Addio...
Stai
montando sulla canoa che ti ha regalato Nicola prima della sua morte.
E io sono qui immobile. Immobile come una statua, che ti osservo con
le lacrime che scivolano lungo il mio viso e che, nonostante cerchi
ti trattenerle loro non cessano, continuano imperterrite a cadere.
Hai da poco saputo che le tue probabilità di vita sono assai basse,
ragione per cui hai stabilito che non sarà su un letto d' ospedale
il tuo ultimo saluto al mondo terreno, bensì su una canoa, a te
molto preziosa, nel bel mezzo di un viaggio nell'immensità del mare.
Io, forse,
spirerò ancora prima che lo farai tu. Perché io sto già
morendo...il pensiero che trascorrerò il resto dei miei giorni senza
di te, mi uccide. E' come se migliaia di lame mi ferissero
profondamente, e il sangue che esce dai miei tagli fossero le lacrime
che ora sto versando per causa tua, perché sei tu l'artefice di
tutto. Sei tu che mi stai lesionando il corpo con le tue lame, che
sono le tue parole dure e i tuoi gesti.
Ecco ora ci
stai dicendo addio, ci stai augurando buona fortuna e di aver cura di
noi stessi. Io vorrei fermarti. Afferrarti per un braccio e tirarti
indietro per molto tempo, anche per tutta la vita se necessario, fino
a che non ti arrendi e decidi di non partire per restare accanto me e
agli Braccialetti, invece non reagisco. Non riesco a muovermi è come
se, improvvisamente, i miei piedi fossero diventati così pesanti da
non riuscire a sollevarli. Anzi, è come se il mio organismo si fosse
letteralmente scollegato al cervello, come se non riuscisse a captare
i segnali di comandi dell'organo racchiuso nel mio cranio.
Sei partito.
Stai iniziando a remare. Il mio sguardo è inchiodato a te che stai
avanzando verso il mare aperto. Sei già avanti di diversi metri
quando qualcosa nella mia testa scattò. Finalmente, ho di nuovo
ripreso consapevolezza del mio corpo e corro per qualche metro in
direzione della distesa d'acqua marina e ti grido: “Leo come farò
a vivere senza di te! Io ti amo!”.
Nell' udire
quelle parole ti arresti e ti volti verso di me e i tuoi occhi
fissano i miei per un tempo che a me sembra interminabile. Poi, con
il volto di chi ha sofferto per troppo tempo, abbassi lo sguardo e
fissi un punto non precisato sotto di te nell'acqua. Dopodiché,
lentamente, ritorni a guardare l'orizzonte e a riprendere il tuo
“cammino”.
Addio Leo...Addio...