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Autore: blackings    04/05/2015    1 recensioni
Sesto capitolo della serie "Salvare se stessi o salvare quello che sembriamo?"
“Sarei morto comunque senza bacchetta: è come per un cavallo non poter più correre, per un mago stare senza magia.”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Salvare se stessi o salvare quello che sembriamo?'
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“Hermione!”
“Harry!”
“Cazzo, Hermione, ti davamo per morta! Dov’eri finita? Perché sei così pallida? Godric benedetto, Herm, siediti, ti porto qualcosa da bere… Ehi ragazzi! Ragazzi! Portate una coperta!”
“Harry, sto bene, calmati”
“Per tutti i mollicci, Hermione! Dove diavolo t’eri cacciata? Sapessi quanto ti abbiamo cercato!”
“Evidentemente non abbastanza, Ronald, se non mi avete trovata”
“Insomma, si può sapere dove sei stata?”
“A Malfoy Manor”
“Cheee? Cos’è successo, Hermione? Hai una bruttissima cera… ah, se lo prendo, quel bastardo di Malfoy, giuro che lo ammazzo con queste mani”
“Non puoi farlo”
“Chi me lo impedisce, sentiamo?”
“Ronald, Draco Malfoy…”
“Eh, Draco Malfoy?”
“Draco Lucius Malfoy è morto”
 
“Draco, ti avevo detto di farti trovare in salone alle sei stamattina, sono le sette e sei ancora nel letto? Devo davvero utilizzare i metodi di tuo padre per farmi obbedire?”
“Scusate, professore, è che non mi sento bene”
“Che cos’hai ora, sentiamo?”
“Le piaghe…”
“Le piaghe che, Draco?”
“Le piaghe hanno ricominciato a sanguinare e a farmi male”
“Fa’ vedere”
Draco scostò le lenzuola scoprendo l’addome fasciato con bende rosa pallido inzuppate di sangue. Piton si avvicinò tastandogli i polsi per vedere se il battito cardiaco era anormale, ma tutto sembrava essere assolutamente regolare.
“Cazzo, Draco… che hai fatto? Non è che hai mangiato qualcosa di ambiguo, vero?”
“No, professore… in realtà sono due giorni che non mangio”
“Qualche bevanda strana?”
“So riconoscere un veleno quando lo vedo, dopotutto ho imparato dal migliore”
Draco si sforzò di assumere il suo sorriso migliore, ma il massimo che riuscì a produrre fu un malinconico stiramento delle labbra.
“Non fare lo sbruffone, Malfoy, non è da te” Non è dal vero te.
“Scusate, professor Piton”
“Hai fatto movimenti bruschi che avrebbero potuto causare la riapertura delle ferite?”
“No, l’unica volta che mi sono alzato di qui è stato per allenarmi con voi sul legilimens”
“Non me lo spiego, Draco… come ti sei procurato queste piaghe, precisamente?”
“Lo sapete, con la maledizione Cruciatus scagliatami da mio padre… l’ha fatto milioni di volte, ma non avevo mai avuto una convalescenza così lunga”
“Non riesco a capire, Draco”
“Non siete l’unico, professore”
Poi, ad un tratto, la luce.
“Draco, con quale bacchetta ti ha ferito tuo padre?”
“Non lo ricordo, credo con la sua, non è ovvio?”
“Non è ovvio affatto: pensaci bene”
Draco rimase sovrappensiero per un po’, poi spalancò gli occhi dal terrore, sapendo cosa voleva significare ciò che stava per dire.
“Con la mia: la bacchetta con cui sono stato ferito era la mia”.
 
“Com’è possibile che sia morto, Hermione? Chi l’ha ucciso?”
“Credo i suoi, non lo so”
“Come non lo sai?”
“Io… ero svenuta”
“Che cazzo…”
“Ero svenuta perché mi avevano cruciato e torturato per una notte intera…”
“Salazar maledetto, io li ammazzo…”
“Dopo averci trovato insieme…”
“Ora ammazzo te, porca Tosca…”
“Ero svenuta, mi credevano morta. Quando mi sono svegliata, intorno a me il pavimento era zuppo di sangue. E lui non c’era più”
“Cazzo, Hermione!” urlò Ron “Hai scopato con quella viscida serpe!”
“Ronald, non mi sembra il caso” lo riprese Fred trascinandolo via dalla stanza dove era stata portata Hermione.
“Mi dispiace, Herm” mormorò Ginny avvicinandosi a lei, e persino Harry, superando il suo orgoglio maschile che l’aveva sempre portato ad odiare i Malfoy, si alzò e  l’abbracciò.
Le ferite, quelle d’orgoglio, possono essere risanate.
Ma come ricuci i baratri che hai più in fondo, nel cuore?
 
“Severus!”
“Devo parlare con Lucius”
“Calmati, Severus, Lucius è impegnato in questo momento”
“DEVO PARLARE CON LUCIUS!”
“Fallo entrare, Cissy” la voce calma di Lucius Malfoy dall’interno della stanza.
“Tu, brutto bastardo figlio di…”
“Severus, caro, qual buon vento ti porta fin qui?”
“Non fare finta di non saperlo, Lucius! NON FARE FINTA DI NULLA! So quello che hai fatto a Draco, so che la bacchetta era la sua, e so anche che probabilmente morirà, e io non voglio avere la sua morte sulla coscienza!”
“Ah, non vuoi, Sev?” la voce tagliente e provocante di Narcissa Black Malfoy che rompe la sfuriata di Piton “Beh, allora sarai tu a morire… non ricordi il patto infrangibile? Starai sempre vicino a Draco, caro amico mio, e sai perché? Perché non puoi farne a meno. Tieni troppo alla sua giovane vita, e, soprattutto, a quel che rimane della tua.”
Piton uscì dalla stanza sbattendo la porta, irritato e preoccupato. Percorse il Manor a grandi passi, e quando giunse alla stanza del figlioccio vi entrò come una furia.
“Cosa avete scoperto?”
“È vero, Draco: la bacchetta era la tua”
“Bene.” Sentenziò il ragazzo sistemandosi nel letto.
“Morirai, Draco: morirai dissanguato”
“Non c’è modo di placare l’emorragia?”
“Non è una questione di sangue: è un problema magico. L’unico modo per fermare l’incantesimo che è ancora in corso è spezzare la tua bacchetta, senza la quale, però, moriresti lo stesso dopo poco: i tuoi genitori ti vincolarono a quell’oggetto a undici anni, e io, io sono stato testimone”
“Sarei morto comunque senza bacchetta: è come per un cavallo non poter più correre, per un mago stare senza magia”
Silenzio, indecifrabile, assordante silenzio.
“Quanto mi resta?”
“Non so dirlo con precisione, ma, a giudicare dalle ferite, direi non più di un mese”
“Bene.”
“Draco, mi dispiace, non posso fare nulla per impedirlo”
“Lo so, lo so” mute parole, le sue, mentre lacrime ben più eloquenti cominciano a sfociare dagli occhi devastati “Ma so anche che la lunga convalescenza sarà più dolorosa della morte: stare senza di lei, ancora un mese, credo mi ucciderà prima dello scadere del mio tempo umano”.
   
 
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