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Autore: Marty Andry    28/04/2015    0 recensioni
La storia che tutti credevamo, la storia di Piero, un soldato.
Un soldato che muore, un soldato che porta il nome di tutti gli altri.
Ma in realtà Piero non è morto.
Perché tra quelle spighe di grano ancora verdi, la sua vita altrettanto giovane non poteva spezzarsi.
Perché Piero voleva vivere. E amava.
"Chi ha paura di morire, muore più d'una volta."
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Una storia ispirata alla canzone di Fabrizio De Andrè "La guerra di Piero".
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una statua, nel centro. A Maurini. Piero gliel'aveva promessa, e l'avrebbe fatto. 
Lui ed Annibale scesero di corsa dal treno, seguiti a ruota da Giorgio. Annibale raggiunse subito sua moglie, Immacolata, che portava in braccio Vincenzo, di due settimane. Piero si rifugiò tra le braccia dei genitori, dei fratelli, di Salvo,all'appello mancava solo Teresa. Mentre Giorgio, sentendosi eccessivamente fuori posto, si accingeva a recuperare le valigie. Forse non si erano mai viste tante lacrime tutte assieme. 
Annibale piangeva mentre accarezzava le guance paffute del figlio, che gli sorrideva riconoscendone la figura paterna, e l'uomo, dapprima titubante, lo prese tra le braccia e lo cullò dolcemente. Il cuore di Piero s'intenerì alla vista di quel quadretto, ma ad interrompere quell'estatica contemplazione furono i fratellini e Margherita, che si gettarono su di lui per abbracciarlo. Il ragazzo osservò i genitori,e vedeva, per la prima volta, i segni dell'età che prendevano il sopravvento. La madre lo osservava stanca ma felice, ed insieme al padre controllava che fosse ancora integro, con tutte le ossa al loro posto. Quando le acque si acquistarono, fece cenno a Giorgio di avvicinarsi al gruppetto, e lo presentò loro. 
Salvo, che fino ad allora era rimasto in disparte, gli saltò sulla schiena, mettendosi a cavalluccio. 
<< Tu sei matto! >> gridò Piero mentre cercava di tiragli uno scappellotto, invano.
<< Vieni, ti porto dalla bella. >> scherzò.
<< Devo preoccuparmi? >>
Fece un gesto come per rassicurarlo e lo portò a casa di Teresa.
<< Cosa si dice da quelle parti? >> chiese l'amico.
<< Mi prendi in giro? >> chiese irritato.
Salvo alzò gli occhi al cielo. 
Teresa sedeva sugli scalini, stretta in un cappotto di panno, ad aspettare il ragazzo. I capelli, mossi dal vento, si attorcigliavano in piccoli vortici ramati, ed alcuni le coprivano gli occhi persi nel vuoto. Alzò lo sguardo e vide la figura di Piero a qualche metro da lei. Scattò in piedi, il ragazzo si fermò, immobile. Venne scosso da un fremito, sentì il sangue scorrere nelle vene e la vista sembrò oscurarsi per pochi secondi. Teresa aspettò che lui le facesse ascoltare il battito del suo cuore prima di abbandonarsi ad un pianto liberatorio. Piangeva e si sentiva libera dall'angoscia che la opprimeva, da tutto quel male che regnava attorno a loro. Piero le asciugò le lacrime, prima che scoppiasse anche lui, e ispirò a fondo il suo profumo, quanto gli era mancato! 
Salvo, raggiunto da un suo cugino, si dileguò lasciandoli soli.
<< Mi sei mancato. >> 
<< Anche tu. >>
Quasi tre mesi lontani e tutto ciò che riuscivano a dirsi erano sì e no due parole. 
Ma perché parlare, sommergersi l'un l'altro di promesse, se in fondo agli occhi di Teresa bruciavano quelli di Piero? 
Solo allora, solo in quel momento si sentì a casa. Mentre si specchiava negli occhi lucidi di lei, capì che, in realtà, non era mai andato via. 
Teresa lo trascinò in casa per permettere anche ai suoi genitori di salutarlo. Cosimo lo abbracciò così forte da avere il viso più paonazzo del solito, gli occhi lucidi dalla contentezza. Invece la moglie, fredda, si era limitata ad una carezza sull'avambraccio. Piero non volle farci caso e le sorrise amabile. Rita sembrò essere serena, per una frazione di secondo, il tempo di tornare la rigida donna di casa che era sempre stata. 
<< Devo chiederti una cosa. >> disse Teresa sottovoce.
Piero si chiuse la porta della sua camera da letto alle spalle e si sedette sul tappeto accanto alla ragazza. Questa iniziò a frugare nelle tasche della gonna e tirò fuori un foglietto spiegazzato. Piero lo riconobbe subito, era il documento di Schmidt, l'uomo tedesco. Lui sentì qualcosa che saliva dallo stomaco, ma si trattenne. Ricordava nitidamente quel pomeriggio. 
<< Avevo pensato di scrivergli. Nel senso, cercare un indirizzo, qualunque cosa è metterci in contatto con la famiglia. >> propose Teresa. 
Sentì improvvisamente di avere la mente annebbiata, non doveva pensarci. 
<< Sì, sono d'accordo. Lo faremo, promesso. >> ripose confuso. 
Si creò un silenzio imbarazzante e, non sapendo cos'altro fare, le prese il viso tra le mani ruvide e la baciò lievemente. Quella sensazione gli era mancata, il sentirsi estraniato dal resto del mondo.
<< Devo dirti un'altra cosa. >> mormorò, arrossendo. 
Il cuore di lui perse qualche battito, mille pensieri iniziarono a vorticare nella sua giovane mente. Gli disse che aveva preso un diploma ed ora insegnava in una scuola elementare in un paesino vicino. Piero sospirò e, rallegratosi, la baciò ancora una volta. 
<< Quasi ogni mattina devo prendere il treno, ma ne vale la pena, davvero. >> commentò. 
<< Almeno così ti distrai un po'. >> disse Piero mentre le passava una mano tra i capelli.
<< Veramente non molto. >> sorrise, << vedo tutti quei bambini e inevitabilmente ci penso. >> 
La strinse a sé e le baciò la tempia. Il sole era solo una sfera luminosa appena visibile da dietro le nuvole grigiastre. Non avrebbe piovuto, ma soffiava un fastidioso ed umido vento di scirocco. 
<< Sarà meglio che vada giù a dare una mano, altrimenti tua madre penserà che sua nuora sia una scansafatiche. >> scherzò.
Teresa si alzò e fece per uscire, ma in quel momento entrò il padre di Piero, seguito da Giorgio Maurini.
<< Oh scusatemi, >> esclamò imbarazzato << non volevo... >> 
<< Tranquillo, non importa. >> lo rassicurò il ragazzo, << Accomodati pure. >> e gli indicò la porzione di tappeto libera accanto a lui.
<< Spero non ti stia scandalizzando! >> scherzò
<< Assolutamente, sei fin troppo gentile. >> ripose, timido. 
<< Comunque, >> sospirò Piero, tentando di distendere l'atmosfera << lei è Teresa. Teresa, lui è Maurini. >> 
<< Giorgio. >> sottolineò in maniera scherzosa. << E quindi tu sei la famosa Teresa che gli toglie il sonno, eh? >> 
La ragazza arrossì vistosamente e prese a tormentare l'orlo della gonna. 
In quel momento il padre di Piero comparve di nuovo ed annunciò che il pranzo era quasi pronto. Li aspettava una lunga tavola imbandita: il pane di Ninetta, il sugo di Rosalba, il vino del padre di Teresa, le cartellate di Immacolata. 
A capotavola, Cosimo si alzò per proporre un brindisi. Sollevò in alto il bicchiere di vetro con del vino e disse a voce alta << A Piero, Annibale e tutti noi, mille di questi giorni! >>
Fu tutto un'esplosione di allegria e si udiva solo il tintinnio provocato dallo scontro dei bicchieri. In braccio ad Immacolata, il figlio di Annibale pianse a causa di tutto quel trambusto, ma il pianto di un bimbo affamato non riuscì a rovinare quel piccolo momento di spensieratezza.
  
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