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Autore: Lely1441    29/12/2008    11 recensioni
Sam Uley è da sempre collegato con due nomi, quello di Leah Clearwater e di Emily Young. Questa fic vorrebbe pretendere (ma non lo fa) di sapere come siano andate le cose con l'imprinting di Sam.
"Amavo la mia forte, determinata e bellissima Leah. Eravamo fatti per stare insieme. Come sarebbe potuto essere altrimenti?"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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See Who I Am




In quel momento dimenticai come respirare, sconvolto dal sangue che sgorgava dai lunghi graffi sul viso di Emily e soprattutto all'idea che a provocarle quelle ferite fossi stato io.

«Sam...»

Fu quando vidi i suoi occhi velarsi e rovesciarsi all'indietro, che capii che dovevo darmi una mossa. La presi in braccio e la riportai sul sedile accanto al guidatore, mentre mi rimettevo al mio posto e la macchina si riavviava con un ruggito, quasi avesse capito la gravità della situazione anch'essa.

Sinceramente, non ho idea di come sia riuscito a raggiungere la casa di Joe in quelle condizioni; tra la pioggia, la strada pressoché impraticabile, il tremore di una nuova trasformazione in arrivo e l'oggetto del mio Imprinting svenuta accanto a me. Quando arrivai a destinazione, parcheggiai selvaggiamente l'auto e mi fiondai verso la porta con Emily tra le mie braccia, battendo furiosamente il pugno contro la cornice della porta.

Il vecchio aprii la porta, e sgranò gli occhi a quella vista. Poi mi fece entrare, senza dire una parola.


«Appoggiala lì.»

Il vecchio Joe era uno dei famosi anziani che mi si erano affiancati durante il mio periodo di trasformazione; fra tutti, era quello di cui avevo maggiore fiducia. Mi ero diretto a casa sua senza neanche pensarci, seguendo un impulso irrazionale. L'uomo era uno dei principali cardini della precedente generazione, e di conseguenza il più rispettato di tutti. Guardandolo trafficare intorno ad Emily e la sua sicurezza, riuscii a capire perché.

«Com'è successo? Lei...?»

Lo precedetti con un sospiro.

«Lei sa. Io ed Emily... Io ho avuto l'imprinting.»

«Con lei. E l'altra, la Clearwater? Lo sa?»

Lasciai cadere il discorso, senza avere il coraggio di rispondere. D'altronde, cosa avrei potuto dire? Se ripensavo alla scena in macchina...

«Comunque non è nulla di grave, Sam. Di certo non morirà.»

Respirai di sollievo, mentre lo aiutavo a pulire la ferita con un unguento indiano, una cosa che ormai i ragazzi Quileute sottovalutano persino troppo.

«Però io ti avviso, ragazzo mio... Rimarrà sfigurata. Per sempre.»

Le mie mani si bloccarono a metà di uno sfregio.

«No... No!»

Di colpo l'orrore di quello che avevo fatto mi assalì di nuovo, serrandomi la gola con forza e facendomi lacrimare gli occhi. Con la vista annebbiata, notai lo sguardo di compassione che Joe mi lanciò, così mi girai e sferrai un pugno contro un muro. Inutile dire che rimase il segno scolpito sulla superficie.

«Sam, calmati. Ragiona. Non è stata colpa tua, capito? Sono cose...»

«Sono cose che succedono? Stavi per dire questo? Sono cose che succedono che un ragazzo diventi un mostro per colpa di alcuni schifosi succhiasangue che neanche conosce, tradisca la sua donna e si innamori della cugina, finendo per rovinarle la vita?»

Era la prima volta che mi lasciavo andare ad uno sfogo del genere, soprattutto in presenza di terzi. Notando il mio nuovo tremolio, l'uomo mi fece cenno di sedermi, mentre lui continuava a bendare con precisione chirurgica Emily.

La mia Emily.

La stessa donna che ormai avevo perso per sempre.

«Sam, è giusto che la tua rabbia sia orientata verso... Verso i Freddi. Nessuno ha colpa per ciò che le antiche divinità ci abbiano assegnato, dico bene? Il fatto che tu riesca a trasformarti in lupo è un dono per la nostra tribù. Sei stato il primo, perché ne verranno altri, stanne certo, e come tale hai il dovere e l'onere di difenderci tutti. Emily...»

Prese fiato, cercando di trovare le parole giuste.

«Emily è stata scelta dall'Imprinting, è stata designata come tua accompagnatrice. Questo significa che era già nei piani che lei potesse correre qualche rischio. Ma che comunque non si sarebbe mai e poi mai tirata indietro.»

Fissavo quelle bende candide, chiedendomi quanto dovessi fidarmi in realtà di quel discorso, alle mie orecchie assurdo. Joe si alzò in piedi, deponendo stoffe, unguento e forbici su un tavolino vicino all'entrata.

«Sam, lei non ti può odiare. Ma non perché l'Imprinting la costringe a non farlo. Perché lei non potrebbe comunque farlo, perché capirebbe sempre le tue ragioni. Ecco il significato essenziale dell'Imprinting.»

Si diresse con passo stanco verso le scale che conducevano al piano di sopra, prima di girarsi a guardarmi:

«Avanti, prendila e aiutami a sistemarla di sopra. Sono troppo vecchio per certe cose.»

Quella notte passò così, Emily addormentata in un letto non suo, io che non smettevo di vegliarla un attimo, e il vecchio Joe che faceva la spola per controllare come stesse.


Emily riprese via via colore, e la prima cosa che fece quando mi vide lì accanto a lei fu sorridermi. Con un grosso groppo in gola, le spiegai la situazione, contorcendo nervosamente la piega del lenzuolo che spuntava da sotto le coltri.

Non avevo rovinato solo il suo bellissimo viso, le avevo maledetto l'esistenza. Alla fine fu troppo anche con me, e cominciai a singhiozzare, tenendomi il volto tra le mani, senza il coraggio di guardarla. Sapevo che lei si stava tastando il viso, alla ricerca di quelle cicatrici profonde che l'avrebbero deturpata ormai per sempre. Non riuscii a far altro che mormorare come una litania una sequela ininterrotta di scuse, quando una mano tiepida mi afferrò gentilmente il polso. La fissai esterrefatto, e di nuovo il suo sguardo valse più di mille parole, proprio come durante quella notte maledetta.


Rimanemmo rintanati in quella casa due giorni interi. I miei genitori sapevano già tutto sulla mia condizione, e furono d'accordo con me che rimanere lì fosse la scelta più saggia. Però bisognava avvertire Leah e la sua famiglia. Eravamo spariti insieme, per ben due giorni.

Ci avrebbe ammazzato.


«Puttana! Sei solo una puttana!»

«Leah, ti supplico, non è stata colpa nostra!»

«Ah no?»

Leah si girò verso Emily con uno sguardo da folle. Mi aspettavo che da un momento all’altro l’avrebbe assalita, ma in quel caso ero già pronto a difenderla.

«Leah, modera i termini.»

Sapevo che era furiosa. Era stata tradita dal suo ragazzo e da sua cugina, una delle sue amiche più care, e tutto questo in una volta sola. Non era a conoscenza dell’Imprinting, e probabilmente mai ne avrebbe saputo nulla. Provai una stretta al cuore a questo pensiero. Avrei perso l’unica giustificazione del mio comportamento ai suoi occhi.

«Leah, mi spiace veramente. Non so cosa mi sia preso, te lo giuro. Ma ti prego, lascia fuori da questa storia Emily, lei non c’entra.»

Leah ci guardò, ancora ansante per lo sforzo fatto nell’urlarci contro tutto il suo rancore. Ci guardò per degli istanti interminabili, e mi sentivo bruciare sotto quello sguardo. O era solo il senso di colpa che provavo unicamente pensando a lei?

«Andatevene al diavolo. Tutti e due, mi fate schifo.»

Se ne andò sbattendo la porta dietro di sé, voltandosi in fretta per non fare vedere le lacrime che scorrevano sul suo volto, senza alcuna possibilità di conforto, ora che era stata tradita dalle persone che amava di più. Mi chiesi come avrebbe fatto ad andare avanti ora, a chi si sarebbe rivolta per lenire il suo dolore. Ma la risposta era già lì, chiara come quelle lacrime che io avevo visto.

Non avrebbe avuto nessuno, solo sé stessa. Quanto stavamo pagando per la venuta di quei dannati vampiri?

Emily mi fissò disperata, mentre le cingevo le spalle con un braccio e le facevo poggiare la testa sul mio torace, per rassicurarla. L'improvviso rumore di qualcosa che andava inesorabilmente distrutto ci fece sobbalzare entrambi. Corsi fuori della stanza, solo per trovare il tavolino con i medicinali rovesciato a terra, i soprammobili in frantumi. E la porta aperta, che continuava a cigolare sui propri vecchi perni, quasi un simbolo di tutta quella disperazione.

Tornai da Emily, e la trovai che fissava distrattamente verso la finestra, senza vedere realmente la pioggia che cadeva sul vetro. La visione di lei, nella camicia da notte della figlia di Joe che ormai non abitava più lì, troppo grande per il suo fisico minuto, mi strinse il cuore.

«Emily...»

Poi capii perché mi stava nascondendo il volto, anche lei stava piangendo per la sorte immeritata che era capitata a Leah.

«Sono un mostro, sono un mostro

La cullai, mentre un sorriso amaro si faceva largo sulle mie labbra.

«Se tu sei un mostro, io cosa dovrei dire allora?»

Emily mi guardò, coprendosi la bocca con una mano.

«Non... Non intendevo questo! Tu non hai colpe, ma io ho fatto del male volontariamente a Leah...»

«Non dire così... L'Imprinting è un fenomeno di cui non puoi essere colpevole...»

Emily mi guardò profondamente.

«L'Imprinting non c'entra quando dico che non potrei comunque separarmi da te.»

In quel momento sentii la profonda differenza che segnava il mio rapporto con lei da quello con la cugina. Mentre la baciavo e la stringevo a me, capii.

Emily era riuscita a vedere oltre a Sam, aveva visto il licantropo.

E non ne era fuggita.

L'Imprinting non bastava a spiegare la straordinarietà di questa ragazza.










[Come into my world,
See through my eyes.
Try to understand,
Don't want to lose what we have.

See who I am,
Break through the surface.
Reach for my hand,
Let's show them that we can
Free our minds and find a way.
The world is in our hands,
This is not the end.]


[Vieni nel mio mondo,
Guarda attraverso i miei occhi.
Cerca di capire
Non voglio perdere quello che avevamo.

Guarda chi sono io,
Apri un varco attraverso la superficie.
Raggiungi la mia mano,
Facciamo vedere loro che noi possiamo
Liberare le nostre menti e trovare una via.
Il mondo è nelle nostre mani,
Questa non è la fine.]





[I'll come into your world,
See through your eyes.
I'll try to understand,
Before we lose what we have.

Verrò nel tuo mondo,
Vedo attraverso i tuoi occhi.
Cercherò di capire,
Prima di perdere quello che avevamo.]

See Who I Am, Within Temptation





[The End]




Ho inserito il tema dell’odio di Sam verso la famiglia Cullen, perché secondo me va oltre il semplice disgusto che possono provare i licantropi contro i vampiri. Se i Cullen non avessero più rimesso piede a Forks, le storie sui licantropi sarebbero rimaste, appunto, storie. Niente Imprinting, niente tradimenti... Chissà come sarebbe andata.

Ringrazio ancora tutti i commentatori, e ho una preghiera da fare a coloro che mi aggiungono ai preferiti senza nemmeno lasciare un commento: per favore, smettetela. Non mi interessa, sinceramente, finire nei preferiti di qualcuno senza sapere cosa ne pensa veramente, preferisco di gran lunga avere una vostra impressione per iscritto. Se mi volete tra i vostri preferiti per favore commentate. Altrimenti pace.

Grazie a tutti coloro che mi ascolteranno ^^

Kissoni!

   
 
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