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Autore: LaniePaciock    30/04/2015    6 recensioni
Alcune piccole elucubrazioni sui pensieri di Stana poco prima di sposarsi.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Due giorni fa è apparsa la notizia sul matrimonio di Stana e Kris in Croazia. La mia mente è subito partita verso mille pare mentali differenti che andavano dal malinconico (che posso dirvi, a me Kris non piace) al felice (sono certa che Stana sia stata felice del suo matrimonio o non l'avrebbe fatto quindi sono felice per lei. Il problema è che a un certo punto mi sono trovata davanti il pc. E sono partita del tutto. Sopportatemi.
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Alzo gli occhi e osservo con aria stupita il mio riflesso allo specchio. In realtà non è la prima volta che mi vedo vestita da sposa. Questa volta però è diverso. Sto per convolare a nozze con Kris, finalmente.
Mi guardo e mi vedo felice, con un sorriso smagliante e timido insieme, gli occhi appena lucidi per l’emozione. Sono agitata, anche se cerco di non darlo a vedere. Le mie mani comunque mi tradiscono: sono gelide e tremano leggermente.
Grazie allo specchio osservo mia madre dietro di me che sta ultimando gli ultimi dettagli dei miei capelli mentre mia sorella finisce di truccarmi. Sono entrambe eccitate e allegre, chiacchierano senza sosta da quando siamo arrivate, continuando a muoversi imperterrite intorno a me. Quasi mi sembra di essere di nuovo sul set tra un ciak e l’altro, quando mille persone iniziano a girarti intorno per definire tutti i dettagli della scena successiva. Mia madre e mia sorella insieme al momento valgono più o meno quanto quelle mille persone. Forse anche qualcosa in più visto il loro fermento.
Poi all’improvviso sembra che il tempo si blocchi. Sento che si sono fermate e noto mi osservano con il fiato sospeso attraverso lo specchio.
“Sei pronta, tesoro.” mormora alla fine mia madre con le lacrime agli occhi e un sorriso emozionato, carezzandomi piano il viso.
“Grazie, mamma.” rispondo piano, quasi avessi paura di rompere la magia creatasi in quell’attimo, poggiando la mia mano sopra quella di lei.
“Vado ad avvertire papà che sei pronta!” esclama però poi all’improvviso mia sorella eccitata, senza riuscire a trattenersi. Io la osservo divertita mentre se ne va quasi saltellando fuori dalla stanza. Attimo svanito.
“Stai per fare il grande passo.” riprende quindi mia madre con tono calmo, dopo aver scosso la testa rassegnata per l’uscita di mia sorella. “Sei pronta per passare la tua vita insieme a Kris?” Alzo gli occhi verso di lei e sorrido.
“Sì.” rispondo sicura. Non è la prima volta che mi fa questa domanda negli ultimi tempi, ma la mia risposta è sempre la stessa. Lei mi prende le mani e mi lascia un piccolo bacio sulla fronte.
“Allora andrà tutto bene.” continua, prima di farmi un ultimo sorriso dolce e lasciarmi andare. “Ti aspettiamo fuori.” Io annuisco, anche se un po’ perplessa per la sua frase. Amo Kris e lo voglio sposare.
Osservo mia madre aprire la porta e uscire. È solo quando la porta è di nuovo chiusa che torno a guardarmi allo specchio. Mi sorrido e faccio un bel respiro per calmare i battiti del cuore. Le mie mani sono ancora più ghiacciate di prima. Non sono mai stata così agitata ed elettrizzata insieme. Però più mi osservo e più mi sembra che ci sia qualcosa di sbagliato. Avvicino leggermente il viso allo specchio e poi la vedo: la piccola rughetta tra le sopracciglia che mi si è formata appena mia madre è uscita.
Sospiro e abbasso gli occhi, come sentendomi in colpa. Dovrebbe essere il giorno più bello della mia vita. Mi sto sposando e per di più il giorno del mio compleanno. Distrattamente passo la mano sul tessuto leggero del mio vestito, eliminando così un’invisibile piega. È un abito bianco con maniche a tre quarti e scollo a V, molto semplice, ma che trovo stupendo.
Rialzo gli occhi e mi osservo. Sono felice. Nervosa, ma felice. Credo sia normale. Sto per sposarmi con l’uomo che amo da anni, eppure… eppure quella rughetta continua a restare sulla mia fronte. Non è ansia per la cerimonia. È altro. È un qualcosa che non riesco a spiegare, ma che fa uno strano effetto alla bocca dello stomaco. È come una canzone che hai fissa in mente, ma di cui non riesci a ricordare le parole. Non so cosa sia. Bugiarda.
Mi scappa un sorriso. Ora tento di mentire anche a me stessa. Non so neanche perché lo faccio visto che quella sensazione in realtà so benissimo a cosa attribuirla, ovvero a un’entità con nome e cognome: Nathan Fillion.
Scosto lo sguardo da me stessa allo specchio e lancio un’occhiata alla finestra che illumina la stanza. Il monastero in cui sto per prendere marito è un luogo conosciuto e familiare per me. Molti miei parenti si sono sposati tra queste mura, compresi i miei genitori. Più di una volta sono stata in visita qui in Croazia e questo posto era quasi una tappa obbligata. Ne ero affascinata, devo ammetterlo. Forse in fondo sapevo che sarebbe stato il mio destino maritarmi qui.
Mi alzo e raggiungo la luce che filtra attraverso la finestra, quasi venissi attirata da essa. Il panorama è fantastico. Il monastero si trova sulla cima di una collina, quindi da quassù posso vedere tutti i terreni circostanti, i paesini, i boschi, le montagne. Adoro questo paesaggio e la sensazione di pace che mi provoca. Vorrei congelare questo attimo per sempre, ma so che non posso farlo. Tra pochi minuti sarò davanti a un altare con il mio promesso sposo. 
Mi allontano dalla finestra e torno a sedermi davanti allo specchio, sistemando un’altra inesistente piega del vestito, prendendo tempo. Sono ancora troppo agitata per uscire e sto prendendo tempo. Voglio sposare Kris, questo lo so per certo. Lo conosco da una vita e lo amo. Però… però quella rughetta sulla mia fronte non riesco a eliminarla.
Rialzo gli occhi allo specchio, ma, invece di invece di vedere la mia immagine riflessa, vedo me stessa mesi prima con indosso un altro abito bianco. Beh, più che un abito erano maglia e pantaloni bianchi, ma Kate Beckett era più che a suo agio con quelli. E inoltre non credo che neanche a Castle dispiacessero…
Chiudo gli occhi e cerco di scacciare quel pensiero. Non posso pensare a Richard Castle, a Nathan, ora. Non posso pensare a quello che avevamo e che forse abbiamo perso per sempre. Non parlo del sentimento. Parlo dell’affetto e della complicità che c’era tra noi fino a qualche anno fa. La nostra amicizia.
Stringo di più le palpebre. Non posso pensarci. Non posso pensare a lui. Eppure, senza che io possa fermarla, la mia mente traditrice inizia a presentarmi davanti tutti i miei momenti con Nathan come in un film con l’avanti veloce. La prima volta che ci siamo incontrati alle audizioni, il giro per New York, il concerto dei Duran Duran, le interviste, il lavoro, le uscite insieme… e poi gli sbagli, la rabbia, la delusione, le discussioni. Tutto mi passa davanti agli occhi tutto insieme. Vorrei poter fermare quelle immagini. Vorrei poterle cancellare dalla mia memoria. Io non amo Nathan. Non l’ho mai amato. Era lui che credeva di vedere altro. Bugiarda.
Sospiro pesantemente, scuotendo la testa a me stessa. Non lo so se ho mai amato Nathan, questa è la verità. Ho provato qualcosa per lui, questo sì. Era più che semplice affetto. Era qualcosa di forte. Forse troppo.
All’epoca avevamo appena iniziato a girare Castle e io avevo grossi problemi con Kris. Stavamo già insieme da diverso tempo, ma era partito per lavoro dall’altra parte del mondo e non aveva idea di quanto sarebbe stato via. Forse per mesi, forse per anni. Avevamo litigato, avevamo pianto, ma alla fine non ci eravamo lasciati. Eravamo rimasti in bilico, non sapendo bene neanche noi cosa fossimo. Di certo non eravamo pronti per il matrimonio, ma allo stesso tempo stavamo troppo bene insieme per rompere.
In quel periodo di sentimenti altalenanti, Nate fu la mia ancora. All’inizio eravamo solo amici. Avevamo un ottimo rapporto, scherzavamo, ci stuzzicavamo. In fondo l’alchimia tra Castle e Beckett da qualche parte doveva arrivare. Inoltre parlavamo di tutto. Per un certo periodo fu il mio migliore amico. Sapeva tutto di me in generale e di Kris in particolare, come io conoscevo ogni cosa di lui e delle sue brevi relazioni. Era quasi strano parlarne, visto che eravamo agli opposti: lui non aveva mai avuto rapporti duraturi, io ero rimasta con un solo uomo per anni. Sapevo che qualcosa stava maturando tra noi, ma facevo finta di niente. Kris era lontano, ma non avevo smesso di sentirlo, quindi era ancora una presenza costante nella mia vita.
Poi arrivò la terza stagione di Castle. Bastò una scena a cambiare tutto: quella del bacio tra i due protagonisti. Notai quasi subito il leggero mutamento di atteggiamento di Nathan nei miei confronti. Il primo appuntamento con lui. La serata a casa sua. Il mio tradimento verso Kris.
Proprio quando stavo per mettere in discussione la mia vita e i miei sentimenti, Kris tornò. Fu come una doccia fredda per me. Come risvegliarsi all’improvviso da un sogno, sapendo che era solo un’illusione. La cosa peggiore fu che ero davvero felice di rivedere Kris, ma allo stesso tempo stavo da cani per Nate. Kris era l’uomo della mia vita, l’uomo che sapevo che un giorno avrei sposato. Nathan… Nathan era altro. Era un attore, un collega. Qualcuno con cui non avrei mai dovuto intrecciare una relazione. Sapeva che non avrei lasciato Kris, ma quando glielo dissi fu comunque difficile riuscire a guardalo negli occhi. Fu un colpo per lui, anche se previsto, lo vidi chiaramente. Avrebbe potuto mentire al mondo sulle sue emozioni, ma non a me.
Il nostro rapporto poi rimase difficile anche nei mesi successivi. Sapevo con Nathan sperava che Kris in qualche modo sparisse, che gli dessero un nuovo incarico lontano forse. Sperava, ma sapeva che non sarebbe accaduto. Forse lo pensava anche quando si trovò una ragazza. E poi un’altra. E un’altra. Vedevo che continuavano a ferirlo, ma più che avvertirlo non potevo fare niente. Lui d’altro canto, quando provavo a parlargli di quelle relazioni senza capo né coda, mi rinfacciava di non aver nessuna voce in capitolo nelle sue storie.
Per lo più sul set era il mio Nate, l’uomo fantastico che era sempre stato e di cui mi ero affezionata, con cui scherzavo, ridevo e che consideravo un amico. Alcune volte invece, soprattutto quando litigava con la sua ragazza di turno o se dovevamo girare qualche scena più intima in Castle, pareva che il solo vedermi lo facesse stare male e mi evitava deliberatamente. Pensavo che prima o poi il nostro rapporto sarebbe migliorato e fino a un certo punto fu così. Poi però arrivò il peggio.
A inizio di quest’anno, Kris mi chiese di sposarlo. Lo fece come nei film: si mise in ginocchio davanti a me, mi mise l’anello davanti e mi disse che non poteva sopportare di vedermi all’altare con un altro uomo, anche se solo in una serie televisiva. L’episodio in cui Castle e Beckett si sposavano era uscito poche settimane prima e per lui era stato troppo, non lo aveva retto. Aveva avuto paura di perdermi, così si era deciso a farmi la proposta che i nostri genitori avevano tanto atteso, sperando che io fossi pronta ad accettarlo come marito. Ovviamente dissi di sì. Le vicende di Kate mi avevano fatto riflettere molto negli ultimi tempi e ammetto che speravo che me lo chiedesse.
Quando lo dissi al cast e alla troupe di Castle, tutti mi fecero le congratulazioni e mi sorrisero. Tutti tranne Nathan. Lo vidi osservarmi con la bocca semiaperta e uno sguardo vacuo e ferito per un lungo momento. Poi però si ricompose e mi fece un sorriso tirato.
“Complimenti.” mi disse secco quando me lo trovai vicino durante il giro di abbracci. Non c’era calore nella sua voce. “Sono certo che sarai felice con Kris.”
“Lo sarò.” gli risposi decisa. Non so da dove mi venne quel tono di sfida. La sua risposta fu un’occhiata cupa e nulla più. Non avrei mai voluto ferire Nathan in quel modo, non dopo quella notizia. Eppure so di averlo fatto.
Dopo quel giorno ho cercato di eliminare ogni traccia passata di Nathan dalla mia vita, a parte Castle ovviamente. Avevo bisogno di ripartire. Mi sarei sposata da lì a qualche mese, dovevo liberarmi di quello che mi avrebbe fatto ricordare con dolore il passato o che mi avrebbe fatto venire dei dubbi. Ho cominciato con il dare in beneficienza il mio biglietto del concerto dei Duran Duran, risalente alla prima uscita con Nathan per New York, e la maglia della mia audizione, quella che Nathan aveva tagliato e mi aveva fatto guadagnare il posto in Castle. Lo feci con dolore, lo ammetto. Ero molto legata a quei ricordi, ma proprio per quello volevo disfarmene. Ricordo bene la faccia di Nate quando gli dissi che avrei dato via quella roba. Ci era rimasto male, ma cercava di non darlo a vedere. Tentò anche di persuadermi a cambiare idea, anche se con poca convinzione. Sa benissimo che quando mi metto in testa una cosa, allora sono più testarda di Beckett.
Quando la maglia mi tornò indietro dopo l’asta di beneficienza, ci rimasi di sasso. Sapevo che i nostri fan erano i migliori, ma mai mi sarei immaginata che volessero ridarmi indietro quell’indumento. Ricordo di aver avuto un impulso irrefrenabile a gettarlo dalla finestra. Ma ovviamente non lo feci. Avrei dovuto immaginare che non mi sarei mai potuta liberare di Nathan e dei suoi ricordi completamente. Se Richard Castle fosse stato reale, di sicuro mi avrebbe detto che era colpa dell’Universo e che quelli erano i suoi segnali. Ma so benissimo che Castle non esiste davvero, così come l’Universo in cui tanto crede e i suoi relativi segnali. Questa è la realtà e ci sono solo le nostre storie passate e le nostre scelte.
Ci metto qualche secondo a capire che qualcuno sta bussando alla porta con insistenza.
“Stana?”  E’ la voce di mia sorella. “Tutto bene?”
“Sì, tranquilla. Esco subito.” rispondo. Quindi mi do un’ultima occhiata allo specchio. Quasi invidio Kate. Dopo tanto dolore e problemi, almeno è andata sicura verso l’altare per sposare Castle. Io invece, per quanto sia certa di voler sposare Kris, mi ritrovo a pensare a un altro uomo poco prima di entrare in chiesa. Odio questa situazione, ma non posso cambiarla. Semplicemente non riesco. È parte di me come il mio carattere e in fondo un po’ me lo aspettavo.
Alla fine mi alzo, chiudo gli occhi e nascondo il volto e i ricordi di Nathan in un piccolo e angusto comparto della mia mente. Potrà essere parte della mia vita, ma non gli permetterò di rovinarmela. Non mi tormenterà fino all’altare, né lo farà in futuro. Ho fatto la mia scelta. Ho deciso la mia strada quando ho detto di sì a Kris. E poi ormai anche lui ha ricominciato a uscire con altre donne, anche se piuttosto discutibili.
Sbuffo, contrariata da me stessa. Non ho proprio alcun diritto di giudicare. Se lui sta bene con loro, allora non importa che a me piacciano o meno. Sono solo felice per lui. Come lui credo lo sia per me. Sperando che quello che mi ha detto prima della mia partenza il nostro ultimo giorno di riprese fosse vero. I suoi occhi erano sinceri e anche il suo sorriso, seppure un po’ meno vivace del solito.
Faccio un respiro profondo, quindi riapro gli occhi. Lancio un’ultima occhiata allo specchio e sorrido: la rughetta in mezzo alla mia fronte non c’è più. Mi accorgo che anche le mie mani non tremano più, anche se sono ancora piuttosto fredde. In fondo, come ho detto, è il giorno del mio matrimonio, quindi avrò diritto a essere agitata.
Alla fine mi avvio alla porta. Quando la apro, trovo mia sorella con un pugno alzato, già in procinto di bussare di nuovo. Fa un sospiro sollevato quando mi vede, quindi mi trascina letteralmente da mio padre, fermo all’entrata della chiesa. Quando mi vede, lui mi sorride emozionato, gli occhi lucidi.
“Sei bellissima.” sussurra, baciandomi la guancia. Non appena gli sfioro le mani, mi accorgo che le ha anche più fredde delle mie. “È ora di andare. Tutti ti aspettano.” mi dice poi, prendendomi sottobraccio mentre mia sorella si posiziona dietro di me. Io annuisco e sento che sono per la prima volta calma da quando sono atterrata in Croazia. Alzo gli occhi e, senza soffermare il mio sguardo sulla chiesa e sugli ospiti, cerco Kris. Lo trovo immediatamente in fondo alla piccola navata, in piedi davanti al prete nel suo completo elegante. Mi sta guardando con la bocca semiaperta e le labbra piegate in un mezzo sorriso. Non posso fare a meno di sorridergli di rimando. Kris è l’uomo che amo. L’uomo di cui so di potermi fidare e su cui posso contare. L’uomo che sapevo che un giorno avrei sposato.
Poi mi padre inizia a camminare e io lo seguo. Sono finalmente pronta a dire il fatidico sì. E sono felice. 

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Xiao! :D
Allora come va? Non so che dirvi ma io ho ancora sentimenti contrastanti per la notizia... Sul serio, sono stra-felice per Stana, ma non per questo Kris mi piace XD Non mi sconfinfera, ecco XD 
Va beh, niente, questi sono miei pensieri random. Spero di non avervi fatto immalinconire troppo o qualcosa di simile. :)
A presto! :)
Lanie
  
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