Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: SakiJune    25/04/2015    0 recensioni
Sto, Cintura di Casivanian. Vastra e Jenny stanno progettando di avere un figlio e il loro socio Alonso s'innamora di un certo Jack Harkness.
Terra, Sistema Solare. Gordon Stewart si è appena fidanzato con Billie, la sua amica d'infanzia, e progetta di lasciare il suo lavoro negli Stati Uniti.
Gallifrey, Costellazione di Kasterborous. Lord Jelpax, Coordinatore della Matrice, è diviso tra la sua fedeltà al Dottore e i continui ricatti del famigerato Vansell e della sua Agenzia Interventista.
E c'è un'unica finestra da cui può vedere il futuro... una finestra aperta su Trafalgar Square.
Seguito di "Stars of Kasterborous"
Genere: Angst, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - Altro, Jenny, Nuovo personaggio, Osgood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Lungbarrow to Trafalgar Square'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Eldane compare in The Hungry Earth/Cold Blood.
- Baal, Sula e Tahni sono personaggi del romanzo The Scales of Injustice, di Gary Russell.
- L'ultima Imperatrice (fine del trentesimo secolo circa) era la sorella di Roz Forrester, una companion del Settimo Dottore nelle Virgin New Adventures. In un racconto si parla di disastri avvenuti sulla Terra dopo quel periodo, ma contrastando apertamente, appunto, con il periodo del Risveglio ho preferito il canon della serie a quello dei libri.
In ogni caso, qualche secolo dopo ("qualche annetto", dice Jack XD ) il disfacimento dell'Impero Terrestre, verrà costituita l'Alleanza Terrestre e solo in seguito la Terra farà parte della Federazione. TARDIS Wikia, ti amo e ti odio.
- Maggie è mia, tuuuuutta mia :)

.............

Da quando Vastra era fuggita con il manipolatore, Jenny aveva avuto tempo di riflettere sul da farsi. No, nemmeno a lei era andata a genio la decisione di Arkhew di arruolarsi, proprio per nulla. Ma sapeva anche quanto sarebbe stato controproducente tentare di dissuaderlo. Il messaggio del Dottore sulla lavagnetta era stato accolto da Vastra come si erano aspettati - con rabbia e dispetto, ma Jenny intuiva che, in fondo, aveva provato sollievo nell’apprendere che esisteva una via possibile. Il fatto è che nessuna delle due la considerava ideale, ecco. Persino per lei, che non aveva alcun rancore nei confronti di Dorium, la prospettiva che Kew prendesse il suo posto nella gestione dei peggiori traffici clandestini della galassia le era sembrato inaccettabile.

Vastra era stata persino sul punto di dirgli la verità, invece. Aveva a che fare con l’essere o meno la madre biologica, e preferire il disonore al pericolo? Era sempre stato così, le aveva sempre rinfacciato di essere quella più lucida,  più ottimista, meno apprensiva… eppure Jenny era sempre stata coinvolta più che mai, aveva sofferto moltissimo per le sue disavventure scolastiche. Sì, forse il sangue aveva il suo peso. Avevano lo stesso orgoglio, quei due, il bisogno di farcela da soli, e se Vastra per istinto divorava chiunque si mettesse sul suo cammino, Kew usava ogni risorsa a sua disposizione per sopravvivere e rimanere onesto in un mondo difficile.

Allora perché mai avrebbe dovuto rivelargli che il suo destino era diventare un criminale, dopo tutto? I tempi delle vacanze su Gallifrey erano finiti. La delusione verso quel mondo in apparenza idilliaco era stata cocente, e i capricci di Thistle non avevano causato di per sé il punto di rottura, ne avevano solo accelerato l’arrivo.

Erano tutti e tre orgogliosi all’inverosimile, ecco.

Essere bloccata in quel tempo non aiutava; ma non avrebbe comunque chiesto consiglio al Dottore. Sapeva che, ad un certo punto, nel microcosmo incantato di Lungbarrow qualcosa aveva smesso di funzionare, ma non voleva sapere che cosa. Suo padre aveva minimizzato, dopo la rigenerazione, aveva semplicemente sottinteso che ognuno avesse preso la propria strada… ma non per questo gli aveva creduto, non fino in fondo. Per lei le scorribande su e giù per il tempo potevano essersi concluse, ma un giorno lui sarebbe tornato, e volente o nolente lei avrebbe conosciuto tutta la verità.

Adesso era diventata lei quella apprensiva, comunque. Al posto del vecchio acquario, su varie mensole spaiate, erano posizionate le componenti del Gioiellino, unite da cavi di ogni misura e colore che formavano acrobatiche circonvoluzioni sulla parete e fin sul pavimento. Sarebbe stata la scenografia ideale per uno spot governativo sugli incidenti domestici (e lei stessa era inciampata un paio di volte nei suoi tentacoli), ma era un potente strumento di ricezione ed era stato utile nel risolvere un’infinità di casi. Da quando Vastra era partita, Jenny aveva smesso di accettare lavori investigativi, concentrandosi sulla sua carriera di avvocato, ma il Gioiellino continuava a ronzare e sibilare, in linea con le frequenze militari.

Una mamma trepidante, appunto.

Cosa stava succedendo? Sebbene i messaggi fossero in codice, questo non era più difficile da decifrare del burocratese stretto che si parlava in tribunale. Una nave nemica era atterrata, altre cento avevano circondato il pianeta… e il Dottore...

Poi più nessuna notizia. Sì, il telegiornale diramava già l’allarme,

(scalpiccii sempre più forti, grida isteriche giù in cortile, mobili trascinati, una rissa per le scale)

ma su quella frequenza le trasmissioni ufficiali si erano interrotte.

C’era solo una voce.

Una voce di donna che chiamava, dapprima seguendo il protocollo, poi, senza più badare ad alcuna regola, implorava che qualcuno le rispondesse. All’improvviso, si udì in sottofondo una voce maschile, più giovane e che tradiva altrettanta agitazione:

- Sergente! Il prigioniero… - Jenny alzò il volume. - Sembra che sia fuggito, signora. La porta è ancora serrata, ma non c’è traccia di lui.


*

Il sergente Maggie Maplewood ispezionò la cella per l’ennesima volta e sospirò, appoggiandosi al muro di cemento ruvido. A questo punto avrebbe dovuto dare l’allarme, ma a chi?  Il prigioniero non poteva essere andato lontano, la sua nave era stata identificata a chilometri di distanza ed erano state prese disposizioni per trasportarla a sua volta alla base, ma poi il Tenente Colonnello Partridge aveva interrotto le comunicazioni - ed era accaduto da ormai troppo tempo per non temere il peggio.

- Schifosa spia dei Sycorax! - grugnì, il bel volto pallido di dolore.

- Ehi, cerchiamo di capirci. Chi sarebbe una spia? Cosa continuate a blaterare voialtri?

Maggie deglutì; la voce sembrava provenire dall’alto. Il prigioniero non era fuggito, si era nascosto nell’unico luogo dove non aveva pensato di controllare...

Le sue dita si chiusero sulla pistola d’ordinanza, lentamente, con movimenti rigidi.

Clic.
- Sto dicendo di non arrivare a conclusioni affrettate, metti via quella brutta roba! Se la metti via, scendo. - Si era arrampicato sulla grata che sovrastava le sbarre, e da lì sul cornicione del soffitto, dove per qualche strano capriccio dell’architetto che aveva progettato l’edificio vi era una stretta scanalatura, e lì era rimasto… per quanto tempo? Sembrava una posizione comoda per lui, più o meno come stare su un’amaca. - Allora?

- Perché dovrei crederti? Sei stato tu a sbloccare le barriere. Solo la tecnologia dei Signori del Tempo avrebbe potuto farlo dall’esterno…

Il Dottore saltò giù, trascinando con sé Maggie nell’impatto contro la brandina, per fortuna abbastanza resistente da sostenerli entrambi. La pistola le sfuggì di mano e finì oltre le sbarre, fin quasi alla postazione radio deserta.

- Ora possiamo ragionare. Ma che dico, qui nessuno ragiona! Perché dovrei permettere ai Sycorax di attaccarvi? E da quando la mia razza ha un appalto per gestire i passaggi a livello da queste parti?

- Da… sempre. L’affare Capricorn generò un tumulto che portò quasi alla guerra civile, ma… da allora sei considerato un eroe. Grazie di aver tradito la nostra fiducia - concluse, un’ironia sprezzante negli occhi scuri.

- Ricapitoliamo, ragazza mia.

- Sergente Maplewood, prego. - Non sapeva riconoscere i gradi? Non sapeva riconoscere una fottuta divisa? O era uno sciovinista, oltre che un traditore della peggior specie?

- Hmm, carino ed evocativo. Ho detto, ricapitoliamo. Per la seconda volta vengo accolto qui a suon di proiettili.

- Non vedo buchi, a parte quella bocca velenosa. Saresti già morto, se avessimo voluto ucciderti - gli ricordò Maggie, ma lui continuò senza badarle:

- Un punto per te, ma ciò non toglie il brutto mal di testa. Mi risveglio qui dentro e scopro che mi si accusa di aver dato la chiave d’accesso all’ammiraglia di una flotta nemica per penetrare l’atmosfera di questo pianeta, atterrare nel deserto e probabilmente sterminare l’intero battaglione di stanza in questa parte del continente?

La donna ebbe un brivido involontario. - Abbiamo perso i contatti. Non significa che abbiano perso; potrebbero addirittura essere giunti ad un accordo…

- Oh, sicuro. Posso? - Accennò alla porta della cella ancora aperta. Maggie lo fissò sbalordita.

- Sono ancora in stato d’arresto, perciò fuggire sarebbe controproducente. Ma se mi dà il permesso di uscire e sistemare la faccenda…

Lei seppellì la faccia tra le mani e scoppiò in una risata isterica. Non aveva certo creduto ad ogni parola del caporale Smith, quand’era stata il suo istruttore e lui cicalava senza sosta sul meraviglioso Dottore. Era sempre stata sospettosa quando qualcuno veniva idealizzato eccessivamente, e fino a qualche minuto prima credeva di aver avuto ragione. Lei e Smith avevano litigato per questo motivo, e forse ora lui…

No. Non c’era ragione per temere il peggio. Si morsicò le labbra.

- Anche se non fossi stato tu… perché dovresti aiutarci?

- Perché sono il Dottore. Perché non c’è tempo di evacuare il pianeta, e la mia famiglia potrebbe essere in pericolo. Oh, andiamo… - Corse verso la radio, senza pensare minimamente a raccogliere la pistola. Maggie lo seguì e la recuperò; quel semplice movimento le causò un mugolio di sofferenza.

- È una coincidenza che tu sia arrivato qui adesso? Dovrei crederlo?

- No, certo che no! È da idioti credere alle coincidenze. Quasi sempre. Allora! L’ultima comunicazione… da dove è arrivata?

- La piana di Tashalov, a est dei Grandi Crepacci. Non lontano dal punto in cui è atterrata la nave dei Sycorax.

- E… come ci si arriva?

 

Il Dottore notò come la donna tenesse le dita rigide mentre si affannava sul pannello di controllo del mezzo, stringendo i denti.

- Non prendi nulla per il dolore? - domandò, mentre si allacciava le cinture di sicurezza.

Maggie stava per ordinargli di tacere, di farsi gli affari suoi, ma aveva l’impressione che, anche se non avesse risposto a quella domanda, ce ne sarebbero state comunque molte altre per tutto il viaggio.

- Fino a qualche tempo fa. Il medico della base ha notato un’anomalia negli ultimi esami del sangue, gli effetti collaterali erano troppi a quel dosaggio. E ad un dosaggio minore sarebbe acqua fresca, non era più il caso di avvelenarsi inutilmente.

Era stato allora che il caporale Smith, allora un semplice soldato (e un sempliciotto, così l’aveva sempre visto prima di quel giorno, un ragazzo poco sveglio che non avrebbe mai brillato in nulla), le aveva salvato la vita durante quell’esercitazione. Le ginocchia le si erano bloccate nel momento peggiore ed era stato così umiliante, così… sbagliato.

Da allora era stata relegata a compiti ritenuti più adatti per il suo “delicato stato di salute”. Lui era diventato la sua ombra.

E lentamente, quasi inavvertitamente, qualcosa di più.

- Sai, se non fossi un ufficiale, direi che mi vai a genio, Maggie.

A quel punto, davvero, se già aveva avuto seri dubbi che il Dottore fosse capace di venderli al nemico, ora aveva la certezza che non fosse possibile. Nessuno, tanto meno una spia dei Sycorax, se ne uscirebbe con una frase simile con un militare, quale che sia il suo grado e il suo genere. Smith aveva ragione, come sempre… e sperò con tutta se stessa di avere l’occasione di dirglielo.


*

- Il vostro intento è più che nobile, capitano… Harkness, e non oso dubitare di ciò. Madame Vastra ha garantito per voi. Ma non possiamo rischiare vite preziose in un frangente tanto delicato come il processo di pace. L’Impero Terrestre e il suo esercito non esistono più da tempo. Tutto ciò che possiamo offrirvi sono vecchie navi da guerra, ma dovrete trovare voi gli equipaggi.

- Oh, d’accordo. Ma c’è un’alleanza chiamata Federazione Galattica, là fuori.

- Oh, davvero, ci racconti un po’... - Eldane, che rappresentava la comunità Siluriana del Regno Unito, si sporse con un mite sorriso e un luccichio d’ironia nello sguardo.

Jack storse la bocca. Non si faceva mai i conti per bene. - In che secolo siamo?

Uno dei membri del Consiglio Terrestre per la Cooperazione, già consigliere dell’ultima Imperatrice, lo guardò stringendo il naso per il disappunto, o forse per non ridere. - Trentunesimo, esimi viaggiatori.

- Oh, giusto, diciamo che… funzionerà. Tra qualche annetto. - Funzionerà la seconda volta, pensò, ma niente spoiler demoralizzanti. Niente spoiler del tutto, meglio ancora.

- Perché non chiedete a loro?

- Perché la cintura di Casivanian ne è stata completamente tagliata fuori. Non sono… - Jack si bloccò, consapevole che Alonso avrebbe potuto offendersi.

- Non siamo considerati un popolo affidabile, - concluse il suo compagno, per nulla sconvolto da quella rivelazione. - E l’attacco avrà… ha avuto luogo un millennio fa, quando non esistevano comunque garanzie.

Quell’epoca selvaggia? Eldane sospirò, ricordando la strage scampata solo grazie all’intervento del Dottore e dei suoi amici.

- Fatemi capire bene. Volete che autorizziamo la partenza di truppe terrestri per combattere una guerra già avvenuta nel passato? Cos’è, una vecchia barzelletta? Aspettate, ne so una su un Myrka che entra in un bar… - S’illuminò, alzando gli occhi verso l’ultima arrivata alla riunione del Consiglio. - Oh, Madame, sono lieto che sia riuscita ad unirsi a noi. Sto tentando di spiegare ai suoi amici che la loro richiesta è quantomeno insolita e inopportuna, ma avremmo piacere di ascoltare il suo parere.

Ma lei scosse la testa e abbassò lo sguardo, brevemente, a mostrare rispetto ma determinazione. - Non posso certo affermare la mia imparzialità su tale operazione, signore. A questo proposito, ho deciso di andare con loro.

 

Vastra era giunta sulla Terra in quell’epoca colma di fermenti, decisa a contribuire all’apertura delle trattative di pacifica convivenza fra Umani e Siluriani. Ogni giorno, nuove sfide si presentavano all’attenzione dei rappresentanti e no, non era per nulla facile trovare accordi soddisfacenti per entrambe le parti, ma non mancava la volontà di provarci, e infine la gratificazione di esservi riusciti. “Entrambe le parti” non era nemmeno un’espressione corretta, in quanto ogni Rifugio portava con sé le sue peculiari problematiche ed esigenze, così come le caratteristiche fisiche dei loro abitanti erano talvolta profondamente differenti. Lo stesso era per gli Umani, coloro che un tempo, con profondo disprezzo, chiamavano Scimmie. Nei millenni, le guerre che avevano insanguinato la Terra erano state orribili. Era tempo, per entrambe le razze, di mettere non da parte, ma a frutto le proprie differenze interne nella nuova società che sarebbe sorta; se era possibile guardare ad un altro popolo come in uno specchio, allora a maggior ragione era necessario iniziare a considerarsi gli uni gli altri come membri di una stessa ricca, variegata famiglia.

Questo era l’aspetto che la interessava più di ogni altro. Sapeva che la pace sarebbe giunta, in seguito al Risveglio definitivo, ma non le bastava. Desiderava la certezza che la Terra, questa Terra fiorente e abitata da civiltà illuminate, potesse diventare la loro casa.

Baal, Sula e Tahni cantavano le lodi del Dottore, e anche se parevano un poco imbarazzati e reticenti sulle proprie azioni passate, parlavano in toni entusiasti dell’aiuto che la dottoressa Shaw aveva dato loro nella ricerca genetica sugli ibridi, prima di decidere, di comune accordo, di tornare ad ibernarsi e sperimentarne i risultati in un mondo più accogliente.

Oh, se lei e la sua famiglia avessero potuto vivere qui già allora, se tutto fosse andato in maniera diversa…

Eppure, no. Non poteva ragionare così.

Sai cosa succede a chi cerca di manipolare un futuro già scritto, giusto?

Aveva cercato di seguire le regole e aveva fallito, poi aveva deciso di infischiarsene e la situazione le era sfuggita di mano.

Non poteva andare a tentoni, non era il suo modo di fare le cose. Doveva seguire l’istinto, ed esso l’aveva riportata a casa - un giorno, quando la Terra sarebbe giunta ad essere il mondo perfetto che sognava per suo figlio, gli avrebbe chiesto di seguirla. E sì, l’avrebbe chiesto anche a Jenny… se fosse riuscita a perdonarla ancora una volta…

 

- Si tratta della mia famiglia, - concluse, tormentando il dispositivo che portava sul braccio, lo stesso che l’aveva condotta fra loro anni prima. - Non posso e non voglio abbandonarli ad un destino orribile.

Fra i membri del Consiglio si udirono mormorii commossi, e anche Eldane sospirò e annuì. - Capisco. Grazie di tutto, Madame, il suo contributo è stato davvero inestimabile.

 

Furono giorni frenetici, per l’astronave nera e la sua crescente armata.

Per Jack era un’avventura, una possibilità di aiutare, e un dono per l’uomo che ancora non riusciva ad ammettere di amare più di se stesso.

Ma per Alonso era un punto d’onore, nonostante non si fosse mai considerato un gran patriota; e soprattutto riusciva per la prima volta, da quando l’aveva vista iniziare a volteggiare sul confine della follia, a comprendere Vastra. Che ne sapeva, lui, delle ansie di una madre? Del dolore? Della rabbia? Riattizzando le braci della loro vecchia amicizia, riusciva ora a sentirne un’eco - sufficiente per sintonizzarsi su quell’urgenza.

E così, proprio come il Dottore nella sua TARDIS, essi giungevano da un altro tempo eppure s’affannavano, come se avessero dovuto percorrere quella distanza arrancando sotto il sole o la neve.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: SakiJune