Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Ricorda la storia  |      
Autore: Marti5    05/05/2015    1 recensioni
"Fece per entrare nella sala grande, ma i suoi occhi scuri si soffermarono su una figura incappucciata che montava la guardia, seppure i suoi ordini non prevedessero uomini in più rispetto ai soliti. Aggrottò la fronte, mentre quel'ultimo si accorgeva dell'insistenza del suo sguardo e si dileguava senza proferire parola dalla sua vista."
//Vabbè, ormai con le JonSansa ci sto a rota, fatevene una ragione U.U
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
//Dedicato a tutte voi che mi avete fatto i complimenti da quando
sono qui, vi ringrazio davvero tanto!
..........
......e ovviamente a Vale, compagna di scleri. <3



Jon firmò distrattamente l'ennesima carta, sbuffando via dalla fronte un ricciolo scuro. Posò la piuma d'oca sul tavolo, scostandosi con malagrazia dalla seduta e alzandosi. Finalmente le gambe intorpidite poterono ritrovare il normale flusso di sangue, e Snow si avvicinò pensieroso alla piccola finestra. Il candore della neve e del ghiaccio perenne pareva più gentile del solito, il vento gelido sferzava meno crudele, e una sottile voce dentro la sua testa gli suggeriva che fosse per ciò che la Barriera aveva accolto non più di qualche mese prima. Pareva che la natura stessa si fosse piegata sotto quegli occhi docili e gentili, incantata da quella bellezza di cristallo che essi emanavano.
Sospirò accorato, nel portare ancora una volta i pensieri verso quella creatura giunta da troppo lontano e piccola quanto un usignolo, eppure sopravvissuta. Il ragazzo si sfregò le mani, prima di lasciare detto al piccolo attendente di controllare la sua stanza. Uscì velocemente, rimproverandosi mentalmente la sua negligenza; era divenuto Lord Comandante da meno di sei mesi, e il suo comportamento era stato impeccabile per quasi tutto quel periodo. Quasi, perché ora la ragione per cui aveva distolto la sua attenzione dalle richieste dei paesi limitrofi assorbiva quasi del tutto le sue giornate e i suoi pensieri.
Discese le scale velocemente, stringendosi maggiormente nel mantello. Fece per entrare nella sala grande, ma i suoi occhi scuri si soffermarono su una figura incappucciata che montava la guardia, seppure i suoi ordini non prevedessero uomini in più rispetto ai soliti. Aggrottò la fronte, mentre quel'ultimo si accorgeva dell'insistenza del suo sguardo e si dileguava senza proferire parola dalla sua vista. Ma Jon aveva intravisto fin troppo bene ciò che si celava sotto il cappuccio di pelliccia e il mantello nero come la notte. Leggermente accigliato, si mosse veloce verso quello stesso mantello che ora scompariva nelle zone più nascoste e basse della grande casa dei Guardiani.
Giunse davanti alla piccola porta appena sbarrata, e non curandosi di bussare l'oltrepassò sbattendosela alle spalle. Nella piccola e vecchia stanzetta non c'era nulla, se non qualche secchio, un po' di fieno e la sagoma scura della persona di fronte a lui. Jon s'avvicinò a grandi passi, prendendo le spalle sottili tra le mani e scuotendo appena la figura, ormai senza più la possibilità di celare sotto il cappuccio la crocchia morbida di capelli, sfiorati dalle fiamme.
"Te l'ho detto tante volte, Sansa, non è sicuro per te uscire da qui." 
Il suo tono era perentorio, eppure s'ammorbidì appena nell'osservare quel viso pallido contrito e imbarazzato. Il rossore sulle sue guance gli suggerì che forse era troppo vicino, e gli fece mollare la presa sulle sue spalle. Abbassò lo sguardo un attimo, prima di puntarlo con più decisione negli occhi azzurri di lei. "Nessuno deve sapere che sei qui, lo sai."
Sansa abbassò lo sguardo, colpevole anche se non totalmente dispiaciuta. Restare chiusa in quella piccola stanza non le piaceva per niente, soltanto quando Jon scendeva da lei e le faceva compagnia riusciva a starci serenamente. Ogni tanto capitava che Gilly s'intrufolasse lì sotto, per farsi insegnare a cucire e per cullare il bimbo nelle notti più fredde. La giovane aveva trovato in lei qualcuno con cui condividere ciò che non si discostava poi molto dalla prigionia ad Approdo del Re, seppur con meno rischi per lei. Gilly e Sam le sembravano così carini, e qualche volta aveva avuto persino l'ardire di imbeccare il ragazzo, nel tentativo di spronarlo. Una vera Lady non si sarebbe comportata in quel modo, ma Sansa aveva perduto parte di quello spirito quando si era decisa a lasciare Lord Bealish per seguire il suo cuore. E il suo cuore l'avevano condotta dov'era rimasto probabilmente l'ultimo della sua famiglia, una follia che non avrebbe dovuto osare fare, ma che oltre ogni possibile pronostico era riuscita a compiere. 
Sam stesso l'aveva trovata. Per pura benedizione dei Sette Dei, probabilmente, e Sansa l'aveva ringraziato migliaia di volte per aver subito accettato di portarla da Jon; i capelli rossi dovevano avergli suggerito la sua identità.
La giovane accennò un'espressione lievemente accigliata, pur mantenendo lo sguardo basso ed evitando di incotrare quelle iridi che avevano vegliato su di lei nelle notti cupe dove gli incubi si facevano sentire di più.
"Sono sopravvissuta da Nido dell'Aquila fin qui, ormai non sono più una bambina, posso cavarmela da sola."
Sansa s'accostò a Jon, arrossendo lievemente. La gratitudine per averla accolta tra le sue braccia stava gorgogliando da tempo nel suo stomaco, e una sensazione nuova germogliava di giorno in giorno, come una pianta che trova finalmente i raggi del proprio sole. Gli sorrise, prendendo la grossa mano tra le sue dita affusolate.
"Ma apprezzo che ti preoccupi per me..." sussurrò, mentre annegava in quel buio tetro che era i suoi occhi, ma che riuscivano a donarle un senso profondo di pace.
Jon sussultò, nel sentire le mani di Sansa sulla propria. La donna di fronte a lui non era la bambina che ricordava, quella con cui aveva giocato a Grande Inverno sotto gli occhi di Eddard. Era cresciuta, pareva più simile a Lady Catelyn più di quanto potesse credere, e il calore che quel tocco gli provocò smosse un desiderio che da settimane teneva serbato in fondo ai recessi del proprio cuore.
Si accostò al suo viso, tanto da poter contare le sue lunghe ciglia. Attese che si scostasse, che gli facesse intendere che non desiderava questo, che lui per lei non era null'altro che un fratello bastardo cui aveva chiesto un semplice favore. Ma la ragazza rimase immobile, le labbra schiuse e il capo proteso.
Jon Snow baciò Sansa Stark fino a non percepire più le sue stesse labbra, intorpidite dal contatto con la morbidezza di quelle di lei. Strinse l'esile vita tra le braccia, i palmi sorreggevano la sua schiena. Percepire il suo calore in quel momento era persino più piacevole di quando posava la testa rossa sulle sue gambe e s'addormentava inquieta, nelle notti passate. Jon Snow baciò avidamente la giovane, fin quando i loro fiati si spezzarono, e i loro occhi s'incrociarono di nuovo, quasi sorpresi e turbati.
Analizzarono l'uno lo sguardo dell'altra. Nessuno dei due trovò pentimento, o reticenza nelle iridi dell'altro, e tanto bastò per far si che le loro lingue tornassero ad incontrarsi, e i loro corpi a stringersi in un rifugio sicuro dalle intemperie della Barriera.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Marti5