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Autore: Danny Wright    27/04/2015    1 recensioni
Andy ha 17 anni, ha vissuto per 6 anni come un'emarginata e ora è stata inviata come "carne da macello" in un città piena di Mostri.
Ma chi sono i mostri?
Cosa succede in quella città?
Tra morti, amore e odio, coraggio e paura.
Riusciranno poco meno di dieci ragazzi a far evadere i mostri della città?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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“ CI SONO CERTE REGOLE, CUCCIOLA “ - Stanno... stanno facendo una fustigazione. E’ uno della tua razza. E’ Axel. – Maria si morse il labbro, abbassando lo sguardo. - Che cosa sta succedendo? – Mormorò Andromaca, non capendo a cose si riferissero con "fustigazione"... non che non sapesse cosa fosse. Il primo a rispondere fu Neos. - Non muoverti da qui. - Detto ciò i quattro ragazzi se ne andarono, lasciandola sola. " Sul serio pensano che io me ne stia qui"? A fare un piffero? Se lo scordano proprio. " Pensò. Quelle persone cominciavano a farsi sempre più antipatiche, come se le stessero nascondendo qualcosa. Non le avevano risposto a una sola delle sue domande, o a un suo solo dubbio. Dov’era finita? Si continuava a ripetere che quella era una città, la Città3 come l’aveva chiamata James. James... Ancora un vuoto attorno a lui. Ricordava tutto il suo passato ma non gli avvenimenti di due giorni prima. “ Ma... Da quando ho stabilito che ho conosciuto James due giorni fa ? " Che stesse incominciando a ricordare. Ma non c’era tempo da perdere rimanendo lì, seduta su un’amaca, a riflettere su dove si trovava. Così, facendosi forza si alzò in piedi ma per poco non cadde. Una volta trovata una precaria stabilità si guardò in torno : la casetta aveva appena due stanze, una dove c’erano sei amache e l’altra formata solo da un tavolo e da un armadio con uno specchio. Ci si avvicinò, ammarandosi dopo forse.. Anni? Mesi? Scosse la testa, ci trovò esattamente quello che pensava : una figura magra, forse troppo, con i lunghi capelli biondo sabbia sporchi e striati di nero, i grandi occhi giallo-verdi infossati e cerchiati da occhiaie nere reduci dalle innumerevoli notti insonni; una maglietta bianca e larga contribuiva a far apparire la sua figura ancora più esile e magra. - So... Sono io... – Sussurrò, apparentemente a nessuno. Poi, voltandosi arrivò alla porta di legno scuro : dei profondi graffi ne segnavano la superficie liscia. Un profondo sospetto si insinuò nel cuore di Andromaca. Possibile che Neos fosse... ? Scosse la tesa e uscì, immediatamente fuori venne sorpresa da un urlo, straziante, di chi soffre nel dolore cocente della frusta. Non si accorse minimamente di quanto fosse splendida la Città3. Alzò la testa, e come solo i lupi sanno fare, fiutò l’aria sentendo acuto l’odore del sangue, mischiato al bruciato. “ Axel. Aveva detto Pinky. “ Si ripeté, prima di rendersi conto che stavano ad assistere ad una fustigazione pubblica. Poco dopo, al posto della ragazza c’era un lupo grigio, uno splendido esemplare a dirla tutta. Scattando raggiunse, dopo qualche minuto passando per un muro grigio di ferro arrivò ad una grande area rotonda dove un’intera folla di persone compattate tra di loro non lasciavano vedere più nulla. - Ancora! – Gridò qualcuno, mentre lei riacquistò forma umana. Essendo piccola e minuta si infiltrò nella barriera di persone, raggiungendo Maria e Neos. - Ti avevo detto di rimanere lì. – Scattò Neos. - Davvero? Io non ho sentito nulla. – Maria sorrise divertita, mentre Neos ridacchiava poi, quando i tre rivolsero lo sguardo verso l’evento i loro sorrisi scomparvero. - oh... – Era una... cosa indescrivibile. C’era un ragazzo, dai capelli rossi, con il busto scoperto, la schiena rigata di sangue e dalle frustrate. Ma il suo sguardo era una maschera di dolore e di forza : Andromaca lo trovò addirittura carino. Ma il suo aguzzino lo trovò odioso sin dal primo sguardo. Sapeva che era un rosso : quale persona avrebbe avuto dei muscoli così ben fatti, gli occhi rossi e le braccia piene di tatuaggi? Teneva in mano una frusta di pelle nera con una punta metallica ogni 30 centimetri. Le ribolliva il sangue nelle vene alla vista di quello scempio, tanto che incominciò a ringhiare. Maria stava guardando composta, come una statua di ghiaccio quell’orrore. In quel momento si chiese se mai Axel sarebbe sopravvissuto dopo aver subito 60 frustrate. Si sentì male, perché lei doveva essere sempre fredda? Non bastava il suo potere? Creare ghiaccio e neve non era sufficiente a farla sentire triste, fredda e sola? Abbassò lo sguardo, quando sentì un rumorino vicino a lei, un ringhio sommesso. Alzò lo sguardo e vide la ragazza... Com’è che si chiamava? Andrea? Andy? Mentre cercava di ricordarsi il suo nome, la vide avanzare verso Jake, il boia dei Rossi con sguardo assassino. - NO! Andromaca! Torna qui!! – - Lasciala fare... Vediamo quello che fa. – - Neos è un suicidio... – - Tu lasciala fare. – Maria guardò, con un groppo in gola, la ragazza. Era ad un passo dal ragazzo. Lui si voltò, e lei vide uno sguardo disperato e due grandi e bellissimi occhi verdi. La ragazza si trasformò in un lupo e, saltando, morse il braccio dell’aguzzino facendogli perdere la presa sulla frusta. Ma lei, essendo più leggera anche da lupo, venne scagliata facilmente sul terreno. L’altro ragazzo fumante di rabbia si trasformò in un grandissimo lupo dal manto rosso e bianco. Si avvicinò alla ragazza e le saltò addosso. Entrambi cominciarono a lottare, azzannandosi e dandosi taglia ovunque. Era piccola, non allenata ma forte come suo padre. Maria approfittò del caos generato dalla lupa e corse a liberare Axel, altre quattro persone seguirono il suo esempio : i gemelli Jack e Will, Livia la vampira, Neos il mezzosangue. Solo due di loro erano della sua tribù. Attorno a loro era scoppiata una mini guerra tra loro e i rossi che ormai si erano trasformati in lupi. I quattro le lasciarono libera la strada per raggiungere il ragazzo mezzo morto. “ Se è vivo... Ancora. “ Si ripeteva. Uno dei Rossi la caricò e lei cadde a terra. Si risollevò, gli mise una mano attorno al muso del lupo fino a congelarlo del tutto con il suo strano potere. Una volta liberatasi dal lupo congelato liberò Axel. - Maria? – Chiese lui in un sussurro. - Si sono io. – - chi è la ragazza che ha sfidato Jake? – - Si chiama Andy. – - E’ bella... – - Axel... Torna in te! Non ci puoi pensare ora! Devi alzarti in piedi, dobbiamo portarti via da qui.. Dai... – Lui annuì e, sforzandosi riuscì a rimetterlo in piedi. - Ora appoggiati e fa quello che ti dico. – Il ragazzo si appoggiò sulla sua spalla e lì svenne. - BASTA! – Maria e tutti quanti si voltarono verso Ariel Durmstrang, capo dei Rossi che teneva Andromaca per il collo e le puntava un pugnale al fianco. - E’ inutile che ti sgoli, sai? – Disse la ragazza con tutto il sarcasmo che riuscì a trovare nel suo cuore. - Sta zitta, sporca grigia. – - Come hai detto? – Le spinse la lama contro la pelle. - O taci o muori. – In fin dei conti era meglio tacere. Ariel Durmstrang aveva i lunghi capelli arancioni, raccolti in una coda di cavallo, la pelle chiarissima e un sorriso spaventoso con un certo livello di sadismo. Inoltre la maglia nera e i pantaloni dello stesso colore non giovavano al suo misero aspetto, facendola sembrare ancora più imponente. La ragazza diede un rapido sguardo alla comitiva dei cinque ragazzi : i Fratelli- Teste – Blu avevano legato come due salami due lupi rossi, Neos era atterrato da un enorme lupo rosso, mentre la ragazza con i capelli rossi come il sangue era accerchiata da cinque lupi rossi, Maria sosteneva Axel. - chi sei Grigia? – - Si chiama Andy. – Rispose prontamente Maria - e lasciala è una dei miei. – - Ma, Maria, a quanto mi risulta, nessuno fa parte delle 12 tribù fino a quando non fa l’iniziazione della propria razza. E lei è una Grigia e nuova per giunta, è obbligata a fare l’iniziazione. Poi una tribù la sceglierà. E non so se avrai la supremazia nella scelta, sai c’è solo lei come grigia purosangue. – “ Allora avevo ragione! Neos è un mezzosangue! “ - Allora perché non la lasci libera, Ariel? – - Perché ha ucciso Jake. – Maria la guardò stupita e con ammirazione. - Mi voleva spingere gli artigli nel cuore, poco dopo che sono tornata umana. – - Lo puoi provare? – Chiese freddamente Ariel. - E la maglietta sporca di sangue non ti dice niente Ariellina? – Il capo dei rossi rafforzò la sua presa sul collo di lei, facendola soffocare... - Sto soffocando... Basta... – - Sai ci sono certe regole, cucciola. Ti conviene rispettarle. – Detto questo lasciò cadere la ragazza a terra, che non smise di ringhiare. - Come hai detto di chiamarti? Ricordati è così che qui verrai ricordata per sempre. – La ragazza ci pensò qualche secondo, poi si decise. - Andy. Andy Weber. Sono la figlia di Wilhem Weber, ex capo dei Grigi. – - Mi stai minacciando, cucciola? – - Non sono una cucciola. – Lei scrutò nel suo volto, cercando di leggervi qualcosa. - Andate e sparite. Tra due giorni incomincerà l’iniziazione. – Andromaca si alzò in piedi, dando una mano a Maria. - Sei stata bravissima Andy – Maria diede una mano a portare Axel alla sua tribù, la 7, dopo aver spedito Andy alle 12 insieme a Neos e a Livia. Poco prima di Andarsene acciuffò i gemelli Jack e Will per il colletto della maglietta. - Dove pensate di andare voi due? – - Via? – Rispose Jack... o era Will? - Assicuratevi che Axel rimanga a letto, conoscendolo farà qualche pazzia. Potete fare di tutto con lui, anche incatenarlo a terra. – - Tutto? – Rispose Will o Jack? - Tutto. – Era tardi, sera inoltrata e Andy si era seduta fuori dalla piccola casetta e guardava la luna. Prima si era lavata e i suoi capelli ora biondo dorato risplendevano argentei alla luce della luna. Si teneva le ginocchia con le mani. Quel giorno aveva ucciso un Rosso, ma si era solo difesa. Scacciò dalla mente la sua faccia ringhiante, ascoltando il battito lento del suo cuore. Osservava la città di notte: c’erano alcuni grattacieli lì, al centro... e le casette delle varie tribù anche se ne aveva contate 16 di costruzioni... Poi aveva visto l’argento profilo dell’arena dove prima aveva salvato Axel e aveva osato sfidare il capo dei Rossi. Suo padre sarebbe stato orgoglioso di lei. Si sentiva stanca, stanchissima. Aveva paura a chiudere gli occhi: E se non li avrebbe riaperti mai più? Ma era così stanca... - Bella la luna vero? – Si voltò e vide Axel, il busto fasciato di bianco e il pallido volto ridente. - Immagino di sì. -
   
 
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