Black☆Star non era mai stata una di quelle persone che riflettevano su ciò che dicevano. Aveva sempre piuttosto agito a caldo, sproloquiando spesso, delle volte con ottimi risultati altre riuscendo solo ad esasperare l’ascoltatore.
Tsubaki, invece, era troppo buona per fargli notare che, forse, in alcuni casi era meglio stare zitti.
La mora aveva capito che il carattere di Black☆Star andava preso così com’era, cambiarlo era impossibile se il ragazzo non lo desiderava e alla buki, in fondo, il carattere così particolare di Black☆Star piaceva. Era forte e in grado di fare di tutto, se solo ci credeva. Impossibile da intaccare.
Anche quando, per forza di cose, si trovavano a casa, una ciotola di ramen davanti a loro e il silenzio che veniva rotto solamente dal risucchio del ragazzo e dal suo voler borbottare continuamente anche con la bocca piena.
Tsubaki aveva rinunciato a insegnargli la buona educazione, non era nemmeno il caso dato che delle volte aiutava a mettere fuorigioco Kid e le sue manie.
Black☆Star avrebbe riempito i suoi silenzi, Black☆Star aveva riempito il suo cuore.
Lo aveva fatto probabilmente senza nemmeno accorgersene, desiderava battere un dio – era convinto di essere un dio – ma non aveva capito che ciò che aveva fatto poteva essere persino superiore a qualsivoglia essere sovrannaturale.
Black☆Star aveva riempito di vita la buki ormai senza speranza, con il suo carattere delle volte forse un po’ stupido, ma tenace e capace di tutto.
Sì, probabilmente era talmente concentrato su di sé che non si rendeva conto del bene che faceva. Eppure era proprio per quello che aveva iniziato a mietere anime.
Tsubaki sorrise quando vide il ragazzo stendersi sul divano, la canottiera che si era alzata e che gli scopriva la pancia piatta.
«Ah, Tsubaki, che mangiata»
La ragazza rise, alzandosi per riporre le ciotole di riso oramai vuote.
«Sono felice che ti sia piaciuto»
«Beh, ho mangiato tanto anche perché quel kishin era grosso quasi come una stella – scoppiò in una risata – quasi quanto me!» alzò le braccia in alto, esultando per il risultato ottenuto.
Tsubaki ridacchiò, posando le ciotole nel lavello.
«Black☆Star, le stelle sono fatte di gas» fece per correggerlo.
«E quindi?»
E quindi non hanno una forma vera e propria quella avrebbe dovuto essere la risposta di Tsubaki alla domanda di Black☆Star, ma quando vide il taglio sulla guancia del ragazzo, unito allo sguardo a metà fra il confuso e l’orgoglioso si addolcì, facendo cadere le spalle in un sospiro dolce.
«Niente, Black☆Star. C’è ancora della torta di ieri, la vuoi? Distruggere una stella deve essere difficile» gli propose.
Il ragazzo lanciò un grido esultante, tirandosi su dal divano.
Già, le stelle sono proprio difficili da distruggere.

Glittery Trash Can✧^✧✧
Ok, ce l'abbiamo fatta. Account nuovo, vita nuova. Cancellato tutto il vecchio, ora Anji /a.k.a Glittery Trash/ è qua per fare ciò che le viene meglio. Ovvero boh, non lo so, presumo essere confusa. Una TsuStar, il mondo è stato cattivo con me e quindi scrivo su Tsubaki e Black☆Star, anche se il mio personaggio preferito è Tezcatlipoca, ci credete? No, ecco perché I'm trash.Comunque, spero che possa essere piaciuta, mi son divertita a scriverla e anche se è relativamente corta credo sia uscita dal trash can abbastanza bene. Yey, ora torno nello sgabuzzino.