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Autore: Ranocchia_Chan    26/04/2015    3 recensioni
NUOVA EDIZIONEEEEEE OWO!!!!!
DAN DAN DAAAAAAN! rieccomi tornata con la mia vecchia storia U.U ditelo, vi sono mancata u.u vero??
no, eh? ;w; vabbuò questa è la nuova Rooksville, che però non ha niente di nuovo perchè è rimasta uguale alla precedente versione ;w; spero che comunque vi piaccia u.u
***
La vita del killer è molto più complicata di quel che si pensa.
Oltre il piacere del sangue, oltre la cruda follia, oltre la dura corazza che ci si è costruiti addosso magari si possono avere anche delle emozioni, sepolte nell'angolo più nascosto del proprio essere, magari emozioni che si credono svanite.
I nostri amati Creeper si sono trasferiti in una nuova città.
I giovani ragazzi, su consiglio dello Slender, proveranno ad adattarsi alla vita sociale, a "ricominciare" ma di certo non avranno una facile e soprattutto noiosa permanenza a Rooksville.
Misteri, uccisioni, magie, segreti che vanno tenuti al sicuro ed enigmi da svelare attendono i nostri eroi.
Vi ho incuriosito? lo spero vivamente. ;3
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jeff the Killer, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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La vita del Killer è molto più complicata di quel che si pensa.

Bisogna essere abili nel pedinare la propria vittima, nel saperla uccidere, e nel sapersi dileguare subito dopo.

Ma chi dice che un Killer non possa avere anche una vita "normale" al di fuori del proprio "lavoro"?

Slender, infatti ci dice sempre che dobbiamo essere "Utili alla società" oltre che fare varie bravate in giro per la città.

Lui stesso, a stento ancora ci credo, lavora in biblioteca.

Eh eh magari come attaccapanni con tutti quei tentacoli che si ritrova.

Da quando ci siamo traferiti qui ci dice di uniformarci al mondo esterno, fatto sta che non ci ha fatto uscire mai, un paio di volte ho provato ad uscire di nascosto. Avevo un bisogno carnale di sangue. Sentivo il dovere di stringere il manico del coltello in mano di affondarlo nel petto di una mia vittima. Sentivo il bisogno di sentire le urla, di sporcarmi di quel vitale liquido rosso. Putroppo Slender mi ha beccato e mi ha chiuso in camera.

Mi lavo il viso ed alzo lo sguardo sullo specchio.

Non sono ancora abituato a questo aspetto da umano, avere lineamenti così "normali", senza guance squarciate, o senza i cerchi neri attorno agli occhi, neanche mi riconosco a momenti.

Mi piace pensare che chi mi conoscerà penserà che io sia normale. Sento l'adrenalina salirmi dentro. Spero solo di non rabbonirmi troppo.

Lego i capelli in un codino basso e mi dirigo in camera.
Mi stiracchio facendomi scrocchiare le spalle.

Apro l'armadio e prendo una canotta bianca e dei blue jeans.

Una volta vestito esco dalla mia camera e percorro il corridoio.
-"Jeffyyy!! Fratellone!!"-
Mi sento tirare per la mano verso il basso. Mi giro.
Sally mi sta sorridendo, si è fatta due piccole treccine, è strano vedere anche lei umanizzata, i suoi occhioni verdi sono così vivi, indossa un vestitino color canarino, senza spalline e con una spilla a fiori sul petto.
Le sorrido tirandole una guancia. È l'unica a cui voglio bene veramente credo, per lei farei di tutto anche tingermi i capelli di rosa!... No okay quello no.
-"Allora piccoletta pronta per andare a vedere la nuova città?"-
Camminiamo in corridoio andando verso le scale. Lei mi guarda annuendo.

-"Certo!! Sarà una bellissima avventura!!!"-
Le accarezzo la testa sorridendo.

-"Certamente piccola. Ora andiamo a fare colazione?"-
La prendo in braccio e la faccio sedere sulle mie spalle, inizio a scendere le scale quasi correndo.

Lei muove le piccole gambe stringendomi la testa.

-"Siiii!! Ho una fame da lupi! Dai dai corri! Altrimenti Ben ci frega tutto!!"-
Come l'ho educata bene ad essere egoista sul cibo, queste sono soddisfazioni!

Rido e corro giu dalle scale il più velocemente possibile.

Mi dirigo in sala da pranzo ed entro.
-"Buongiorno Jeff, Giorno Sally!"-
Slender è seduto a capo tavola, le gambe incrociate, abbigliato con una camicia bianca e dei pantaloni neri leggeri, sorseggiava una tazza di caffè mentre leggeva il giornale.

Ricambiamo il saluto e faccio scendere Sally dalle mie spalle e la metto seduta su una sedia.
Faccio per sedermi sulla sedia accanto ma qualcuno la sposta facendomi quasi cadere a terra.

-"Giorno Jeffry."-

Ben mi guarda sghignazzando tenendo con due dita una ciambella con la glassa al lampone.

-"Giorno Drowned. Sempre mestruato tu eh?"-
Rido sedendomi e versando in un bicchiere del succo d'arancia.

Lui sbuffa e si sistema un ciuffo biondo pettinandosi i capelli all' indietro.
-"Giorno a tutti!!"-
Jane e Nathalie fanno ingresso nella sala.

A momenti mi casca il bicchiere di mano, Ben le guarda con un pezzo di ciambella tra i denti, con la stessa mia espressione.

Jane indossa un top nero con lo scollo a cuore ed un fiocco sul davanti, niente spalline, short e i ray-ban poggiati in testa.

Nathalie un bichini militare con degli short di jeans molto chiaro, lunghi fino a mezza coscia ed i capelli legati in una coda sulla nuca.
Si siedono e iniziano a mangiare.

Jane lancia un occhiataccia a me e a Ben facendoci distogliere lo sguardo dai loro corpi.

-"Cos'è non avete mai visto una ragazza in costume voi due?"-

Scocciata beve del caffè, togliendosi gli occhiali dalla testa.

-"Ecco.. fa strano vedervi... "normali""-
Ben giocherella con uno dei suoi piercing imbarazzato guardando fuori dalla finestra.

Io mi limito a finire il mio succo e a torturarmi le mani dandomi dei piccoli pizzichi. Lo faccio sempre quando sono in imbarazzo, o quando sono nervoso, dipende.
Nathalie ridacchia e sussurra qualcosa all'orecchio di Jane che a sua volta si mette a ridere.

Mi mordo l'interno della guancia irritato. Odio quando si comportano cosi..così.. da ragazze.

Slender si alza mettendosi gli occhiali.

-"Bene ragazzi. Vediamo di iniziare bene la permanenza in questa nuova città okay? Oggi cercate di ambientarvi e fatevi qualche amico. Io vado a sistemare le cose per le vostre iscrizioni a scuola e poi vado a lavoro. Mi raccomando non fate casini. Jack e Masky sono ia usciti vi incontrerete verso ora di pranzo suppongo. Beh buona giornata a tutti. Ci vediamo questa sera."-

Si alza, e mettendosi la tracolla esce di casa.

Quel coso è maledettamente inquietante nonostante abbia un aspetto umano. Lo preferivo senza faccia sinceramente, ora mi sento continuamente sotto il suo sguardo, è una cosa che non sopporto.

Una volta finito tutti di fare colazione usciamo di casa. Okay che siamo Killer ma a me sembra la residenza estiva degli Addams più che una casa, ci manca solo il cimitero in giardino insomma!!

Sally prende la mano a Jane saltellando nel vialetto.

-"Noi ora andiamo un po in spiaggia ragazzi, ci sentiamo per messaggio su dove vederci a pranzo!!"-

Nathalie ci saluta con la mano correndo avanti.

-"Non ammazzate nessuno."-

Jane ci guarda- o meglio guarda me- severa prendendo Sally in braccio e seguendo Nathalie.r

-"Ciao fratelloni!!"-

Sally ci saluta squotendo la manina e sorridendo. Ricambio il sorriso mettendo le mani in tasca.

Ben ridacchia guardandomi.

-"Mi tratta sempre come fossi un irresponsabile. Che rottura di palle."-

Sbuffo scocciato mordendomi l'interno della guancia.

-"Beh "Signor responsabilità" che vuoi fare ora?"-

Ben muove il piercing sul labbro con la lingua guardandomi annoiato.

-"Tu lo sai cosa vorrei fare. Ma non si può."-

Mi appoggio allo steccato giocando con la lametta che ho appesa al collo.

-"Non puoi ammazzare qualcuno la prima volta che usciamo di casa. Slender ti ammazza questa volta."-

Lo guardo quasi con odio.

-"Per te è facile parlare. Puoi entrare in qualsiasi computer e prenderne il controllo facilmente. Tu non sai cosa è il piacere del sangue. Il piacere di vedere supplicare la propria vittima di sentirla urlare dal dolore che le infliggi con le ferite. Io voglio sembrare normale. Ma è comunque difficile esserlo veramente."-

Si avvicina a me e poggia una mano sulla mia spalla.

-"Dai amico. Vedrai che ce la farai. Poi se proprio non resisti parlane con Slendino, magari ti aiuta. Piuttosto ora vorrei fare una cosa, che forse ti tirerà su il morale."-

Lo guardo interrogativo inarcando un sopracciglio.

Lui mi sorride sornione.

-"Ho visto un tatuatore niente male vicino al centro, un bel tatuaggio per iniziare direi che è d'obbligo no?"-
E ti pareva, il solito tamarro.

-"E quando lo avresti visto dato che non siamo mai potuti uscire?"-
Lo guardo. Incrocio le braccia solo per trattenere la voglia di saltargli addosso e pestarlo a sangue.

-"L'ho visto quando siamo arrivati! Semplice no?"-
Sorride iniziando a camminare.

-"Ah.. certo."-

Sussurro andandogli dietro.

Il tragitto verso questo benedetto tatuatore mi sembra il più lungo che abbia mai fatto. Per strada ogni fottuto essere umano dotato di bulbi oculari ci fissa. Quanto vorrei poter estrarre tutti i bulbi oculari per poi giocarci a biglie. Ma devo attenermi alle regole ed essere normale.

Però il biondo ossigenato qui davanti non è di gran compagnia. Non fa che farsi il fighetto con ogni creatura femminile che gli passa davanti.
"Pesce lesso." Penso.

Certo che però, immaginare Ben col corpo di un merluzzo che offre fiori alle ragazze mi fa letteralmente morire. Mi scappa una risata.

Finalmente quando arriviamo dal tatuatore Ben entra tutto gasato. Non so proprio che gusto si trovi nel farsi infilare un ago inchiostrato nella pelle solo per uno stupido disegno.

Resto fuori. Mi fa letteralmente schifo il solo immaginare la scena, preferisco non vederlo.

Oddio essere un Killer psicopatico e schifarsi per la realizzazione di un tatuaggio non è molto coerente, ma che volete. Ognuno ha le sue croci.

Mi accendo una sigaretta e faccio un giro, guardandomi intorno.

Sentire il fumo percorrermi la gola ed uscire dal naso è una sensazione che amo, mi rilassa moltissimo.

Entro in una piazza circolare col pavimento formato da cerchi concentrici bianchi e neri che formano dei gradoni, che a loro volta finiscono al centro incorniciando una fontana piuttosto vecchia.

Mi avvicino e mi siedo su un gradone poggiando la testa sullo spigolo e guardando il cielo.

Finisco la sigaretta e chiudo gli occhi buttando fuori il fumo senza fretta.

Devo essermi appisolato, sento il vocio di un gruppo di persone che si avvicina, apro gli occhi ed alzo la testa.

Un gruppo di turisti scende i gradoni dalla parte opposta alla mia.

Davanti c'è una ragazza, avrà più o meno la mia età. Credo sia la guida.

Fa posizionare il gruppo sugli scaloni e si siede sul bordo della fontana. Ci sono delle grate saldate. Non me ne ero accorto prima.

Incrocio le mani sedendomi, la guardo ascoltando ciò che dice al gruppo.

-"...Questa è la fontana dell'Inizio, i padri fondatori della città trovarono una grossa falda acquifera sotto il punto dove ci troviamo ora. La città si è sviluppata tutto intorno ad essa, formando dei quartieri concentrici. Si dice che l'acqua di questa fontana oltre a provenire dalla falda acquifera sottostante, provenisse anche da un lago a ottantasette chilometri di distanza da qui.."- Un uomo, o maiale dovrei dire dato che è grasso come fosse imbottito di ciambelle, la interrompe sorseggiando una bibita.

-"Ma perchè ci sono le grate a saldare la fontana? L'acqua non è potabile?"-

-"Ci stavo arrivando signore- sorrise -Dicevo, si dice che in questo lago durante il periodo della persecuzione alle streghe, vi ci fossero state fatte annegare molte donne tra cui ragazzine di appena 13, 14 anni e che tramite questa fonte le loro anime, tormentate dalla atroce morte, tornassero in superficie e prendessero possesso di chiunque bevesse quest'acqua.

Nel 1894 testimonianze scritte dichiarano che "la fontana iniziò a far sgorgare acqua rossa e densa simile a sangue, facendo inondare la piazza ove essa aveva loco e che da quella stessa acqua si sprigionassero le urla delle tante donne uccise, portando alla pazzia chiunque le ascoltasse anche solo per un istante""- la ragazza aveva un tono di voce serio. Mi protengo in avanti ascoltando interessato. Finalmente qualcosa che mi interessi veramente.

Il pubblico avanti a lei ha espressioni attonite, solcate da una vena di disgusto, di ribrezzo.

Mi fanno ridere, vedessero quello che combino io allora, li immagino gia svenire, paonazzi dall'orrore. Mm che bella visione sarebbe però vedere una fontana sgorgare sangue.

-"Ovviamente non si hanno prove materiali che questo sia accaduto realmente.. - ricomincia a parlare stringendo al petto un taccuino, come se la cosa la stesse rattristando- Però le leggende sono fatte per questo! Per far immaginare che qualcosa sia successo, e per fare nascere curiosità e meraviglia nelle persone. Beh..direi che qui possiamo concludere la nostra visita. Grazie mille per avermi ascoltato signori, fate una buona permanenza nella nostra città e non dimenticate di passare alla Festa d'Autunno questo weekend!"- sorride salutando con la mano il suo pubblico che rumorosamente risale i gradoni e si disperde nelle vie del centro.

Leggende.. anche io sono una leggenda teoricamente.

La guardo, si appoggia alla grata guardando l'acqua pensierosa. I capelli corti, castani le finiscono sul viso, li rimette a posto fissandoli dietro l'orecchio. Gli occhi neri sono persi nel vuoto.. velati da una sorta, di tristezza.

Mi rendo conto di starla fissando. "Magari dovrei smetterla" penso, ma poi che stalker sarei?

Inizio a fissarla sgranando gli occhi.

Mi alzo e scendo avvicinandomi a lei. Resto lì immobile a fissarla.

Riecco quella sensazione. La voglia di sangue è più forte del solito. Voglio...uccidere.. voglio uccidere lei. Senza volerlo inizio a sorridere. Quel sorriso malsano che mi proviene dal profondo dell'anima.

La mano nella mia tasca tocca qualcosa di freddo. Poi ricordo, Il mio coltellino a serra manico! Lo stringo nella mano avvicinandomi ulteriormente alla ragazza.

Lei fissa l'acqua dietro le sbarre come ipnotizzata.

Avvicina una mano ad un occhio asciugandosi una lacrima che sta per scendere.

Mi blocco. Perchè, sta piangendo?

Una parte di me mi urla di pugnalarla, di macchiare quella maglietta grigia di rosso, di guardare negli occhi quella giovane sconosciuta e vedere la vita abbandonare il suo corpo. Ma sento anche un altra voce, mi sembra appena un sussurro sotto quelle folli urla.

Allento la presa sul coltello togliendo la mano dalla tasca. Stringo i denti reprimendo il desiderio di uccidere a stento. Le sfioro appena la spalla.

-"Tutto bene?"- Le parole escono dalla bocca da sole.

Mi sento come in gabbia. Un mostro in un involucro troppo forte per essere rotto.

La vedo sussultare, e alzare il viso verso di me.

-"Come scusa?"-

Ha appena un filo di voce, mi sento strano, davvero sto provando compassione per un umana?

-"Mi chiedevo se stavi bene, ho notato che piangevi."-

Dico guardandola dall'alto verso il basso con superiorità.

-"Non sono affari che ti riguardano."-

La sua voce si fa più dura, mi guarda con orgoglio e fierezza. Ha gli occhi lucidi, ma non danno più segno di cedere nel pianto.

-"Era molto interessante quello che stavi raccontando prima. Davvero questa fontana ha sgorgato sangue?"- La guardo poggiando una mano sulla grata della fontana.

Lei mi guarda a sua volta, con sorpresa come a dire "stava ascoltando?"

-"Beh.. Secondo i documenti del 1715, è accaduto veramente, ma non ci sono testimonianze oculari del fatto, tranne una. E neanche si può considerare tale- mi guarda – Scusa non voglio annoiarti, ora devo andare. Se hai bisogno di fare ricerche su questo argomento l'archivio cittadino è da quella parte."-

Indica verso una grande via a destra alzandosi e mettendo la piccola borsa a tracolla.

Mi alzo a mia volta. Mi avvicino a lei da dietro e sottraggo con abilità il taccuino dalla borsetta.

-"Okay grazie dell'informazione."- Sorrido cordiale salendo al livello della piazza.

-"Prego."- mi guarda diffidente, per poi girare i tacchi ed andare dalla parte opposta alla mia.

Il mio sorriso si trasforma presto in un ghigno. Guardo il taccuino nella mia mano. Ha la copertina color sabbia, tenuta chiusa da un elastico spesso nero.

Lo apro e leggo l'intestazione alla prima pagina.

 

"Gwen Jill Stuart

Registro di fenomeni paranormali e ricerche alchemiche"


Sotto il titolo c'è una annotazione in piccolo.

 

"In caso di smarrimento portare il quaderno presso la libreria Ali di gabbiano"

E chi ha intenzione di riportarlo? Io no di certo. L'ho trovato ora è mio.

Giro la pagina iniziando a leggere.


"In questo diario raccolgo tutte le testimonianze di fenomeni paranormali, e formule alchemiche che possono e potranno servire in futuro per produrre pozioni e rimedi curativi.
Alcune di queste formule sono purtroppo impossibili da realizzare a causa della mancanza di materiali, mentre altre, sono di magia nera, quindi proibite anche solo da nominare.
Nel corso dei miei studi proverò che queste ultime, sono semplicissime formule, non create per recare danno ad alcun essere vivente.
Proverò che tutto ciò che è paranormale o, come lo definiscono alcuni "magico", esiste realmente, a costo di rischiare la mia vita per portare a termine questi studi."

 

Chiudo il libretto mordendomi il labbro e soffocando una risatina. Ho idea che la permanenza qui sarà molto piacevole.

Infilo il taccuino nella tasca dei pantaloni ricordandomi di colpo di Ben.

Da quanto è che lo ho lasciato dal tatuatore??

Guardo la via di fronte a me ed inizio a camminare verso il negozio, per fortuna è vicino, la strada è abbastanza facile da ricordare.
Guardo l'insegna, "Black Orange", ma dico io si può chiamare uno studio di tatuaggi così?

Entro sospirando. Nelle mie orecchie si diffonde della musica metal a dir poco pesante.
Faccio una smorfia. Non disprezzo il genere ma sparato così addosso a chiunque entra non è proprio il massimo. Le pareti sono dipinte di arancione, gli infissi di legno in nero, con foto di tatuaggi e con foto autografate di cantanti e attori. Ci sono due divanetti di pelle nera, su uno di questi una ragazza sta bevendo un cappuccino sfogliando una rivista con i disegni per i tattoo. Mi avvicino.
-"Scusami, sto cercando un mio amico, è un tappetto, biondo, occhi marroni...l'hai visto per caso? È entrato qui circa un oretta fa credo"-

Lei alza lo sguardo dalla rivista verso di me, ha gli occhi color ghiaccio contornati con del trucco nero. Alza un sopracciglio squadrandomi da capo a piedi. Indossa degli occhiali con la montatura nera, muove la bocca in una smorfia facendo notare un piercing, uno smiley se non sbaglio.

-"Veramente no. Sono arrivata da poco qui. Però aspetta chiedo.- Guarda il separè alla sua destra chiudendo la rivista- Keviin!! Vieni qua!!"-
Sento lo sferragliare di un qualche attrezzo per tatuaggi ed un borbottio indistinto.

Da dietro il separè appare un uomo. Avrà una quarantina d'anni, stento a crederlo data la sua forma fisica. Corpo tonico, muscoloso ed abbronzato, ovviamente immancabilmente tatuato ovunque. Una barba corta curata e perfetta e due piccoli baffi. I capelli brizzolati, corti sui lati con un ciuffo spettinato sulla fronte. Camicia bianca semplice smanicata, e pantaloni neri borchiati.

La ragazza lo guarda alzandosi.

-"È un amico del nano da giardino di prima. Sai dove è andato?"-
Incrocia le braccia guardandolo negli occhi.

L'uomo non risponde, dirige lo sguardo dalla ragazza a me ed iniziando fastidiosamente a squadrarmi da capo a piedi.,

La sua bocca si piega in una smorfia simile ad un sorriso.

-"Pensavo che non avrei mai visto qualcuno con la pelle così chiara. Sei pallido come una mozzarella.- Si avvicina iniziando a girarmi intorno -Mh ragazzo che ne dici di fare anche tu un tatuaggio? Sarebbe il tuo primo tatuaggio qui a Rooksville, quindi offre la casa."-

Mi tocca le braccia immaginando chissà quali disegni e colori da inciderci sopra, come se la mia pelle fosse una tela immacolata da riempire. Ed in effetti è così.

Mi inizia a dare un po sui nervi, non sopporto di essere squadrato e/o fissato così.

Mi scosto allontanandomi. Non rispondo, mi limito a guardarlo in silenzio.

La ragazza ridacchia accendendosi un piccolo sigaro ed alzandosi in piedi.

-"Lo hai spaventato Kev. Aaah tu e i tuoi atteggiamenti da maniaco eh? Quando la smetterai?"-
Si avvicina all'uomo poggiando un braccio sulla sua spalla in modo da farlo abbassare, e soffiandogli il fumo dritto sugli occhi.

-"Ahh zitta Ellison. Non sono maiaco, sono un nobile artista del tatuaggio. È diversa la cosa."- le da una schicchera sulla fronte sbuffando e riniziando a guardarmi.

-"Allora? Tatuaggio? -Si riavvicina guardandomi la schiena- Mh che sò una bella fenice che percorre le spalle e la spina dorsale, oppure un occhio di Rah sul collo, oppure ancora un.."-

-"No grazie."- Lo interrompo infilandomi le mani in tasca e guardandolo.

Lo vedo cadere come dalle nuvole ed assumere un espressione delusa.

-"Ok Ok amico. Ma se vuoi un tatuaggio sai dove trovarmi"-

Mi fa l'occhiolino, il che mi fa letteralmente rabbrividire.

Mi schiarisco la voce riniziando a parlare.

-"Comunque dove è il mio amico? Ero qui per lui."-

Kevin mi guarda e andando oltre il separè mi fa cenno di seguirlo.

Entriamo in un altra parte della stanza dove ci sono due poltrone ed due piccoli carelli sui quali sono poggiati i vari arnesi e colori.

In fondo alla stanza c'è un divanetto dove, con le cuffie nelle orecchie e quello stramaledettissimo nintendo fra le mani, è sdraiato quell'elfo liofilizzato di Ben.

-"Non è voluto andarsene, così ti aspettava qui, però non si è scollato dal divano."-

Soffoca una risata pettinandosi i baffi.

Guardo Ben avvicinandomi.

Neanche fa in tempo ad accorgersi di me che gli tiro un pugno in testa talmente forte che gliela potrei spaccare.

Lo vedo contorcersi ed alzare la testa verso di me con lo sguardo perso.

Appena realizza che sono io, sgrana gli occhi tastandosi il bernoccolo.

-"Ma cazzo fai?!"- si alza facendo come per colpirmi il petto.

Gli poggio una mano sulla fronte stringendogli la testa e bloccandolo mentre lui continua a dimenarsi cercando di colpirmi.

-" Ma sei scemo!? A momenti mi ammazzi con quel pugno! Aaahg appena riesco a raggiungerti ti fracasso la faccia!!!"-
Ridacchio sbadigliando e guardandolo con sfida

-"Magari se cresci mezzo metro ce la fai."-
Lo vedo arrossire fino alle orecchie dalla rabbia e mordersi il labbro girandosi offeso.

-"Tsk. Non è colpa mia se sono morto che ero un nanetto ancora."- sussurra scrocchiandosi le dita.

Sbuffo scompigliandoglli i capelli.

-"Dai andiamo. Gli altri ci stanno aspettando."- vado verso il separè guardando Kevin.

-"Grazie di averlo tenuto qui."- Lo guardo facendo per mettermi le mani in tasca.

Lui mi poggia un braccio sulle spalle sbilanciandomi e sfregandomi le nocche sulla testa.

-"Di niente mocciosetto. E comunque se vuoi un tatuaggio chiama eh!"- Ride lasciandomi andare e spingendomi verso la porta.

Ben guarda Ellison iniziando a fare il cascamorto.

Lo trascino via prendendolo per il colletto del giacchetto e portandolo fuori nella via.

Lui si divincola come un bambino poi arrendendosi alla mia presa.

Incrocia le braccia e cammina accanto a me borbottando qualche parola incomprensibile.

-"Che ore sono Ben?"- lo guardo e poi alzo il viso verso il cielo.

-"pfu..mhmhhhmm"- riprendo a guardarlo perplesso inarcando le sopracciglia.

Non mi guarda. Tiene il viso girato dall'altra parte rispetto a me.

Ahg che cazzo di moccioso.

-"Non mi dire che ti sei offeso."-

-"Tsk. Tu almeno eri gia sviluppato quando sei diventato così. Io no invece. Se sai che mi fa male pensarci perchè ti piace tanto distruggermi l'autostima così?"- Mi guarda con un broncio stampato sul viso.

Sospiro rassegnato, ma ti pare che deve essere così infantile?

-"Ok. Mi scuso."- Lo guardo fingendo un piccolo sorriso, sperando che lo rabbonisca.

Lui mi guarda ed alzando la testa cammina avanti spedito sculettando come una stupida oca permalosa.

Continuiamo a camminare ed io continuo a chiedermi che ore sono. Sento il battere di un orologio, anche molto vicino a giudicare dal volume del suono.

Conto i rintocchi sperando che simboleggino un ora vicina a quella del pranzo.

Dodici rintocchi precisi. Sul mio viso si stampa un sorriso innaturale. Corro avanti e gli prendo il polso trascinandomelo dietro seguendo con il naso un piacevolissimo odorino di pizza.

 

 

   
 
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