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Autore: Pleurite98    05/05/2015    11 recensioni
|Con un fantastico sondaggio alla fine del capitolo 12|
Una casa da un pessimo arredamento finto moderno. Un solo ingresso. Nessuna finestra.
Quattordici concorrenti di un reality catapultati in un vortice di terrore, in un incubo da cui non possono fuggire.
Un gruppo di persone deciso a dimostrare quanto la società sia corrotta dai media e dalla televisione, pronto a smascherare l'ipocrisia e a mettere a nudo l'uomo nella sua brutalità con tutti i mezzi a disposizione.
Il pubblico da casa, il televisore fisso sul quinto canale giorno e notte.
Anziane, bambini, uomini d'affari incollati davanti allo schermo col cellulare nelle mani ed il cuore che batte a mille.
Quanto è realtà e quanto è finzione?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 4
 

Courtney sentì cederle le caviglie, stava correndo da troppo tempo, aveva bisogno di una pausa.
Si era addentrata nel bosco circa tre ore prima, non riusciva a fare bene il calcolo, l'unica cosa di cui era certa era che la luna aveva preso il posto del sole in cielo.
I piedi nudi, scorticati dai rami al suolo, le facevano male, si pentì di essersi tolta le scarpe una volta tornata a casa quel giorno.
Di sicuro la stavano cercando, qualcuno si era accorto della sua scomparsa, sì.
Un'amica, la vicina, chiunque, avrebbero chiamato la polizia, avrebbero messo sottosopra tutta Toronto pur di trovarla, ne era certa, non doveva smettere di crederci.
Un tronco a terra la fece inciampare bruscamente e cadere a terra, le foglie inumidite dalla pioggia recente le si appiccicarono fastidiosamente alla faccia.
Poggiò la schiena contro un abete di fianco a lei, decise di concedersi qualche minuto per riprendere fiato, ormai era passato troppo tempo, l'uomo aveva certamente perso le sue tracce.
Chiuse gli occhi, doveva ritrovare la calma.
Si rialzò piano, strappò le maniche della sua camicetta e avvolse i lembi ai piedi.
Riprese a camminare più pacatamente, il tempo passava lento, oppure stava correndo e lei non se ne accorgeva, era un sogno, un terribile incubo.
All'improvviso qualcosa di inusuale attirò la sua attenzione, la luna non era l'unica cosa ad illuminare il bosco in quel punto, c'era qualcosa lì vicino.
Si fece strada con le mani fra i cespugli ed ecco davanti a lei una rete in metallo, dall'altra parte si stendeva un immenso deposito di container.
Era salva. Sicuramente dentro c'era qualcuno che le avrebbe fatto chiamare la polizia. Era finita.
Si immaginava già ospite al talk show delle cinque sul terzo canale a parlare della terribile esperienza che aveva vissuto, un sorriso ironico le apparse in volto.
Ci volle poco a scavalcare la recinzione, se non aveva imparato ad essere atletica durante le ore di ginnastica allora le erano bastate quattro stagioni di A tutto reality.
Si avviò verso la direzione che sperava l'avrebbe portata all'uscita, passò in mezzo a quei parallelepipedi di metallo colorati di giallo, di rosso, di verde.
Tump.
Un colpo improvviso la fece sobbalzare, qualcosa aveva colpito la parete del container al quale era passata di fianco, doveva esserci qualcuno.
Tump.
Di nuovo, ancora più forte di prima, finalmente era riuscita a trovare un altro essere umano, una persona che l'avrebbe aiutata. -C'è nessuno?- domandò a gran voce.
I colpi cessarono così come erano cominciati, la ragazza fece il giro del blocco per arrivare davanti all'apertura. Era chiuso. Allora com'era possibile che qualcuno stesse picchiando dall'interno? -C'è nessuno?- ripeté.
Non le costava nulla dare una sbirciatina lì dentro, magari qualche operaio era rimasto bloccato e adesso stava sperando di essere sentito.
Non aveva idea di come si aprisse quell'affare, ma dopo qualche istante di titubanza decise di alzare una specie di maniglia posta abbastanza in alto, poi, con grande fatica, aprì l'anta di destra.
Tutto credette di poter trovare fuorché quello che effettivamente le si presentò davanti agli occhi. Una sensazione di calore le avvolse il cranio. -C-Courtney?-


Come la precedente, anche quella che anticipava il grande inizio era una notte fervente.
I quattordici concorrenti si rigiravano inquieti, agitati ed emozionati nei loro letti, pensando a quale assurda ed imprevedibile sfida Chris avrebbe loro assegnato la mattina successiva.
Angel sentì il rumore di una porta aprirsi, che fosse Kyte come era già successo? In ogni caso era meglio controllare.
Si alzò piano, gettando un'occhiata a Marylin per assicurarsi che dormisse, tutto tranquillo.
Socchiuse lentamente l'ingresso alla loro stanza giusto lo spazio sufficiente per poter vedere la situazione con un occhio solo.
Quella volta, invece, con sua grande sorpresa non era Kyte a gironzolare per la casa, bensì Lukas. Riconobbe i suoi neri come la pece.
Fece per uscire, ma qualcosa la trattenne, che stesse andando ad incontrarsi in segreto con un'altra ragazza? Doveva assolutamente controllare che i suoi sospetti fossero fondati, se si fosse rivelata avrebbe mandato tutto all'aria.
Attese qualche secondo e si diresse verso il giardino al chiuso in punta di piedi, lo conosceva fin troppo bene, sapeva con certezza che sarebbe andato lì.

Chissà se suo padre e sua sorella lo stessero seguendo in tv, si domandò Lukas fra sé e sé prima di scrollare le spalle rendendosi conto di quanto fosse stupido pensarlo.
Gli sarebbe piaciuto, moltissimo, a volte si convinceva che messa la situazione com'era avrebbero potuto benissimo essere morti, invece era molto peggio.
Inspirò a pieni polmoni l'aria fresca di quello strano giardino e si sedette ad accarezzare l'erba, senza sapere che a qualche metro da lui Angel si era appartata dietro un piccolo cespuglio.
Una voce squillante lo fece sobbalzare.
-Lukas! Cosa fai qui?- gli chiese Almond allegra prendendolo per le spalle.
-Santo cielo! Almond! Stavi per farmi prendere un colpo! Tu, piuttosto? Sei sempre chiusa qui dentro!- esclamò ancora un po' agitato il ragazzo.
-Guardo le stelle, di notte è magico.- rispose -Che hai lì dietro?- continuò indicando un quadernino con una decorazione floreale che Lukas stava nascondendo dietro la schiena.
-Questo? Oh, niente.- sorrise arrossendo in volto.
-Su dai, non mi piacciono i segreti.- insistette la ragazza.
-E va bene, è il quaderno dove tengo tutte le mie poesie.- si arrese il corvino.
-Scrivi poesie? Wow! Saresti capace di crearne una ora?- si interessò Almond.
-Così su due piedi?- balbettò l'altro.
-Certo.-
-Ehm, posso provarci... Come mai sei così allegra stanotte?-
-Non lo so.-
gli rispose felice.
-Allora, vediamo, giusto una cosina, non aspettarti troppo...-
-Muoviti!-
lo esortò lei giocando con la treccia nera.
Lukas sospirò, in che cavolo di situazione si era cacciato, si sedette per terra accarezzando l'erba fresca mentre la ragazza faceva lo stesso.
-Piccola goccia
che accarezza la roccia,
momento immobile
di goliardica rugiada.-
sussurrò flebilmente quasi stesse parlando fra sé e sé.
Per un attimo sembrò dimenticarsi dell'amica che gli stava di fianco, amica, si stupì di considerarla sua amica.
Poi, non ricevendo alcuna risposta, si voltò a guardarla.
-Tutto bene?- le domandò
Almond sfiorò col palmo della mano i fili verdi sui quali era seduta, lo sguardo era perso nel vuoto.
Un attimo prima andava tutto così bene, e poi... e poi... esattamente come la sera prima.
Doveva sembrare proprio una stupida, prima Kyte e poi Lukas, cosa avrebbero pensato di lei?
Era dannatamente patetica.

Angel fece fatica a rimanere appartata in silenzio mentre la rabbia la scuoteva dentro.
Non bastava Marylin a mettere i bastoni fra le ruote, oh no, ora doveva aggiungersi pure
Almond. Chissà cosa ci trovava di tanto affascinante Lukas in lei.
Lo vedeva il suo sguardo, mai una volta che l'avesse guardata nello stesso modo, non era affatto giusto.
Si sarebbe occupata anche di lei.

-Svegliati Helen.-
Helen aprì gli occhi protetta dal calore del piumone rosa, che colore orribile.
Si guardò intorno alla ricerca di chi l'avesse chiamata, sia Pam che Jenna dormivano beatamente.
Un brivido le percorse la schiena, che fosse stata... lei?
Doveva fare qualcosa, in fretta, doveva impedire che tornasse nuovamente.
-Sono già qui, Helen.- il modo in cui la voce pronunciò il suo nome le fece gelare il sangue.
Uno spasmo le prese la schiena, facendola contorcere sul letto.
Non poteva urlare, le ragazze si sarebbero svegliate, avrebbe combattuto quella volta, sì, ne era in grado. Era un guerriera.

Il forte rumore della sveglia delle otto fece balzare Pam sul letto, mentre Jenna si stringeva il cuscino alle orecchie.
-Che cavolo! Ma come si ferma?!- esclamò la prima a gran voce per essere sentita dall'altra che aveva già richiuso gli occhi e con una smorfia cercava di riaddormentarsi.
-Jenna?!- continuò a sbraitare la castana -Dov'è Helen?-
Lo squillare snervante si fece sempre più lieve fino a terminare, vagamente irritata dalla brusco risveglio Pam si alzò in piedi e levò il cuscino dalle mani della ragazza dai capelli neri che sbuffò scocciata.
-Che c'é? Vorrei dormire!- mugugnò ancora assorta nel mondo dei sogni.
-Ti ricordo che fra un'ora ci sarà la prima sfida!-
A quelle parole gli occhi di Jenna si spalancarono terrorizzate, in un attimo aveva i piedi per terra e stava lanciando alla rinfusa varie cose fuori dalla sua valigia.
-Dove sono i miei trucchi?!- si disperò la corvina continuando a spargere indumenti sul pavimento.
-Ehm... Li avrai lasciati in bagno...- tentò di rassicurarla la compagna di stanza.
-Non è possibile! Non li lascerei mai lì!- rettificò Jenna con un gridolino acuto.
-N-non preoccuparti, posso prestarti i miei se vuoi...- sì offrì Pam non sapendo che pesci pigliare.
L'altra si alzò quasi in lacrime e accettò controvoglia l'offerta, lamentandosi del fatto che non era la stessa cosa.

Sophia uscì dalla sua stanza fischiettando e spazzolandosi i capelli ondulati, al contrario del giorno precedente indossava una canottiera fucsia con sopra scritto in nero “Stay strong”, colpa dell'incidente avuto la mattina prima con quell'imbranato di Seth, da quel momento in poi gli sarebbe stata alla larga, per lo meno quando quest'ultimo aveva dei bicchieri pieni nelle vicinanze.
Mentre si dirigeva allegra verso la cucina anche Marylin aprì la porta della sua camera e ne uscì.
Non aveva chiuso occhio tutta la notte, la gola le stava letteralmente andando a fuoco, come se non bastasse ora le bruciavano pure gli occhi.
Era tutta colpa di quel dannatissimo posto, niente sembrava andare per il verso giusto da quando era lì.
-Come siamo belle stamattina.- commentò Sophia passandole accanto.
-Mi prendi in girò?- sputò velenosa l'altra.
-No, davvero, sei... radiosa!- disse la castana fermandosi qualche secondo a cercare le parole.
-Certo.- rispose ironica Marylin con una smorfia allontanandosi a passo svelto dalla ragazza, proprio mentre Dante le raggiungeva.
Marylin non sembrava una bella cera, un avversario indebolito è decisamente un vantaggio, sei poi si tratta di qualcuno di potenzialmente forte come lei allora ancora meglio.
Sophia, al contrario aveva un'aria corrucciata e lo aspettò per andare a mangiare insieme.
-Tutto a posto?- domandò lui.
-Qualcuno si è svegliato con il piede storto stamattina...- disse Sophia indicando con la coda dell'occhio Marylin che entrava in soggiorno.
La ragazza non lo convinceva fino in fondo, era sicuro che nascondesse qualcosa.
Quella con i capelli neri era un osso duro, si era notato fin da subito, anche se il suo comportamento rischiava di compromettere le sue strategie.
-Tu invece?- si interessò Sophia.
-Stanco, ma contento.- si limitò a rispondere Dante studiando lo sguardo di quest'ultima.
Si stava interessando davvero oppure era semplice strategia?

-Uuh!- esclamò Robert storcendo la faccia mentre Marylin entrava in soggiorno. -Ma che hai fatto?-
-Sei andata a sbattere con la faccia contro una porta?-
domandò Light beffardo senza scomodarsi dal sofà.
Entrambi si beccarono un'occhiata trucida da parte della ragazza.
-Seriamente, dovresti vedere un dottore.- cercò di rimediare il biondo gesticolando rosso in volto.
-E secondo te dove lo posso trovare un dottore qui?- rispose acidamente mentre Light rideva sotto i baffi.
-Mi domando se voi ragazzi avete un solo neurone o se proprio vi mancano.- continuò seccata mentre entrava nella sala da pranzo.
-Suscettibile.- disse Light assicurandosi che le Marylin potesse sentirlo e ricevendo per tutta risposta un bel dito medio.
Robert esitò qualche istante, sperava che la boccolosa, così si divertiva a chiamarla, non ce l'avesse più di tanto con lui, non era stata davvero sua intenzione volerla offendere, però era chiaro che qualcosa non andava. La gola le si era gonfiata e due grosse occhiaie le solcavano il volto.
Al contrario Light si divertiva a stuzzicarla, faceva tanto la dura ma sotto sotto era delicata anche lei, un po' si ricordava se stesso.

Helen fissava la sua immagine riflessa nel grande specchio a muro del bagno. Ce l'aveva fatta, aveva preso il controllo e da quel momento in poi nulla avrebbe cambiato la situazione.
Improvvisamente Kyte le sbucò alle spalle facendola sussultare.
-Che ci fai qui?!- chiese lievemente scossa, era talmente presa dai suoi pensieri che era bastato poco a farla spaventare.
-E' un bagno, mi lavo le mani.- rispose il ragazzo aprendo il rubinetto dell'acqua calda e versandosi del sapone liquido sulle mani.
-Oh, hai ragione.- sorrise la bionda mentre mentalmente si dava della stupida.
Il moro si asciugò lentamente con una salvietta bianca appoggiata lì vicino, poi volse il suo sguardo alla ragazza.
-Sai, Helen, ti ho vista stanotte.-
Il cuore di Helen smise d'un tratto di battere, cosa significava che l'aveva vista? Quella notte era certa di essersi riaddormentata nel suo letto, o forse non era andata così?
-C-Come scusa?- balbettò con voce strozzata.
-Ti ho vista mentre andavi in giro con una trousse rosa shocking, dubito fosse tua.-
I trucchi di Jenna, aveva avuto per un attimo il dubbio che fosse stata lei quella mattina, ma aveva cercato di scacciarlo dalla sua mente autoconvincendosi che non era così.
Kyte allargò le labbra in un sorrise spietato mentre vedeva il terrore dipingersi sul volto della dark.
Era così scontata, così fragile, si atteggiava tanto da dura ma lui sapeva benissimo che era probabilmente la più debole lì dentro, persino più debole di Angel.
Gli pareva che tutti in quella casa da quattro soldi fossero facilmente prevedibili ed annientabili.
Avrebbe potuto mandare a casa qualcuno semplicemente schioccando le dita.
E così sarebbe stato.
-Puoi contare su di me, sarà il nostro segreto.- pronunciò grave.
Helen riprese colore in volto, sperava che nessuno venisse a scoprire quella parte di lei che tanto provava a scacciare.
Ma poteva fidarsi di Kyte?

Seth si aggiustò la montatura verde addentando un biscotto mentre Pam gli versava un altro bicchiere di succo all'arancia.

-E stai attento questa volta!- si raccomandò ridendo.
-Mh! Certo, grazie!- la ringraziò il ragazzo mandando giù un boccone.
-Sai, mi è piaciuto moltissimo “Polvere di stelle”.- sentenziò la ragazza facendo arrossire l'amico -Soprattutto la fine, me la ricordo ancora! Non hai idea di quanto sono commossa!- continuò per farlo sentire più a suo agio.
-Ti ringrazio, ci ho lavorato molto!- rispose Seth sorridendo imbarazzato.
Non ci aveva lavorato molto, ci aveva lavorato moltissimo, ne andava così orgoglioso, eppure provava anche un certo pudore quando la gente lo commentava così apertamente.
E non a tutti era piaciuto, aveva ricevuto anche il suo bel numero di critiche, sapeva che se ne sarebbe dovuto fregare eppure era più forte di lui.
-Hai in mente qualche altro progetto?- gli domandò la castana.
-Ho qualcosa che mi ronza per al testa, ma ancora niente di preciso, spero che questas esperienza mi sblocchi qualche idea!-
-Sappi che vorrò una copia autografata del tuo prossimo romanzo!-
-Certo!-
la rassicurò il ragazzo intingendo un biscotto nel bicchiere.

-Ragazzi, avete visto Killian?- chiese Dante entrando nella stanza.
-In realtà credo ce l'abbia ancora per ieri...- rispose Pam sconfortata mentre Light faceva spallucce.
-Com'è delicato, chi l'avrebbe mai detto.- sogghignò il moro.
-Però si perde la colazione! Qualcuno vada a chiamarlo!- esclamò Angel arrivando con in mano una torta fumante al cioccolato per poi rivolgersi ad Almond che fissava inespressiva il piatto davanti a lei con la testa appoggiata al braccio destro. -Hey Almond, sapendo che non vai pazza per le torte ti ho preparato un paio di biscotti ai corn flakes..-
La ragazza alzò svogliatamente lo sguardo -Non ho fame, ti ringrazio.- sentenziò sotto lo sguardo preoccupato di Jenna.
-Ma dovrai pur mangiare qualcosa!- insistette la bionda.
-Non mi vanno.- tagliò corto Almond lasciando l'altra di stucco.
-Non c'è problema, li mangio io.- si offrì Light, non particolarmente rattristato dalla decisione dell'inappetente.
Un brivido percorse la schiena di Angel -Sono felice di sapere che c'è qualcuno che apprezza.- disse riferendosi chiaramente ad Almond e ricevendo un'occhiata interrogativa da parte di Luke.
Il palestrato si avvicinò per prendere il piattino, ma mentre se lo passavano questo scivolò dalle mani della ragazza rompendosi in mille pezzi.
-Santo cielo! Vado a prendere una scopa, scusatemi tutti.- esclamò preoccupata chinandosi prima a raccogliere i cocci per poi precipitarsi a recuperare qualcosa di più comodo per ripulire quel disastro.

Killian se ne stava con la schiena poggiata alla spalliera del letto intento a lanciare per aria una pallina di gomma.
Era finito con un branco di veri stronzi, si salvavano solo una ragazza o due.
Da quando non ci si poteva divertire nemmeno un po'? Eppure la prima sera quando si era messo a preparare cocktail al bancone stava simpatico a tutti. Ipocriti.
Sentiva che di quelli non si poteva fidare per niente, altro che amici, sembravano avvoltoi affamati in cerca di qualche carogna da sfamare.
In un impeto di rabbia riafferrò al volo la pallina che volteggiava per aria e la scagliò contro la porta proprio nel momento che si apriva e colpì uno sconosciuto visitatore sulla gamba.
-Hey!- si lamentò Sophia squadrando il ragazzo dalla testa ai piedi.
-Oh, scusa, non ho fatto apposta!- cercò di rimediare il ragazzo portandosi a gambe incrociate, la castana si avvicinò a lui e mise una mano sulla trapunta azzurra.
-Posso?- domandò indicando il letto.
-Sicuro.- le rispose il biondo facendole un po' di spazio.
Sophia rimase qualche secondo in silenzio accarezzando la superficie morbida, poi guardò Killian fisso negli occhi.
-E' tutto a posto?- gli chiese.
Il ragazzo sospirò abbassando lo sguardo. Era stata così carina ad andare a tenergli compagnia, era anche possibile che fosse stata l'unica ad accorgersi della sua assenza.
-Sì, non preoccuparti...- disse quasi più per sé che per l'altra.
-Sei sicuro? Mi sembri giù.- continuò la castana.
In fondo quel ragazzo non era così male come l'aveva giudicato a prima vista, forse sarebbero anche potuti andare d'accordo. Forse.
-Ma sì! Andiamo dai, fra poco arriverà Chris!- esclamò tirandosi in piedi mentre la ragazza lo seguiva sorridente.

Tutti i ragazzi si erano radunati in salotto, nessuno si curò troppo dell'arrivo di Killian, nonostante fosse stato poco presente per tutta la mattina.
Jenna era seduta a fianco di Light con una gamba sul divanetto rosso dai gusti discutibili.
Giocava ad avvolgersi intorno all'anulare della mano destra i lunghi e lisci capelli neri mentre il ragazzo la guardava sorridente.
-Sai, mi spiace di averti colpito ieri.- si scusò lei.
-Figurati, hai fatto bene. Sono stato un vero stronzo.- la rassicurò il moro mettendole una mano sulla gamba.
Seth li guardò storcendo la bocca.
-Ti piace, vero?- gli chiese Robert.
-Sì...- ammise l'altro abbassando la testa sconsolato mentre l'amico gli tirava una pacca affettuosa sulla spalla.


Courtney aprì gli occhi lentamente.
L'avevano colpita di nuovo e doveva aver perso i sensi.
Sembrava essere diventata una fastidiosa routine oramai.
La vista era annebbiata, ma le pareva di scorgere la sagoma di un volto sopra di lei, come se qualcuno si fosse chinato per assicurarsi che avesse ripreso i sensi.
Man a mano i lineamenti si fecero sempre più chiari. I capelli scuri, il mento rotto da una piccola fossetta, le labbra sottili, gli occhi a mandorla... Heather?
Allora aveva visto bene quella notte, non l'aveva sognata.
-H-Heather?- balbettò.
-Direi che dopo questa ottima conferma di lucidità puoi anche alzarti.- le rispose l'asiatica mentre l'ispanica le porgeva la mano -Da sola.- aggiunse acidamente.
Courtney si mise in piedi a fatica, la testa le girava ancora, che sensazione orribile, non la sopportava più, che avesse un trauma cranico?
-Cosa succede? Dove siamo?- domandò spaesata.
-Che succede magari lo sapessi, dove siamo: in un container direi.-
La luce fredda di una potente torcia appoggiata al pavimento fece per spegnersi prima che Heather la mettesse a posto con un calcio stizzito.
Un rumore metallico attirò l'attenzione di entrambe, la grande porta d'acciaio si aprì con un fastidioso cigolio.
Davanti a loro due uomini in passamontagna gli fecero cenno di uscire.
-Andiamo.- disse uno -Lo spettacolo sta per cominciare.-

Un campanellino acuto fece saltare sul posto i quattordici concorrenti ferventi d'eccitazione, le porte brillanti dell'ascensore scorsero ai lati rivelando pian piano il tipico sorriso di Chris.
L'uomo fece qualche passo in avanti, una volta sicuro di essere a favore di telecamera alzò le braccia al cielo.
-Benvenuti carissimi e affezionati telespettatori! Da quanto stavate aspettando questo momento? Ecco che i ragazzi che già amate scopriranno a cosa devono andare incontro per poter vincere l'amato milione!- l'ormai brizzolato parlò a gran voce, voltandosi poi verso i soggetti della sua frase.
-Allora, siete pronti?- domandò ai ragazzi trasportato dall'emozione di essere di nuovo a capo dello show dopo quattro anni di pausa.
Un sì quasi unitario si diffuse in tutti gli ambienti della casa.

Un furgone nero speronò il cancello di ferro lavorato all'ingresso degli studios.

-La sfida di oggi si dividerà in due parti, la prima punterà a formare le squadre, la seconda a vedere chi dovrà subire la prima eliminazione! Ma prima di cominciare, qualcuno ha delle domande?- si interessò il conduttore.
Lukas si schiarì la voce -Sì, scusa, che c'è dietro la porta chiusa in fondo al corridoio?-
-Perfetto, nessuna domanda! Proseguiamo con le spiegazioni!-


Quattro veicoli identici a quello che aveva aperto il varco si fermarono frenando rumorosamente davanti allo stage sette. I portelloni si aprirono di scatto e sei uomini scesero da ogni mezzo impugnando un'arma.

-Cos'è stato?- chiese Dante dopo aver sentito uno scoppio.
-Non dirmi che fa parte della sfida...- commentò scocciata Marylin alzando gli occhi al cielo.
-Siamo in un set cinematografico, non preoccupatevi per questi rumori, stavo dicendo...-
Almond non prestò la minima attenzione al blaterare di Chris, intuì solo che la prima sfida si sarebbe svolta nella sala svago.
La sua attenzione fu chiamata dal pulsante dell'ascensore, si era illuminato di giallo all'improvviso.

Tutto parve accadere lentamente, come se il tempo si fosse fermato d'un tratto e avesse ripreso a scorrere alla moviola.
Il campanellino si fece sentire nuovamente, le porte si aprirono una seconda volta, sei individui completamente vestiti di nero e con il volto coperto da un passamontagna scesero dalla cabina, il primo ad uscire sparò con un fucile a pompa contro il soffitto facendo cadere dell'intonaco, una donna dalla voce stridula impose urlando di mantenere la calma mentre gli altri puntavano pistole, fucili e piccole mitragliatrici contro i ragazzi.
Helen si portò la testa alle gambe, Jenna gridò con tutto il fiato che aveva in corpo mentre Light la prendeva e l'avvicinava a sé.
Killian si gettò istintivamente a terra afferrando Sophia per una spalla, facendola cadere a sua volta.
-Ma cosa...- balbettò Chris infuriato voltandosi verso i nuovi arrivati ai quali aveva dato le spalle fino a quel momento.
Clack.
L'uomo con il fucile ricaricò i colpi in canna e premette il grilletto.
Un proiettile scintillante fendette l'aria fino ad incontrare la pelle rosea del naso di Chris, spappolandoglielo.
Resti di materia celebrale schizzarono in parte sulla parete retrostante, in parte su Almond, la più vicina a lui.

La castana strizzò istintivamente gli occhi e la bocca quando senti il liquido caldo bagnarle il volto, aspettò solo un istante prima di riaprirli, subito si guardò con orrore le mani imbrattate di sangue mentre un urlo le si strozzava in gola.
Non appena Lukas ebbe rielaborato quell'orribile scena scattò verso le camere facendo cenno a tutti quelli che aveva di fianco di seguirlo.
Non ebbe nemmeno il tempo di fare due metri che un'altra pallottola, questa volta sparata dalla pistola dell'uomo più a destra fra tutti, gli si conficcò nel polpaccio sinistro facendolo ruzzolare a terra.
-State fermi!- intimò gridando l'uomo col fucile.
Angel si precipitò immediatamente dal ragazzo che urlava straziato dal dolore con gli occhi gonfi di lacrime.
-Ha detto fermi!- sbraitò la donna esplodendo un altro colpo che colpì il muro sfiorando la bionda chioma di Angel.
I suoi sogni stavano andando in fumo, tutto quello che desiderava si stava sgretolando davanti a lei dopo esserle parso così vicino.
-Che cosa volete!?- strillò con la voce rotta dal pianto.
-Che cosa vogliamo noi?- domandò l'uomo che sembrava essere a capo di tutti gli altri -Che cosa vuole il pubblico!-
L'insensata risposta lasciò Robert a bocca aperta, ma gli ricordò che erano in diretta televisiva, Sabrina stava sicuramente seguendo il tutto da casa.
Doveva subito spegnere lo schermo.
Non voleva morire, ma prima di tutto non voleva che la sua fidanzata assistesse alla sua morte.
Kyte si era scurito in volto.
Era sicuro al cento per cento che l'uomo col fucile fosse la testa e tutti gli altri le braccia, si trovava in una situazione di merda, a vederla positivamente non tutti ci avrebbero lasciato le penne, ma probabilmente sarebbe stato un bagno di sangue.
Dovevano, o meglio doveva, riuscire ad annientare quell'individuo, la coda staccata dalla lucertola si agita freneticamente, ma inevitabilmente si ferma.
-Signore e signori, vecchi e bambini!- esclamò l'uomo assumendo la stessa posizione che aveva Chris fino a pochi minuti prima -Avete passato anni appiccicati agli schermi delle vostre televisioni a guardare ragazzi che combattevano per accaparrarsi un premio, avete impugnato decine di volte i vostri telefoni per salvare il vostro preferito in un talent show. E' questo quello che noi oggi vi proponiamo, uno spettacolo completamente diverso, ma allo stesso tempo terribilmente simile.
Non vi siete mai accorti che ogni eliminato da un talent o reality show finiva poi per precipitare nel burrone dell'insuccesso? Avete spezzato i sogni di migliaia di giovani senza nemmeno rendervene conto, li avete uccisi come se niente. Ma questa volta sarà diverso, sarete coscienti di quello che state facendo, delle vostre scelte. Non siamo qui per fare una strage, siamo qui per aprirvi gli occhi. Tutto quello che vi chiediamo è di prendere fra le mani anche stasera il vostro telefonino e di decidere chi fra questi quattordici merita di andare incontro ad un'eliminazione fisica. Niente di più di quello che siete abituati a fare. Mentre per i produttori abbiamo un solo avvertimento: interrompete le trasmissioni e nessuno di loro rivedrà mai più la luce del giorno.-

La luce del giorno. Non avrebbe più rivisto la luce del giorno. Forse era quella la cosa peggiore pensò Almond, sarebbe morta in un dannato scantinato, non avrebbe mai più potuto camminare a piedi scalzi in un parco sotto il caldo sole dell'estate.
Lukas premette con forza sulla ferita lanciando l'ennesimo grido.
La vista del sangue che sgorgava lo inorridiva più di tutto il resto, era più forte della situazione, più forte del dolore.
Stava per avere un attacco di panico, sentì il suo respiro farsi sempre più affannoso, la vista gli si appannava, la testa sembrava esplodergli.
Urlò nuovamente nonostante Angel cercasse di tranquillizzarlo, il caldo e denso liquido rosso gli si stava riversando sulle mani, imbrattava i pantaloni, la moquette, era ovunque.
Una forte scossa involontaria gli afferrò la schiena.
-Chiamate un medico, cazzo!- gridò Dante guardando il ragazzo contorcersi in preda dalle convulsioni.
Un uomo con in mano un uzi si scambiò uno sguardo con l'uomo col fucile e si diresse verso il corvino, estrasse dallo zaino che portava sulle spalle un laccio emostatico e glielo strinse appena sopra il ginocchio sotto lo sguardo attonito di Angel.
Jenna aveva piano rialzato la testa e singhiozzava sommessamente stringendo con forza la mano a Light. Perché stava succedendo una cosa del genere? Perché a lei?
Voleva solo divertirsi, niente di più.
Farsi nuovi amici, provare una nuova esperienza e chissà, magari anche incontrare un ragazzo, ed ora si trovava immersa in quell'incubo senza via d'uscita.
Light sentiva il cuore della ragazza battere all'impazzata, fece un respiro profondo, era un maestro nella concentrazione, strinse più forte la presa e le lanciò un'occhiata sfuggente.
Non poteva permettere che morisse, non avrebbe permesso che qualcun altro in quella stanza, eccetto gli uomini vestiti di nero, sarebbe morto.
E Jenna... Jenna gli ricordava tanto il suo fratellino.
Helen sussultò. E se lei avesse preso il sopravvento proprio ora? In un momento del genere?
Non sapeva di cosa fosse capace, avrebbe potuto benissimo condannarle entrambe a morte, una fitta le lacerò lo stomaco. Eccola, stava arrivando, non sapeva per quanto tempo sarebbe ancora riuscita a mantenere il controllo.
Pam pensò subito al coltello da caccia che nascondeva in valigia, se solo fosse riuscita a prenderlo poteva vedere di ribaltare la situazione, le sue sorelle sarebbero state orgogliose di lei. Poteva prendere uno di quegli individui per la gola ed obbligare gli altri a farli uscire con l'ascensore, tutto sommato questo gli avrebbe anche fornito un vantaggio.
Doveva provarci appena ne avesse avuto l'occasione.
Marylin maledì la sua condizione fisica, era una dannata beffa che oltre a stare male durante quella che doveva essere l'esperienza volta a cambiare la vita, dei pazzi fanatici si fossero messi in testa di fare tutto quello che stavano facendo.
-Che altro state aspettando, amici, avete tempo fino alle otto di questa sera per votare, non mancate!- concluse macabramente la donna.
Dante non riusciva a capacitarsene, cosa pretendevano da loro? Che se ne stessero immobili ad aspettare? Credevano davvero che la gente avrebbe preso parte al loro gioco malato? Si sbagliavano, eccome se si sbagliavano, e quella sera ne avrebbero avuto la prova.
-E noi?- domandò.
Killian lo guardò in cagnesco. Doveva starsene un po' zitto, rischiava di farli finire tutti nei pasticci, non poteva sopportare quel tipo, la sua presenza proprio non gli andava giù.
Così falso e presupponente, così dannatamente sicuro di sé stesso.
-Voi siete liberi di fare quello che volete fino a quando non vi richiameremo tutti qui.-
Sophia rabbrividì. Davvero aveva avuto il coraggio di pronunciare la parola “liberi”? Con quale faccia tosta l'individuo con il fucile poteva aver pronunciato una parola del genere?
Si raggomitolò su se stessa per alzarsi in piedi. Avevano detto che erano liberi? Perfetto.
-Benissimo, grazie.- sentenziò dirigendosi tranquillamente verso l'ascensore e superando con un passo un po' più lungo degli altri il corpo morto di Chris.
L'uomo con la pistola la fermò ad un passo dai gradini dell'ingresso.
-Dove credi di andare?- ringhiò.
-L'avete detto voi, siamo liberi.- affermò la castana sicura di sé.
L'individuo la fissò in cagnesco per qualche secondo, poi le tirò un forte ceffone in pieno volto facendola cadere a terra.
-Stai attenta a quello che dici, signorina.-
Sophia si portò una mano alla guancia, non si sentiva più la faccia, piccole lacrime cominciarono a rigarle gli zigomi. Non erano uomini, erano animali.
Seth fu sicuro di aver sentito un brutto crack nel momento che Sophia era stata colpita, avrebbe voluto aiutarla, ma temeva per la sua salute.
Neanche la mente più deviata avrebbe potuto immaginare quello scenario.
I suoi occhi incrociarono quelli di Jenna, entrambi erano terrorizzati e preoccupati.
Era tutto così normale ed ora era tutto così assurdo.

Courtney fece per dire qualcosa prima che Heather la fulminasse con lo sguardo.
Erano entrambe legate a delle sedie con davanti un televisore al plasma acceso sul quinto canale.
-Volete una birra?- domandò l'uomo passando accanto alla castana -Ah, dimenticavo che avete le mani occupate.-
L'asiatica arricciò le labbra per resistere alla tentazione di sputargli addosso.
-Vi state annoiando? Vedrete che quando arriveranno i vostri amici ci divertiremo molto di più.- continuò


-Che c'è? Non vi piace questo show?-
 

 

 


 

Angolo dell'autore (malato)
Ebbene sì, io oggi al posto di studiare fisica e storia dell'arte ho partorito questa cosa.
Ho scritto tantissimo, davvero, mai come prima d'ora, quindi sono un misto di cose.
Stanco, incredulo, dubbioso e blablabla.
Vi avevo promesso il sangue ed eccolo qua, tanto tanto sangue.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la piega che gli eventi hanno preso vi piaccia ancora di più.
Spero di aver reso bene tutti gli oc, in caso contrario non mancate dal farmelo sapere.
Come ha detto il caro uomo con la pistola le votazioni sono aperte!
Avete tempo fino alle 20.00 di domani sera, poi vedremo che cosa ama il pubblico.
Io invito tutti quelli che leggono questa storia a votare, all'infuori dei proprietari degli oc, dev'essere proprio il pubblico da casa a partecipare.
Potete anche non recensire, mi basta un messaggio privato con un nome. Io vi aspetto eh!
Al prossimo (anche lui malato) capitolo, vi dico solo che oink.
Besos!
P.S. ditemi se il font è troppo piccolo please

  
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