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Autore: ivi87    06/05/2015    6 recensioni
In parte Stanathan, in parte la storia di un'amicizia.
#TrillionIsTheWay
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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# 9


 

 

Il profumo del caffè era inebriante e la visione di quei croissants paradisiaca.

Un tripudio di marmellate da assaggiare e bacon croccante da gustare, davanti ai loro occhi.

La colazione sembrava ottima eppure Michael aveva lo stomaco chiuso.

Dopo la grande rivelazione di Nathan, il giorno prima, si era scusato di continuo e anche se era stato perdonato dall’amico, si sentiva ancora in colpa.

Sandra invece mangiava tranquilla, chiacchierando con Nate.

Anche lei aveva completamente frainteso la situazione, perché non si sentiva male come lui?

“Ma come fate ad essere così tranquilli? Io mi sento uno schifo e voi ve la ridete come se niente fosse!”, non resistette Mike “E tu, sei mia moglie! Dovresti farmi compagnia nel mio malessere!”.

Sandra rise scompigliandogli i capelli “Tesoro andiamo, è tutto passato. Abbiamo sbagliato in buona fede e Nate ci ha perdonato. Voltiamo pagina e godiamoci il nostro ultimo giorno qui”, rispose raggiante “Domani lui parte per il Canada e tu che fai? Sprechi la giornata con i sensi di colpa?”.

Nate annuì “Sono d’accordo. Davvero Mike, stai sereno. Troverò il momento adatto per vendicarmi ma ora metti via quel muso lungo. Sono contento di come sono andate le cose. Mi sento sollevato e se tu non mi avessi invitato qui non sarebbe successo. Quindi grazie”.

Quel ringraziamento non lo rincuorò affatto, perché a breve si sarebbe incazzato da morire con lui.

“Aspetta a ringraziarmi”, Mike si passò le mani sul volto “Credevo di aiutarti, così ti ho nasc…”, un potente calcio alle caviglie lo colpì zittendolo.

Riuscì a non urlare ma l’ammutolimento fulmineo insospettì Nathan.

“Cosa stavi dicendo?”, domandò curioso.

Sandra sventolò davanti a lui la mano, cercando di minimizzare “Ma nulla di che… Mike ha nascosto tutte le riviste dell’hotel… sai, quelle con Matthew McConaughey che viene considerato il nuovo Space Cowboy… volevamo evitare che le vedessi ancora in giro…”, inventò sul momento.

Mike la guardò come se fosse un alieno dalla pelle verde e con centinaia di occhi.

Nathan scosse la testa sorridendo “Addirittura! Sei esagerato Mike, bastava girarle a faccia in giù o scarabocchiarle un po’!”scherzò.

Sandra sentì vibrare il suo telefono nella tasca dei jeans, controllò il messaggio e poi propose “Dovresti chiamare l’aeroporto e controllare il tuo volo. Durante le feste fanno sempre casino con le prenotazioni”.

“Non ci avevo pensato ma hai dannatamente ragione!”, constatò Nate, alzandosi subito.

“Alla reception ti fanno telefonare se lo chiedi”, aggiunse Sandra, poi aspettò che Nate fosse uscito dalla sala ristorante per seguire il suo consiglio e diede uno schiaffo al braccio di Mike “Ma sei impazzito! Stavi per rovinare tutto!”, lo ammonì appoggiando con forza i gomiti sul tavolo per sorreggersi la testa “Quando lo imploravo di parlare non c’è stato verso di fargli dire la verità, ora che deve tenere il becco chiuso vuole spifferare tutto!” borbottò tra sè, ignorando suo marito.

“Ti prego, amore, dimmi che sei bipolare! È l’unica spiegazione plausibile!!”, urlò “Sono giorni che mi supplichi di dirgli tutto e adesso invece me lo impedisci?!”.

Sandra scosse la testa sconsolata e mostrò al marito il messaggino appena ricevuto.

“Ora capisci? Prima... tutte quelle innumerevoli volte che ti ho pregato di raccontargli tutto, ecco quello era il momento giusto. Ma ora… lasciamo che le cose si aggiustino da sole”, gli spiegò alzandosi e continuando a spintonarlo verso la reception “Cosa che comunque avresti dovuto fare fin dall’inizio”, gli ricordò nuovamente “Fermo qui, non possiamo andare troppo vicino”, Sandra lo trattenne per la camicia bloccandolo ad una decina di metri da Nathan.

“Mi stai sballottando qua e la, Sandra!”, protestò lui.

 

 

***

 

 

Nathan premette il piccolo campanellino sulla scrivania della reception.

Si appoggiò con il gomito al bancone e attese l’arrivo del consierge.

Spazientito, suonò un’altra volta, guardandosi intorno in cerca dell’omino basso e pelato che da giorni vedeva sempre alla sua postazione di lavoro, impettito in un completo bordeaux.

Un altro colpetto al campanello.

Era divertente quel suono.

Ne diede un altro. E un altro. E un altro ancora, sorridendo ad ogni ‘ding’.

Ne avrebbe assestato ancora uno se una mano non l’avesse afferrato per il polso.

“Mi scuso per averla fatta attendere, posso esserle utile?”, domandò l’omino cercando di non sembrare infastidito.

“Mi potrebbe controllare la prenotazione di un volo?”, domandò Nathan mentre fissava il consierge pulire con un fazzoletto di tela le sue impronte digitali da quel piccolo campanellino “Ehm…per favore”, aggiunse sperando di ritornare velocemente nelle sue grazie.

“Ma certo, signore”, cinguettò una volta compiuta la minuziosa pulizia “Mi scriva nome, cognome e i dati del suo volo e mi aspetti pure su una di quelle poltroncine”, disse allungandogli penna e taccuino.

Quando si diresse verso la piccola saletta d’attesa vicino all’ingresso, fu attirato dalla rivista posata sul sedile di una delle poltrone.

Uno scatto rubato di Nathan mentre cammina per Atlantic City. La sua figura era accompagnata dalle foto di Sasha, Kami, Sandra, Esther e Maggie, ognuna in un tondo e disposte circolarmente attorno a lui.

Le sue spalle si abbassarono istintivamente.

“Nemmeno fossi andato in giro con un insegna addosso…”, mormorò tra sé.

“Dovresti essere più discreto, Nate”, disse una voce alle sue spalle.

Una voce inconfondibile.

Lui si voltò come in quei film con le scene al rallentatore, come se temesse che voltarsi di scatto la facesse scomparire improvvisamente.

Quando fu completamente di fronte a lei, ancora incredulo “S-Stana”, balbettò “Sei qui?”.

Lei gli sorrise e annuì, poi Nate si fece serio “Perchè sei qui?”, domandò non riuscendo proprio a capire. Dovrebbe essere con Kris e la sua famiglia invece di essere lì davanti a lui con un trolley.

“Io…”, Stana era tesa come una corda di violino “Nate…”, si interrompe di nuovo “Ti dovevo assolutamente parlare. Ti devo parlare, Nate. Lo so che sembra tutto così improvviso ma finalmente ho capito...”.

Ancora del tutto spiazzato, Nathan cercava di seguire il suo discorso quando gli cadde l’occhio sulla sua borsetta e più precisamente sul suo contenuto.

Una rivista arrotolata spuntava dalla cerniera semi chiusa della sua Rebecca Minkoff. La riconobbe immediatamente e capì cosa lei cercasse di dirgli.

“Lo so cosa pensi”, la interruppe quindi.

“No, Nate, io…”, Stana cercò di riprendere il discorso ma fu interrotta nuovamente

“So cosa dice quella rivista o i blog di gossip, in questi giorni. E so benissimo che pensi che io sia inaffidabile, immaturo, superficiale... che non prendo nulla sul serio e che non saprei darti stabilità. E sono sicuro che quelle foto non abbiano fatto altro che cementare le tue convinzioni ma, Stana… sono giorni che cerco di andare in profondità circa quello che provo per te e da quando mi hai detto di essere incinta io… l’unica cosa che riesco a pensare sei tu. Con il pancione. E non mi importa se non è il nostro bambino. Lo amo. Lo amo perchè amo la sua mamma”, le parole continuavano ad uscire dalla sua bocca come un fiume in piena “E in quelle foto…”, indicò la rivista nella sua borsetta “Ci sono solo io che ripeto all’infinito tutte queste cose a quelle povere ragazze che si sono offerte di ascoltare i miei sfoghi. Perchè fare finta di nulla e amarti in silenzio non mi sta più bene”.

Un sospiro di sollievo uscì dalla sua bocca, dopo aver terminato la frase.

Stana era completamente rapita da quelle parole. Così ipnotizzata dai quegli occhi blu da non accorgersi di stare trattenendo il respiro.

“Crescerò il tuo bambino, Stana. Possiamo farlo insieme. Ma se non vorrai... questa volta volterò pagina sul serio”, si avvicinò a lei e le prese le mani “Dovevo almeno dirtelo o l’avrei rimpianto per sempre”.

Stana si accorse di aver ripreso a respirare quando percepì il battito del suo cuore così forte da sentirlo nelle orecchie.

Solo in quel momento capì quanto bisogno avesse di sentire quelle parole.

Anche se quello di Nathan era un discorso ipotetico, ovviamente. Lei non era incinta e Mike sicuramente glielo aveva detto. Nonostante questo, sapere che lui avrebbe amato e cresciuto il suo bambino le aveva scaldato il cuore e fatta innamorare ancora di più.

Si liberò dalla presa delle sue mani e lo abbracciò con impeto, lasciandosi sfuggire un gemito liberatorio.

 

 

***

 

 

Sandra si portò le mani alla bocca accompagnando il gesto con un piccolo saltello di felicità.

“Sì!”, esclamò Mike battendo poi il cinque a sua moglie.

“Per questo ti ho impedito di dirgli la verità, a colazione”, iniziò Sandra “Ormai lei stava arrivando e insomma… doveva sentire queste parole. Ogni donna dovrebbe”, sospirò con gli occhi lucidi ancora incollati su di loro “So che Nate glielo avrebbe detto anche dopo aver saputo che Stana non era incinta ma una parte di lei si sarebbe sempre chiesta quanto veritiere fossero quelle parole o se fossero dovute solo alle circostanze, capisci? Ora lei sa quanto lui la ama e cosa è disposto a fare per lei”.

Mike baciò teneramente sua moglie sulla fronte “Ora tocca a lei, però”, disse tornando anche lui a rivolgere lo sguardo sulle due figure  ancora abbracciate, poco distanti da loro.

 


***

 

 

Stana sembrava non voler mollare la presa ora che finalmente era tra le sue braccia.

Se ne accorse solo dopo averlo sentito ridacchiare, felice di essere in quella morsa castana dagli occhi verdi.

Allentò lievemente le braccia slegandole da dietro il collo di Nate e lasciandole morbide sulle sue spalle “Quello che hai detto è bellissimo”, gli sussurrò all’orecchio.

“È solo la verità”, le rispose senza spostarsi di un millimetro; gli piaceva troppo sentire il suo respiro sul collo e trovava quel parlarsi sottovoce all’orecchio molto intimo e sensuale.

Rimasero qualche altro secondo in silenzio poi fu Stana quella a cui scappò una leggera risata “Seriamente hai pensato che mi fossi precipitata qui, mollando la mia famiglia, per dirti che avevo visto le foto e che non approvavo?”, chiese spostando di poco il volto in modo da guardarlo negli occhi.

“In effetti un Sei il solito stronzo via sms sarebbe stato più verosimile”, scherzò lui anche se dietro quella battuta c’era un fondo di verità.

“Non mi sembra di averti mai detto nulla di simile. Non che mi faccia piacere sapere che hai mille ragazze, sia chiaro, ma fintanto che non stiamo insieme sei un uomo libero di fare quello che vuole”, spiegò Stana.

Un sorriso forzato comparve sul volto di Nathan.

“Bellissime parole”, disse serio “Sono una stronzata, ma comunque bellissime parole”aggiunse poi, con un pizzico di sarcasmo.

Stana raddrizzò la schiena sorpresa, senza però sciogliere l’abbraccio.

“Non sono un uomo libero Stana. È vero, non stiamo insieme, ma non sono affatto un uomo libero. Qualunque cosa faccio, lo vedo dal tuo sguardo se ti deludo o se ti ferisco. Se ti aspetto sto male, se cerco di andare avanti e vivere la mia vita mi sembra di tradirti. Non stiamo insieme, ma ogni nostra azione si riflette continuamente sulla vita dell’altro”,  le disse senza astio o rancore “E fa schifo”.

Stana sospirò profondamente appoggiando la fronte contro la sua “Hai ragione, ho detto una stronzata”, sorrise sfregando i loro nasi per poi allontanarsi.

“Dov’è il tuo ragazzo, Stana? Perché sei qui?”, domandò infine.

“Ero con la mia famiglia ma non riuscivo a godermi la loro compagnia. Continuavo a pensare a come ci eravamo lasciati e alla tua faccia quando ti ho detto del bambino. Il pensiero che una volta avuto il bambino avrei dovuto rinunciare davvero a te, a noi...era un pensiero costante che mi ha fatto riflettere”, iniziò a spiegare “Kris ha capito che avevo la testa altrove... dove ce l’ho quasi sempre, ormai. Abbiamo litigato e mi ha mostrato le tue famose foto con quelle modelle. Mi ha ricordato che non mi posso fidare di te e che sei immaturo”, Stana si strinse nelle spalle alzando lo sguardo e puntando lo nei suoi occhi “Tutte cose già sentite e che mi sono raccontata io stessa per anni”.

“Cosa è cambiato, allora?”.

“Io. Io sono cambiata. Mi sono accorta di non essere innamorata di Kris, ma del nostro passato insieme. Lui è praticamente metà della mia vita. Un porto sicuro. So cosa aspettarmi da lui . Le cose tra noi sono semplici e lineari. Nessun intoppo, nessun sconvolgimento”, si fermò per deglutire faticosamente, la gola secca dall’emozione e dal timore di raccontare finalmente tutto quello che provava.

“Sono una che non ha paura di sporcarsi, di sperimentare nuove pietanze, toccare animali pericolosi...” rise al pensiero dei serpenti e dei ragni che aveva accarezzato sia sul set di Castle, sia nei suoi vari viaggi esotici “Ma se si tratta di rischiare in amore? Sono una codarda, cerco la strada più semplice e sicura”, ammise, ormai senza più vergogna.

“Ma tu, tu mi sconvolgi Nate, mi metti in discussione, mi sproni e mi spaventi, sì.. con te corro il rischio di farmi seriamente male... me ne sono resa conto immediatamente, per questo ti ho lasciato per tornare da Kris. Ma ora... sono stanca di sopravvivere. Di accontentarmi. Ho capito che voglio vivere. Voglio correre ogni rischio, perché ne vali la pena. Tu, Nathan Fillion, sei una meravigliosa incognita che non vedo l’ora di scoprire giorno per giorno e mi dispiace da morire di averci messo così tanto per capirlo”, concluse tra le lacrime.

Nate era completamente ammutolito. Riusciva solo a sorridere come un ebete.

“Mi stai dicendo che hai lasciato Kris da solo con la tua famiglia e per di più a pochi giorni da Natale...per me?”, le domandò commosso, continuando a sorridere poiché del tutto incapace di smettere.

“Sono una perfida stronza, lo so”, rise a sua volta Stana, finalmente sollevata.

Lui la abbracciò forte “Sì, ma sei la mia perfida stronza e non ti cambierei con nessun’altra”, la rassicurò baciandole una tempia “E ti prometto che il bambino sarà felicissimo. Sarà il più felice del mondo anche con due papà” aggiunse poi, volendole ribadire il suo totale impegno.

Stana rise più forte “Ho capito, Nate. Sei un uomo meraviglioso, ora smettila di ostentare il tuo adorabile buon cuore”, disse credendo che la sua fosse una battuta per alleggerire la situazione.

Nathan fu sorpreso da quell’uscita “Dico sul serio, Stana”, ripetè, appoggiando una mano sul suo grembo e accarezzandolo dolcemente.

Il sorriso le si congelò sul volto “Lo sai che non sono incinta...vero?”.

Nate la allontanò bruscamente per guardarla bene in volto “Un momento. NON SEI INCINTA?”.

 

 

***

 

 

“Oh cazzo!”, sussultò Mike, cercando istintivamente di svignarsela

Sandra lo afferrò per la maglia trattenendolo.

 

 

***

 

 

Stana corrugò la fronte “Certo che no! Ho avuto un grosso ritardo e ne ero davvero convinta, ma il giorno dopo aver parlato con te la mia dottoressa mi ha confermato invece che non aspettavo nessun bambino”, spiegò brevemente “Mike non te l’ha detto?”, domandò sinceramente stupita.

“MIKE LO SAPEVA??!!”.

 

 

***

 

 

“Merda, merda, merda”, continuava a ripetere con i  nervi a fior di pelle.

“Sapevi che sarebbe arrivato questo momento, amore”, Sandra lasciò la presa dalla sua maglietta e gli prese la mano “Coraggio, andiamo da loro.

 

 

 

 




 

Ivi’s Corner:

 

Mike corriiiiiiii, ti ospito io nel bunkeeerrr *-*-*-*

Aahahahahah no, seriamente, resta e chiarisci una volta per tutte u.u

Quanto sono pucci pucci Nathan e Stana *__________*

Adoro Sandra bipolare. ADORO.

 

Sono indietrissimo con le risposte alle recensioni, chiedo perdono!

Prometto che rimedierò al più presto!

 

A mercoledì prossimo con il finale!

 

 

Ivi87
   
 
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