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Autore: AlessiaOUAT96    30/04/2015    1 recensioni
(prequel di "Una serata indimenticabile. Non è necessario che leggiate la One-shot)
"All’inizio alla signora Stéphanie sembrava di essersi immaginata tutto ma quel pianto non accennava a smettere. Tornò sui suoi passi e, nascosto dietro un bidone della spazzatura, notò qualcosa che si muoveva e strillava. Un neonato, più precisamente una neonata. "
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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n.d.a: questo è il prequel di “una serata indimenticabile”. Premetto che non è necessario che leggiate la One-Shot. Detto questo vi lascio al primo capitolo. Buona lettura!
 


In una fredda giornata d’inverno, mentre dal cielo cadevano candidi fiocchi di neve che toccando il suolo formavano un freddo manto bianco, qualcuno piangeva insistentemente.

All’inizio alla signora Stéphanie sembrava di essersi immaginata tutto ma quel pianto non accennava a smettere. Tornò sui suoi passi e, nascosto dietro un bidone della spazzatura, notò qualcosa che si muoveva e strillava. Un neonato, più precisamente una neonata.

Appena l’infante la vide smise di piangere e le sorrise. Era avvolta in una coperta, ormai bagnata a causa della neve; tese le sue braccine verso la signora che, non potè fare a meno di prenderla in braccio, avvolgendola nella sua sciarpa di lana e portandola a casa sua.
“Com’è bella! Non capirò mai perché qualcuno ha deciso di abbandonare una simile creatura!” pensò.

La bimba si addormentò tra le sue braccia e la signora Stéphanie, notando che le sue guance erano rosse come una rosa, le toccò la fronte, appurando che aveva la febbre.

Non abitava in una casa “normale”, viveva in un orfanotrofio in città, assieme a sua sorella Emma, alle altre governanti ed a una miriade di orfani di varie età.

Per quanto all’esterno potesse sembrare uno di quei collegi severi, l’Orfanotrofio Delle Sorelle Blanche era molto accogliente e ben organizzato. L’edificio era enorme tanto da avere diverse aule per le lezioni dove, i bambini che raggiungevano i sei  anni, imparavano a leggere ed a scrivere e continuavano il loro percorso di studio lì, finchè non sarebbero stati adottati.
La signora Stéphanie aprì la porta e si fermò davanti al corridoio che conduceva ad altre stanze.

Facendo attenzione a non far cadere la bimba, appese il suo cappotto nero sull’appendiabiti di fianco alla porta e rimase a fissare una foto per qualche istante. Erano raffigurate due donne, una giovane dai capelli castano chiaro con uno sguardo tenero, le mani congiunte appoggiate sopra dei blu jeans. Indossava una camicia a quadri rossa e bianca. L’altra donna era più anziana, lo si capiva dai capelli bianchi raccolti in un basso chingon. Anche lei aveva un dolce sguardo e abbracciava la figlia. Aveva indosso una gonna lunga fino alle caviglie color cioccolato ed una semplice camicia bianca.
-Se non fosse stato per voi, ora questi bambini non avrebbero una casa. Grazie mamma, e grazie nonna Lucy- disse sottovoce ripensando che era solo grazie a quelle due donne se l’orfanotrofio funzionava ancora.

Fu accolta da due gemelli dai capelli scuri e dagli occhi castani.
-Mamma Stéphanie! Chi è quella bambina?-
-Ciao Luke, ciao Lawrence! Dov’è Emma?-
-Sta giocando con la neve in giardino assieme agli altri. La andiamo a chiamare se vuoi-
-Grazie Lawrence. Ditele che sono in stanza da letto con una nuova arrivata con la febbre-
-Allora è una di noi!- disse Luke prima di andare a chiamare la signora Emma.

La signora Stéphanie si diresse verso la sua stanza da letto con in braccio la bimba ancora dormiente. Fece attenzione a non fare rumore mentre saliva le scale, guardò fuori da una finestra sulla scalinata e notò che molti bambini erano fuori a giocare con la neve. Arrivò nel proprio piano e si diresse verso la propria meta. Aprì la porta di legno bianca e mise la neonata in una culla che recentemente ospitò un neonato che fu subito adottato.
-Stéphy, sono Emma-
-Entra pure-

La signora Emma somigliava tanto a sua madre, capelli castano chiaro ed occhi azzurri. Si avvicinò alla culla e chiese: -Dove l’hai trovata?-
-Vicino ad un bidone della spazzatura, al freddo. Non c’era nessun biglietto. Piangeva ininterrottamente finchè non mi sono avvicinata. Mi chiedo come si può ignorare una creatura così bella. Era pallida ma sembra aver ripreso colore-
-Come la chiamerete?- chiese improvvisamente Luke.
-Luke, ti ho detto mille volte che devi bussare prima di entrare..-
Il bimbo abbassò lo sguardo dispiaciuto –Scusa mamma Emma-

Si avvicinò alla culla e, aiutato dalla signora Stéphanie, vide la nuova arrivata.
-Ha le guance dello stesso colore di una rosa rosa.- sfiorò le guance con una mano –E sono anche vellutate come una rosa.. Perché non la chiamiamo Rose?-
-Sì, perché no? Allora è deciso, si chiamerà Rose-
   
 
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