grosso cappello parlante.

-No, non mi dire?- Disse Quinn trattenendosi una risata, dopo aver sentito le parole della preside.

Santana si girò verso di lei con uno sguardo più che eloquente.


--


-Dai non farla così tragica… È solo… Grifondoro…- Disse Quinn camminando a testa alta per il grande corridoio che fiancheggiava quasi tutte le aule del castello.

-Vorrei vedere te al suo posto… Tu a Puck ne avete avuto uno a testa- replicò Dave che camminava insieme a loro con in mano un grosso baule.

Santana lanciò uno sguardo di gratitudine al suo migliore amico.

-Ora che mi ci fai pensare… La notte prima dello smistamento di Mike, Noah era terrorizzato… Voleva assolutamente che suo figlio fosse un serpeverde… Orgoglio maschile…- minimizzò la bionda.
-E se Rachel non fosse finita in corvonero?- Chiese ancora Dave.
-Me ne sarei fatta una ragione!- Rispose a tono la donna.

Santana e Dave la guardarono male.

-Ok… Che stressanti che siete voi serpi! Ma tu non sei arrivato?- Chiese irritata Quinn indicando l’arco che dava verso il cortile dove si facevano le lezioni di volo.

Dave sospirò –un altro anno è iniziato, anche se vi dirò… è divertente insegnare a volare a questi pesi piuma-

-Un occhio di riguardo a tua figlioccia…- gli ricordò Santana.
Dave sorrise –Tranquilla mamma iperprotettiva, Lucy è in buone mani… Ah Quinn, quando vedi Puck?-
-Il fine settimana, come sempre…-
-Ok, gli puoi dire che il suo abbonamento per i Ballycastle Bats l’ha presto Thor...- aggiunse Dave
-Ah perfetto!-

Il ragazzo sorrise a entrambe e si allontanò da loro.

Quinn e Santana ripresero a camminare.

-Dove hai detto che andava questa settimana?- Chiese Santana.
-In Normandia… Hanno trovato una specie protetta di pterodattilo…-
-Wow sembra figo… Molto da Puckerman!-
-Dovresti vederlo, è fantastico nel suo lavoro e poi ogni volta che parte gli luccicano gli occhi come se fosse un bambino…- disse Quinn con un sorriso dolce.

-È un grande uomo, con una cresta opinabile… Ma è un grande uomo- rispose Santana felice per l’amica.
-È il mio uomo e la persona più onesta e più buona che io conosca- rispose Quinn con aria sognante.
-Stiamo parlando dello stesso uomo?- ridacchiò Santana.
-A volte ci penso, sai?- disse, attirando completamente l’attenzione di Santana.

-Se quella notte le cose fossero andate diversamente…- aggiunse Quinn.
-Ne abbiamo parlato migliaia di volte-
-Lo so, ma questa è la mia aula- Quinn si fermò davanti un’aula dove all’interno c’erano già un bel gruppetto di studenti del quinto anno.
-E quella- disse indicando l’aula di fronte –è l’aula di incantesimi… L’aula dove è nata Rach-
Santana sorrise triste pensando a come Quinn pesava bene le parole.
-Cosa avresti fatto? Se quella notte fosse andata diversamente?-

Quinn fece spallucce e sorrise –non lo so…- poi senza aggiungere altro si voltò a guardare i suoi studenti.

Santana si affacciò appena e vide suo figlio seduto al tavolo con il figlio di Quinn. I due ragazzi con in mano un disegno, sembravano intenti a discutere su come far muovere le ali al drago disegnato.

-È il ragazzo più dolce che conosca-
-Invece Mike è un terremoto, ma credo che quest’anno si concentrerà su altro...- disse la bionda vedendo che al tavolo dei due si erano avvicinate due ragazze di serpeverde.
-Tu dici? Non lo so, Seb mi è sempre sembrato un po’… gay- le sussurrò a bassa voce.

Proprio in quel momento Sebastian mostrò il proprio disegno ad una delle ragazze facendole segno che poteva tenerselo.
Quinn tossì appena –Il tuo gay radar ha fatto sempre cilecca…-
-Non ci credo… Ho tre figli, nessuno è serpeverde e nessuno è gay…- disse sconsolata Santana.

-Io non giurerei…- disse la corvonero.
-Dici che il cappello parlante ha sbagliato?-

Quinn guardò a lungo la sua amica suggerendole mentalmente la risposta.
-Susan?- Chiese la mora sbarrando gli occhi.
La corvonero fece uno di quei sorrisi di chi la sa lunga.

-Non è possibile, Sue è troppo impegnata ad allenarsi per pensare a queste cose…-
-Sì certo, anche tu eri impegnata ad allenarti quando hai conosciuto Brittany… Non dirle che te l’ho detto…-
-Non mi hai detto niente! E poi perché sono sempre l’ultima a sapere le cose?-
-Perché sei sua madre…- rise Quinn entrando in aula.

Santana scosse la testa e la salutò.
Poi riprese a camminare.
Com’era possibile che Susan fosse lesbica e lei non ne sapesse niente?
In realtà ci aveva già pensato, ma visto tutto quello che aveva dovuto passare lei, aveva allontanato il pensiero.
Eppure non aveva mai sentito disagio o altri strani pensieri da parte della figlia.

Che le cose fossero realmente cambiate?

Santana continuò a camminare salendo ai piani più alti.
Nonostante la grande guerra, quella scuola era stata ricostruita in ogni suo piccolo dettaglio e ogni angolo, le riportava alla mente ricordi lontani.

Dentro quelle mura aveva regalato il suo cuore e l’aveva visto frantumarsi, per poi ritrovarlo a un passo dal perderlo per sempre.
Come abitudine ogni volta che passava da li, si fermò davanti al bagno delle ragazze del terzo piano, lanciando un’occhiata veloce allo specchio che l’aveva riflessa nel giorno in cui aveva provato a cancellare Brittany per sempre.
Erano passati ventitré anni eppure non passava giorno senza fermarsi a pensare a lei.
Non era un pensiero brutto o nostalgico, era semplicemente lì e lei aveva imparato a conviverci e non l'avrebbe mai dimenticato.

Hermione stessa, la notte prima di sposarla, le aveva detto che tutte le ferite profonde lasciano delle cicatrici che col tempo possono solo sbiadire, ma è impossibile che spariscano del tutto.
E poi aveva aggiunto che erano state proprio quelle cicatrici a farle perdere la testa per lei.
“Un po’ borderline” aveva commentato Santana prima di strapparle un bacio.

Quella notte, ancora una volta, Hermione aveva dimostrato di essere la donna migliore che avesse potuto incontrare.



Salita al penultimo piano, Santana si fermò e alzò lo sguardo verso la grande scala a chiocciola che portava all’aula di divinazione.

Sorrise pensando a quanto fosse imprevedibile la vita.

Così iniziò a percorrerla, cominciando a sentire sempre più i nitidi i pensieri dei suoi studenti, che la stavano aspettando in aula per cominciare la lezione.






fine





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Oggi è sabato…
Non ci posso credere che sia finita davvero…
In realtà questo lunghissimo epilogo è proprio cattivo, invece di chiudere il cerchio, presenta un sacco di personaggi con molto potenziale…
Vi sono piaciuti?
L’idea era quella di fotografare un momento di vita quotidiana e di farvi vedere  persone che sono diventate.
Ognuno ha il proprio lato oscuro… ovviamente!
Volevo che tutto risultasse il più realistico possibile e non edulcorato, anche se siamo sempre nel mondo di Harry Potter.
Mi rendo conto che ci sono un sacco di informazioni ma spero che riusciate a capire tutto.

Volevo ringraziarvi, perché avete trasformato una storia, nata dalla voglia di esplorare una nuova coppia...  in una trilogia bella e buona!

Obliviate ha significato molto per me, quando ho iniziato a scriverla la mia vita era molto diversa, con certezze e prospettive che nell’ultimo anno sono cambiate.
Sono cambiate così tanto che adesso vi sto pubblicando il capitolo dall’altra parte dell’oceano.

Quindi grazie per esserci stati, per aver letto e commentato ogni singolo capitolo(a buon intenditor poche parole :) ...grazie!), e per avermi fatto sentire che il sabato era un giorno speciale anche perché si pubblicava #obliviate!
Mi piacerebbe sapere cosa vi è piaciuto di più di queste tre storie, se avete amato qualcosa o qualche personaggio in particolare...
Sono curiosissima!

Comunque adesso posso dire di aver letto una fan fic Santana/Hermione... e devo dire che non mi dispiacciono affatto come coppia.

Per qualsiasi cosa, aggiornamenti, nuove fanfic... o domande sulla vita dei personaggi mi trovate sui social

twitter

e vi ricordo che se siete arrivati solo adesso alla storia trovate tutte e tre le storie qui

grazie ancora!
Spero di pubblicare presto qualcosa di nuovo, ma chi lo sa!
Un abbraccio
Chiara





  
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