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Autore: Fenrir_23    02/05/2015    8 recensioni
Sono trascorsi nove anni dalla fine della serie, Sesshomaru è scomparso ...
“Rin ...” Sesshomaru puntò i suoi occhi sulla ragazza che aveva davanti. Incredibile come gli umani cambiassero in fretta: quando l'aveva vista l'ultima volta, lei aveva sedici anni e ancora le fattezze di una ragazzina, ma ora i lineamenti che ricordava avevano lasciato il posto a quelli di una giovane donna.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                        Dopo cinque anni   


 
                           

L'acqua del fiume scorreva veloce e limpida, seguendo la sua corsa inarrestabile fra i monti, per i boschi, fino ad arrivare a valle, fra le campagne coltivate.

Lì, una sacerdotessa e una ragazza camminavano lentamente, portandosi dietro grandi ceste colme di erbe curative.

Kagome sospirò stanca, poggiando a terra il suo pesante carico.

Era una giornata soleggiata di primavera, dal clima mite, ma a lei pareva più simile al ricordo che aveva di Tokyo in estate, un ricordo ormai lontano. Erano passati ormai nove anni da quando aveva abbandonato per sempre quel mondo, per andare a vivere con la persona che amava.

Le sfuggì un veloce sorriso: l'attesa della nascita del suo secondo figlio, cominciava a farsi pesante.

“Kagome San, ti senti bene?” Domandò Rin, raggiungendola con pochi passi veloci e uno sguardo preoccupato. Rin era ormai cresciuta diventando una splendida giovane donna, dai lunghi capelli castani e lo sguardo gentile ma determinato. Kagome le sorrise affettuosamente in risposta: da quando Kaede era venuta a mancare e Rin aveva iniziato a vivere con lei, le si era affezionata molto, arrivando a vederla come una sorellina minore.

“Tranquilla, cara, andiamo solo a sederci un attimo.” La sacerdotessa appoggiò la schiena contro il tronco di un bel ciliegio e si sedette lentamente a terra, protetta dalla frescura dell'ombra. “Rin, mi andresti a prendere un po' d'acqua?”

La ragazza annuì con un veloce cenno del capo e Kagome la guardò sparire in lontananza, diretta al fiume a pochi minuti di cammino dal punto in cui si trovavano, a metà fra il villaggio e le campagne circostanti.

Lì sola, il suo pensiero corse subito a chi aveva di più caro al mondo: da qualche tempo i guai sembravano essersi placati e Inuyasha aveva poco da fare, così, a quell'ora, era solito caricarsi in spalla Inushiro e passare con lui l'intera mattinata. Il loro figlioletto aveva soli cinque anni, ma era già un bambino molto vispo: il sangue demoniaco del padre gli aveva donato un carattere cocciuto e ribelle, insieme a capelli del colore della neve e una forza decisamente non umana.

Kagome sospirò. Quel periodo di completa e forse monotona tranquillità era destinato a non durare a lungo, lo sapeva, se la pace assoluta arrivava, c'era sempre qualcosa ad interromperla.

Alzò la testa di scatto quando le parve di scorgere un'ombra che volava sopra di lei e subito dopo avvertì una presenza inquietante alle proprie spalle.

Quando si voltò, spalancò gli occhi come se avesse preso un abbaglio: un viso affilato, una mezzaluna sulla fronte, occhi d'oro dallo sguardo fermo, indecifrabili, contornati di rosso, lunghi capelli bianchi. Non poteva sbagliarsi.

“S-Sesshomaru?”

Il demone esitò, squadrando la sacerdotessa con aria indagatrice. “...Tu … sei la femmina umana di Inuyasha.”

Kagome gli regalò un'occhiataccia, cercando di passare oltre al proprio stupore.”Non ci sono dubbi, è proprio lui, scortese come al solito!” Pensò, mentre gli parlava: “Sì sono proprio io, cognatino!”

“... dov'è Rin?”

La sacerdotessa si tirò in piedi faticosamente e, per qualche secondo, sostenne lo sguardo di Sesshomaru: tutta quella situazione aveva un che di assurdo. Erano passati cinque anni da quando lui era scomparso completamente nel nulla: era partito per una delle sue solite esplorazioni – che duravano pochi giorni o settimane – dopo aver fatto visita a Rin e non aveva più fatto ritorno. Rin lo aveva aspettato per un anno, poi si era messa in viaggio per cercarlo, incapace di rassegnarsi, insieme a Inuyasha e Kohaku. Erano tornati a mani vuote dopo diversi mesi.

Lo sguardo di Kagome si fece severo: “Salti fuori dal nulla dopo tutto questo tempo e pensi di fare come se niente fosse accaduto?”

Silenzio.

“Per un demone forse è difficile da capire, ma per noi umani cinque anni non sono pochi!”

A Kagome parve di vedere un leggerlo mutamento nello sguardo di Sesshomaru, ma durò solo qualche istante.

“Ho avuto … le mie ragioni.”

“Non è con te il tuo servo?”Gli chiese la sacerdotessa per temporeggiare, mentre lo scrutava meglio.

“ … “

A guardarlo con più attenzione, quando Sesshomaru si voltò impercettibilmente, Kagome si accorse della lunga cicatrice ormai sbiadita che gli solcava la parte destra del volto, dalla fronte, passando per l'occhio destro, percorrendo la guancia e la spalla fino a nascondersi sotto al Kimono completamente bianco. La soffice pelliccia lanuginosa – oltre segno del suo sangue di Demone - che gli si avvolgeva intorno alla spalla sinistra, sbucando dal kimono, era diventata opaca e ispida. Nel complesso, Sesshomaru non dava affatto l'idea di essere nel pieno delle sue forze; ma Kagome non osò domandargli cosa gli fosse successo, temendo di offenderlo. Pensò solo che forse, una ragione per quell'assenza così lunga ce l'aveva davvero.

Lo sguardo della sacerdotessa si ammorbidì e si sciolse quando vide in lontananza la sagoma di qualcuno che conosceva bene che si avvicinava.

Rin si pietrificò lì dov'era, lasciando cadere il secchio pieno d'acqua che teneva in mano.

Si venne a creare un silenzio carico di tensione.

“Rin ...” Sesshomaru puntò i suoi occhi sulla ragazza che aveva davanti. Incredibile come gli umani cambiassero in fretta: quando l'aveva vista l'ultima volta, lei aveva sedici anni e ancora le fattezze di una ragazzina, ma ora i lineamenti che ricordava avevano lasciato il posto a quelli di una giovane donna.

Il demone s'indispettì quando lei si riscosse, raccolse il secchio con quel poco d'acqua che era rimasta e gli passò davanti come se nulla fosse tentando di ignorarlo per andare da Kagome. Si era aspettato un altro tipo di reazione ma, a quanto pareva, crescendo Rin era diventata una donna orgogliosa e forte. O forse, semplicemente, si era dimenticata di lui?

“Kagome san ...” Rin passò un fazzoletto inumidito sulla fronte della sacerdotessa, con le mani tremanti; quest'ultima intercettò la sua mano e poi il suo sguardo. La fissò negli occhi, a fondo, comprensiva, poi, senza dire nulla, raccolse la sua cesta di erbe e si allontanò lentamente.

Fu solo allora che Rin si voltò verso Sesshomaru, con il cuore che batteva a mille, incapace di controllarsi. Lui si avvicinò di qualche passo, fino a sfiorarla, ricambiando quello sguardo … e capì subito che tante cose erano cambiate. Lei non era più la bambina indifesa che gli correva dietro ingenuamente, e nemmeno la ragazzina infatuata e adorante.

“Rin ...” Il demone le sfiorò una guancia con la mano sinistra, in un gesto dolce: la ragazza la respinse con fredda cortesia, abbassando lo sguardo.

“Cosa vi siete fatto al volto? “

“...”

“ … e Jaken?” Domandò Rin, in un soffio.

“Pensavo di averlo mandato qui ...”

“Non è mai arrivato.” Rin sospirò, intristita. “Dove potrebbe essere?”

Dal demone non arrivò alcuna risposta.

“Camminiamo.”Disse solamente, scostandosi da lei di qualche passo.”Seguimi ...”

 

 

 

“Kagome!”

La sacerdotessa alzò la testa di scatto, notando la figura del proprio compagno che si avvicinava a grandi balzi.

“Dov'è Inushiro?” Domandò ad Inuyasha, quando lui le fu abbastanza vicino.

“L'ho lasciato a giocare con i figli di Sango ...” Spiegò velocemente il mezzo demone, piuttosto allarmato, intento a fiutare l'aria. “Hai visto … nessuno?”

Kagome capì al volo ciò a cui lui si riferiva:”Hai fiutato nell'aria l'odore di Sesshomaru, giusto?” Poi continuò, prima che lui potesse interromperla:”L'ho appena visto.”

L'espressione sconvolta di Inuyasha fece sorridere la donna.

“Sul serio è qui? Vado a veder-”

Kagome lo afferrò saldamente per una delle buffe orecchie da cane che gli spuntavano sulla testa, fra i capelli lunghi, ripensando allo scambio di sguardi e al silenzio ai quali aveva assistito da pochi minuti.

“Fermo, è con Rin, lasciali parlare.”

“Oh.”Inuyasha scosse la testa per tentare di liberarsi.

“Sei impaziente di rivederlo, nonostante tutto, eh?” Lo incalzò Kagome. Lui dapprima le mise il broncio, poi mormorò qualcosa a mezza voce.

“Non è solo quello è che … il suo potere demoniaco.”

La sacerdotessa si fece seria di colpo.

“Non aveva una bella cera, questo è sicuro. Deve essergli successo qualcosa.”

 

 

 

 

 

 

Rin fece un lungo respiro per tentare di placare il fiume di emozioni che le scorreva nel corpo. Stava trattenendo a stento le lacrime: se avesse voluto assecondare i proprio desideri non si sarebbe fatta problemi a buttarsi fra le braccia del demone che le camminava accanto, e piangere senza ritegno, ma non poteva e non voleva farlo: per orgoglio, perché non era più una ragazzina fragile ed emotiva, perché non voleva apparire insulsa e debole, non davanti a lui, che non avrebbe gradito – sicuramente - e perché, infine, provava ancora una sorta di rancore nei suoi confronti.

Quegli ultimi cinque anni della sua vita erano stati corrosivi: dapprima aveva provato solo una gran preoccupazione per la scomparsa di Sesshomaru, poi rassegnazione, mista ad un forte senso di abbandono, diventato negli ultimi tempi un vuoto gigantesco, che le aveva impedito di essere veramente felice. Aveva creduto di averlo davvero perso per sempre.

“Rin, non ti ho portato nessun nuovo regalo ...” Mormorò lui ad un tratto, interrompendo il loro silenzio. Come se quei cinque anni di lontananza non ci fossero mai stati.

La ragazza smise di camminare e lo guardò con sospetto misto a rimprovero.

“Mi dovete delle spiegazioni, Sesshomaru Sama.”

Di nuovo completo silenzio. Lui le diede le spalle per diversi istanti, poi si girò a guardarla, scrutandola con quei suoi occhi di demone. Le guance di Rin si colorarono di rosso.

“Dopo esserti venuto a trovare al villaggio, l'ultima volta che ci vedemmo, fiutai l'odore di un demone particolarmente potente e mi misi sulle sue tracce.” Iniziò a spiegare Sesshomaru, senza preavviso.

“Non avevo mai avvertito una simile forza demoniaca … era veloce e, per stargli dietro, fui costretto a trasformarmi. Lo inseguì giorno e notte per tre settimane: fu solo allora che mi mi accorsi di essermi spinto più lontano di quanto non avevo mai fatto. Avevo superato i confini delle terre orientali, inoltrandomi ad occidente. La stessa notte in cui decisi di tornare indietro, lo incontrai: era il grande Demone Orso delle terre occidentali, un demone maggiore, antico rivale di mio padre. Mi sfidò, e io non mi tirai indietro … “ Sesshomaru inclinò la testa di lato, esitando per

un attimo. “ Lo ferii in modo piuttosto grave ma … per riprendermi dalle ferite riportate, rimasi intrappolato in un limbo. “

Rin alzò lo sguardo verso di lui, senza dire nulla. Sapeva che stava facendo un grande sforzo a raccontare di quella sua sconfitta.

Istintivamente, gli accarezzò il viso, lungo la cicatrice che gli solcava la guancia, ma si ritrasse quando si rese conto del modo in cui aveva compiuto quel gesto. Cercò di leggergli nello sguardo del fastidio, ma non lo trovò.

“E avevate inviato Jaken per avvisarmi ...” Per cercare aiuto, pensò Rin anche, ma non glielo disse.” … però lui non è mai arrivato.” l'umana abbassò lo sguardo, sospirando. Era confusa, ma felice.

“E tu Rin, cos'hai fatto in questi anni?” Chiese lui, senza lasciarle il tempo di pensare troppo. La ragazza trovò quella semplice domanda di una delicatezza incredibile: Sesshomaru era gelido, innegabilmente, ma con lei era sempre stato molto attento.

“Mi sono sentita un po' sola a volte.” Non riuscì a negarsi di dire Rin:”Mi mancavate … ma sono stata bene. Kaede San ci ha lasciati, ma Kagome San e … Inuyasha, mi hanno accolta nella loro famiglia.”

Qualcosa simile ad un ringhio uscì dalla gola del demone nel sentir parlare del suo fratellastro. “Non mi è mancato nulla!”Si affrettò ad aggiungere Rin, per cambiare argomento. “Ho imparato molte cose, studiato, ho avuto amici e ...”ragazzi che le facevano la corte, ma qualcosa le disse che quello era un particolare da omettere. C'era stato qualcosa fra lei e Kohaku, quando avevano viaggiato insieme, ma era tutto pacificamente finito quando si erano accorti di non essere fatti uno per l'altra. Lui aveva votato la sua vita all'avventura e lei …non c'era giorno in cui non parlasse di un certo Demone sparito nel nulla.

“Non venite a salutare gli altri?”Domandò Rin all'improvviso, afferrandolo per un braccio.”Sono sicura che a tutti loro farà molto piacere ...”

Sesshomaru brontolò qualcosa, ma quando lei fece forza per tirarselo dietro, non si oppose e iniziò a camminare.

 

 

 

Sesshomaru regalò occhiatacce gelide a tutti gli stupidi umani che lo guardavano incuriositi mentre seguiva Rin per le strade del villaggio, abbastanza agghiaccianti da far passare ad ognuno di loro la voglia di curiosare. Che strana razza erano, quegli esseri. Solo pochi anni addietro li aveva disprezzati come nessun altro in quel mondo: suo padre era morto per salvare una dannata umana incapace di difendersi e con lei aveva addirittura generato un mezzo demone dal sangue sporco, a cui aveva lasciato tutta la propria eredità. Il potente dominio della sua famiglia era crollato per uno squallido motivo come quello …eppure, ora la pensava diversamente. Donandogli Tenseiga, e facendogli salvare la vita di Rin, suo padre gli aveva fatto comprendere le proprie ragioni.

Guardò Rin con la coda dell'occhio e continuò a seguirla quando imboccarono una stradina stretta che passava fra le risaie e, nel vedere la sagoma di una piccola casa in lontananza, s'incupì.

“Kagome San e Inuyasha San abitano lì!” Spiegò Rin indicando con un gesto veloce.

Se non avesse saputo che lei ci sarebbe rimasta parecchio male, Sesshomaru sarebbe volato via subito. Non gli andava affatto di farsi vedere da un mezzodemone nelle condizioni in cui si trovava. Riemerse dai suoi pensieri e alzò lo sguardo.

Inuyasha se ne stava seduto su una pietra, davanti casa, con in braccio suo figlio, e si era già accorto da parecchi minuti dell'imminente arrivo del fratellastro: quando Sesshomaru continuò ad avanzare verso di lui, come se niente fosse, e puntò lo sguardo su Inushiro, il mezzodemone spiccò un lungo balzo, atterrandogli davanti a braccio teso, la mano chiusa in un pugno che l'altro parò senza troppe difficoltà.

“Stronzo!” ringhiò guardando negli occhi il demone davanti a sé.”Sei proprio un idiota!” I due continuarono a fissarsi in cagnesco per diversi secondi: fu solo l'intervento di un piccoletto dai capelli bianchi, che cambiò la situazione.

“Papà, chi è questo signore?” Domandò Inushiro indicando Sesshomaru spudoratamente, squadrandolo dal basso.

“Tsè!” Inuyasha incrociò le braccia, continuando a fissare suo fratello.

Sesshomaru guardò quel … cucciolo di qualcosa con uno sguardo curioso. Non lo si poteva nemmeno definire mezzodemone, aveva tratti troppo umani, ma i capelli argentei erano la chiara testimonianza dell'impronta del suo sangue demoniaco e, non solo. Aveva addosso un forte odoro di demone, per averne solo un quarto del sangue. In ogni caso, non aveva importanza. Chi diavolo l'aveva autorizzato a ...toccargli la pelliccia?

“Hey, Rin Chan, cos'è questa cosa?” Domandò sfrontatamente il bambino.

“Inushiro!”

La voce severa di Kagome lo rimise subito in riga: con un salto agile il bimbo tornò subito dalla madre, esibendo una delle sue migliori espressioni di scuse.

“ … chi è quel signore serio, mamma?”

La sacerdotessa non riuscì a trattenere un sorriso intenerito.”Tuo zio, 'Shiro...”

Sesshomaru e Inuyasha le regalarono un'occhiata gelida nello stesso momento.

Per un attimo, nessuno seppe bene cosa dire o cosa fare.

“Entri a bere qualcosa, Sesshomaru?”Domandò Kagoke, spigliata, senza far troppo caso elle facce scandalizzate di lui per tutta quella confidenza. “I Demoni lo prendono il … tè?”

Lui fu sul punto di voltarsi e andarsene, ma lo sguardo di Rin lo trattenne ancora una volta. E in pochi minuti si trovò in ginocchio su un cuscino morbido, dietro ad un piccolo tavolino, intento a sorseggiare una bevanda di dubbio gusto con un mezzodemone e degli stupidi umani: lui, il più potente dei demoni orientali ... ma per Rin, ne valeva la pena.

Quando Kagome si allontanò un attimo per portare Inushiro a dormire, Inuyasha non riuscì a resistere.

“Cosa ti è successo?” Domandò senza troppi giri di parole. “Potrei stenderti con un solo colpo di artigli proprio in questo momento.” Lo sguardo glaciale di Sesshomaru confermò che non aveva gradito quella sfrontatezza.

Rin non seppe bene cosa fare quando il demone si alzò lentamente, con tutta l'intenzione di andarsene.

“Non sono affari che ti riguardano, Inuyasha.” Mormorò il demone, con una nota stizzita nella voce. Rin lo afferrò per un braccio per cercare di trattenerlo.”Sesshomaru sama, aspettate!” Fuori stava iniziando a diventare buio.

“Dovresti stare qui per stanotte, Sesshomaru. Il tuo arrivo potrebbe attirare parecchi demoni minori.” Continuò Inuyasha.”Sanno che ti sei indebolito.” Si rese conto di essere stato troppo schietto con uno orgoglioso come suo fratello, ma in verità era … preoccupato.

“Tsk.” Il demone si liberò dalla stretta di Rin e uscì all'aperto a grandi passi. L'ultima cosa che aveva intenzione di fare, era accettare la protezione di Inuyasha. Rin si congedò velocemente, poi corse dietro a Sesshomaru.

 

 

Kagome scese le scale sospirando.

“Si è addormentato?” Domandò il mezzodemone, ancora pensieroso.

“Sì ...” Lei andò a sedersi accanto al suo compagno, sorridendo appena. Gli avvolse le braccia intorno al collo. “Dovevi essere più delicato con tuo fratello, magari sarebbe restato!”

Inuyasha alzò le spalle.”Tsè, Sesshomaru mio ospite, in una modesta casa umana? Piuttosto si darebbe fuoco.”

“Forse hai ragione.”Ammise la sacerdotessa.”In ogni caso, penso che non ci sia da preoccuparsi molto. Rimarrà nei paraggi.”

“E cosa te lo fa pensare?”

“Rin ...” Disse lei in un sussurro, passando una mano fra i capelli di Inuyasha. “Hai notato?”

“Cosa?”

Kagome alzò lo sguardo verso l'alto, esasperata.” Come si guardano.”

“ … e … quindi?”

“Sei proprio un tardone, Inuyasha!” Si lasciò sfuggire, sorridendo. “Devo proprio dirtelo?”

Il mezzodemone si grattò la testa, confuso. “Non capisco di cosa parli.”

“...Rin non è più una bambina, è una donna ormai.” Spiegò Kagome.” Lei e Sesshomaru sono molto legati, pensi davvero che le cose resteranno come prima, che Rin resterà a vivere qui al villaggio? Che Sesshomaru continuerà a venirla a trovare e … basta? Rin lo ama, è palese. E forse lui è diventato più simile a tuo padre di quanto è disposto ad ammettere e … di quanto tu credi … ”

Inuyasha arrossì arrivando finalmente a capire cosa voleva dire lei.

“Rin se ne andrà con lui, vedrai.”Continuò Kagome con aria sognante. “Non trovi che sia una cosa romantica?” Sussurrò, regalandogli un bacio veloce. Inuyasha brontolò qualcosa.

“Non … cioè, insomma, Sesshomaru odia gli umani.” Cercò di controbattere. “ Ed è troppo orgoglioso per ...”

Kagome sorrise ancora. “ Mi gioco le mani che si innamoreranno, ci scommetti?”

Ad Inuyasha andò di traverso il goccio d'acqua che stava sorseggiando.

 

 

 

 

 

Rin seguì Sesshomaru nel bosco senza dire nulla ma fu sollevata quando lui si fermò dopo pochi minuti di cammino: evidentemente non aveva intenzione di allontanarsi troppo. Gli si avvicinò in silenzio e andò a sedersi su una roccia ricoperta di muschio, osservandolo assorta: le guance le si colorarono di rosso e si sentì avvampare. Da bambina Sesshomaru era stato il suo punto di riferimento, la sua sicurezza ma, crescendo, a quel sentimento si era aggiunto qualcos'altro. Da ragazzina aveva sviluppato un insano innamoramento nei suoi confronti, un sentimento quasi di venerazione, che il demone aveva sempre gentilmente respinto, a suo modo. Per Rin era stata fonte di grande delusione anche se, con il senno di poi, non faticava a capirne il perché. Effettivamente a quei tempi lei era poco più di una bambina: ma adesso le cose erano cambiate … e lui, e lui come avrebbe reagito? Rin in quegli anni aveva imparato a vederlo sotto un'altra luce, togliendogli quel velo di perfezione con il quale l'aveva sempre guardato. Eppure, rivedendolo sotto quel ciliegio, solo qualche ora prima, aveva capito che ciò che provava e che aveva cercato di mettere da parte in quei cinque anni, non se n'era andato. Anzi, ora che era cresciuta quel sentimento le appariva limpido e chiaro come non mai: ed era difficile accettarlo, perché sapeva di andare incontro a qualcosa di potenzialmente molto doloroso.

Lo sfregare del Kimono del demone contro la corteccia dell'albero al quale si stava appoggiando, sdraiandosi a terra, riportò Rin alla realtà. Lo fissò con sguardo interrogativo, ma non oso chiedergli se per caso non si sentisse bene, per paura di offenderlo.

“Non vai a dormire?” Le domandò Sesshomaru con un filo di voce, guardando il cielo ormai scuro che si intravedeva fra le chiome degli alberi. “Io passerò la notte qui, non mi allontanerò ancora.” Aggiunse, come a volerla rassicurare.

Rin si lasciò scivolare giù dalla roccia fino a terra, sull'erba morbida.

“Io … voglio stare con voi ...” Disse solamente, rivolgendogli uno sguardo dolce. Poi si rannicchiò nell'angolino che si era scelta, a pochi passi da lui. Faceva un po' di freddo, ma non aveva voglia di allontanarsi per cercare della legna e accendere un fuoco. I suoi occhi socchiusi si fissarono sul demone che aveva vicino, spiandolo segretamente: si addormentò con l'immagine di Sesshomaru impressa in mente.

 

Rin riprese coscienza nel dormiveglia, infastidita dal vento gelido che fischiava fra le chiome degli alberi. Si rannicchiò su se stessa per cercare di tenersi caldo e fu proprio in quel momento che qualcosa di caldo, soffice e morbido l'avvolse come una coperta, riscaldandola. Avrebbe voluto capire di cosa si trattava, ma quel tepore piacevole la fece riaddormentare prima che potesse accorgersene.

 

Una luce tenue ma insistente costrinse Rin ad aprire gli occhi, svegliandola definitivamente. Lei si tirò su lentamente, sfregandosi il volto per riprendersi. Non era più abituata a dormire sulla terra nuda e si sentiva terribilmente indolenzita.

Sorrise e si guardò intorno, cercando Sesshomaru.

“Sesshomaru Sama?” Provò a chiamarlo ma le rispose il silenzio.

Il demone era scomparso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Beeh … salve! Ho scritto questo primo capitolo di quella che diventerà una mini long (pochi capitolo … credo) completamente di getto, dopo essermi fatta venire la malsana idea di ricominciare a vedere Inuyasha, serie che avevo concluso e archiviato da anni!

Adoro Sesshomaru e mi piace un sacco immaginare come potrebbe evolversi il rapporto fra lui e Rin con il tempo, secondo me con lei cresciuta potrebbe esserci qualcosa di romantico (prima assolutamente no, please! D: ho visto delle cose orrende in giro) e insomma niente, fatemi sapere se questo primo capitolo vi è piaciuto!

 

P.S: il disegno all'inizio del capitolo è stata una gran fonte d'ispirazione *-*

 

   
 
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