Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
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Autore: Danny Wright    27/04/2015    0 recensioni
Andy ha 17 anni, ha vissuto per 6 anni come un'emarginata e ora è stata inviata come "carne da macello" in un città piena di Mostri.
Ma chi sono i mostri?
Cosa succede in quella città?
Tra morti, amore e odio, coraggio e paura.
Riusciranno poco meno di dieci ragazzi a far evadere i mostri della città?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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~RISVEGLIO
“Erba, no... è muschio. O forse è menta? “
Non apre gli occhi... Le piace immaginare dove si trova in quell’istante. Ha i sensi intorpiditi, le fa male la testa, le viene da vomitare, e cosa peggiore, non ricorda nulla. Ha solo una vaga idea, si ricorda un nome solo : James. Chi è James? Di certo non il nome di suo padre, o di suo fratello.
Il sole le scalda il viso e lei apre gli occhi, infastidita da tutta quella luce.
- Non c’era poi così tanta luce in prigione... –
Borbotta, scuotendo il lunghi capelli color sabbia.
- Forza, vediamo di capire dove siamo... –
Una sua brutta abitudine era parlare con sé stessa quando era nervosa o spaventata. E in quel momento avrebbe preferito ululare alla luna.
A fatica si mise in piedi, dandosi la spinta necessaria con le gambe. “ Strano “ pensò, “ma io non ho mai avuto questi jeans! E neppure queste scarpe! “ Adocchiò il suo nuovo paio di jeans azzurri dell’ Ambercrombie e le sue Nike rosse.  Quando viveva con la sua famiglia, alla periferia di New York, quelle come lei si potevano solo sognare vestiti del genere; sua madre, una volta faticò moltissimo per portare a casa due felpe per lei e suo fratello. Poco dopo arrivò la polizia e la uccise, la ragazza aveva solo 11 anni. Scosse la testa per scacciare quei ricordi improvvisi. “aspetta” si disse “ma o sono scema io o... Si, sto incominciando a ricordare qualcosa.” Di certo non era bello incominciare con l’omicidio della madre.
Si guardò intorno : era in una foresta di carpini. Solitamente non amava i carpini, ma era meglio di niente sotto a un certo punto di  vista.
Chiuse gli occhi, sentendosi viva dopo anni, dopo il collegio e la prigione.
Tre anni, passati ad essere la zimbella dei prodigi.
Tre anni, passati in una gabbia di metallo vivendo di stenti e di ferite, trasformandosi tutte le volte che loro, i Normali , come si facevano chiamare, volevano. Poi quel ragazzo, James, che l’aveva salvata mentre una guardia le voleva sparare una pallottola in testa, il ragazzo aveva supplicato la guardia urlando a gran a voce di mandarla alla città.
- Lì non ti darà fastidio. –
Aveva detto.
- Allora è questa la città? –
Urlò, con gli occhi chiusi.
- James... Io non vedo nulla, solo gli alberi. Mi hai mandato a morire? –
Sospirando, abbassò lo sguardo mentre.. mutava. Le braccia e le gambe si ricoprirono di una soffice peluria grigia, che diventava via a via sempre più folta e ispida; gli occhi divennero gialli. E, in poco, divenne un lupo. Un licantropo.
Ecco che cos’era. Ma non era l’unica, ce ne erano molti, moltissimi come lei che vivevano nascosti, rubando per sopravvivere. Sapeva che i Normali odiavano i licantropi, i vampiri, le fate e gli elfi, gli stregoni e i demoni. O, poi c’erano i Prodigi. Loro si che venivano trattati con le pinze, erano perfetti... Persone modificate geneticamente, con strani e spaventosi poteri.
Si chiese, se mai sarebbe sopravvissuta.
Scosse il muso da lupo, e correndo superò in fretta la foresta, raggiungendo un laghetto. Là, c’erano tre ragazzi : due avevano i capelli blu e l’altro, invece aveva i capelli neri e la pelle bronzea. “ Sono fate! “ pensò, guardando i due ragazzi dalle chiome blu elettrico. Ci era voluto del tempo, ma tra la prigione e il collegio, aveva capito perfettamente le varie razze. L’altro ragazzo era un lupo. Lo si capiva perché ringhiava. Poi, scorse un bagliore rosso/arancio che teneva in mano Testa-Blu-1 e... era fuoco!
“ Ma sono scemi???? “ pensò, “ il fuoco può essere fatale per i licantropi.”
Senza pensarci scattò sulle zampe posteriori e balzando a terra, poco distante da Testa-Blu-2, ritornò umana, con i capelli biondo cenere sparsi al vento.
- Vi consiglio di allontanare il fuoco da entrambi. –
- Altrimenti? – Testa-Blu-1, dopo aver superato la sorpresa iniziale, le sorrise mellifluo... anche e aveva uno sguardo a dir poco di puro ed immediato sadismo.
- Jack... – Questo era Testa-Blu-2
- Che vuoi  Will ? –
- Quella non l’abbiamo mai vista... –
Jack ( Testa-Blu-1) si voltò verso la ragazza, squadrandola. Poi si rivolse all’altro licantropo, che nel frattempo aveva smesso di ringhiare e guardava con ammirazione la  nuova arrivata. “ Probabilmente succede spesso” si disse.
- Neos, è una del tuo  branco? –
Il lupo, Neos, scosse la testa. – Deve essere nuova. –
- Ce ne eravamo accorti... – precisò Will.
- Potate smettere di parlare di me come se non ci fossi? – Chiese, acida, la ragazza.
.- Lupo, come ti chiami? Quale codice segui? – Neos, gentilmente, le chiese ciò terminando la frase con un sorriso.
La ragazza valutò se dire o meno chi era, ma dopotutto non aveva più molti ricordi, tanto valeva dire almeno il suo nome e il codice.
- Andromaca. Sono Andromaca Weber, e seguo il codice dei Grigi. –
- Tuo padre era Wilhem Weber? - chiese Neos
Lei annuì e il ragazzo si chinò a terra.
- Sempre seguirò l’ordine dei Grigi. Sempre impedirò al mio cuore e al mio coraggio di abbattere l’onore del branco. Sempre proteggerò il nostro capo. Sempre ululerò alla luna. – pronunciò con coraggio e fermezza queste parole alla ragazza... In lei aveva riconosciuto il capo, la stessa autorità e fermezza. Lei era una Grigia fino al midollo.
La ragazza lo guardò stranita : nessuno, in nessuna famiglia, si era mai chinato di fronte a lei. Lei, che era la figlia del capo branco dei Grigi...
- Alzati, o lupo. –
Il ragazzo, sempre tenendo chino il capo, si alzò.
- Oh, tutto  molto commovente... Abbiamo una nuova, dite? –
Una voce a dir poco armoniosa, e piena di sé. Naturalmente ad ogni voce, corrisponde un corpo, vero?  La voce apparteneva ad una ragazza alta, bionda con due grandi occhi grigi. Nella mano destra impugnava un coltello.
~RISVEGLIO
“Erba, no... è muschio. O forse è menta? “
Non apre gli occhi... Le piace immaginare dove si trova in quell’istante. Ha i sensi intorpiditi, le fa male la testa, le viene da vomitare, e cosa peggiore, non ricorda nulla. Ha solo una vaga idea, si ricorda un nome solo : James. Chi è James? Di certo non il nome di suo padre, o di suo fratello.
Il sole le scalda il viso e lei apre gli occhi, infastidita da tutta quella luce.
- Non c’era poi così tanta luce in prigione... –
Borbotta, scuotendo il lunghi capelli color sabbia.
- Forza, vediamo di capire dove siamo... –
Una sua brutta abitudine era parlare con sé stessa quando era nervosa o spaventata. E in quel momento avrebbe preferito ululare alla luna.
A fatica si mise in piedi, dandosi la spinta necessaria con le gambe. “ Strano “ pensò, “ma io non ho mai avuto questi jeans! E neppure queste scarpe! “ Adocchiò il suo nuovo paio di jeans azzurri dell’ Ambercrombie e le sue Nike rosse.  Quando viveva con la sua famiglia, alla periferia di New York, quelle come lei si potevano solo sognare vestiti del genere; sua madre, una volta faticò moltissimo per portare a casa due felpe per lei e suo fratello. Poco dopo arrivò la polizia e la uccise, la ragazza aveva solo 11 anni. Scosse la testa per scacciare quei ricordi improvvisi. “aspetta” si disse “ma o sono scema io o... Si, sto incominciando a ricordare qualcosa.” Di certo non era bello incominciare con l’omicidio della madre.
Si guardò intorno : era in una foresta di carpini. Solitamente non amava i carpini, ma era meglio di niente sotto a un certo punto di  vista.
Chiuse gli occhi, sentendosi viva dopo anni, dopo il collegio e la prigione.
Tre anni, passati ad essere la zimbella dei prodigi.
Tre anni, passati in una gabbia di metallo vivendo di stenti e di ferite, trasformandosi tutte le volte che loro, i Normali , come si facevano chiamare, volevano. Poi quel ragazzo, James, che l’aveva salvata mentre una guardia le voleva sparare una pallottola in testa, il ragazzo aveva supplicato la guardia urlando a gran a voce di mandarla alla città.
- Lì non ti darà fastidio. –
Aveva detto.
- Allora è questa la città? –
Urlò, con gli occhi chiusi.
- James... Io non vedo nulla, solo gli alberi. Mi hai mandato a morire? –
Sospirando, abbassò lo sguardo mentre.. mutava. Le braccia e le gambe si ricoprirono di una soffice peluria grigia, che diventava via a via sempre più folta e ispida; gli occhi divennero gialli. E, in poco, divenne un lupo. Un licantropo.
Ecco che cos’era. Ma non era l’unica, ce ne erano molti, moltissimi come lei che vivevano nascosti, rubando per sopravvivere. Sapeva che i Normali odiavano i licantropi, i vampiri, le fate e gli elfi, gli stregoni e i demoni. O, poi c’erano i Prodigi. Loro si che venivano trattati con le pinze, erano perfetti... Persone modificate geneticamente, con strani e spaventosi poteri.
Si chiese, se mai sarebbe sopravvissuta.
Scosse il muso da lupo, e correndo superò in fretta la foresta, raggiungendo un laghetto. Là, c’erano tre ragazzi : due avevano i capelli blu e l’altro, invece aveva i capelli neri e la pelle bronzea. “ Sono fate! “ pensò, guardando i due ragazzi dalle chiome blu elettrico. Ci era voluto del tempo, ma tra la prigione e il collegio, aveva capito perfettamente le varie razze. L’altro ragazzo era un lupo. Lo si capiva perché ringhiava. Poi, scorse un bagliore rosso/arancio che teneva in mano Testa-Blu-1 e... era fuoco!
“ Ma sono scemi???? “ pensò, “ il fuoco può essere fatale per i licantropi.”
Senza pensarci scattò sulle zampe posteriori e balzando a terra, poco distante da Testa-Blu-2, ritornò umana, con i capelli biondo cenere sparsi al vento.
- Vi consiglio di allontanare il fuoco da entrambi. –
- Altrimenti? – Testa-Blu-1, dopo aver superato la sorpresa iniziale, le sorrise mellifluo... anche e aveva uno sguardo a dir poco di puro ed immediato sadismo.
- Jack... – Questo era Testa-Blu-2
- Che vuoi  Will ? –
- Quella non l’abbiamo mai vista... –
Jack ( Testa-Blu-1) si voltò verso la ragazza, squadrandola. Poi si rivolse all’altro licantropo, che nel frattempo aveva smesso di ringhiare e guardava con ammirazione la  nuova arrivata. “ Probabilmente succede spesso” si disse.
- Neos, è una del tuo  branco? –
Il lupo, Neos, scosse la testa. – Deve essere nuova. –
- Ce ne eravamo accorti... – precisò Will.
- Potate smettere di parlare di me come se non ci fossi? – Chiese, acida, la ragazza.
.- Lupo, come ti chiami? Quale codice segui? – Neos, gentilmente, le chiese ciò terminando la frase con un sorriso.
La ragazza valutò se dire o meno chi era, ma dopotutto non aveva più molti ricordi, tanto valeva dire almeno il suo nome e il codice.
- Andromaca. Sono Andromaca Weber, e seguo il codice dei Grigi. –
- Tuo padre era Wilhem Weber? - chiese Neos
Lei annuì e il ragazzo si chinò a terra.
- Sempre seguirò l’ordine dei Grigi. Sempre impedirò al mio cuore e al mio coraggio di abbattere l’onore del branco. Sempre proteggerò il nostro capo. Sempre ululerò alla luna. – pronunciò con coraggio e fermezza queste parole alla ragazza... In lei aveva riconosciuto il capo, la stessa autorità e fermezza. Lei era una Grigia fino al midollo.
La ragazza lo guardò stranita : nessuno, in nessuna famiglia, si era mai chinato di fronte a lei. Lei, che era la figlia del capo branco dei Grigi...
- Alzati, o lupo. –
Il ragazzo, sempre tenendo chino il capo, si alzò.
- Oh, tutto  molto commovente... Abbiamo una nuova, dite? –
Una voce a dir poco armoniosa, e piena di sé. Naturalmente ad ogni voce, corrisponde un corpo, vero?  La voce apparteneva ad una ragazza alta, bionda con due grandi occhi grigi. Nella mano destra impugnava un coltello.
 
   
 
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