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Autore: acvxht    03/05/2015    2 recensioni
Are you mine? Are you mine tomorrow, or just mine tonight?- ripetei la strofa fino alla fine, lasciai andare anche l'ultimo accordo, voltai la testa verso Calum che cantava in parte a me, i nostri sguardi si incrociarono, non so perchè, non so come, allo stesso tempo girammo la tracolla, in modo che non ci fossero strumenti fra di noi, mi attirò a se premendo le labbra sulle mie. Vi assicuro che era come respirare di nuovo, una boccata d'aria fresca, me ne fregai del fatto che più di cinquanta persone aveva gli occhi fissi su di noi, era quello che volevo e niente e nessuno avrebbe rovinato quel momento.
-Are you mine?- mi sussurrò vicino alle mie labbra.
-I wanna be yours- sussurrai a mia volte rincastrando le labbra sulle sue.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 36. YOU'RE FUCKING MINE

COUNTDOWN: STILL 3 CHAPTER UNTIL THE END

ATTENZIONE: LA SEQUENZA EVIDENZIATA IN CORSIVO E' A RATING ROSSO, SE NON VI

AGGRADA QUESTO TIPO DI SCRITTURA, PASSATE DIRETTAMENTE ALLA FINE!

1st of April

Mi divincolai, cercando di liberarmi della presa ferrea di Calum. Erano le cinque del mattino, e di dormire, non c'era verso. Primo giorno di università, l'ansia aveva preso il sopravvento, perfino le mie amate gocce per dormire non facevano effetto. Avevo dormito si e no due ore e mezza. Sbuffai, decidendo di alzarmi e di farmi una doccia. Sgusciai fuori dal piumone, rabbrividii a cause dell'aria fredda. Ebbene si, anche in Australia l'autunno era arrivato.

Avete presente tutte quelle persone che dicono “mi lavai parte dei miei problemi di dosso con una doccia”? Ecco, non era così, fidatevi della cara Alex. Magari, sono solo io, ma io in doccia inizio a farmi complessi sulla vita, sulla morte, sui miracoli.

E alle volte sono della serie “Ma se in un mondo parallelo esistessero i Lamacorni?”.

L'ho sempre detto, non dormire fa male, tanto male.

Tornando a noi...era il primo giorno di università e dire che stavo rimpiangendo il giorno in cui decisi di non frequentare online, era poco.

I miei pensieri si alternavano dal “voglio morire” o “siamo nati per morire”. Al “dai non è poi così male...”, “posso sopravvivere”. Iniziai a prendere a testate il muro piastrellato del bagno, pregando vivamente di farmi del male. Mi lamentai, non per le testate, ma per l'acqua bollente della doccia, neanche ci fosse Lucifero a leccarti la schiena, cazzo.


Imprecai mentre cercavo di sistemarmi quella massa indefinita di capelli, che, pur essendo lisci, erano indomabili. Fai la riga a destra? Viene a sinistra. Li sistemi indietro? Vanno in avanti, modello “pecora non vedo niente”.

-Okay, Alex, respira e non lanciare la spazzola...- riguardai l'ora sul telefono: erano le sette. Un'ora accettabile, se devi andare a scuola alle otte, non se devi entrare alle nove e mezza.

Sentii la sveglia di Calum e successivamente un “porca puttana, è giù lunedì”. Bussò alla porta.

-Avanti...-

-Già sveglia?-

-Veramente è dalle cinque che vago per casa...-

-Andrà tutto bene...-

-Mi abbracci?- mi sorrise teneramente, si avvicinò accogliendomi fra le sue braccia, mi lasciai stringere, sperando che mi tranquillizzasse, almeno un po'.

-Cosa vuoi per colazione?-chiesi con voce soffocata.

-Devi sempre cucinare tu...-

-Avrei fatto fare a te...-

-Stronza.-

-Ma...devo distrarmi, perciò... Cosa vuoi per colazione?-

-Pancake?-

-Pancake.-

Mi rigirai verso lo specchio ritornando a sistemarmi i capelli. Alla fine optai per una treccia.

-Ehm...Calum...-

-Si?- deglutii rumorosamente, cercando di non guardare un Cal completamente nudo che stava per entrare nella doccia.

-E' imbarazzante...- sussurrai arrossendo e abbassando lo sguardo sulle unghie dipinte di nero.

-E' imbarazzante o vorresti saltarmi addosso?- disse a pochi centimetri dal mio orecchio. Deglutii per la seconda volta, sorridendo nervosamente e cercando di allontanarlo.

-V...vado a vestirmi...- scivolai via dalla sua presa uscendo dal bagno e richiudendomi la porta alle spalle. Non poteva farmi questo di prima mattina. Già non era il caso che lo facesse a qualsiasi ora del giorno, figuratevi appena sveglie, è un colpo al cuore.

Mi piazzai davanti all'armadio: scelsi una gonna a vita alta a fiori colorati con un elastico nero in vita e una canottiera semplice bianca. Mi guardai allo specchio appeso all'anta, mi infilai un paio di stivaletti alla caviglia con un tacco non troppo alto. Ero molto più elegante e sobria del solito. Quasi non mi riconoscevo, ma volevo fare bella figura, mi importava il giudizio della gente, soprattutto se si trattava di persone nuove e mai viste prima.

Raggiunsi Cal in cucina e mi misi ai fornelli, cercando di ignorare il suo sguardo. Mi sentivo i suoi occhi fissi sulla mia schiena ed era fastidioso, non Calum, non fraintendete...

-Che c'è?-

-Niente... osservavo il tuo nuovo look.-

-Non è un nuovo look... volevo sopo apparire diversa... per un giorno.-

-Sei bellissima così come sei, non vedo perchè tu debba cambiare...-

-Grazie Cal...-

-Di niente piccola. Ma, una domanda...dove sono i miei pancake? Ho fame!-

-Momento...mi metti in soggezione se mi fissi...- lo sentii sbuffare mentre mi rigiravo verso la padella.

-Ma...quand'è che parti...?- chiesi attirando la sua attenzione, che era caduta sul bicchiere di aranciata che aveva davanti.

-Il 10...- respirai profondamente, cercando di mandare giù il nodo alla gola, ma con scarsi risultati. Provocava dolore, ma era un argomento che andava affrontato.

-Bhè, allora dovremmo festeggiare la vostra partenza...-

-Penso anche io...- si alzò camminando verso di me. Mi scostò dai fornelli, spegnendoli e mi abbracciò, affondai il viso nella sua t-shirt e agganciai le braccia dietro al suo collo. Mi strinse in vita, appena sopra l'inizio della gonna.

-Mi mancherai da morire...- dissi sospirando e lasciando che una lacrima mi rigasse una guancia. Erano tre mesi, tre fottuti mesi senza vederlo. Avrei dovuto riabituarmi a svegliarmi da sola nel letto vuoto e freddo. Avrei dovuto ignorare il perenne silenzio che ci sarebbe stato in casa. Sarei dovuta passare davanti alla porta del garage dove provavano ignorando la voglia di aprirla e osservare Calum che suonava, non ci sarebbe stato. Gli strumenti sarebbero andati in viaggio con loro, così come le tracolle e i numerosi appunti. Sarebbero rimasti solo dei poster, due amplificatori e lo scheletro di una batteria. L'armadio sarebbe stato per metà vuoto, sul divano ci sarebbe stato solo un segno, rispetto ai due abituali. La Tv sarebbe stata perennemente sincronizzata su MTV Rock e non su canali di calcio o altri sport. I cassetti del bagno si sarebbero svuotati e la scrivania sarebbe stata ordinata e vuota. Tutta la casa avrebbe sentito la mancanza di Cal.

-Piccola...non posso dirti niente per consolarti, perchè sarebbe comunque inutile. Adesso ascoltami okay?- aspettò che dessi un segno di assenso.

-Qualsiasi cosa capiti non farti del male, per nessuna ragione al mondo... Non smettere mai di mangiare, non farlo, anche se avrai lo stomaco chiuso, costringiti. Alex...- si fermò a metà frase, singhiozzò, fu solo allora che alzai lo sguardo verso i suoi occhi, erano lucidi e le lacrime gli rigavano il viso.

-Alex...-

-Cal, promettimi una cosa... Dimmelo, dimmelo che per te sarò l'unica, ne ho bisogno Calum, ti prego...-

-Alex, tu per me sei e sarai sempre l'unica. Non potrei mai...-

-Ho paura...-

-Lo so, anche io...-


Ma non era di quello che avevo paura, avevo il terrore di essermi innamorata...



9th of April

-Altro che mega feste...!- esordì Ashton lanciando un cuscino e riprendendolo al volo.

-Noi sei bastiamo e avanziamo!- proseguii io. Stavo cercando di divertirmi, non volevo bere o fumare o cose simili anche se avrebbe aiutato, era la nostra ultima sera da persone normali, sconosciute al mondo intero e volevo ricordarmela...

Avevo rinunciato a prestare attenzione alle lezioni questa mattina, tant'è che ne saltai un paio, troppo occupata a cercare di soffocare le lacrime che, ogni volta che provavo a pensare al giorno successivo, si presentavano imperterrite nei miei occhi. Passai il pomeriggio con Calum, andando in giro a camminare, cercava di rifilarmi qualche vestito nuovo, per tirarmi su di morale, ma neanche quello funzionò.

Mi guardai intorno, osservando le facce felici dei ragazzi, erano così esaltati, li brillavano gli occhi. Abby sorrideva teneramente ad Ashton, stringendogli l'avambraccio, erano così carini. Lei avrebbe avuto l'opportunità di raggiungerli in tour per qualche settimana, le rimanevano solo un paio di esami per concludere l'anno, io invece mi ritrovavo bloccata qui.

Mi sistemai meglio sul divano, rifiutando la birra che Michael mi stava porgendo.

-Wow! Alex che non beve! Devi starci veramente male...-

-Fai un po' tu Mike...- risposi cercando di non incrinare la voce.

-Comunque, ragazzi... Non potrei essere più felice per voi, voglio dire, siete passati dal suonare in un garage insonorizzato ad essere contattati dai manager dei one Direction per il Where We Are Tour! Cazzo, io non potrei essere più fiera di voi. Sul serio, adesso rispondetemi... Quanti se lo sarebbero aspettati?- aspettai prima di continuare il mio discorso. Nessuno rispose, negando ciò che avevo appena detto.

-Esattamente. Quando tornerete nessuno qua sarà più una persona normale, quando avete accettato avete anche messo in conto ciò. Non vi spetterà più una vita normale. Ogni volta che uscirete da un hotel ci saranno decine e decine di ragazze ad aspettarvi! Avrete concerti tutte le sere e spesso e sovente diverse interviste. Non dovete però dimenticare da dove venite... Ogni tanto pensate a Sydney, pensate ai momenti passati qua, che ne so, per fare un esempio: tu, Calum ricordati della tua casa, di ciò che è successo qui, ricordati che qui ci suonavi, che qui hai dato le tue prime feste...- presi fiato, omettendo il nostro primo bacio e la nostra prima volta, glielo avrei ricordato più tardi.

-E tu Mike ricordati di quel giorno passato in spiaggia appena arrivai qui... Luke ricordati quando ci siamo messi a fare il solletico a Calum perchè non ci dava la Nutella. E Ashton e Abby, voi avete talmente tanti ricordi qui, che sarebbe impossibile elencarli tutti...- conclusi cercando di sorridere guardandomi attorno, Calum mi stringeva contro il suo petto con gli occhi lucidi e velati di malinconia. Abby e Ashton si abbracciavano mentre lui le baciava la fronte. Luke osservava il tappetto reggendosi con i gomiti impiantati sulle ginocchia e Michael mi guardava sorridendo, anche lui aveva gli occhi pieni di lacrime che minacciavano di uscire. Sorrisi di rimando, cercando di trasmettergli fiducia.

Vidi Luke alzarsi dal divano e posizionarsi al centro del salotto esortandoci ad abbracciarlo. Fu un meraviglioso abbraccio di gruppo, ci stringemmo li uni agli altri, lasciando che i nostri corpi si sfiorassero cercando conforto.

-Mi mancherete ragazze!- esclamò Luke stringendoci di più, con le sue braccia chilometriche.

-Anche voi...- rispose Abby. Era così difficile da credere, infatti lei non se ne era ancora resa conto, io si, ero fatta così, ero malinconica e triste da una settimana su per giù.

**

-Noi andiamo allora, ci vediamo domani mattina davanti a casa di Abby!- salutò Luke.

-Iniziate ad andare in macchina, io parlo un attimo con mia sorella e arrivo...- annuirono uscendo dalla porta di casa.

-Io ti aspetto su...- mi liquidò anche Calum, sparendo per le scale. Non riuscii a realizzare che mi trovai stretta fra le braccia di mio fratello, che aveva la testa appoggiata nell'incavo del mio collo.

-Mi mancherai Alex... non sai quanto.-

-Anche tu Michael, anche tu...- sentii qualcosa di umido, bagnarmi il collo, mi allontanai, stava fissando le sue scarpe. Con due dita gli alzai il mento, grosse lacrime gli rigavano il volto.

-Ti voglio bene sorellina...- fu un duro colpo al mio auto controllo, scoppiai in lacrime anche io.

-Oh Michael...- lo abbracciai nuovamente, facendo poi scorrere la mia mano verso il suo polso sinistro. Gli scostai qualche bracciale, quanto bastava per riuscire ad intravedere le cicatrici. Mi sporsi verso il tavolino prendendo un pennarello indelebile. Gli scrissi sul polso il mio nome e cognome.

-Che fai?-

-Se volessi ancora farlo, metti in conto che così ucciderai anche me...- mi sorrise, promettendo che non l'avrebbe mai fatto e che se ne avrebbe sentito la necessità mi avrebbe chiamato, qualche ora fosse e in qualunque posto fosse.

Non appena se ne fu andato, mi risistemai asciugandomi le lacrime e dirigendomi al piano superiore.

-Eccomi...-

-Vieni qui...- mi incitò aprendo le braccia, non esitai minimamente a fiondarmici, erano come la mia casa e mi sarebbero mancate da morire. Sollevai lo sguardo, alzandomi in punta in modo da essere più vicina alle sue labbra, le guardai, per quelli che sembravano infiniti secondi, prima di baciarlo spostai lo sguardo verso i suoi occhi profondi, mi avvicinai rimanendo a pochi millimetri dalle sue labbra, assaporandomi quel momento, ci sfioravano ma mai ci incontravamo. Fino a che lui non decise di annullare le distanze, fece combaciare le nostre labbra alla perfezione, come fossero un puzzle composto esclusivamente da due tasselli. Le mosse, per poi dischiuderle successivamente, permettendo alla sua lingua di raggiungere la mia. Aveva un sapore tutto suo, ed era fantastico. Ballavamo una danza di cui solo noi conoscevamo i passi, era dolce, lenta ed estremamente malinconica, quella sera. Era un bacio pieno di sentimenti, pieno di amore, più degli altri che ci scambiavamo, era diverso, era una delle ultime occasioni che avevamo per dimostrarci quanto ci amavamo... Perchè era così, ci siamo amati dal primo momento in cui i nostri sguardi si sono incontrati, dal primo momento in cui ci siamo stretti la mano, da quando ci siamo abbracciati, da quando siamo diventati migliori amici, da sempre.

Si staccò da me per riprendere fiato, accompagnandomi fino ai piedi del letto. Mi distesi tirando Calum verso di me, afferrandogli la t-shirt che indossava. Si adagiò sopra il mio corpo, disteso sul quel letto, in quella camera, che forse ne aveva viste fin troppe. Gli sfilai la maglietta grigia buttandola ai piedi del letto, sorrisi facendo scorrere le mie dita affusolate sul suo petto, tracciando dei disegni immaginari, di cui solo io conoscevo le forme. Fece scorrere una mano dietro la mia schiena, sollevandomi, portandomi più vicina alle sue labbra, le sfiorai afferrandogli le mani e portandole ai bottoni della mia camicia, impazienti.

-Abbiamo tutta la notte...- mi sussurrò a pochi centimetri dal mio orecchio. Sorrisi, sentendolo incredibilmente vicino al mio collo, sul quale, qualche secondo dopo, lasciò un paio di baci veloci, spostandosi su un punto in particolare, quello che ogni singola volta mi provocava brividi e, Calum a farlo apposta, lo sollecitò soffiandoci sopra e successivamente baciandolo, succhiando un poco. Emessi un piccolo sbuffo, inebriata da quella sensazione... Era così rilassante ed eccitante al tempo stesso. Potevo sentirlo fremere ogni qualvolta muovevo le mani sulla schiena, accarezzandola dolcemente. Succhiò con più decisione, avvertii un leggero fastidio su quel punto. Ansimai quando ci passò la lingua sopra. Ritornò con il viso di fronte al mio.

Era così bello, non perfetto...semplicemente bello da togliere il fiato, infatti, era esattamente ciò che mi succedeva ogni volta che lo vedevo. Ha un tipo di bellezza alla quale non ti abitui, ha sempre lati nuovi da scoprire. A me, ad esempio, piaceva da morire perdermi nei suoi occhi scuri e penetranti, ai quali non sfuggiva nulla, ti leggevano, come fossi un libro aperto. Bhè, poi c'erano quelle sue guance, paffute, non mi sarei mai stufata di schiacciargliele e di accarezzarle, erano così soffici.

E poi il suo sorriso, anche quello era mozzafiato, mi piacciono le sue labbra carnose, che spesso e volentieri lasciano scoperti quella fila perfetta di denti bianchi, i quali, ora come ora, stavano tirando il mio labbro inferiore, costringendomi ad abbandonare i miei pensieri. Gemetti quando appoggiò i denti su un punto del mio labbro più sensibile, dalle innumerevoli volte in cui me lo mordevo per combattere il nervosismo, come in quei giorno.

-Scusami...- lo zittii con un altro bacio. Intrecciai le braccia dietro al suo collo, invertendo le posizioni, sorprendendolo. Mi sedetti sul suo bacino e successivamente appoggiai parte del mio peso sugli avambracci ai lati della sua testa, per non pesargli.

Gli lasciai una scia di baci lungo tutta la guancia e successivamente sulla mascella definita. Proseguii il mio percorso fino al collo, lavorai su un punto preciso, lo sentii grugnire e vi giuro che non esiste suono più bello.

-Sai...- iniziò sussurrando, come se ci fossero altre persone nella stanza e non volesse che qualcuno sentisse.

-Ricordo ancora esattamente la prima volta che ci siamo visti... Era così bella: indossavi una maglietta con stampato il logo di qualche band e dei jeans neri, avevi le mie stesse All Star nere. Avevi ancora i capelli biondi platino per le troppe decolorazioni, erano lisci e un ciuffo ti continuava a cadere davanti ai tuoi occhi, come adesso...- continuò, spostandomi appunto il ciuffo che non voleva stare al suo posto, sistemandolo dietro l'orecchio.

-A proposito, credo di essermi subito innamorato di quei due smeraldi che ti ritrovi, non immagini quanto siano belli... Mi ricordo che avevi anche le dita piene di anelli sottili, mi sono rimaste impresse le tue mani, dal primo momento avrei voluto stringerle nelle mie e non lasciarle più...- mi afferrò la mano sinistra, quella con la fedina che mi era stata regalata. -Aveva le unghie dipinte di nero, pensai subito:” Questa tipa è veramente forte!”- soffocai una risata, sorridendogli.

-Io, invece, vorrei poter dire di ricordarmi perfettamente il nostro primo bacio, ma non è così...-

-Non fa niente, è stato il primo di una lunga ed infinita serie...-

-Io mi ricordo però di quella volta al Luna Park, è stata la serata più bella di tutta la mia vita. Nessuno lo avrebbe mai fatto...-

-Bhè, io non sono Nessuno, io sono Cal...-

-Rettifico, sei il mio Cal...-

-Dillo ancora...- sussurrò, sollevando il busto e di conseguenza anche me, ritrovai il viso a qualche centimetro dalle sue labbra, carnose ed invitanti.

-Calum Hood, sei fottutamente mio- sussurrai il più sensualmente possibile, enfatizzando l'ultima parte di frase. Spostò le mani sui miei fianchi, riportandomi sotto di lui; si chinò sul mio petto, sfilando il primo bottone della mia camicia dall'asola con i denti, lasciando una sciai umida sul mio petto. Quando ebbe terminato il suo intento, tremai quando posizionò le labbra nell'incavo dei miei seni, lasciandoci un paio di baci, con una mano strinse una delle coppe, costringendomi ad inarcare la schiena.

-Pizzo nero?- annuii arrossendo, non nego di averlo fatto apposta, era il suo preferito, d'altronde.

Erano innumerevoli ed immense le sensazioni che mi provocava... Non riuscivo a capacitarmi di averlo al mio fianco, di essere lì con lui in questo momento, sul quel letto, stesa inerme sotto di lui, che mi provoca continui brividi al solo sfiorare la mia pelle. Ogni mattina mi svegliavo col terrore che fosse stato solo un meraviglioso sogno e che nulla di ciò fosse accaduto, avevo paura di svegliarmi di nuovo in Italia, in quell'orribile stanza arancione e monotona, derisa da tutti. Invece che essere dove sto ora, con un fantastico fratello, una migliore amica che farebbe invidia a chiunque e un migliore amico come ragazzo.

-Mi sembra tutto così irreale...-

-Neanche a me sembra vero... Voglio dire, fino all'anno scorso ero una sfigato di prima categoria, io e tuo fratello passavamo le giornate chiusi in casa a giocare alla Play, neanche sapevamo com'era il sole. Era da una vita che non parlavamo con delle ragazze, o meglio che ci provavamo con delle ragazze...-

-E poi? Cos'è cambiato...?-

-E poi è arrivato Ashton, e abbiamo iniziato a prendere sul serio la musica, e poi qualche tempo dopo sei arrivata tu e ho ricominciato d uscire come prima... Mi sei piaciuta dal primo momento, all'inizio pensavo che non mi avresti mai filato, che andassi dietro a Luke...-

-Ricordo quando me lo hai chiesto, anzi, lo ammetto, Lucas mi ha sempre fatto uno strano effetto, pensavo:” E' lui, prima o poi dovrò mettermi con quel ragazzo”, soliti pensieri da troia, poi però mi sono accorta, ovviamente dopo il nostro primo bacio, del rapporto che avevamo, di quanto fosse speciale... di quanto mi piacessi, perchè era effettivamente così... Di quanto avrei voluto che ci fosse di più fra di noi, ed ora eccoci qua...- mi baciò, fu un bacio casto, quello, solo per farmi capire e rendere ancora più reale quel momento. Sorrisi nel bacio, facendogli intuire quanto fossi felice, nonostante l'ombra del giorno che verrà. Ma volevo solo godermi quella notte, come se fosse l'ultima della mia vita.

Mi sollevò, sganciandomi il reggiseno, con una lentezza quasi straziante fece scorrere le sue lunghe dita affusolate lungo le mie braccia, togliendomi del tuo quell'inutile pezzo di stoffa, che andò a fare compagnia agli altri indumenti sul pavimento. Si piegò su di me, afferrando il mio capezzolo fra i denti, tirando e succhiando. Gemetti con un tono di voce più udibile.

Mentre la sua bocca era ancora concentrata sul mio seno, concentrandomi, portai le mani sulla cintura dei suoi pantaloni, sganciandola, passai poi al bottone e alla zip dei jeans, dai quali già potevo sentire la sua erezione pulsare nei boxer. Ci pensò poi lui a togliersi del tutto quei jeans troppo stretti. Sicuramente pensò che io fossi ancora troppo vestita per i suoi gusti, così, non perse tempo sfilandomi con un gesto veloce i leggins che coprivano le mie gambe.

Lasciò una scia di baci umidi lungo tutto il mio ventre, provocandomi infiniti brividi.

-Hai freddo?- mi chiese, probabilmente notando la mia pelle d'oca, che, ovviamente, non era dovuta all'aria fredda della stanza, ma a tutte quelle attenzioni particolari.

-No, è colpa tua...- confessai sorridendo, mi mostrò i suoi denti bianchi di rimando, tornando a poggiare le sue labbra appena sopra l'elastico dei miei slip. Si allontanò bruscamente, mettendosi in ginocchio e sollevandomi una gamba, appoggiandola sulla sua spalla, mi baciò la gamba spingendosi sempre più verso il mio interno coscia. Mi colse impreparata quando appoggiò le labbra sopra la stoffa dei miei slip, in quel punto in cui solo un ragazzo prima di lui era arrivato. Con i denti riuscii a liberarmi anche delle mie mutande, ormai umide per l'eccitazione che cresceva in meno ogni minuto che passava.

-Cazzo Alex...- sussurrò gemendo sulla mia pelle. Mi aprii maggiormente le gambe, posizionando il viso in mezzo ad esse.

-Ehm, Cal... è imbarazzante, io, te...noi non abbiamo mai fatto... ecco bhè...- sussurrai alquanto imbarazzata.

-Stai tranquilla, intanto non c'è niente che non abbia già visto...-

-Si, lo so, però...-

-Se non vuoi passiamo subito al dunque...-

-No, non dico questo... Oh fanculo Cal, fai quel che devi fare, non mi dispiacerà...- dissi alla fine, cercando di superare il momento di imbarazzo, rise e di conseguenza anche io... Ma fui subito interrotta quando avvertii le sue dita entrare in me. Gemetti incondizionatamente, aumentando il sorrisetto sornione sulle sue labbra, sollevai maggiormente il bacino quando avvertii l'aumentare di velocità dei suoi movimenti, facendo scontrare la sua erezione con il mio fianco, costringendolo ad ansimare.

-Dio Calum...- sospirai quando sostituì le sue dita con la sua lingua, portai le mie mani tremolanti fra i suoi capelli, tirandoli lievemente. Il piacere cresceva in me secondo dopo secondo, il mio corpo era percorso da scariche elettriche che partivano dal mio basso ventre e si irradiavano per tutto il mio corpo. Un brivido scosse la mia schiena, più degli altri.

-Cal...io...s-sto per...- mi bloccai gemendo in cerca d'aria, ansimando.

-Sai che hai un ottimo sapore...?- disse ritornando con il viso di fronte al mio, facendomi arrossire per la quarantasettesima volta.

-Ah si?- risposi io, guardando i suoi occhi stringersi nell'esatto momento in cui portai la mia mano sulla sua erezione, con l'intento di istigarlo ancora di più. Spostò la mia mano togliendosi i boxer.

-Alex?-

-Si?-

-Voglio fare l'amore con te, come se fosse l'ultima notte al mondo...- il mio sorriso si ampliò, per quanto fosse possibile, mentre cercavo disperatamente le sue labbra come se fossero ossigeno per me. E in un certo senso lo erano, solo Dio sapeva come avrei fatto tre mesi senza di loro. Ma in quel momento accantonai il pensiero, concentrandomi sulla sua lingua a contatto con la mia, esitante per quel contatto.

-Sei pronta?-

-Non aspettavo altro...- mi sorrise, lasciandomi un bacio casto e subito dopo spingendosi dentro di me, riempiendomi, regalandomi sensazioni fantastiche e diverse dal solito, impossibili da descrivere.


Portai nuovamente le braccia dietro al suo collo, muovendo il bacino, in perfetta sintonia con il suo per aiutarlo nelle spinte, che si stavano facendo sempre più profonde e veloci. Toccò quel punto, quel fatidico punto, inarcai la schiena, infilando le unghie nella sua carne, lasciandogli probabilmente qualche graffio.

-O mio dio...- morsi la sua spalla, costringendomi di non urlare per l'immenso piacere che mi stava provocando. Capii che anche lui era al limite quando strinse la presa sui miei fianchi.

-Dio Alex...- non resistetti a quella spinta ansimando a voce alta il suo nome, fino a non avere più fiato. Si concesse ancora tre o quattro spinte prima di venire, sussurrando -Alex...-

Rimase dentro di me, lasciandosi però andare appoggiando la testa sul mio seno, portai le dita fra i suoi capelli, attorcigliandoli.

-Calum, credo di essermi innamorata, e tanto anche...- confessai, fissando il soffitto per non incontrare il suo sguardo. Non rispose, ma poco importava, ovvero, il mio cervello aveva smesso di connettere, dal momento che le palpebre avevano iniziato ad abbassarsi, contro la mia volontà, volevo passare più tempo con lui, ma mi era impedito dal sonno che stava prendendo possesso del mio corpo. Chiusi definitivamente gli occhi, riuscendo però a cogliere le sue parole.

-Io mi sono innamorato di te appena ti ho vista.- sorrisi, lasciandomi finalmente andare fra le braccia di Morfeo.

****

BUONSALVE RAGAZZE! EBBENE SI, DOPO
ESATTAMENTE 2 MESI SONO TORNATA!
YEAHH!! VITTORIA IS BACK!
OKAY BASTA E TORNIAMO A NOI, MANCANO SOLO
3 FOTTUTISSIMI CAPITOLI! NON CI POSSO CREDERE.
COSI' COME NON POSSO CREDERE DI ESSERE ARRIVATA 
A QUASI 3K DI VISUALIZZAZIONI! VOGLIO DIRE, PRO-
VATE A METTERE TUTTE QUELLE PERSONE DENTRO
UN UNICO AMBIENTE. SONO TANTISSIME!
MA QUESTO TIPO DI COSE AVRO' TEMPO DI SCRIVERLE
ALL'ULTIMO CAPITOLO.
NON VI ANTICIPO NULLA, SE NON IL FATTO CHE SONO
IN LACRIME.
CONTATE SOLO CHE QUESTO CAPITOLO L'HO SCRITTO
IN UNA SETTIMANA CON SOTTOFONDO CANZONI
COME: AMNESIA, BESIDE YOU, I MISS YOU, GOTTA
GET OUT, WHEREVER YOU ARE E COMPAGNIA BELLA.

DETTO QUESTO, MANCANO CINQUE FOTTUTISSIMI
GIORNI A QUEL FOTTUTISSIMO CONCERTO!
IO CI ANDRO' E  NON VEDO L'ORA ASSOLUTAMENTE,
MAGARI C'E' QUALCUNO QUA IN MEZZO CHE POTREBBE
CONTATTARMI SU TWITTER *faccia da cucciolo* COSI'
NE PARLIAMO UN PO'....

ADESSO LA SMETTO DI PARLARE E INIZIO CON I
RINGRAZIAMENTI A TUTTE COLORO CHE HANNO
AGGIUNTO LA STORIA FRA LE PREFERITE E/O
LE SEGUITE.
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A TUTTE VOI
CHE RECENSITE.

UN BACIO ENORME xX Vittoria :)

SE VOLETE POTETE TROVARMI QUI:

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