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Autore: Seiraluna    26/04/2015    0 recensioni
Quel giorno Conaire però non era nelle sue terre, ma davanti il grande tempio.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo Regulus, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Regulus e Conaire stavano seduti schiena contro schiena davanti l’ingresso della casa del leone e osservavano il paesaggio. Stare insieme e in silenzio gli bastava. Non gli serviva altro che passare qualche ora insieme e si sentivano felici.
-Sai un giorno riusciremo a sconfiggere gli specter e tornerà la pace.
-Anche voi potrete vivere in pace.
-Sì, magari faremo dei pic-nic con i bambini del villaggio e tutti assaliranno Manigoldo e Cardia. Sai loro due sono i più burloni di tutto il tempio. I bambini guardano oltre la loro apparenza rude e vedono il loro lato tenero.
-Mi ero accorta di qualcosa. Lord Manigoldo sembrava voler fare il duro ma quando ha visto dei bambini sulla scala che piangevano, se li è caricati sulle spalle e li ha fatti divertire.
-Lui è fatto così. Ancora peggio Cardia. Lui non sopporta che i bambini soffrano, ogni volta che ne vede uno piangere fa di tutto per farlo ridere.
-Anche tu piaci molto ai bambini del villaggio. Ho visto come ti guardano e ho sentito le canzoni sul buon caro cucciolo di leone.
-Quelle sono imbarazzanti. Dopo tanti anni al servizio di Atena, ancora mi chiamano cucciolo di leone. Solo perché sono quello più piccolo.
-Hai messo il broncio gonfiando le guance, sei buffo.
Regulus non resistette e scoppiò a ridere, non era proprio da lui mantenere la faccia imbronciata.
-Conaire questa sera resta qui, guardiamo le stelle insieme. Oggi dovrebbe essere una notte di stelle cadenti. Potrai esprimere tutti i desideri che vuoi.
-Non posso restare, per una ragazza non è consono.
-Che vuol dire?
-Che le donzelle devono stare lontane dai maschietti quando scende la sera leoncino.
-Manigoldo cosa ci fai qui?
-Salivo dal vecchio e vi ho visti seduti qui. Sei ingenuo come sempre piccolino.
-Non mi trattare come un bambino, sono cresciuto.
-Ne hai ancora tante di cose da imparare. Sisifo ancora ti deve insegnare come si trattano le fanciulle delicate.
-Chiederò al grande sacerdote di far restare Conaire all’aperto per una notte.
Regulus strinse forte la mano della ragazza e la trascinò al tempio. Manigoldo scoppiò a ridere, quel ragazzino non sapeva proprio in che guaio andava a cacciarsi.
Arrivati al tempio, Regulus lasciò andare Conaire nella sua stanza per cambiarsi mentre lui parlava con il grande sacerdote.
Dopo un’ora Regulus bussò alla porta della camera della ragazza e le disse che il grande sacerdote aveva acconsentito a farla stare sotto le stelle con lui. Regulus doveva riportarla sana e salva al tempio prima che sorgesse il sole. Il grande sacerdote si era raccomandato con il cavaliere, non doveva restare alzato con lei per tutta la notte. Avevano anche bisogno di dormire.
Regulus e Conaire tornarono alla casa del leone e mangiarono dei panini che la ragazza aveva preparato poco prima al tempio.
-Come è il panino con il pomodoro e il formaggio?
-Ottimo. Grazie. Tu non mangi?
-Sì.
Conaire si era bloccata a fissare il cavaliere. Aveva proprio una cotta per lui, ogni volta che si fermava a guardarlo diventava rossa come un peperone. Ma non credeva proprio che quel sentimento fosse ricambiato. Regulus non pensava di certo all’amore in quei momenti mentre il cuore di lei batteva per lui in silenzio. La ragazza cercava di controllare i suoi battiti in modo che il cavaliere non pensasse che fosse matta.
-Qualcosa non va? Non hai mangiato niente.
-Non ho molta fame.
-Se stai male ti riporto al grande tempio.
-No, voglio restare qui per guardare le stelle con te.
-Meno male, pensavo che tu stessi male a causa della mia irruenza. A volte sono maldestro e non mi accorgo dei sentimenti degli altri.
-No, tu non hai fatto nulla di sbagliato. Non mi sono mai divertita tanto come in questi giorni. Grazie per questi bei momenti insieme.
-Mi sono divertito anche io in questi giorni.
Regulus strinse Conaire per la vita e fece un grande salto che li portò sul tetto della casa del leone.
-Da qui vedrai tutta la vallata molto meglio e sarai più vicina al cielo stellato.
-Che spettacolo meraviglioso. Non c’è neanche una nuvola questa sera.
Regulus non si era neanche reso conto che aveva ancora le braccia intorno la vita della ragazza. Erano così intenti a guardarsi intorno che non si accorgevano che erano vicinissimi. Tutto era perfetto in quella serata.
-Regulus esprimi un desiderio è appena passata una stella cadente.
-Fatto. Tu lo hai espresso?
-Sì. Non fare quella faccia, sai che non posso dirti cosa ho desiderato. Il mio desiderio non si realizzerebbe se ne parlo con qualcuno.
-Avevo dimenticato questa regola.
Regulus si sedette sul tetto della casa del leone e fece sedere la ragazza davanti a lui stringendola per la vita. Non voleva che scivolasse per questo la teneva stretta a sé. Se le accadeva qualcosa, il grande sacerdote lo faceva in piccoli pezzi e lo dava in pasto a qualche belva feroce. Non avrebbe permesso a niente e nessuno di farle del male. Certo che era davvero carina con quel vestito e ora che l’aveva vicina poteva sentire anche il suo profumo. Lei sapeva di pesche.
Regulus dovette muovere la testa a destra e sinistra per riprendersi. Era come ammaliato dal profumo di Conaire. Accidenti cosa andava a pensare in un momento simile.
-Sisifo cosa guardi?
-Manigoldo non dovresti riposare, domani devi partire per una missione.
-Non dovresti spiare il tuo nipotino mentre si diverte.
-Non lo spio, lo tengo sotto controllo. Regulus è ancora troppo istintivo. Questo va bene nelle missioni, con i nemico ma non con le ragazze. Potrebbe fare qualcosa di avventato.
-Tranquillo, il leoncino non salterà addosso alla dolce fanciulla. Non si è neanche accorto di avere una cotta per lei. Durante il primo amore non ti accorgi nemmeno che sei innamorato, sei ancora molto ingenuo, un dilettante. Quanto mi mancano quei tempi, l’amore, gli uccellini che cantano, le api che volano di fiore in fiore e i mille angeli che ti cantano intorno.
-Manigoldo sparisci.
-Vado via capo. Buonanotte.
 
Regulus e Conaire restarono almeno due ore a guardare le stelle. Il cavaliere insegnò alla ragazza come fare a ritrovare la strada giusta seguendo le stelle e il nome di ogni costellazione. Aveva imparato tante cose allenandosi con Sisifo.
-In poche parole lord Sisifo è stato come un padre per te?
-Io lo vedo come uno zio che mi ha allenato. Quando sono diventato cavaliere d’oro mi continuava a tenere sotto controllo. Ricordi la mia prima missione?
-Quando mi hai salvata.
-Lui è stato tutto il tempo in pensiero per me. Me lo ha detto il grande sacerdote in persona e anche lady Atena. Ancora oggi mi tratta come un bambino.
-Ti vuole bene.
-Conaire ti manca tuo padre vero?
-Sì, però ho capito che resterà sempre accanto a me. Non devo essere triste.
-Sono felice tu sia più serena.
La ragazza girò il viso verso quello del cavaliere e per sbaglio si diedero una capocciata.
-Ahi.
-Perdonami Conaire, non volevo farti male.
-Non è nulla.
-Ma hai la fronte un po’ rossa, dobbiamo passarci dell’acqua.
Regulus prese la ragazza in braccio e scese dal tetto. La portò nella casa e corse a prendere una pezza bagnata. Poi passò la pezza sulla fronte di Conaire.
-Va meglio?
-Stavo bene anche prima, non mi sono fatta male.
-Io ho la testa dura, non voglio che ti resti il segno rosso sulla fronte.
-Tranquillo, sto bene. Fra poche ore non si vedrà più niente sulla mia fronte. Grazie.
Regulus sorrise, per fortuna non le aveva fatto male. Conaire sorrise a sua volta, il sorriso del cavaliere era contagioso come la prima volta che lo aveva incontrato. Era rimasto lo stesso ragazzo di quella volta e questo le faceva piacere. Qualcosa di puro e genuino cresceva nel cuore di entrambi.
Regulus e Conaire si addormentarono sul divanetto della casa del leone dopo un’ora di chiacchere.
 
Il mattino dopo fu Sisifo a trovarli sul divanetto. Regulus era steso sul divano e Conaire aveva la testa poggiata sul suo petto e dormiva tranquilla. Regulus dormiva con la bocca semiaperta. Si era dimenticato di essere in presenza di una ragazza.
-Regulus è ora di alzarsi.
-Lasciami dormire un altro po’ maestro.
-Non puoi.
Conaire aprì gli occhi e vide Sisifo. Si rimise composta in un attimo e cercò di svegliare Regulus.
-Cosa c’è di tanto urgente da fare?
Regulus aprì gli occhi e vide Sisifo. Scattò in piedi e si mise sull’attenti.
-Era ora dormiglione. Avete dormito comodi su quel vecchio divano?
-Non è colpa di Regulus se ci siamo addormentati qui. Sono voluta rimanere a parlare e ci siamo addormentati. Mi assumo tutte le responsabilità.
-Non abbiamo fatto nulla di sbagliato Conaire. Sisifo non è qui per sgridarci. Lui spesso mi sveglia la mattina perché dormo troppo alcuni giorni. Faccio tardi guardando le stelle e non mi accorgo del passare del tempo. La mattina fatico a svegliarmi.
-Sono venuto a chiamarti per i tuoi allenamenti con i cavalieri di bronzo e d’argento.
-Corro subito. A dopo Conaire.
-A dopo Regulus.
-Sisifo scorta Conaire al tempio. Vengo a trovarti più tardi.
-Grazie- disse Conaire sorridendo.
Non vedeva l’ora di rivedere Regulus e di parlare ancora con lui. Lei e Regulus sentivano di essere ancora più vicini dopo la serata passata insieme e sapevano di doversi dire ancora tanto. Non avrebbero sprecato il tempo e sarebbero stati insieme quanto era possibile.
   
 
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