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Autore: Lara Ponte    05/05/2015    2 recensioni
L'ambientazione è una delle più classiche del genere 'Fantasy'.
Lo spettro di una probabile guerra e un'importante vita da salvare.
Il giovane protagonista, Alster, vive come ospite nella casa di una famiglia di mercanti...
Questa mia storia in realtà è un edita della fine del 2013.
L'avevo rimossa per correggerla e revisionarla. Ma alla fine ho anche cambiato il titolo.
Trovate tutti i dettagli nelle note a fine capitolo.
Buona lettura.
Lara
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sacrifici nell'ombra.



Introduzione

 

Erano passati quasi cent'anni dall'ultima grande guerra. Il regno di Siaharas all'epoca ne era uscito distrutto e ci vollero quasi cinquant'anni, prima che raggiungesse nuovamente una situazione sociale ed economica appena accettabile. Rimaneva tutt'ora uno degli stati più poveri del continente orientale e per quanto avesse ricominciato a produrre beni di valore, venivano acquistati a cifre irrisorie. La sconfitta incassata era stata tale da lasciare ancora impresso nella memoria dei più anziani l'amaro ricordo delle ferite subite. L'attuale coppia reale non faceva mistero della propria brama di riscatto e vendetta. Uriel Zhares II, nipote del re sconfitto e la propria sposa Lorenis, con l'ausilio di una intricata rete di servizi segreti, cominciarono a rivolgere sempre più frequentemente, le loro attenzioni al vicino regno di Umkarat, devoto al Dio delle acque.

Nella capitale Asmiria, il re Gareth Orathio, terzo del suo nome, ignorava le continue provocazioni nelle terre di confine, deciso invece a proporre un trattato d'alleanza per garantire pace e prosperità per entrambi i regni. Inoltre il recente avvistamento di alcuni draghi nelle montagne centrali, non prometteva nulla di buono. Per come la vedeva il sovrano, bisognava essere del tutto privi di buon senso per ingaggiar battaglia in un momento del genere.

Tuttavia se il popolo poteva approvare tale scelta, consapevole delle atrocità di un nuovo conflitto, alcuni nobili invece erano del parere che fosse meglio marciare al più presto sui Siaharasini. Secondo loro infatti, la scelta migliore sarebbe stata quella di sconfiggerli una volta per tutte, saccheggiarne le miniere aperte di recente e annetterli come sudditi di seconda categoria.


 

Nonostante le tensioni accumulate nell'ultimo anno, nel regno di Umkarat permaneva ancora uno stato di pace, per quanto molti cominciavano a definirlo come “La quiete prima della tempesta”.

La maggior parte dei cittadini, conduceva la propria vita senza sospettare minimamente ciò che invece avrebbe potuto scatenare una sola mossa sbagliata di una qualsiasi delle parti coinvolte. Soprattutto nella capitale le questioni di confine sembravano lontane e di scarsa importanza.


 

I

Il matrimonio

 

La sala non particolarmente grande faceva apparire il banchetto nuziale stracolmo di ospiti. In realtà la lista degli invitati non superava le duecento persone. Era stata una cerimonia semplice, in una chiesetta nelle campagne a sud della capitale. Il locale scelto dalla famiglia della sposa era un albergo dalla buona reputazione sulla strada dei cervi, lungo le sponde del lago Asmur che dava il nome alla grande città di Asmiria. In quel momento le cameriere passavano i secondi piatti. La musica lieve di alcuni flauti e un'arpa accompagnavano discretamente il pranzo. Le danze vere e proprie sarebbero cominciate soltanto al calar del sole. La giornata era stata buia e nuvolosa fin dal mattino, data la poca luce che entrava dalle finestre si dovettero accendere i due lampadari di vetro appesi al soffitto e le numerose lampade ad olio alle pareti.

“Io... Non so davvero come ringraziarvi.” In uno dei tavoli più distanti da quello degli sposi, un giovane si rivolse timidamente ad uomo di quasi cinquantanni, ormai del tutto imbiancato dall'età ma dal fisico ancora prestante e ben curato.

“Ma non devi!” Rispose ripulendosi piano una goccia di sugo a bordo della bocca. “Ho solo pensato che magari, portandoti qua con noi qualcuno avrebbe potuto riconoscerti.”

A quelle parole il ragazzo si guardò attorno, ma nessuna della facce presenti sembrava causargli una benché minima sensazione. Erano passate già tre settimane da quando quel mercante lo aveva trovato sulla via delle rose privo di coscienza. Stava rientrando a casa dopo un lungo viaggio di lavoro e senza pensarci due volte lo aveva soccorso, offrendogli ospitalità fino al giorno in cui avrebbero fatto luce sull'accaduto.

Il suo risveglio infatti fu una brutta sorpresa per tutti, il giovane non ricordava nemmeno il proprio nome. Aveva passato ore davanti ad uno specchio, vedendoci soltanto un pallido sconosciuto con un volto dai lineamenti ordinari: capelli lisci castani che arrivavano alle spalle, occhi verdi, qualche traccia della leggera barba tagliata da poco.

Gli abiti che indossava invece erano di fattura straordinariamente pregiata. Velluto nero per i pantaloni, pelle di capretto gli stivali. Il farsetto grigio con ricami realizzati con fili bagnati in oro vero. La mantella da viaggio in morbida pelliccia di volpe, sfortunatamente era strappata proprio in un punto dove probabilmente doveva esserci lo stemma della casata cui apparteneva.

Theodore Norathus, dotato da sempre un ottimo fiuto per gli affari, aveva accolto quello sconosciuto nella propria casa, nella speranza che una volta risolto il mistero, la famiglia di lui si dimostrasse generosa nel ringraziarlo del piccolo disturbo. Nel caso invece si fosse rivelato pericoloso lo avrebbe cacciato o affidato alle 'cure di qualche amico speciale'. Di quelli che non fanno domande quando chiedi loro di seppellire un corpo.

Nonostante i suoi timori quel giovane aveva dimostrato un carattere allegro e tranquillo. Per quanto non ricordasse nulla del proprio passato, si comportava in modo impeccabile ed era sempre gentile con ogni persona che abitava la sua grande tenuta: dalla servetta delle pulizie al siniscalco che gestiva gli affari quando lui era assente. Evidentemente era stato educato come si deve. Portarlo al matrimonio della figlia di suo cugino era un modo come un altro per cercare qualcuno che potesse essere d'aiuto nel rintracciare le sue origini.


 

“Padre, se non vi dispiace accompagnerei Alster a salutare gli sposi.” Una giovane ragazza, vent'anni appena compiuti, aveva interrotto il discorso appena iniziato. I suoi capelli ondulati, di colore castano dai riflessi rossi, erano stati acconciati per l'occasione in modo semplice. Una mezza coda per liberare il viso dalle ciocche ribelli che terminava in una lunga treccina che si appoggiava sul resto dei capelli tenendoli ordinati dietro la schiena. Il vestito rosso scuro con ricami azzurri su sfondo bianco nella parte superiore, metteva in risalto i suoi grandi occhi blu dall'aria forte e determinata.

La moglie di lui, lady Eleanor si voltò facendogli un cenno di approvazione, mentre i due fratellini di dieci ed dodici anni, seduti accanto, giocavano litigando per l'ultimo pezzo di pollo croccante.

Theodore rispose ricambiando quel sorriso e lasciò che i due ragazzi si allontanassero dal tavolo.


 

“Come mai avete deciso di chiamarmi proprio Alster?” Chiese il giovane mentre seguiva la sua accompagnatrice.

“Una vecchia storia di eroi...” Rise lei “Se vuoi te la racconto”

“Volentieri!”

“Ci proverò!” Cominciò dopo essersi seduti in un divanetto vicino a una vetrata colorata. “Sembra che cinquecento anni fa, Alster Valimar generale della casta delle lame, assieme ai suoi soldati, ricacciò indietro un esercito invasore. Si racconta che lottò con tutte le sue forze, fino a stramazzare al suolo un istante dopo aver salvato la vita del principe. Secondo la leggenda al suo risveglio aveva perso completamente la memoria. Passò quindi il resto dei suoi giorni presso il tempio dell'acqua in veste di servo dell'oblio, aiutando e confortando i fedeli, soprattutto quelli afflitti da problemi simili al suo. La cosa buffa in tutta la faccenda fu che nonostante tutto, non dimenticò affatto come si tenesse in mano una spada e i ladri, che anche all'epoca non mancavano, finirono col pensarci due volte prima di tentare di rapinare il sacrario. Ciò spinse gli alti sacerdoti alla decisione di far addestrare i novizi più prestanti anche come guerrieri e così nacque l'attuale ordine dei Difensori dell'acqua.”

“Non capisco perché nessuno lo abbia cercato. Quell'uomo non aveva una famiglia? Degli affetti?”'...E io?'

“Magari erano stati uccisi durante la guerra! Se vuoi toglierti la curiosità, nella biblioteca di casa dovrebbe esserci il libro con la storia completa.”

“E' un'idea...”

“Accidenti! Meglio che ci sbrighiamo!” Esclamò lei all'improvviso. “Se cominciano coi rituali, ci toccherà aspettare una vita!”


 

“Che bello rivederti Kyrase! Saranno passati sei mesi dall'ultima volta.” Salutò la sposa quando i due si avvicinarono al tavolo. Indossava un magnifico abito azzurro, il colore sacro del Dio delle acque, mentre il velo che le copriva la parte di dietro dell'acconciatura era dorato in onore della 'Madre del sole', divinità minore cui la loro famiglia era molto devota. In quel momento suo marito si era allontanato per salutare alcuni amici che non potevano trattenersi.

“Alla fine ci incontriamo solo per le feste di famiglia!” Scherzò Kyra dopo averla abbracciata.

“Vero... E questo bel fusto chi sarebbe?” I suoi grandi occhi nocciola non nascosero minimamente l'intenzione maliziosa di quella domanda.

“E' quello che vorremmo sapere tutti!” La cugina nel rispondere le diede di nascosto un pizzicotto sul fianco, mentre Alster leggermente in imbarazzo non riuscì a proferire parola e fu lei a riprendere a nome suo.

“Lo abbiamo soccorso sulla strada, ma ha perso la memoria. Mio padre da bravo patriota ha deciso di chiamarlo Alster!”

“L'eroe smemorato, giusto? Oh dei...”Sospirò “...la storia non me la ricorderò mai. Ad ogni modo io mi chiamo Saretha, piacere di conoscerti. Spero che ti riprenda al più presto.”

“Piacere mio, vi ringrazio tantissimo per l'augurio.”

“Finalmente ce l'ho fatta!” Ad intromettersi nell'allegro terzetto fu lo sposo. Se anche non avesse proferito parola, la sua statura gigantesca, avrebbe comunque annunciato a tutti il proprio arrivo. Non solo era più alto della media degli uomini del regno, possedeva delle spalle tali da farlo apparire come una fortezza vivente. Moro nella pelle e nei capelli cortissimi, durante i momenti di tranquillità non incuteva terrore soltanto grazie ad un sorriso solare e contagioso. La sua carriera nell'esercito era stata scontata fin dai primi mesi: dopo nemmeno un anno era diventato ufficiale e tra una settimana sarebbe dovuto partire verso le montagne a fare un sopralluogo sulla situazione.

“ Immagino che quella vecchia volpe di Sam non voleva staccarsi...” Scherzò la moglie.

“Mi ha costretto a promettergli di diventare patrono delle sue nozze. Che noia tutte queste cerimonie!”

A quelle parole Kyra scoppiò a ridere. Nonostante avesse quasi trentanni e fosse considerato da tempo un uomo fatto, Ser Louis era ancora tale e quale a come se lo ricordava da bambina. Stava per accostarsi a salutarlo, quando subito si sentì suonare una campanella. Il 'Maestro delle feste' richiamava l'attenzione di sposi ed ospiti per gli ultimi rituali, così i due ragazzi li lasciarono tornare ai loro doveri sociali.


 

“Non sembra proprio che siate parenti soltanto alla lontana...”

“Quand'eravamo bambine abitavamo accanto. Anche se è più grande di me, considero Saretha la migliore tra tutte le mie cugine.”

I giovani un po' in disparte osservavano da lontano il rito del dono.

'...I Due che Oggi sono diventati Uno e Domani daranno vita a Molti siano nuovamente benedetti in questo giorno...'

Le parole del celebrante si sentivano bene, ma nemmeno tutte quelle preghiere sembravano suscitare la minima emozione in Alster, che come sempre osservava tutto come fosse la prima volta. Ad un certo punto, quando il maestro sollevò una delle ampolle rituali, ebbe un forte giramento di testa e per un istante fu chiara nella mente l'immagine di un tavolo di legno su cui erano disposte tante ampolle simili a quella e svariati strumenti da laboratorio.

“Che succede?” Kyra si accorse subito del breve mancamento.

“Non è nulla... quel tipo di ampolla.” farfugliò confuso “Sono sicuro di averne visto delle altre.”

“Era ora che iniziassi a ricordare qualcosa!” Sorrise lei. “Come stai?”

“Tutto bene. Ora non posso fare a meno di chiedermi cosa fosse tutta quella roba...” Mormorò dopo averle spiegato ciò che aveva appena ricordato.

“Magari la tua è una famiglia di alchimisti. Questo spiegherebbe i tuoi bei vestitini!”


 

Per quanto Alster cercasse di essere gentile con tutti allo stesso modo, apprezzava molto, forse troppo, il modo in cui Kyrase si comportava con lui. Dopo il capofamiglia era stata la seconda persona a fargli visita durante la convalescenza per portargli una tisana; era entrata nella sua camera accompagnata dalla madre, ricordava benissimo come fin da quel primo momento cominciarono a chiacchierare come se si conoscessero da una vita. Era l'unica a non prendere troppo seriamente il suo stato e riuscire sempre a farlo sorridere. Anche se non poteva esserne certo, gli piaceva pensare che avessero pressapoco la stessa età e lei, cosa più importante, era fortemente convinta che la sua amnesia sarebbe svanita in breve tempo.

'Comincio a crederci anch'io...' Si disse Alster con un certo sollievo.

 


 

Pensieri a mezz'aria...

 

Per prima cosa, vi ringrazio per aver cominciato a leggere la mia storia.
Devo però segnalare che in realtà è un edita di vecchia data.
Nata alla fine del lontano 2013 per partecipare a questo Contest* (nel quale si era piazzata seconda.)
Inizialmente l'avevo pubblicata con un altro titolo (Lama intrisa di memoria) , ma oggi ho deciso di modificarlo con uno che mi sembra più idoneo. -spero!- ;)

* http://freeforumzone.leonardo.it/d/10626959/Het-slash-femslash-mi-va-bene-tutto-purch%C3%A9-sia-costruttivo/discussione.aspx

(In breve la traccia diceva che il/la protagonista doveva recuperare i propri ricordi un po' per volta...)

Sfortunatamente non ho più avuto notizie dalla giudic-ia.

Immagino che grossi contrattempi le abbiano impedito di continuare a frequentare il sito ed il forum di EFP.
Pazienza: Cose che capitano. Come dico sempre, non sta a me di sentenziare ;)

 

Ma torniamo al presente.

Quest'anno, avendo deciso di iscriverla ad un altro Contest,** -dove erano accettate le edite, l'ho rimossa dalle pubblicate per cercare di revisionarla e sistemarla meglio... e come spesso mi capita, anche questo mese mi è successo di tutto, quindi alla fine non so se ne sia venuto fuori un gran lavoro... :P

**
http://freeforumzone.leonardo.it/d/11031927/Trick-me-deceive-me-Fantasy-Soprannaturale-/discussione.aspx/1

 

E va beh...

Ora la smetto di stressare con le scuse e vi ringrazio ancora una volta per aver letto il mio racconto.

A breve pubblicherò anche gli altri capitoli.

A presto.

Salutoni.

Lara XD

 

  
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