Era tutto un semplice scambio fra di loro; lo era stato fin dall’inizio. Dapprima fu uno scambio di sguardi, due occhi che si passavano la stessa immagine a vicenda, erano occhi che si scrutavano, che si parlavano, che studiavano e che si chiedevano cosa nascondessero quei lembi di tessuto che coprivano i loro corpi. Quando i loro sguardi si incrociavano lei talvolta arrossiva e lui voltava di scatto la testa sperando di farlo nella maniera più disinvolta possibile, sapendo però di non riuscirci quasi per nulla. Poi una festa. Entrambi con un drink in mano, i loro occhi continuavano a scrutarsi e i loro movimenti erano indiscreti e nascosti. Poi un momento: uno scambio di anime tramite un lieve tocco fra le loro mani. Tempeste elettriche si scatenavano nei loro corpi e non davano cenno di volersi fermare accelerando tutto. Tutto nel mondo ad un tratto viaggiava veloce, ma nel contempo lento, tutto faceva rumore, ma tutto quel rumore creava un silenzio assordante. Certe cose non si spiegano, ma i loro cuori battevano così forte, che parevano uccelli selvatici rinchiusi in una piccola voliera e che tentavano in tutti i modi di scappare. Piccoli cristalli di sudore imperlavano la fronte di lui ed un calore indescrivibile avevo fatto avvampare le gote di lei. Poi sentirono qualcosa muoversi dentro, quasi come … no, non credo si possa spiegare una sensazione del genere. Avevano solo bisogno di toccarsi e di vedersi meglio. Avevano una bramosa voglia di respirarsi a vicenda e anche se i due giovani non sapevano nemmeno l’uno il nome dell’altra e mai si erano parlati, una forza quasi mistica e al di sopra di loro li fece avvicinare. Uno, due, tre passi e il cuore usciva fuori dal petto. Quattro, cinque, sei passi e le loro bocche si seccarono. Sette, otto, nove passi e le loro mani si toccarono, questa volta meglio. Dieci, un bacio, lì davanti a tutti. Gli invitati di voltarono d’improvviso a guardarli, alcuni sconcertati, altri schifati, altri meravigliati, ma loro rimanevano uno spettacolo. Erano loro ora l’attrazione della festa, fanculo il festeggiato. Loro ora erano il mondo perché il mondo attorno a loro non esisteva più. Erano al centro della loro piccola galassia.