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Autore: Iamsparks    05/05/2015    2 recensioni
Cecilia Mill è una sedicenne inglese, ha una migliore amica e un potere soprannaturale: riesce a vedere il futuro tramite i sogni che fa di notte.
La sua vita prende una svolta quando in una mite sera d'autunno si sveglia all'improvviso nel sonno, cosa che non le capita quasi mai. Il motivo, ai suoi occhi, è terrificante: non ha sognato. Ma presto capirà che la ragione di questo anomalo avvenimento è la vicinanza di due ragazzi, Brad e Tristan che, seppure in modi differenti, la inviteranno a lasciare il mondo astratto dei sogni.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley Simpson, Nuovo personaggio, Tristan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Truth



Il rumore inaspettato mi fece accelerare improvvisamente i battiti del cuore; mi ritrovai in una attimo con l'orecchio sinistro premuto contro il freddo muro.
Altri due colpetti che, seppur ancora leggeri, erano più forti dei primi. L'unica cosa che mi venne in mente fu “Brad”. E a quel pensiero persi altri battiti.
Risposi velocemente colpendo il muro facendo attenzione a non farmi sentire dai miei genitori. Poi mi buttai giù dal letto e chiusi la porta della mia camera a chiave.
Attraversai la mia stanza; non curandomi del fatto che fosse autunno e che io avessi addosso solo il mio pigiama, spalancai la porta-finestra del mio balcone. Arrivata all'estremità destra mi misi sulle punte e con l'indice picchiettai sulla finestra più vicina dell'altro appartamento.
Tornai con i talloni sul legno e puntai lo sguardo sulla porta-finestra dell'altro poggiolo, con le mie braccia incrociate al petto per difendermi dal venticello freddo.
Finalmente udii dei rumori e subito dopo una testa riccioluta fece capolino. Brad.
Notandomi nel buio le sue spalle scesero in segno di sollievo; dopodiché si avvicinò. Anche lui era in pigiama -e cioè in pantaloncini azzurri e canottiera- e nel constatarlo arrossii. Strinse il parapetto con le mani e alzò lo sguardo. Ringraziai nella mia mente chiunque avesse progettato la casa: i nostri balconi distavano poco meno di mezzo metro, permettendomi ora di ammirare gli occhi scuri di Bradley nella notte.
«Ehi Cecilia» mi salutò con la sua voce un po' roca «Ho sentito della tua scuola oggi. Come stai?».
«Beh sicuramente meglio, grazie» risposi con una risata fioca. La mia finta felicità non ebbe effetto su Brad: i suoi occhi rimasero attenti, le labbra si strinsero un pò di più.
«Mi hanno detto che sei stata l'unica a rimanere dentro l'istituto quando..».
«Sì, è vero» lo interruppi frettolosamente abbassando lo sguardo, temendo la prossima domanda.
«Mi vorresti spiegare perché?» chiese lui con fermezza.
“Ecco, lo sapevo. Avrei dovuto aspettarmelo.. e adesso che posso dirgli? Non posso rivelargli che praticamente l'ho visto bruciare nella mensa!”. Al solo ricordo un brivido mi attraversò la spina dorsale.
Decisi che la cosa migliore era il silenzio; nella notte si sentiva solo lo scrosciare dell'acqua del fiume nel parco.
Notai di aver tenuto gli occhi abbassati solamente quando dopo un paio di secondi Brad allungò una mano e dolcemente mi alzò il mento con la punta delle dita. Poi ritornò con le mani al parapetto.
«Senti, so anch'io che non ci conosciamo. Ma ci tengo a te, credo che possiamo diventare amici, no? Quindi rispondimi, mmh?».
Non riuscivo a guardarlo, girai la testa a sinistra verso il buio parco; una lacrima scese dall'occhio destro e allo sbattere delle mie ciglia cadde sulla guancia. Fu seguita da altre. Non volevo rimanere lì, davanti a lui, in quello stato. Io non piangevo. Io ero la ragazza allegra e senza problemi. “Ma cosa stai facendo? Sei ridicola! Stupida ragazza, non farti vedere così”. Girai le spalle a Brad e con le mani mi nascosi la faccia, entrando nella mia camera. Silenziosamente mi misi sotto le coperte a pancia in giù, la testa affondata nel morbido cuscino, cercando di attenuare i singhiozzi. Non so per quanto continuai ma era ormai da un bel po' che il mio corpo stava sobbalzando su e giù e il cuore iniziava a farmi male. Tirai su la faccia per prendere una boccata d'aria, le mie braccia adesso erano strette al cuscino e i miei capelli mi coprivano la visuale.
Dal lato sinistro sentii il materasso piegarsi sotto il peso di qualcuno. Appoggiai la guancia destra e guardai dietro la mia spalla sinistra.
Bradley era seduto sul bordo del mio letto. Le sue gambe erano leggermente aperte e con il piede destro tamburellava un ritmo regolare. Era piegato in avanti con i gomiti appoggiati alle cosce e con la mano destra si stava rigirando i numerosi braccialetti legati al polso sinistro. I capelli gli scendevano sulla fronte ma mi permisero di capire che aveva lo sguardo perso sul pavimento.
Possibile che fosse affascinante in ogni situazione?
Mi tirai su a sedere, le coperte mi coprivano le gambe. Strinsi le ginocchia al petto.
«Come hai fatto a venire qua?» bisbigliai curiosa.
«Ho scavalcato. Dopo tutto non è così difficile» mi rispose rimanendo nella stessa posizione.
«E perché?».
Lo avevo chiesto in un sussurro che quasi io stessa non avevo sentito. Bradley si girò e i suoi occhi intercettarono immediatamente i miei.
«Sei te che devi rispondere prima a me. E poi la tua reazione non si spiega».
«E va bene. Sono andata nel panico e il luogo che mi sembrava più sicuro era il bagno, sono corsa là ma poi c'è stata quell' esplosione e..» .
«La vuoi smettere?» mi interruppe freddamente. «Basta. Voglio la verità».
Lo guardai sorpresa. A parte il fatto che io non riuscivo a mentire, ma bloccarmi in quel modo? Comunque mai e poi mai gli avrei raccontato della mia visione. E poi chi si credeva di essere? Stavo provando una strana sensazione d' odio. Seguirmi fino in camera per poi fare il prepotente, alle undici di notte?
Lo guardai dritto in faccia. «Non ti dico perché sono rimasta là dentro, ok? Spero che tu te ne possa fare una ragione».
Alla mia risposta il suo piede si bloccò di colpo; me ne accorsi perché il mio letto aveva smesso di muoversi. I suoi occhi mi guardarono con disprezzo, vidi tendersi la sua mascella. Ma subito dopo sospirò, lo sguardo si riempì di dolore.
«Me ne vado, ho capito. Ma prima devi dirmi: non volevi morire, vero?».
Lo stupore per quella domanda mi fece spalancare gli occhi. Una parte dentro di me si ruppe, non so spiegarne il motivo.
«Non dici sul serio. No, te non dici sul serio». Scuotevo la testa a destra e a sinistra in segno di diniego; sembrava che lo facessi più per convincere me stessa che lui «Ma come fai a pensare una cosa simile, su di me? Come?».
«Ehi, ehi, calma.. cioè io non volevo, però l'ho pensato.. volevo solo poterne essere certo, insomma.. te ti sei girata piangendo e io..» Bradley si stava tormentando le mani, agitato.
«No. Io non voglio morire» . Dopo la mia affermazione rimasi immobile, così come lui. Forse avevo alzato un po' troppo il mio tono di voce e mi rischiarai la gola.
«Scusa» soffiò Brad tra le labbra. «Ora è veramente tardi, è meglio se vado..se entrano i tuoi genitori e mi vedono chissà cosa penseranno».
«Non preoccuparti, la porta è chiusa a chiave».
«Comunque ora vado».
Si alzò dal letto rivolgendomi la schiena. Percepii un tremito nella sua voce.
«Brad..» lo richiamai a mezza voce. Lui si girò sovrappensiero, mordendosi il labbro inferiore.
Lentamente sfilai la gambe fuori dalle coperte, appoggiai i piedi per terra e mi alzai, trovandomi a un passo da Bradley e con il cuore in tumulto. Lui adesso mi guardava con più attenzione, curioso, le braccia lungo i fianchi. Avanzai con un passo e coprii la poca distanza che c'era tra noi due. Ora il cuore mi stava esplodendo. Tirai un lieve sospiro per tranquillizzarmi, anche se non ci riuscii. Sollevai lo sguardo fino ai suoi occhi che mi scrutavano veloci. Automaticamente alzai la mano destra toccandogli la sua guancia e il suo petto si alzò leggermente. Avvicinai lentamente le mie labbra socchiuse alle sue, e chiusi gli occhi solamente dopo averle fatte combaciare insieme.




Ciao a tutti/e :)!
Dopo una lunghissima attesa, di cui mi scuso, finalmente sono riuscita a scrivere il sesto capitolo. Devo dire che finora è il mio preferito, giusto per il finale. Ma anche per il carattere di Bradley, che cerca di parlare con Cecilia e di conoscerla un po' di più. Ringrazio luct99 , _Ashes_ , Elisa29_01 per le recensioni: GRAZIE :3
Come al solito vi ricordo di lasciare una recensione per farmi sapere la vostra opinione sulla storia o solo sul capitolo o su qualunque altra cosa abbiate in mente :)
Se volete, aggiungete Daydream tra le storie preferite/seguite ecc.
Grazie a tutti per la lettura,

Axx


 
  
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