Serie TV > Robin Hood (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: eugeal    27/04/2015    1 recensioni
Lo sceriffo è tornato e Nottingham è salva.
Durante l'assedio, Marian ha scoperto un lato di Guy di Gisborne che non conosceva.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Robin Hood incrociò le braccia mentre osservava con aria assorta i movimenti di Tuck.
Il frate aveva finito di curare Allan e il giovane si era addormentato profondamente dopo aver svuotato buona parte della dispensa di Much.
Il religioso invece si era avvicinato in silenzio al letto di Gisborne e con gesti delicati gli aveva sollevato la camicia sulla schiena senza svegliarlo per spalmargli un unguento sulle ferite.
Robin vide con orrore i segni delle frustate che si incrociavano sulla schiena di Guy e rabbrividì nel pensare al dolore che dovevano aver provocato.
Non si meravigliava più dello stato in cui si trovava Gisborne, anzi era profondamente stupito che fosse riuscito a trovare la forza di salvare la vita di Allan.
A dire il vero il gesto di Gisborne lo avrebbe stupito in ogni caso, rischiare tutto per salvare un servitore non era il comportamento che si sarebbe mai aspettato dal cavaliere nero.
Tuck finì la medicazione, sistemò la camicia di Guy e lo coprì con una coperta leggera, poi si soffermò a toccargli la fronte per controllarne la temperatura e gli sfiorò i capelli con una specie di carezza prima di allontanarsi dal letto e dirigersi verso Robin. Per tutto il tempo Guy era rimasto completamente immobile, sprofondato in un sonno sfinito.
- Starà bene. - Disse il frate, anche se Robin non aveva chiesto nulla. - Col tempo si riprenderà.
Robin fece un gesto noncurante, come per dire che la sorte di Gisborne non gli interessava più di tanto.
- E Allan?
- È stato torturato, ma le sue ferite sono superficiali. Ha preso un bello spavento, ma la paura non gli ha di certo tolto l'appetito. È giovane e forte e con un po' di riposo sarà come nuovo. - Rispose il frate, sorridendo allegramente.
Robin annuì poi tornò dagli altri membri della banda, seguito dal frate.
Gli altri erano radunati in silenzio intorno al fuoco e lo guardarono con aria interrogativa, in attesa che fosse lui a parlare.
Robin guardò Much: l'amico sembrava a disagio, preoccupato e nervoso, come se volesse dirgli qualcosa ma non ne avesse il coraggio.
Will sembrava essere nello stesso stato d'animo di Much con in più un velo di rabbia nello sguardo mentre Little John guardava fisso nel fuoco con aria torva.
Djaq era l'unica a sembrare più serena, ma si limitava a restare tranquillamente in silenzio.
- Cosa c'è, Much? - Chiese Robin, stancamente. - Qual è il problema?
- Qual è il problema?! Hai bisogno di chiederlo, padrone?
- Allan e Gisborne, immagino. - Disse Robin in tono piatto.
- Perché sono qui? Sono nostri nemici e non dovrebbero essere al campo.
- Much ha ragione. - Disse Will. - Li abbiamo già aiutati a fuggire dai soldati dello sceriffo, non vedo perché dovremmo anche accoglierli qui.
- Non mi piace, Robin. - Disse Little John. - Gisborne è un nemico e Allan è un traditore, meritavano di morire entrambi.
Djaq guardò Robin come per intervenire, ma dopo aver dato una rapida occhiata a Will rimase in silenzio, limitandosi a rivolgergli uno sguardo preoccupato.
- Quando aiutate i poveri, vi chiedete sempre se meritano il cibo e i soldi che donate loro? - Chiese Tuck, rispondendo al posto di Robin.
- No. - Disse Much. - Ma in questo caso sappiamo perfettamente che loro non meritano il nostro aiuto! Anzi, temo che se non stiamo attenti, potrebbero approfittarne per danneggiarci. Tutta questa storia potrebbe essere una trappola di Gisborne per catturarci.
- Questo non lo credo. Che lo meritino o no, mandarli via ora significherebbe gettarli nelle mani dello sceriffo e non voglio avere le mani sporche del loro sangue. - Disse Robin. Poi fece una pausa e li guardò uno a uno prima di proseguire. - E poi abbiamo bisogno di loro.
- Bisogno di quei due? - Sbottò Little John, con aria disgustata. - Noi non abbiamo bisogno di assassini o traditori!
- E invece sì! - Replicò Robin. - Per salvare Marian sono pronto ad accettare qualsiasi aiuto possibile, anche il loro.
- Liberare Lady Marian non sarà facile. Roger di Barret è un uomo molto pericoloso. - Disse Tuck e Robin annuì.
- Purtroppo è vero. Odio ammetterlo, ma potremmo trovarci in difficoltà contro di lui. Se Gisborne e Allan vorranno aiutarci a salvare Marian, io sono disposto a mettere da parte le nostre ostilità per il momento.
Much lanciò uno sguardo dubbioso verso i due uomini addormentati.
- Anche ammettendo di lasciarli collaborare con noi, ne saranno in grado? Non mi sembrano molto in forma, specialmente Gisborne...
- È quello che credevo anche io. - Disse Robin. - Ma avete visto anche voi cosa ha fatto ieri sera. Se ha affrontato i soldati dello sceriffo da solo per salvare Allan, lo voglio al nostro fianco quando andremo a liberare Marian.

Roger di Barret osservò l'uomo morente che si contorceva debolmente e respirava sempre più a fatica. Le mani del poveretto erano state inchiodate al tronco di un albero e il corpo dell'uomo era trafitto da frecce e segnato da colpi di frusta, ma Barret non era minimamente disturbato da quella vista, anzi sorrideva soddisfatto sotto la maschera che gli copriva il volto.
Si avvicinò al moribondo e gli tagliò la gola, poi voltò le spalle al cadavere e sparì tra gli alberi, subito imitato dagli altri trenta uomini mascherati.
Uno a uno, i suoi uomini avrebbero fatto sparire i travestimenti da banditi e sarebbero tornati a indossare le loro divise di soldati di Nottingham, poi la compagnia sarebbe tornata al castello, portando allo sceriffo la notizia che i banditi erano riusciti nuovamente a sfuggire alle loro ricerche.
Barret rideva tra sé ogni volta che vedeva lo sceriffo andare su tutte le furie per quei fallimenti: quell'idiota di Vaisey non poteva di certo sospettare che la compagnia incaricata di cercare gli assassini della foresta fosse formata dagli stessi banditi.
Aveva selezionato lui stesso quegli uomini nel corso degli anni, scegliendo solo gli individui adatti a mettere in atto il suo piano: soldati senza scrupoli e desiderosi di ottenere il potere.
Uomini simili a lui.
Stavolta la vittima che avevano scelto era il carceriere del castello: un bersaglio ideale per far credere alla vendetta di una banda di contadini contro il potere degli oppressori.
In realtà l'identità delle persone che avevano ucciso non aveva molta importanza per Barret e i suoi uomini, bastava solo che fossero legati in qualche modo alla nobiltà di Nottingham.
Le uniche vittime che aveva deciso in partenza, prima ancora di spiegare il piano agli altri uomini della banda, erano solo due: Guy di Gisborne e lo sceriffo Vaisey.
La morte del primo era stata essenziale per permettere a Barret di prendere il suo posto come braccio destro dello sceriffo, quella del secondo sarebbe avvenuta presto e avrebbe assicurato ricchezza e potere a tutti loro.
Roger di Barret sorrise tra sé nel ripensare al giorno in cui aveva ucciso Guy di Gisborne: sarebbe stato sufficiente centrarlo con una freccia scagliata da lontano, ma aveva scelto di attirarlo in un'imboscata per due motivi ben precisi.
Massacrare Gisborne e tutti i suoi soldati in un modo così drammatico era stato un messaggio ben più efficace e il suo scopo era stato proprio quello di far parlare la gente dei banditi della foresta, di diffondere la leggenda della banda di fuorilegge che si ribellava all'oppressione dello sceriffo.
Il secondo motivo era molto più personale, ma non meno importante: Barret aveva sempre odiato Guy di Gisborne per la posizione di potere che ricopriva immeritatamente. Il cavaliere nero non era abile e forte quanto lui, spesso falliva nel portare a termine le missioni che gli venivano affidate dallo sceriffo e a volte si lasciava influenzare dalla propria coscienza, eppure dopo anni di incompetenza, Gisborne manteneva il suo posto a fianco dello sceriffo mentre Barret era soltanto il comandante di una delle compagnie di Nottingham.
Era ingiusto, come non era giusto che a Gisborne fosse stato affidato il villaggio di Locksley.
Barret aveva goduto di ogni singola frustata inflitta al cavaliere nero e aveva provato un'enorme soddisfazione nel vederlo distrutto dal dolore, umiliato e tanto sofferente da non avere nemmeno più la forza di urlare.
Le uniche cose che gli dispiacevano quando ripensava a quel giorno era il non aver pensato a torture più crudeli per Gisborne e il non essere riuscito a impiccarlo al ramo di quell'albero per farne scempiare il cadavere dal becco dei corvi.
Gisborne aveva avuto ciò che meritava e presto Barret si sarebbe impossessato di tutto ciò che era stato suo: il suo posto, le sue terre, la sua amante.
Presto Barret avrebbe avuto molto più di Locksley, pensò con un ghigno di soddisfazione: avrebbe avuto l'intera contea o almeno ciò che ne sarebbe rimasto.
Il suo piano era semplice, ma geniale: aveva intercettato e falsificato un messaggio diretto allo sceriffo, annunciando la visita di uno degli alleati di Vaisey proprio nel giorno in cui Barret avrebbe sposato Marian nella chiesa di Locksley, in questo modo lo sceriffo sarebbe rimasto a Nottingham invece di essere presente al matrimonio.
Barret avrebbe fatto in modo di lasciare solo i suoi uomini a guardia del castello e più tardi, durante i festeggiamenti nuziali, i soldati si sarebbero travestiti da banditi per uccidere lo sceriffo.
Forse gli uomini del principe Giovanni avrebbero distrutto la città, ma a Barret non importava, nessuno avrebbe potuto incolparlo dell'accaduto perché tutti lo avrebbero visto altrove, impegnato a festeggiare le proprie nozze.
Una volta placate le acque, Roger avrebbe catturato e giustiziato una trentina di contadini accusandoli di essere i membri della banda di assassini e li avrebbe consegnati al principe per ingraziarsi il suo favore.
Se tutto fosse andato come doveva, alla fine lui sarebbe diventato lo sceriffo di Nottingham e avrebbe assicurato ai suoi uomini terre e posizioni di potere.
Di una cosa era certo: non avrebbe permesso a nessuno di intralciare i suoi progetti.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Robin Hood (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: eugeal