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Autore: ___Page    04/05/2015    2 recensioni
Sono passati due anni dall'inaugurazione del locale di Sanji, Zoro e Law e tutto va a gonfie vele,al ristorante, alla scuola di danza e nelle loro vite.
Ma un nuovo spettacolo si avvicina e nuovi conflitti e amori prendono forma tra prove di musical e serate latine. Riusciranno gli allievi di Violet, Nami e Bibi a fare i conti con i propri sentimenti, a ritmo di musica e battiti di cuore?!
Ecco a voi il seguito di Shall we dance.
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass, Kidd, Nojiko, Penguin, Trafalgar, Lamy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Riemergo dallo schedario dove stavo sistemando i moduli delle iscrizioni di quest’anno per passare il tempo quando sento finalmente il suono della chiamata che viene accettata dall’altro computer.
Il tempo di avvicinarmi alla scrivania e posare i gomiti, mentre Violet si sposta appena sulla sedia con le ruote per farmi spazio, ed ecco che la sua immagine prende forma sul monitor diventando sempre più nitida.
Ha i capelli turchini sciolti a incorniciarle il viso su cui subito si disegna un radioso sorriso nel metterci a fuoco, che le illumina i grandi occhi scuri.
-Ciao ragazze!!!- esclama entusiasta.
È quasi dieci giorni che non riusciamo a sentirla tra il fuso e impegni vari e stavamo cominciando ad andare in astinenza.
-Tesoro mio! Come stai?!- le domanda subito Violet, allungando una mano ad accarezzare la sua immagine sullo schermo e facendo sorridere me e Bibi divertite.
Scommetto che nemmeno Law si scioglie così quando si chiamano su Skype.
Anzi, considerato il soggetto è in effetti una certezza.
-Io sto bene! Voi?!-
-Qui tutto come al solito! Ti salutano tutti e chiedono continuamente di te e quando torni!- mi intrometto, smaniosa di parlare un po’ con lei.
È in Russia da settembre per un corso prestigioso di danza classica a cui è riuscita a farsi ammettere e che durerà fino a luglio.
Quando ce lo ha comunicato, a fine estate, la sua più grande preoccupazione era che potessimo prendercela perché se ne andava proprio l’anno dello spettacolo mentre noi, naturalmente, le abbiamo fatto una festa che non finiva più.
Oltretutto Kaya la sta sostituendo in modo splendido, come ha fatto Monet con Violet l’anno scorso, mentre era a casa in maternità.
Fatto sta che comunque ci manca, a noi, ai ragazzi, a Law chiaramente.
-Ci manchi!- le dico, seguendo il rapido filo dei miei pensieri.
-Anche voi mi mancate! Tutti quanti! Mi spiace se ci ho messo un po’ a connettermi ma ero in linea dall’altra parte con Perona e Margaret!- ci spiega, facendoci annuire.
-Una volta dovremmo organizzare una videoconferenza!- riflette Violet, scostando un pelucco dallo schermo con il polpastrello.
Margaret e Perona sono in America da un anno e mezzo, a frequentare una scuola di danza la cui durata è di quattro anni e non sappiamo se e quando torneranno.
Quando se ne sono andate la cosa è stata abbastanza drammatica, soprattutto per Pen che era tornato da poco e si è visto costretto a salutarla in capo a pochi mesi.
Fortunatamente l’arrivo di un paio di nuove allieve gli ha permesso di continuare a esibirsi in passi a due oltre che nel tip tap, moderna e hip hop, mentre Sabo è diventato ufficialmente il ballerino di Koala, anche se durante l‘anno di studio queste sono sottigliezze dato che di tempo o ragioni per montare coreografie in coppia ce ne sono poche.
Io e Ace abbiamo tenuto qualche lezione di passo a due più che altro per le nuove arrivate, entrambe trasferitesi da poco a Raftel, entrambe con un’ottima preparazione alle spalle, grazie alla quale si sono integrate subito nel gruppo.
Ora, a diciotto mesi di distanza, sembra che abbiano sempre ballato con noi.
-Anche loro non siamo riuscite a sentirle ultimamente! Come stanno?!- domando, mentre Violet beve un sorso d’acqua dalla bottiglietta.
-Stanno benissimo! Le conosci, sono sempre entusiaste per tutto!- sorride Bibi, appoggiando il mento ai palmi delle mani.
Un pensiero la colpisce, facendole aggrottare le sopracciglia.
-Violet ma è oggi che arriva Gladius?!- domanda, controllando poi rapida il calendario da tavolo che tiene sicuramente vicino al computer e su cui segna i giorni che mancano al suo ritorno.
È felice di stare là, per una ballerina classica un corso in quella scuola è il non plus ultra, ma so che le manchiamo noi e le manca lui.
-Scusa ma sai, con il fuso mi incasino un po’!- si giustifica poi.
-Sì è oggi! I ragazzi si sono offerti di andarli a prendere all’aeroporto, non sono stati adorabili?!-
Bibi si gira a cercarmi e nonostante le molte miglia e i cristalli liquidi tra noi ci basta un’occhiata per capirci al volo.
So che stiamo pensando la stessa cosa e cioè che l’offerta di Sanji, Zoro e Law è dettata dal loro irrazionale bisogno di tenerci d’occhio e tenere d’occhio chiunque possa intaccare il nostro benessere.
In questo caso si parla del benessere di Violet in particolare, visto che Gladius arriva diretto dall’America e dal suo passato.
Lei, d’altra parte, non è né stupida né ingenua ma talmente felice di riabbracciare il suo ex ballerino, nonché caro amico, che ora insegna proprio nella scuola dove hanno studiato, da non rendersi conto delle vere ragioni che spingono i nostri tre gentlemen ad agire.
Ragioni infondate, dico io.
È incredibilmente serena e, senza offesa per Sanji, se non sono preoccupata io non vedo perché dovrebbe esserlo lui.
Intanto è evidente che da quando sta con lui migliora ogni giorno di più per non parlare del bene che le ha fatto mettere al mondo Leo.
È rinata, letteralmente, come persona, come insegnante, come donna e come madre.
Fatto sta, però, che l’aereo di Gladius e Robb, suo allievo e astro nascente della scuola, arrivava a un orario assurdo, orario in cui noi ci trovavamo già qui per la lezione della sera, lezione durante la quale abbiamo deciso di assegnare i ruoli mancanti per il saggio e presentare i due ballerini che si uniranno a noi per questo spettacolo e questi tre ultimi mesi di prove, così ne abbiamo comunque approfittato.
-E il mio nipotino come sta?!- domanda Bibi, illuminandosi.
-Sta bene! Al momento è con il papà e gli zii!- afferma Violet, gli occhi sognanti al pensiero del suo frugoletto tra le braccia di Sanji.
Devo ammetterlo, quel casanova di un cuoco ha proprio l’aria del bravo papà.
L’aria, sì.
Se sta fermo, immobile, con Leo tra le braccia e si limita a respirare è un ottimo padre.
Ma provate a fargli cambiare un pannolino e ne riparliamo.
E gli altri due non sono da meno.
-Siamo proprio sicure che stia bene?- domanda Bibi con cautela, cercandomi con gli occhi.
Violet assume un’espressione perplessa, sbattendo le palpebre un paio di volte.
-Ma certo! Perché non dovrebbe?!-
-No così, sai… Insomma era tanto per chiedere davvero!-
-Ma sì, stai tranquilla! C’è anche Law con loro!-
-Appunto!- commenta con un sorriso imbarazzato.
Se fosse un cartone animato avrebbe di sicuro un’enorme gocciolona azzurra sulla nuca ora.
-E poi stasera lo tiene mia mamma, dopo la lezione andiamo a bere una cosa tutti insieme, io e Gladius abbiamo parecchio da raccontarci- spiega, facendoci tirare un sospiro di sollievo non appena nomina Hina.
Almeno con lei sappiamo che è al sicuro.
Un rumore fuori dall’ufficio attira la nostra attenzione, facendoci sollevare lo sguardo.
-Che succede?-
-È arrivato qualcuno!- la avviso prima di alzare un po’ la voce -Ciao!- esclamo, restando in ascolto.         
-Ciao!- risponde la voce di Pen in corridoio.
-Chi è?- domanda Bibi, curiosa.
-Pen- le comunica Violet -Pen, vieni qui! C’è Bibi su Skype!-
Pochi attimi ed eccolo varcare la porta, il ciuffo rosso perennemente spettinato, i pantaloni della tuta, la giacca di pelle e la borsa di danza sulla spalla.
Con un luminoso sorriso fa il giro della scrivania e si posiziona tra me e Violet.
-Ciao!- la saluta entusiasta e stavolta è Bibi ad accarezzare lo schermo con il polpastrello.
-Ciao cucciolo!- gli dice con un sorriso materno che ci fa ridacchiare e fa scuotere la testa a lui.
Nonostante ormai abbia ventidue anni ai nostri occhi resterà sempre un cucciolo, lo sappiamo noi come lo sa lui e alla cosa si è ormai rassegnato.
Neppure l’arrivo di Chopper nella compagnia è riuscito a liberarlo di quella nomea, soprattutto perché da quando si è messo con Shirahoshi, quasi due anni fa, ha acquisito una sicurezza in se stesso davvero impressionante.
Non che Pen non ce l’abbia, ne ha eccome, ne ha anche da vendere ma non ci possiamo fare niente, è così.
Ha proprio l’aria… l’aria da cucciolo!
-Ora vado a cambiarmi per la lezione Bibi! Mi raccomando goditi gli ultimi mesi e ricordati che ti aspettiamo!- la saluta, facendoci praticamente sciogliere, tanto è dolce.
-Forse è meglio se andiamo anche noi- la avviso, lanciando un’altra occhiata alla porta da cui Pen è appena uscito.
-Okay! Ci sentiamo presto allora!-
-Ma certo!- la rassicura Violet -Mi raccomando eh! Fai la brava!- la prende in giro non riuscendo a farla arrossire.
Una volta sarebbe bastato ma anche lei è cambiata e decisamente in meglio.
Ora, per farla arrossire, ce ne vuole.
-Anche voi!- ci ammonisce -E date un bacio a Leo, sempre che sia ancora possibile dopo stasera!-
Non riesco a non trattenere uno sbuffo di risa e Violet si acciglia.
-Che vuoi dire?!-
-Niente, niente!- si affretta a chiarire, faticando a contenere a sua volta una risata -Ciao ragazze!!!-
-Ciao!!!- mi intrometto, chiudendo decisa la telefonata.
Violet si gira a guardarmi, senza una parola.
-Ma non lo so cosa voleva dire!- mento dopo qualche istante di silenzio, affrettandomi poi fuori dall’ufficio, con un sorriso sul volto e la mia amica alle calcagna.
 

 
§
 

-Ma non è così!- esclama Zoro, al colmo della sopportazione, mentre Leo continua a strillare sul fasciatoio.
Ormai non lo sento nemmeno più, le mie orecchie si sono assuefatte al suo pianto ma vorrei fare qualcosa per quella povera creatura.
Ci abbiamo messo quasi venti minuti a capire che piangeva non per fame ma perché era andato di corpo e ora mi chiedo come abbiamo fatto a metterci tanto, visto l’odorino per niente discreto che emana.
Ora, gambe e piccolo organo genitale all’aria, attende di essere rivestito dopo essere stato accuratamente pulito dal sottoscritto.
Il problema?!
Né Zoro né Sanji riescono a mettergli il pannolino.
-Marimo, chi è il padre tra i due?!-
-Purtroppo per Leo sei tu! Ma stai pur certo che quando arriverà il momento non ti affiderò mai mio figlio!-
Ascolto vagamente ciò che dicono, le braccia incrociate al petto e gli occhi concentrati sull’involto bianco tra le mani di Zoro.
È solo un pannolino.
Non un rompicapo, non un esercizio di astrofisica.
Non serve una laurea per riuscire a capirne la dinamica.
E allora perché me ne sto qui a fissarli mentre mio nipote si rovina le corde vocali a furia di piangere?!
Perché la verità è che nemmeno io sono in grado di farlo, anche se non lo ammetterò mai ad alta voce.
Io lo so, Leo lo sa perché gliel’ho confessato la settimana scorsa, mia madre lo sa perché le ho dovuto chiedere aiuto, Bibi lo sa perché nessuno mi conosce come lei.
Ma questo è quanto.
Cerco di capire, studiando in silenzio e in disparte gli adesivi e il bambino.
Cerco di capire, inutilmente.
Leo continua a piangere, loro due continuano a sbraitare, io continuo a stare zitto.
Poi qualcosa scatta in me e non ce la faccio più.
Mi avvicino al fasciatoio, lo prendo in braccio, caricandomelo sulla spalla e lo faccio molleggiare riuscendo a calmarlo.
È come quando ci si addormenta con l’antifurto di un’auto nelle orecchie, quando smette finalmente di suonare ti svegli di botto, anche se è ridicolo.
Quella è la reazione dei miei amici, che si girano a guardarmi, colpiti dall’improvviso silenzio, incrociando i miei occhi grigi e determinati.
Mi costa cosa sto per dire, ma sono realista, più realista che orgoglioso e già solo non sentirlo piangere più mi ha scaldato il cuore, anche se le sue zone anatomiche scoperte sono gelate al momento e questo solo per colpa nostra.
-Noi tre non siamo in grado di prenderci cura di questo bambino- affermo, con un tono che non ammette repliche -Facciamocene una ragione. Ci serve una donna, almeno finche non avrà cominciato a usare il vasino-
Zoro aggrotta le sopracciglia, mentre Sanji si limita a sospirare dandomi silenziosamente ragione.
-Ne abbiamo tre di donne- mi fa notare il mio amico, facendo mandare gli occhi al cielo al cuoco -Cioè la tua al momento è in Russia ma…-
-Zoro!- lo interrompo con una luce omicida negli occhi -Non in quel senso!-
Zoro sposta lo sguardo perplesso da me a Sanji e poi di nuovo a me, focalizzandosi sulle natiche scoperte di Leo, ancora tra le mie braccia.
-Oh… Ooooh okay!- si illumina, per poi annuire serio e convinto -Capito!- 
Li osservo, domandandomi ancora e ancora come ho potuto essere così sconsiderato da aprire un’attività in società con loro due ma per fortuna devo dire che il ristorante va, inspiegabilmente, a gonfie vele.
Sarà il karma, forse devo cominciare a crederci.
Abbasso di nuovo gli occhi su mio nipote, sentendomi davvero un incapace, una sensazione a cui non sono abituato e che mi scoccia non poco.
-Non possiamo lasciarlo così- considero, parlando quasi più a me stesso che a loro.
-Ho un’idea!- afferma Sanji e io sollevo la testa in allerta.
Spero non mi proponga il body painting come quella famosa volta o lo scuoio vivo.
-Usiamo una paio dei nostri boxer! Solo finché non arriva Hina!-
Sgranò gli occhi, inebetito dalle sue parole.
Ma non fa sul serio vero?!
-Quelli del Marimo però!- aggiunge, facendo strabuzzare gli occhi a Zoro.
-Cosa?! Cuocastro ma io ti…-
-Oh su Zoro! Non essere egoista! I tuoi sono neri, se dovesse sporcarli…-
-Gli darei fuoco subito!- esclama, sconvolgendo me e Sanji.
Ci guarda un attimo, prima di capire e indignarsi.
-Ai boxer!!! Non a mio nipote!!!- esclama alzando la voce e disturbando Leo, che ricomincia a piangere.
-Oh Santo Roger- mormoro, mandando gli occhi al cielo e passando poi il bebè a suo padre che ha allargato le braccia nella mia direzione.
Sanji si allontana verso il corridoio per calmarlo mentre io mi afferro il ponte del naso.
-Come?! Come abbiamo fatto ad aprire un’attività?!-
Zoro mi osserva impassibile.
-Lo sai che a queste cose non ci credo ma a questo punto non può che essere il karma-
Lo fulmino di sottecchi, senza lasciarmi il setto nasale.
È il citofono a venirci in soccorso e subito mi affretto ad andare ad aprire, sapendo già di chi si tratta.
La aspetto sulla porta, stringendo lo stipite quasi spasmodico.
-Zia Hina!- esclamo sollevato, quando la vedo salire l’ultima rampa di scale.
-Law! Allora come andiamo?!- domanda e gli basta la mia espressione per capire che pochi minuti ancora e probabilmente non avrebbe più avuto un genero -Non preoccuparti! Ora ci pensa Hina!- afferma convinta, parlando di sé in terza persona come fa spesso e posandomi un attimo le mani sulle spalle.
Mi faccio da parte per lasciarla entrare, mentre si sfila la giacca e si sporge con il busto in avanti.
-Allora dov’è l’amore della nonna?!- domanda e io ringrazio il cielo silenziosamente, quando la vedo prendere Leo dalle braccia di Sanji e avviarsi per rivestirlo con un pannolino pulito.
Non avrei mai pensato di dirlo ma le donne sono una vera benedizione.
A parte che senza non ci potrei comunque fare un figlio ma anche crescerlo non so quanto sarebbe fattibile, non con il tipo di aiuto che mi si prospetterebbe.
Ma questo, fortunatamente, non è un rischio che corro, perché io la donna della mia vita l’ho trovata.
-Andiamo?! È ora se vogliamo arrivare in orario all’aeroporto!- ci ricorda Zoro e subito noto Sanji irrigidirsi per questa scomoda situazione.
Non è solo preoccupazione, anche se lui dice di sì.
C’è anche gelosia nei suoi occhi, la stessa gelosia che leggo in Zoro, e ansia di dover tollerare una complicità che teme di non avere ancora raggiunto con Violet, nonostante Leo e le premesse della loro relazione.
Ha paura e lo capisco ma, un po’ egoisticamente lo ammetto, io sono tranquillo.
Da fuori e razionalmente so che nessuno dei due ha niente da temere.
E per la prima volta in otto mesi, sono felice che Bibi sia in Russia.
Ghigno soddisfatto nel considerare che finalmente avrò tregua dalle frecciatine che di tanto in tanto mi tirano solo per vedermi geloso.
Non che io abbia mai dato loro la soddisfazione.
Afferro la giacca, mentre anche Zoro indossa la sua e Sanji è ancora fermo immobile nel corridoio.
-Andate tranquilli ragazzi, ci pensa Hina a questa meraviglia!- afferma mia zia, baciando un palmo di Leo, ora finalmente rivestito.
Sanji si riscuote a quelle parole.
-Andiamo- mastica a fatica, mentre la sua mano scatta a cercare le sigarette.
Non fuma quasi più da quando c’è Leo ma nessuno pretende che faccia a meno della nicotina stasera.
-Leviamoci il pensiero- mormora ancora, uscendo davanti a me e imboccando deciso le scale dietro a Zoro, mentre io mi chiudo la porta alle spalle. 
















Angolo dell'autrice: 
Ehilà!!! Gente!!!! Sono tornata con il seguito!!! 
Bentornati a tutti, benvenuti ai nuovi! Non credo di dover fare raccomandazioni a chi ha letto Shall we dance, sapete come funziona perciò sono qui solo per illustrarvi come dovete immaginare tre dei personaggi che saranno presenti in questa storia. 
Partiamo subito dal cucciolo di questo primo capitolo la cui fanart spaccio come fosse cocaina in ogni storia dove lo uso come protagonista e non, vale a dire il caro Penguin:

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A seguire Chopper: 

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E per finire Franky, com'era prima dell'incidente del Puffing Tom: 

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Che altro aggiungere?! Grazie di cuore a chi è arrivato fin qui e spero mi seguirete anche stavolta! 
A presto! 
Piper. 

 
  
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