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Autore: BELIEBER_G    03/05/2015    1 recensioni
I suoi occhi azzurri incrociarono i miei,come dimenticarli?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Essere orfani non è un gioco o un dono, soprattutto se vieni abbandonato ai tuoi odiosi zii. Io e mio fratello, Jenny ed Harry Potter, vivevamo a Privet Drive ormai da 11 anni con Petunia, Dadley e Vernon Dursley. Harry era un ragazzo con gli occhiali, capelli neri ed occhi verdi, quasi azzurri. Io,invece, capelli lunghi marrone scuro ed occhi dello stesso colore. Non essendoci camere libere, ci facevano dormire nel sottoscala, ovvero una piccola stanzetta con due letti, una tv e qualche spazio per mettere dei giochi. Quel giorno, Dadley iniziò ad urlare di svegliarci, continuando a battere i piedi sulle scale per far scuotere la nostra camera. Allora aprì gli occhi, me li strofinai ed uscii dalla camera. “Va a prendere la posta.” Mi ordinò zio Petunia. Andai fuori e vidi che sulla cassetta della posta si era posato un gufo con occhi espressivi e pelo marrone chiaro. Scossi la mano per farlo andar via e raccolsi la posta, notando bollette, bollette e poi due lettere per me ed Harry. Strano, non ricevevamo mai posta. Rientrai dentro e consegnai tutto a zio, che stava facendo colazione. “Papà, Harry e Jenny hanno ricevuto una lettera!” iniziò a gridare poi Dudley, saltellando. Vernon ridacchiò. “E chi mai scriverebbe a voi?” si domandò, iniziando a leggere una delle due lettere con alle spalle la moglie e il figlio. Subito dopo averla letta velocemente, le strappò entrambi, buttandole nel fuoco. Sospirai e tornai a fare colazione, innervosita.
 
Era il compleanno di Dudley, così,quella mattinata, andammo allo zoo della città. Ci avventurammo nella stanza degli anfibi e mentre Harry guardava un serpente, io osservavo una lucertola. Dudley era innervosito dal fatto che il serpente non si muovesse, perché stava riposando e diede delle pacche al muro. “E fallo muovere!” esclamò poi. “Sta dormendo!” gli disse Harry. L’altro sbuffò e si precipitò a vedere un pitone più in là. “Scusalo, è fatto così.” Continuò Harry, parlando al serpente. Poi, esso annuì. “Riesci a sentirmi?!” domandò il ragazzo. E annuì di nuovo. Fui stupita da quel gesto.
 
Il giorno seguente, le lettere per me e per Harry, continuavano ad arrivare ogni ora, quasi ogni 30 minuti. Ma lo zio le bruciava tutte. Fin che, una domenica, non si tranquillizzò sulla poltrona. “Ah, niente posta la domenica.” Commentò, mangiando un biscotto. Poi, improvvisamente, la terra tremò e il camino si spense tutto d’un tratto. Dalla buca delle lettere, dalle finestre e dal camino iniziarono ad uscire lettere su lettere, fino a circondare la casa. Vernon impazzì, mentre io ed Harry ci divertivamo da matti in quel miscuglio di buste. Avrei voluto tanto leggerne una: così la afferrai a casa ed iniziai a correre con lo zio che mi inseguiva per togliermela. Inciampai nel tappeto e me la strappò di mano, mentre le altre lettere continuavano a riempire il soggiorno. “Ce ne andiamo! Molto lontano! Dove nessuno potrà più trovarci!” gridò, rosso in viso.
  
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