Vorresti essere a casa. 
Ti sembra di non aver mai più messo piede a Liverpool da secoli e devi tornare così indietro nel tempo per ricordare l'ultima volta che hai portato Dhani per le strade della tua infanzia raccontandogli un aneddoto per ogni posto che gli mostravi, mentre tu eri più entusiasta di un bambino, ma il bambino era lui e ti regalava un sorriso sdentato capace di scaldarti il cuore.
Hai mai pensato a Liverpool con rabbia? Sì, l'hai fatto. Sentire nominare Strawberry Fields ti dona sempre un brivido di frustrazione e di amarezza e sapresti anche dire quando ha cominciato a farti quest'effetto.
Hai mai pensato a Liverpool con nostalgia? Sì, l'hai fatto. Non lo ammetteresti mai, ma Liverpool non ha mai lasciato la tua mente.
Non vivi più a Liverpool da tempo, ormai ma Liverpool è ancora casa tua: potresti entrare nella tua scuola, trovare la tua aula e il banco dove usavi sederti, percorrere Penny Lane ad occhi chiusi, ricordare il lettino in camera tua  dove ti eri sepolto  quando un insegnante era stato troppo duro con te e non ti aveva risparmiato un livido sul polso che avevi cercato di nascondere ai tuoi genitori in tutti i modi, ma che tuo padre aveva scoperto e dopo averti sgridato mentre del malcelato affetto tradiva la sua espressione, si era affrettato a dirne quattro a chi si era permesso di ferire quel suo figlio tanto timido e tranquillo quanto solare ed esuberante.
Qualcuno ti stringe la mano, riconosci quella stretta che sa di Liverpool, che profuma di casa. Non ti sforzi di aprire i tuoi occhi color cioccolato perché sai bene che quella luce del sole che hai tanto amato e di cui nei tuoi primi inverni di bambino inglese hai sentito la mancanza ti ferirebbe, ma sorridi al vuoto.
Liverpool per te è sempre stata Paul.
Non c'è un tuo ricordo ambientato a Liverpool che non ti riporti inesorabilmente a Paul, alla tua chitarra scordata in contrasto con il suono perfetto del suo basso, ai suoi occhi da cerbiatto neri come l'inchiostro e l'ottimismo che vi regnava dentro.
Dopo che avete fatto la guerra, dopo che vi siete gridati contro fino a perdere la voce, dopo che vi siete accusati e chiesti scusa a vicenda, sei con lui per l'ultima volta  e stai ancora accarezzando e stringendo la sua mano.
Accenni un sorriso e pensi che la matematica non è mai stata il tuo forte, ma Paul profuma di Liverpool, Paul è uguale a Liverpool. 
Non hai dubbi su questo.
Appanni gli occhi, mentre continui  a seguire un sogno mai interrotto.
Le luci scompaiono.
I suoni sembrano vuoti.
Respiri per l'ultima volta, ma la mano di Paul è ancora nella tua, perché vorresti essere a casa, perché Paul profuma di Liverpool, perché Paul è Liverpool, e Liverpool è casa. 
Paul è casa e tu sei a casa, George.


Note dell'autrice.
Pochi sanno che Paul McCartney tenne la mano di George per cinque ore poco prima che venisse a mancare, in una casa messa a disposizione proprio da Paul.
Dhani racconta che George non poteva più uscire di casa nell'ultimo periodo perché sopra casa sua c'erano gli elicotteri che volevano paparazzarlo mentre stava morendo di cancro, questo è il motivo per cui George non è mancato a casa sua.
Nulla, ringrazio per eventuali recensioni.

D.