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Autore: Lisaralin    06/05/2015    2 recensioni
"In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too."

(The Bard's Song, Blind Guardian)
Raccolta di flashfic sui personaggi della saga. Nel segno del caso.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Personaggio: Il Figlio di Bhaal
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic
Rating: giallo
Avvertimenti: dopo la fine di tutto, sulle note di questa meravigliosa canzone dei Blind Guardian.



The bard’s song

Now you all know
The bards and their songs
When hours have gone by
I'll close my eyes
In a world far away
We may meet again
But now hear my song
About the dawn of the night
Let's sing the bard's song…


Il bardo accarezza le corde del liuto con la delicatezza di un amante. Assapora tra le labbra note appena sussurrate, cariche di mistero; di certo la sua canzone non è per le orecchie dello scarso e decisamente ubriaco pubblico rimasto nella locanda fino a quest’ora della notte. Ha già raccolto un discreto gruzzolo di monete di rame e d’argento nel cappello piumato, e ora può permettersi di cantare per piacere, di celebrare il suo amore per l’arte, o forse per una bella dama lontana.
Io preferisco pensare che stia cantando per me.
Resa ardita dalla melodia, la mia penna d’oca scivola leggera sulla pergamena, fende la pagina bianca lasciandosi indietro la sua sinuosa scia d’inchiostro.
È ironico, a pensarci bene. Sono cresciuto con il profumo di carta antica e rilegature di cuoio nelle narici, ho trascorso l’infanzia in saloni tappezzati di libri fin dove lo sguardo si perdeva nell’oscurità del soffitto; eppure il povero Gorion doveva patire i Nove Inferni per tenermi fermo alla scrivania per più di cinque minuti di seguito. La giovinezza mi chiamava all’aperto, sui prati con Imoen, a nuotare negli stagni o a fare a gara a chi si arrampicava più veloce sugli alberi.
La mia sorellina riderebbe di gusto a vedermi in questo momento. Un elfo ingrigito, chino sulle sue pergamene come uno qualsiasi di quei vecchi sapientoni che erano le vittime preferite dei nostri scherzi.
Riesco a sentirla, la risata cristallina di Imoen. Eccola, gioca a nascondersi tra gli arpeggi leggeri del bardo. La rincorro, cerco di catturarla dietro le palpebre chiuse e lascio volare la penna, seguendo la musica. Non ho bisogno di guardare il foglio. Imoen, la mia sorellina, prende vita dall’inchiostro, il suo sorriso fresco sulla pergamena, incancellabile dagli anni, dalle intemperie e dalle preoccupazioni.
Stasera è anche per lei che scrivo.

Tomorrow will take us away
Far from home
No one will ever know our names
But the bards' songs will remain
Tomorrow will take it away
The fear of today
It will be gone
Due to our magic songs…


La penna corre, e la voce del bardo si mischia ai pensieri e ai ricordi. Garrick cantava così, con quella voce impostata sui toni acuti, vagamente femminile. Xan correva a rinchiudersi in camera dopo le prime tre note, terrorizzato che qualcuno gli chiedesse di cantare. O peggio, di ballare. Branwen – inflessibile, feroce in battaglia, integra e pura come una roccia millenaria – lei invece sì che ballava, e nessuno lo avrebbe mai detto prima di vederla volteggiare sul pavimento di legno sconnesso come fosse un salone di marmo lucidissimo. Innumerevoli i tentativi di farla scontrare “per caso” con Rasaad; Neera, lei ci ha sempre visto lungo, era convintissima che con il giusto incoraggiamento tra i due potesse nascere qualcosa.
E Anomen? Anomen faceva mangiare la polvere a qualsiasi bardo in quanto a intrattenimento, con i suoi racconti di imprese eroiche ai limiti dell’immaginazione. Resi ancora più epici, non c’è dubbio, dai mimi di Jan dietro le sue spalle. Valygar scuoteva la testa con disapprovazione dal suo tavolo nell’angolo. “L’angolo buio del ramingo”, lo chiamava Jan, anche se nessuno ha mai capito bene cosa intendesse. Ma esisteva qualcuno che stesse ad ascoltare un racconto di Jan dall’inizio alla fine?
Il ranger burbero si lasciava andare solo quando la sala comune si svuotava e io accostavo una sedia al suo tavolo, versando l’ennesima, generosa pinta di birra. Allora persino la sua lingua silenziosa si scioglieva e passavamo ore a discutere di avventure, di archi e frecce, di boschi, dei mali del mondo e dei pericoli della magia. Ricordo ancora la nostra più lunga e articolata conversazione filosofica, un dibattito sostenuto con fervore e solide argomentazioni da entrambe le parti: è più affascinante Hexxat o Viconia?
A certe domande semplicemente non c’è risposta.

There's only one song
Left in my mind
Tales of a brave man
Who lived far from here
Now the bards' songs are over
And it's time to leave
No one should ask you for the name
Of the one
Who tells the story…


“Loro vivono dentro di te. Nel tuo cuore.”
Aerie me lo ripete in continuazione. Vado a trovarla sempre più spesso, due elfi ingrigiti che rievocano i vecchi tempi davanti a un boccale di birra ormai impossibile da reggere. Lei è serena – ha i suoi dèi elfici e gnomici, una comunità da mandare avanti, o forse ha semplicemente trovato la giusta filosofia di vita – e non riesce a capire perché io non posso accontentarmi.
“Sta diventando la tua ossessione. Finirai per logorarti. E poi, quanti bardi hanno già cantato le tue… le nostre avventure? Credi davvero che esista un angolo di mondo che non le ha mai sentite?”
Non è questo il punto, vorrei spiegarle. Nessun bardo conosce il suono della risata di Imoen, o il suo modo di inarcare il sopracciglio quando pensava che la stessi prendendo in giro. E quanti di loro sanno che Keldorn, l’eroe che ha salvato l’Amn dai giganti, amava la cucina di Calimshan e il vino di Waterdeep?
“Non hai bisogno di fiumi d’inchiostro per ricordarli” riprende lei prima che io possa anche solo provare a spiegare. “Loro saranno sempre accanto a te.” Mi stringe la mano con affetto, e mi sembra quasi di sentire le vene pulsare sotto la sua pelle sottile come i fogli su cui scrivo. “Anche lei.”
“No.” sussurro io, e Aerie si ritrae con un sussulto. Mi sento in colpa per averla spaventata. “Neera non può cavarsela così a buon mercato” continuo, in tono più dolce questa volta. Sorrido. “Stavolta non le permetterò di scappare.”
Neera è sempre stata una specialista dell’arte della fuga. L’ho inseguita per una vita senza mai riuscire a raggiungerla. Era come cercare di afferrare l’acqua con le mani, o tagliare un raggio di luce con una spada.
Alla fine, è stata lei a decidere di fermarsi.
“Non ti invidio neanche un po’” sono state le ultime parole che mi ha rivolto. Le tenevo stretta la mano, perché sapevo che il suo sorriso cocciuto di sempre nascondeva una paura sconfinata. La stessa che attanagliava la gola anche a me, che mi annodava la lingua impedendomi di parlare e trasformava il mio campo visivo in un orizzonte umido e offuscato. “Ti pianto in asso per l’ennesima volta. E non mi è mai dispiaciuto così tanto.”
E quando anche io sarò solo un ricordo, una statua annerita dal tempo nella piazza di Trademeet o un verso nelle ballate dei menestrelli, chi racconterà di Neera? Delle sue battute nei momenti più sbagliati, di come saltellava e rideva a squarciagola quando qualcosa la emozionava, di come persino il cinico Dorn piegava le labbra in un sorriso quando lei si esibiva nella sua celebre imitazione di Xan?
Loro vivono in me, e moriranno con me. Ma in queste pagine, protette dalla cura maniacale dei bibliotecari di Candlekeep, vivranno per sempre.

And you're not alone
So don't be afraid
In the dark and cold
'Cause the bards' songs will remain
They all will remain…


L’eco della canzone pian piano si spegne. L’oste sta sistemando le sedie sopra i tavoli, e un suo sguardo infastidito mi fa capire che vorrebbe chiudere la sala comune. Per stasera è tempo di andare.
Richiudo le pagine del libro con appena un velo di nostalgia.
A domani, amici.

In my thoughts and in my dreams
They're always in my mind
These songs of hobbits, dwarves and men
And elves come close your eyes
You can see them too.



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Note: non avevo scritto neanche metà delle storie che già sapevo di voler finire con questi versi dei Blind Guardian. Questa canzone ha un significato importante per me, e ora è una grande soddisfazione usarla per mettere la parola fine a questa raccolta che mi ha accompagnata per poco più di un anno. Un grazie a tutti quelli che hanno letto e seguito, e ovviamente a whitemushroom per essersi cimentata insieme a me in questa impresa!
 
  
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