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Autore: DaisyBuch    03/05/2015    0 recensioni
Olivia, Yvonne e Jolene non si conoscevano, ognuna di loro aveva una storia diversa, un passato diverso. Eppure quella sera si erano trovate, ma erano rimaste coinvolte da una cassaforte. La vita delle tre ragazze sarà rovinata da un colpo troppo grosso, che le porterà ad un'avventura al di sopra delle loro aspettative.
Dal capitolo 7:
"-Per quanto tempo ancora continuerai a non guardarmi negli occhi?- le chiese Max.
Olivia dovette fare uno sforzo per rispondere e per guardarlo, quindi ci concesse un po’ di tempo prima di farlo e un grande respiro per l’autocontrollo. Avrebbe potuto rispondergli peggio, ma la ragione le ricordava che quella sera avrebbero avuto bisogno del suo aiuto.
-Fino a che non me ne andrò.- rispose Olivia. Finì in una sorsata il caffè e si alzò dalla tavola. Lui ovviamente non disse niente, non reagì. Lui non faceva mai niente."
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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cap 3 Jolene era entrata da poco nel lussuoso Hotel, e già cominciava a sudare e sentirsi agitata. Non aveva un vero e proprio piano, sperava che le avessero dato il passpartou o che il milionario fosse ancora nella suite per posare la collana al suo posto, sapeva che non sarebbe stato così facile, anzi che era vera e propria pazzia, ma voleva provarci. Si diresse verso il tavolo delle informazioni dove c’era un tizio carino e basso di nome “Francis”, sfoderò un sorriso e si rivolse a lui –Salve, sono una …ehm, conoscenza, del signor Warlett, suite 762, avrei urgenza di vederlo.-  ammiccò Jolene. Non era stata molto convincente, ma non voleva perdersi d’animo.
–Il Signor Warlett non è nella camera al momento, non posso farla entrare, mi spiace.- disse sorridendo Francis. Forse la parola “conoscenza” non era abbastanza ovvia, doveva sottolineare più il concetto.
-Siamo molto intimi, non ci sarà nessun problema se entro mentre lui non c’è.- sorrise cortesemente.
-Mi dispiace ma non posso farlo.- sorrise.
-Senti Francis, ti ho detto che ho bisogno di entrare dentro quella Suite, sarà per pochi secondi, e tu potrai acompagnarmi se vuoi.- quasi urlò, era stanca di quei finti sorrisetti, e aveva i nervi a fior di pelle. Vedeva un guizzo di dubbio e stupore negli occhi scuri di Francis, e ne approfittò. –Ti prego, ci vorrà solo un attimo.-lo supplicò. La sua mano si spostava nervosamente tra il telefono e le chiavi davanti lui, alla fine prese le chiavi, con cui aprì una vetrina dietro a lui dove c’erano i passpartou delle suite e le chiavi vere e proprie.
Uscì da dietro il tavolo e si diresse verso l’ascensore. –Grazie.- mormorò a disagio Jolene. Lui aveva uno sguardo serio, e abbastanza arrabbiato, infatti non le riferì parola per tutti i primi quaranta piani, e ne mancavano trenta.
-Se ci andrò di mezzo, farò il tuo nome.- disse Francis, quando una coppia di adulti scese dal quarantunesimo piano.
-Nemmeno lo sai il mio nome.- rispose Jolene. Lui la guardò per un attimo e poi si girò verso le porte automatiche senza dire una parola.
-Wow, ti pagano abbastanza per mantenere questa espressione ventiquattr’ore su ventiquattro?- la domanda di Jolene era retorica, sapeva che lui non le avrebbe mai risposto, e per sdrammatizzare era solita fare queste battutine. Sentì soffocare una lieve risata e sorrise anche lei appena. Entrò una coppia di anziani, e a Jolene venne ancora più da ridere perché non poteva farlo, così quando uscirono lei e Francis scoppiarono in una breve risata.
 –Sei una di quelle ragazze che si approfittano dei soldi altrui, vero?- Jolene si sentì bruciare di vergogna, non poteva rispondere di no, perché non era la verità, ma non voleva rispondere di si.
-Ne vedo tante qui, ma non avrei mai sospettato di te.- le sorrise. Era un po’ strano, ma era complimento.
Lei sorrise di rimando. –Che hai combinato?- chiese con uno sguardo d’intesa. Quindi di solito c’erano donne che rubavano e poi se ne pentivano e tornavano per rimettere le cose apposto? Non era l’unica.
All’improvviso si sentì più sicura, come se Francis fosse qualcuno con cui confidarsi, e non un membro dell’Hotel che poteva consegnarla alla Polizia.
-Io.. ho preso una cosa, e voglio rimetterla al suo posto.- ammise con gli occhi fissi sulla moquette dell’ascensore. Lui alzò un sopracciglio, -Beh, complimenti, sei una persona onesta.-
-Le persone oneste non rubano.- rispose Jolene.
Lui non rispose per un po’, erano arrivati al sessantottesimo piano, -hai capito di aver sbagliato e vuoi rimediare, non tutti sono disposti a farlo.- concluse.
Beh, la verità è che questo era un carico troppo grosso, meno di cinque ore fa aveva adulato il Signor Warlett e lo aveva derubato, ma questa parte non se la sentiva di raccontarla, aveva già ammesso troppo.
Le porte si aprirono, e si diressero verso la suite che si trovava infondo al corridoio. Lui le fece un sorriso rassicurante e disse –Faccio io il palo, tu entra e fai quello che devi fare.- le fece l’occhiolino, tirò fuori il passpartou e stava per strisciarlo nella serratura, quando un urlo attraversò la porta, veniva dall’interno.
-Subito! E’ scomparsa, capito? Il capo della sicurezza! Adesso!- disse e attaccò la cornetta con così tanta violenza, che Francis e Jolene sentirono l’impatto. Jolene bloccò la mano di Francis, gliela prese e corse verso gli ascensori, ma erano tutti occupati, ed il più vicino di trovava al cinquantatreesimo piano.
-Merda, merda, merda.- Jolene era entrata nel panico. –Sta cercando la cosa che ho rubato.- disse sottovoce, per paura che qualcuno la stessa spiando o sentendo. –Beh, vai da lui e restituiscigliela.-disse Francis. Jolene non poteva certo bussare e dire “Ehi ti ho rubato la collana, ti ricordi di me? Oh, comunque eccola qua!” . Ci sarebbe andata di mezzo lei e le altre, e non poteva farlo. Poteva però lasciarla davanti alla porta? Sarebbe stato un gesto avventato, qualcuno poteva vederla o rubarla, però voleva tentare.
-Aiutami, voglio bussare e metterla davanti alla porta.- disse a Francis.
Lui ci pensò per un secondo e poi la aiutò, erano a metà del corridoio quando le porte dell’ascensore si aprirono, facendo uscire poche persone, loro fecero finta di camminare con nonchalance fino a che queste non fossero entrate nelle proprie suite. Non appena il corridoio fu di nuovo libero, loro continuarono ad avanzare verso la suite, ma dall’ascensore stavolta uscì quello che doveva essere il capo della sicurezza con due poliziotti ai suoi lati. Jolene e adesso anche Francis, presi dal panico girarono in un altro corridoio a destra di quello principale, che purtroppo era solo un vicolo cieco, dove c’erano un istintore ed una porticina anonima sicuramente chiusa
. –Se mi scoprono, mi licenziano, e poi mi arrestano.- mormorò Francis a Jolene con un’occhiataccia. –Io sarò direttamente morta invece.-
La polizia stava per passare davanti all’uscita, quando a Jolene cadde l’occhio sul passpartou di Francis.
Indicò il passpartou a Francis, e mimò il gesto di aprire la porta, lui annuì e piano aprirono la porta. Questa fece il suono di apertura, e quando Jolene e Francis se ne accorsero, erano già dentro alla porta, sperando che i poliziotti non ci avessero fatto caso. Li sentirono passare per il corridoio e non appena i loro passi furono quasi lontani, tirarono fuori l’aria dai polmoni.
 –Ma che diamine hai preso?-  chiese Francis.
Il signor Warlett aprì la porta urlando qualcosa di incomprensibile e poi la richiuse, e ci fu di nuovo il silenzio. Jolene aprì la porta ed uscì dalla minuscola stanza in cui erano stati, un po’ in imbarazzo per la situazione. Adesso non poteva più fare niente.

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