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Autore: canfly    30/12/2008    2 recensioni
Voldemort è stato sconfitto da Harry Potter, ma un nuovo misterioso personaggio sembra prendere il posto del mago oscuro più potente di tutti i tempi. E quando Draco Malfoy riappare improvvisamente in fin di vita dopo anni dalla sua ufficiale morte, tutto sembra precipitare.
Genere: Romantico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Alla resa dei conti

- Prologo -



Blaise Zabini quella mattina si svegliò con un grande sorriso.

Era settembre, il cielo era coperto da qualche nuvola e Blaise prevedeva un grande giorno all’orizzonte.

Nulla, nulla!, in quel delizioso giorno poteva andare storto.

Si alzò dal letto districandosi dalle lenzuola che lo accarezzavano come seta e scese giù in soggiorno. Mentre con un colpo di bacchetta apriva tutte le finestre della casa, un dolce venticello lo avvolse dandogli in buongiorno.

Seduto sulla sua comoda poltrona prese il caffè, e dando una fuggevole occhiata all’orologio si accorse che erano già le 10:20.

Ma che importava? Quel giorno lui non doveva andare neanche al lavoro!

Ghignò, felice, e rassettandosi i bei capelli non troppo lunghi, decise mentalmente di fare una doccia.

Finì il cornetto che diligentemente il suo elfo gli aveva fatto trovare caldo e fumante sopra il grande tavolo.

Quindi si alzò e andò verso il bagno.

Aprì la porta e qualcosa a terra attirò la sua attenzione. Rimase di sasso.

Si perché non era cosa di tutti giorni trovare un Draco Malfoy svenuto sulla tua regale moquette del bagno coperto di sangue e terra.

Perché Malfoy precisamente non si faceva vedere da ben sette anni, ed era stato dato per morto ormai da tanto tempo.

In fretta si precipitò dal suo vecchio compagno e, con sollievo, notò che era ancora vivo. Il suo respiro era flebile, ma meglio di niente.

E mentre urlava ordini a destra e a manca ai suoi elfi domestici, Zabini capì il perché del suo Troll in Divinazione.




Jonathan Heickins, Primo Ministro dell’Inghilterra magica da oltre tre anni, aveva deciso di darsi una mossa.

Aveva aspettato molto tempo prima di agire e prendere in mano la situazione, acquattato dietro la tranquilla facciata che seguiva i desideri del popolo, stupida plebaglia.

Tutti ( Ministri, anziani saggi, quelli del Consiglio) sembravano concordare su un fatto: i maghi di tutto il mondo, dopo anni e anni di guerra sanguinosa, necessitavano di sicurezze, a costo di mentire loro.

Ma dopo ciò che era venuto a sapere, non poteva più far finta di nulla.

Tutto il Mondo Magico stava ormai sopperendo di fronte alle forze del Signore Oscuro; niente di ufficialmente disastroso, sia chiaro. Ma lui non era così stupido da sperare veramente in un ritorno alla pace, come invece credevano quell’ammasso di maghi idioti dei suoi colleghi.

Sezioni intere di Auror combattevano giorno e notte contro i Mangiamorte, morendo solitamente nell’impresa.

Questo perché loro disponevano di armi potentissime. Certo oscure, ma potentissime.

Ma no! Gli Auror non potevano mica difendersi adeguatamente! Sarebbe stato immorale, ma soprattutto l’uso di Arti Oscure così potenti avrebbe fatto sfuggire la situazione di mano.

Almeno questo a detta del Bambino Sopravvissuto (denominato da lui come L’Idiota Fortunato) che grazie alle sue gesta eroiche (tra le quali la sconfitta dello stesso Voldemort) si era guadagnato niente di meno che un bel posto nel Consiglio Supremo del Wizengamot, con tanto di onore e merito. E non aveva neanche trent’anni!!!

Il Ministro scosse la testa con il massimo disappunto, mentre si recava pensieroso al piano XIII, l’ultimo, adibito alla ricerca magica ministeriale.

Usò le scale per questo, non voleva neanche mettere piede in quell’ascensore putrido stipato più d’uno sgabuzzino della squadra titolare inglese di Quidditch.

Varcò senza alcun problema tutte le soglie con vari incantesimi protettori di riconoscimento e, giunto alla porta dell’ufficio di Ricerca, si schiarì la voce.

- Buongiorno Signor Nott.

Theodore Nott, che stava sistemando e riempiendo dei moduli ad una scrivania, si girò verso il suo nuovo interlocutore e rimase alquanto sorpreso di vedere il Ministro in persona laggiù. Theodore era il dirigente e responsabile del piano e, per quanto ne sapesse, Heickins a malapena andava in tribunale all’occorrenza.

- Buongiorno Ministro, in che modo posso esserle utile?

Heickins lo guardò apparentemente amichevole, ma dentro di sé era alquanto infastidito di  parlare con il figlio di due dei peggior Mangiamorte che vi siano stati mai in circolazione, anche se il ragazzo pareva essere contro il Lord Oscuro, non con. Tuttavia si impose forzatamente di sorridere. – Volevo avere il piacere di parlare con la signorina Granger se è possibile.

Nott alzò un sopracciglio, per nulla bendisposto.

- E perché vorrebbe vedere la signorina Granger?

Il volto fasullo  di Heickins si irrigidì impercettibilmente – Perché ho delle cose da comunicarle.

- Quali cose?

Stupido irrispettoso.

- Credo di non essere costretto a rispondere a queste domande – sibilò freddo lui.

- Primo Ministro! Buongiorno.

- Signorina Granger – Rispose quello distogliendo lo sguardo da un Nott più che contrariato – Avevo richiesto esplicitamente di incontrarla giusto ora al signor Nott. Che caso fortuito! – finì con un gran sorriso.

Hermione Granger, una dei ricercatori più brillante nonostante la giovane età, si mise di fianco a Nott e lo rassicurò toccandogli il braccio e guardandolo eloquentemente.

- Già – disse Hermione rivolgendo ora tutta l’attenzione a Heickins - In che modo posso esserle utile?

- Il signor Nott è atteso nella stanza 5 dell’XI piano. Ripeto: il signor Nott è atteso nella stanza 5 dell’XI piano.- La voce metallica dell’altoparlante magico interruppe momentaneamente la tensione tra i tre.

- Con permesso – disse Theodore  guardando a lungo Hermione e lasciando infine la stanza.

Il Primo Ministro sorrise soddisfatto e, uscito il responsabile del piano dalla stanza, la richiuse  e la insonorizzò.

- Vorrei parlarle in sede privata – disse a mo’ di spiegazione.

Hermione annuì cauta.

– Dovrei chiederle l’origine delle Maledizioni Senza Perdono.

Hermione alzò un sopracciglio. Richiesta alquanto bizzarra, non esisteva forse la biblioteca ministeriale per questo? Riposando alcuni libri sulla scrivania presi precedentemente, rispose in modo meccanico, seppur prudentemente. Quell’uomo non le aveva mai ispirato fiducia

- Il Cruciatus e l’Imperius risalgono probabilmente al III o II secolo a.C. Si presume che il primo sia stato creato in seguito al secondo, in quanto nasceva da una precisa esigenza di tortura e minaccia dei nemici. Il secondo invece è da attribuire ad un’esigenza di controllo richiesta dagli enormi eserciti creati dai maghi in risposta alla Grande Guerra con i Folletti. Entrambi hanno radice latina. L’Avada Kedavra, altrimenti conosciuto come l’Anatema Che Uccide Istantaneamente, ha origini aramaiche, ancor più antiche  del Cruciatus o Imperius. Forse esisteva una forma ancora più antica che non richiedeva l’uso della bacchetta. Ma a proposito di questo è tutto molto vago e confuso.

- Molto bene Signorina Granger- e ad Hermione sembrò di essere ritornata ai banchi di scuola - Naturalmente si chiederà il motivo di questa mia richiesta, nevvero? – Heickins aspettò una risposta da Hermione che non arrivò – Ebbene le Maledizioni Senza Perdono- continuò allora- sono senza dubbio orribili “incantesimi” giustamente illegali. Signorina Granger, d’ora  in poi il suo incarico sarà il seguente: scoprire e creare dei nuovi incantesimi in modo da danneggiare i nostri nemici e non permettere più loro di decimarci con le Maledizioni, e trovandoli impreparati su questa nuova offesa saremo nettamente in vantaggio. Ovviamente questo sarà fatto dietro a consistenti somme di denaro a patto di avere risultati in breve tempo...

Hermione strabuzzò gli occhi – Cioè mi sta dicendo di creare delle nuove Maledizioni???

- Oh, la prego signorina Granger, non la metta in questo modo. Sto solo cercando di…

- Primo Ministro – lo interruppe Hermione dura– Mi pare che questo sia stato un argomento già affrontato nelle consultazioni del Wizengamot, o erro?

- Erra, signorina, perché io le sto solo chiedendo delle alternative non oscure alle Maledizioni.

Hermione assottigliò lo sguardo – Le posso chiedere perché è venuto lei da solo a fare a me questa proposta in sede privata e senza l’autorizzazione del Wizengamot?

- Forse lei, signorina, non si rende conto della situazione dell’intero mondo magi …

- Oh, me ne rendo conto eccome! Se solo la gente fosse messa a conoscenza della reale situazione potremmo …

- Cosa potremmo? COSA? La gente ha bisogno di sentirsi dire che è al sicuro! Si scatenerebbe l’INFERNO se la verità saltasse fuori!

- Quale verità, Ministro? Quella di un nuovo Voldemort? Ne sono convinta anch’io, ma non c’è niente di più pericoloso dell’ignoranza …

- Neanche il panico? – disse quello a denti stretti.

- Neanche il panico – confermò la ricercatrice.

Heickins digrignò i denti – Quindi la sua risposta è no? –

Hermione annuì cauta, e a quel punto l’uomo perse le staffe.

- LEI NON CAPISCE!!! FINIREMO TUTTI AMMAZZATI SE NON FACCIAMO SUBITO QUALCOSA!!!

Hermione si ritrasse, spaventata, e aspettò che Heickins si calmasse. Pensò che avrebbe potuto venirgli un colpo così e, per associazione di idee, lo immaginò a terra disteso, morto. Rabbrividì.

- Non finisce qui! – disse Heickins, il volto ancora paonazzo.

E, richiudendosi nel mantello, aprì la porta e uscì impettito.

Hermione dopo una decina di minuti riprese a lavorare, ancora turbata da quel colloquio.

  
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