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Autore: Exodus    29/12/2008    7 recensioni
Alla vigilia della battaglia di Karakura, Stark è costretto a darsi delle risposte...
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Inoue Orihime, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Ahimè, non possiedo Bleach (anche se mi piacerebbe). Il manga e tutti i suoi personaggi sono farina del sacco di Tite Kubo. Questa è la prima fanfiction che scrivo, quindi... vi prego, non massacratemi troppo! Complimenti e critiche sono benvenuti, se prima disattivate il Cap Lock.
Il personaggio di Stark mi ha sempre affascinato, sarà perchè condividiamo lo stesso stile di vita (letto, prendere un tè in compagnia, poi ancora letto, poi ancora tè...) Prima che Tite ci sveli qualcosa di più su di lui, ho voluto dare spazio all'immaginazione.
Contiene Spoiler, per chi segue solo le uscite italiane!


Capitolo 1
Night Side of Abduction II, A Sloth's Thoughts

La speranza è il sogno di chi è sveglio.
                                                               (Aristotele)


Naturalmente non mi aspetto che ci credano. In realtà, non so neppure perché l’ho detto: non è da me sprecare parole, soprattutto per gente che tra poche ore sarà carne da macello… eppure, mi sento a disagio. Questo genere di cose non mi si addice affatto: anche ora, prima di una battaglia di queste proporzioni, sentire questa ragazza che mi stringe, sul suo viso i solchi di lacrime da poco asciugate (ecco, sto diventando di nuovo poeta)… non posso farci niente, mi ricorda troppo Lilinette. Anche se Lilinette non è così fornita sul davanti. Anche se in questa situazione lei starebbe urlando e scalciando come una matta, mirando fastidiosamente in basso. Anche se…

Poteva mandare Barragan. Poteva mandare Halibel, che ha un Sonido più veloce del mio. E lo sapeva, naturalmente, che odio avere a che fare con le donne: lui conosce tutto quello che accade qui dentro, tutto ciò che si muove e respira, i nostri pensieri, le nostre piccole rivalità… e di certo sapeva anche quello che sarebbe successo. Dopo la morte di Aaroniero, ci ha convocati immediatamente: solo noi tre, e le rispettive Fraccion. Szayel Aporro, Zommari, Grimmjow, persino Nnoitra, nonostante lo detestassi per quello che… quella volta… aveva cercato di fare: la loro morte era dunque necessaria, Vostra Eccellenza? Forse persino preventivata, per darci il tempo di chiuderli tutti qui, decapitando il Gotei 13?

Insomma, i miei pensieri non erano troppo allegri mentre percorrevo in un lampo i corridoi deserti e le aule vuote di Las Noches, diretto alla Sala del Trono. Ad un certo punto si rimise a piangere, il che rese tutto ancora più penoso: per qualche motivo, continuava a sussurrare qualcosa come fragola, o lampone, con un tono da spezzare il cuore, se ne avessi ancora uno. Invece, avevo una missione da compiere, e nonostante la mia posizione, non avevo alcuna voce in capitolo.

Per qualche motivo, un pensiero assurdo mi attraversò la mente mentre rallentavo il passo: mi chiesi se non era il caso di portarle delle fragole dalla dispensa, nella speranza di consolarla…

Tipico di te, Stark disse la voce di Lilinette nella mia testa. Girare la testa dall’altra parte e rimetterti a dormire, come al solito. Se attivi il cervello e ripensi al meeting di ieri pomeriggio, ricorderai che Fragola è il nome di quel ragazzino che ti ha quasi fatto il pelo là fuori, ed è per lui che questa frignona sta piangendo, non perché vuole una macedonia. La verità è che tu sei quello che ne capisce di più tra gli Espada, e nonostante ciò non hai le palle per fare quello che è giusto,e cioè aiutare DAVVERO questa ragazzina: che aspetti? Nessuno se ne accorgerà per qualche minuto: hai tutto il tempo di uscire da Las Noches, aprire un Garganta di fortuna e trasferire lei e Fragola in uno sperduto villaggio del Tibet. Nemmeno Aizen riuscirà più a trovarli. Ecco! Non fermarti a questa porta! Corri!

Mi fermo, invece. Fino a stamattina Lilinette non mi ha mai messo al corrente di avere poteri telepatici, quindi posso solo immaginare di stare ascoltando… qualcosa che ho messo a tacere molto tempo fa. E comunque, mia cara, convinciti che giusto ed ingiusto sono solo illusioni della mente: non esiste qualcosa come la giustizia. Se questa ragazza avesse solo due taglie in meno, le fragole non mi sarebbero neppure venute in mente. Ecco.

Motivo che spiega ampiamente anche perchè l’ho posata a terra con dolcezza, rivolgendole uno sguardo che speravo sembrasse amichevole prima di bussare all’enorme portone di bronzo; la risposta si è fatta attendere per qualche secondo. Lei non ha smesso un attimo di piangere, e io ho cominciato a spostare il peso da un piede all’altro…

Le porte sono enormi, massicce, senza decorazioni: resta per me un mistero come possano aprirsi silenziosamente, senza ruotare su cardini visibili. La sala del trono è enorme, e fredda: una lunga scalinata appare attraverso la fessura tra i battenti, rivelando a poco a poco l’enorme abisso che la circonda: il trono di Aizen si erge nel vuoto, a centinaia di metri dal terreno. Davvero, il cielo è una fissazione per quest’uomo… non Vi fermerete mai, vero? Non finchè potrete volgere lo sguardo all’insù, non finchè ci sarà qualcosa più alta di Voi… I vostri passi poggiano su una scala di cadaveri, ma voi non sentite l’odore della morte… No, un Dio non si preoccupa delle anime che annienta. Un Dio non guarda mai in basso, giusto?

Poi il suo reiatsu si è manifestato: nonostante si trattenesse, e molto, era come essere investiti da un getto d’acqua. Gelida.

Lei ha smesso all’istante di singhiozzare: non mi andava più di guardarla, ma immagino che sul suo viso la tristezza abbia lasciato il posto al terrore.

“Ah, Stark. Bentornato. Sono lieto di vedere che hai ritrovato la nostra ospite: eravamo molto preoccupati! Grimmjow è stato veramente indelicato, imperdonabile a trattarti così, piccola Orihime. Ti prometto che una cosa del genere non si ripeterà. La tua presenza è troppo importante per noi… ma ti prego, entra. Stiamo finendo gli ultimi preparativi.”

Orihime non ha risposto, tenendo lo sguardo fisso a terra... Gocce di sudore le imperlavano la fronte, e sembrava non aver neppure sentito.

“Orihime… temo che non ci rimanga molto tempo. Devo chiederti di essere più sollecita.” E’ stato un attimo: una sfera di reiatsu quasi solida le si è avvolta addosso, e il suo corpo è scattato in piedi come per una scossa elettrica: barcollando, ha fatto un paio di passi in avanti, lo sguardo assente… prima di crollare, faccia avanti.

E’ stato un riflesso incondizionato: i miei piedi si sono mossi da soli. Prima di accorgermene, mi ero fatto avanti per sorreggerla, evitandole di cadere in ginocchio. Sembrava non pesare nulla: per un attimo i nostri occhi si sono incontrati, ma li ho distolti subito.

Non sperare che ti prenda in braccio. Ho sonno. E soprattutto non parlare. Non chiedere nulla. Non ti aspettare aiuto da me. Lasciami stare, ho già abbastanza guai per questa storia dell’Oken…

“…………”

Brava ragazza. Non ha detto niente. Così, prima che Aizen si spazientisse ulteriormente, l’ho spinta in avanti. Siamo entrati.

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Benché non sia credente, e benchè gli interrogativi di natura religiosa mi lascino spesso con un forte mal di testa e voglia di ficcare la testa sotto il cuscino, le religioni mi hanno sempre interessato, anche prima che la maschera si spezzasse: ho sempre trovato… interessante il modo in cui gli esseri umani si ostinano ad adorare dei che essi stessi si creano: in più di duemila anni, ho visto sorgere e tramontare più di un dio dalla testa di falco o di cane, nascere e morire migliaia di sacerdoti… eppure, vedere come l’uomo si ostina a cercare, ad interrogarsi…

Pfff….vogliamo dire, piuttosto, che sei invid…

Voglio dire che certe battute mi vengono spontanee. Ho conosciuto la religione cattolica grazie a Dordonii, e da allora non posso più vedere questi tre riuniti senza dovermi trattenere dal ridere: pericoloso, perché non è saggio dare ad Aizen l’impressione di starlo prendendo in giro.

Sosuke Aizen, l’onnipotente, che presto sarà signore del cielo e della terra: il Padre. Ichimaru Gin, il Figlio, che esegue sulla terra la volontà del padre; e Kaname Tosen, lo Spirito Santo: si sa che c’è, ma nessuno ha ancora capito cosa ci stia a fare.
La Santissima Trinità: l’uno a destra, l’altro a sinistra del trono. Mi chiedo se dopotutto non sia un effetto studiato: Sua Eccellenza adora ricorrere a questi trucchetti scenografici...

Mi sono inginocchiato velocemente sotto il suo sguardo impenetrabile, mentre Gin mi faceva dono di uno dei suoi sorrisi inquietanti: forse lo stesso pensiero divertiva anche lui… ma io non avevo proprio voglia di ridere, in quel momento. Con lo sguardo rivolto al pavimento, la mia mente lavorava frenetica ad una scappatoia… finchè, ad un tratto, l'idea mi colpì: ma certo! Forse C’ERA un modo per sottrarsi a quel casino… per sfuggire al bagno di sangue e, incidentalmente, per mettere a tacere almeno un po’ i miei sensi di colpa verso il fagotto tremante alle mie spalle…

“Ottimo lavoro, Stark. Ti ringrazio. Ora… non credi di avere qualcosa di urgente da fare? I Garganta si apriranno tra pochi minuti, e gradirei che foste tutti al vostro posto per quando inizierà la battaglia…”

O la va, o la spacca, ho pensato allora. Senza nemmeno alzare il viso, e cercando di mantenere un tono di voce casuale, ho giocato la mia ultima carta : “Vostra Eccellenza… se permettete, non sono certo che sia saggio lasciare Las Noches incustodita. Le sole Exequias non sono in grado di fermare invasori del grado di capitani. Forse uno di noi dovrebbe rimanere qui, per assicurarsi che non facciano ulteriori danni alle strutture… sono sicuro che Barragan e Halibel saranno più che sufficienti a gestire la situazione, là fuori. Io e Lilinette potremmo restare, e tenere la posizione fino al vostro ritorno…”

Fu la vocina di Ichimaru ad interrompermi… sembrava piuttosto divertito. Merda. “Oh, non preoccuparti per questo, signor Numero Uno. Ulquiorra-san ha già accettato di occuparsene, e il Capitano Aizen ha riposto in lui la massima fiducia. Difenderà lui Las Noches mentre noi siamo via!”


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Per un attimo ho creduto di aver sentito male. Ho alzato lentamente lo sguardo, sperando di aver frainteso. Per lo spazio di un pensiero, ho pensato che li avrei visti guardarsi tra loro e scoppiare a ridere, e avrei riso anch’io, facendo finta che fosse uno scherzo divertente…

Non scherzavano. Sorridevano, questo sì. Aizen, con le labbra appena increspate: ad Ichimaru ormai il sorriso arrivava alle orecchie. Non potevano fare sul serio.

“U-Ulquiorra? Ma… è ancora imprigionato nella Negacìon… e poi… da solo? Vostra Eccellenza, tra gli invasori ci sono quattro Capitani! Non potrà mai fare fronte da solo ad un gruppo di quelle proporzioni! Vi prego, consentitemi di…”

“La tua preoccupazione ti fa onore, Stark… Ma spero non vorrai spingerti tanto in là da mettere in questione il mio giudizio.” ribatté, alzandosi lentamente dal trono ed allontanandosi senza degnarmi di un altro sguardo, diretto all’altra estremità della sala. Rumori stridenti cominciavano ad udirsi attraverso i muri: Las Noches si preparava ad aprire i Garganta. “Sarei molto, molto deluso se la mia Cuarta Espada non fosse in grado di tener testa ad una decina di intrusi feriti e disorientati! Proprio ora sta spezzando gli ultimi fili della Negacìon… trattandosi di Grimmjow, il lavoro è stato fatto con una certa approssimazione. Sinora, è stato lui ad occuparsi della nostra piccola Orihime, e ritengo che sia il più adatto per tenerla in custodia. D'altra parte il vecchio Yamamoto, se lo conosco bene, avrà schierato i miei restanti ex-colleghi al completo: sono una forza che sarebbe un errore sottovalutare. Tu sei la mia spada più affilata, e la migliore garanzia di vittoria. Ho bisogno di te là fuori."

La luce nella stanza intanto si è fatta più intensa: una sottile crepa cominciava ad aprirsi nel tessuto dello spazio, verso la parete di fondo.

Dunque, era così. Anche Ulquiorra era diventato una pedina sacrificabile: certo, avevo considerato questa possibilità, dopo che si era fatto raggirare in quel modo da Grimmjow… ma pensare che proprio lui, così fedele, così totalmente dalla sua parte, potesse essere gettato via come una scarpa vecchia… costituiva una prova ulteriore di quanto poco valessimo agli occhi di quest’uomo.

Ulquiorra… perché questo non mi lascia indifferente come dovrebbe? Voglio dire, è un’eternità che non ci parliamo neppure, io e te. Che abbiamo preso ad evitarci, se ci incrociamo in un corridoio. Era inevitabile: le nostre opinioni sono troppo divergenti, ormai. E tutto sommato, sarebbe un eufemismo anche chiamare amicizia quello che ci accomunava fino a poco tempo fa… Eppure, e non so perché, non posso accettare che tu muoia. Sei un legame, e Dio solo sa quanti pochi legami mi rimangano… e perché mi ostini a considerarli importanti.

Ho alzato un braccio in una supplica disperata: “ Vostra Eccellenza… vi supplico di…”

“Stark… ora stai cominciando a indispormi. Per l’ultima volta, TI PREGO di prendere il tuo posto e dare esecuzione al piano, come concordato. Se tardiamo ulteriormente, qualche topolino alla fine potrebbe farsi vivo…”

Disprezzo. Sufficienza. Mi è stato chiaro una volta di più che questo era il meglio che potevo sperare di ottenere da questo sedicente Dio. Lasciare Ulquiorra qui era un vero e proprio assassinio… e l’ultimo di una lunga lista. Per un folle attimo, ho considerato la possibilità di cedere all’ira che ho sentito montare dentro di me. Se mi fossi lanciato contro di lui mentre era voltato, non avrebbe avuto il tempo di evocare Kyoka Suigetsu: e una volta che IO avessi effettuato il rilascio, la presenza di Gin e Tosen non avrebbe più fatto alcuna differenza. Forse ce l’avrei fatta… ma la mia mano non si è stretta attorno alla Zanpakuto. Non posso farlo.

E perchè no?

Perchè... no.

Che fottuto codardo. Sei la Primera Espada, per l'amor di Dio! I tuoi poteri non sono poi così distanti dai suoi! Se ti sta così tanto sull'anima, tira fuori i... e ammazzalo, una volta per tutte!

Ho preso appunto mentalmente di lavare a Lilinette la bocca col sapone, anche se non era veramente lei a parlare. La rabbia bruciante se n'era andata, veloce com'era apparsa... mi resi conto che l'ultimo ordine di Aizen non richiedeva risposta. In effetti, la sconsigliava. Il vento ora si riversava impetuoso nella stanza attraverso l'apertura grigia sopra di noi, scompigliando i capelli e gonfiando i vestiti.

Buona fortuna, Ulquiorra. Fà del tuo meglio per restare vivo, o Yammy sarà rattristato. E buona fortuna anche a te... Orihime.

Mentre le passavo accanto, mi sono reso conto che aveva smesso di piangere. Nei suoi occhi luccicavano ancora delle lacrime, ma si era fatta improvvisamente più risoluta: mi ha restituito uno sguardo incerto, prima di tornare a fissarlo sulla scena che si svolgeva poco più in alto. Mi ha sorpreso, in un certo senso...

Forse dopotutto è più coraggiosa di quanto sembra. E forse, anzi, di sicuro dimostra più palle di te. Forse dovresti cominciare ad indossare la gonna anche tu. Tra le altre cose, penso che saresti molto carino...

Non ho replicato. Mentre il Sonido mi portava lontano dalla sala del trono, i miei pensieri vagavano già altrove, e sapevo che non sarei riuscito a fermarli...

Oh, no... per favore, tutto, ma il flashback no... andrà a finire che sembriamo un manga di serie B...

L'ultima eco della voce di Aizen ormai era appena udibile, due piani più in su; con il solito cattivo gusto, non avrebbe mai rinunciato ad un'ultima esibizione teatrale...

"Molto bene. Kaname... il Tentei-Kura, per favore."

Fine del Capitolo 1.

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Spero che vi piaccia e... grazie per essere arrivati fino in fondo!
  
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