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Autore: Sophie_moore    07/05/2015    5 recensioni
Raccolta di song-fiction, la mia passione segreta. Passate a dare un'occhiata, non vi mangio mica =P
Gajevy: Better Than Me / In Your Room
Zevis: Demons
Levy se n'era andata e non sarebbe più tornata.
Gajil sospirò pesantemente, sedendosi sul letto. Non poteva di certo dire che era stata una novità, che non se l'aspettava. Era solo difficile accettare che il momento fosse giunto, solo quello.[...]
[...]Zeref stava seduto all'ombra di un grosso albero, gli occhi socchiusi ed il leggero venticello profumato di fiori selvatici gli solleticava le narici e gli smuoveva i capelli scuri. [...]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mavis, Zeref, Zeref/Mavis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Our songs


Era andata. Sì, era andata. Definitivamente.

Aprì l'armadio in camera da letto, come per avere una ulteriore conferma. Niente.

Niente fascette, niente vestitini colorati, niente sandaletti, niente di niente. Solo nero e rosso, solo cuoio, jeans sdrucito e ferro.

Levy se n'era andata e non sarebbe più tornata.

Gajil sospirò pesantemente, sedendosi sul letto. Non poteva di certo dire che era stata una novità, che non se l'aspettava. Era solo difficile accettare che il momento fosse giunto, solo quello. Aveva sempre saputo, fin dal primo sguardo, dal primo bacio, che non sarebbe potuta durare a lungo tra di loro. Lui era un bruto, insensibile, l'aveva fatta piangere innumerevoli volte, ma lei era sempre rimasta. Tranne quella volta.

Le aveva mentito ancora, per l'ennesima volta, le aveva detto che aveva smesso di bere, che non sarebbe più tornato in casa ubriaco, le aveva giurato che sarebbe cambiato… lei aveva creduto a quella palla, aveva creduto che finalmente lui sarebbe stato il suo ragazzo perfetto.

 

I think you can do much better than me
After all the lies that I made you believe

 

Forse aveva mentito fin dall'inizio in modo che per lei sarebbe poi stato facile lasciarlo solo ed andarsene. O forse l'aveva fatto semplicemente solo perché aveva una paura fottuta di poterle fare del male, con la sua presenza. Chi poteva davvero scegliere di stare con una persona come lui, un bugiardo cronico, un doppiogiochista, una persona che risolveva le sue questioni solo ed esclusivamente con la forza bruta, senza neanche pensare di poter parlare. Qualcuno, forse, ma non Levy. No, lei no sicuramente, e lui non poteva permettere di rovinare quella piccola perfezione facendole del male, magari anche portandola a non fidarsi più delle persone.

 

I told myself I won't miss you
But I remember
What it feels like beside you

 

Alla fine era sempre lui il problema, avrebbe dovuto impararlo prima o poi. Era sempre lui che creava casini, era sempre lui che iniziava a litigare, che aveva paura, che si arrabbiava per un nonnulla. Era stato lui a mandare Levy via di casa, era stato lui a rimanere impassibile mentre la vedeva piangere disperatamente, era stato lui e basta, la colpa era solo ed esclusivamente sua. Credeva che tornando ad essere solo sarebbe stato meglio, l'avrebbe tenuta lontano dai guai e l'avrebbe protetta, a modo suo, senza intromettersi. E allora perché sentiva quella morsa allo stomaco così imponente? Perchè, quando guardava quell'armadio semivuoto da ormai un mese, quando guardava quelle pareti nere che ancora puzzavano di vernice fresca, pensava subito a quanto sarebbe stato meglio se ci fosse stato anche quel gamberetto impertinente?

Si lasciò cadere sul letto, sospirando pesantemente, e si mise a fissare il soffitto.

-Sei un coglione.- lo risvegliò prontamente Lily, svolazzando sulla sua testa.

-Fatti i cazzi tuoi.- ringhiò, cercando di scacciarlo come avrebbe fatto con una normale mosca.

-Sei. Un. Coglione.-

-Perchè me lo devi ricordare tutti i giorni?- sibilò, serrando le mascelle e assottigliando gli occhi in due fessure velenose. Non che non fosse d'accordo con il suo compagno, per carità, ma non era piacevole quando lui glielo ricordava ogni giorno, ogni singolo istante di silenzio veniva riempito con un nuovo insulto per il Dragon Slayer di ferro.

-Perchè è il mio dovere di compagno e amico dirti che sei un coglione per averla cacciata.- Lily si sedette sul letto di fianco alla sua testa, incrociando le zampette al petto e guardandolo trucemente.

-Se se n'è andata è perché non era poi così contraria.- Lily gli battè la zampa sulla fronte, abbastanza forte da prenderlo alla sprovvista.

-È già tanto che non ti abbia ucciso. Io l'avrei fatto sicuramente.-

Gajil ridacchiò, lanciandogli un occhiataccia. -Non riesci a battermi neanche volendo, come avresti fatto?-

-Con tutte le cose che le hai detto? Oh, ti avrei ucciso in un secondo, non ti avrei neanche lasciato finire di parlare che ti avrei tagliato la testa.- commentò Lily, lo sguardo ancora più truce di prima se possibile. -Anzi, magari lo faccio adesso, poi le porto la tua testa come trofeo.- svolazzò fuori dal letto e si trasformò nella sua forma umanoide, afferrando l'elsa della sua spada.

Gajil non si mosse di un centimetro, come se alla fine lo stesse aspettando.

L'exceed sguainò la spada, la puntò, fece per lasciarla cadere e condannarlo, ma si fermò appena prima di arrivare a toccargli il collo. -Sei un coglione.- ribadì, facendo ghignare il suo amico.
 

§§§§§§


Levy era arrivata di nuovo davanti a casa di Gajil senza neanche essersene accorta. Era lì, davanti alla porta d'ingresso, con la testa inclinata e una smorfia ad incresparle le labbra. Tutta la situazione non le quadrava, non riusciva a credere davvero di essere stata cacciata da quella casa che una volta era casa sua. O meglio, era anche casa sua.

Avrebbe voluto bussare. Avrebbe voluto entrare, salutare Lily, baciare Gajil e bisticciare, bisticciare come facevano sempre, per poi ridere e fare pace.

 

I'm right outside your door
Show me things you've never shown before

 

Avevano litigato talmente tante volte da quando erano andati a vivere insieme, aveva visto tutto del suo Dragon Slayer. Tutto, non solo fisicamente, s'intende. L'aveva visto arrabbiato, scontroso, dolce, apprensivo, geloso, triste, felice, tutti sentimenti che gli altri non avevano mai visto. Eppure c'era qualcosa che le mancava. Non sapeva bene cosa fosse, in realtà, ma sapeva che c'era qualcosa che mancava, che non poteva giurare di aver visto.

 

A few pictures from your past
And those walls you painted black

 

L'aveva visto, in compenso, comprare della vernice nera. L'aveva seguito mantenendosi lontana, a distanza di sicurezza, aveva fatto ipotesi su ipotesi, e alla fine si era ritrovata davanti alla porta, pronta a rientrare e coglierlo in flagrante. Ma non poteva.

Sospirò, sbuffò, si passò una mano tra i capelli e si slacciò la fascia che li teneva perfettamente ordinati. Era stata cacciata, umiliata, perché diavolo voleva ancora provare a parlare con lui? Perché, dopo tutto quello che le aveva fatto, dopo le parole che le aveva detto, voleva riprovarci. Era pazza, sicuramente.

Girò i tacchi, le guance gonfie ed i pugni serrati, e si allontanò, sbattendo forte i piedi a terra. In qualche modo voleva far sapere a quell'idiota che c'era, che era stata lì, che aveva anche quasi bussato.

Doveva proprio cambiare genere di uomo, lei. Doveva trovarsi una persona gentile, che non la trattasse mai male, che non la facesse uscire di testa e, soprattutto, che non le mentisse mai, per nessuna ragione al mondo.

A metà strada tra Magnolia e la casa isolata del Drago si fermò, come se fosse andata a sbattere contro ad un muro invisibile. Sì, avrebbe dovuto, avrebbe dovuto dirigersi verso qualcun altro, che non l'avrebbe fatta soffrire, ma lei non voleva. Non voleva assolutamente nessun altro, in quel momento non riusciva a pensare ad altro che a quel cretino pieno di ferraglia.

 

You can be yourself
You don't have to hide from me, I won't tell

 

Non avrebbe voluto nessun altro, voleva quel cretino, con i suoi alti e bassi, con la sua scostanza, con le sue scemenze e tutto il resto, andava bene così. Era una consapevolezza che l'aveva colpita in pieno, uno schiaffo, un pugno allo stomaco, e lei sapeva bene come ci si sentiva. Non le fregava niente neanche di essere stata cacciata di casa! Era una maga di Fairy Tail, lei, non avrebbe mollato il colpo così facilmente, non avrebbe lasciato la presa. Avrebbe combattuto, combattuto fino alla morte, fino a che non avrebbe abbattuto quel muro maledetto che Gajil aveva ancora attorno, nonostante gli anni di affetto e solidarietà.

Doveva dirglielo.

Doveva, doveva assolutamente farglielo sapere. Non le importava di una reazione negativa, non le importava di litigare di nuovo, ancora e ancora. Voleva tornare indietro perché solo quello poteva essere il suo futuro, ne era sicura. Jet e Droy non l'avrebbero perdonata, ma… avrebbe corso quel rischio.


§§§§§§


-Starai lì a compatirti tutto il giorno?- brontolò Panther Lily, sbadigliando sonoramente. Era tornato nella sua versione piccola, quella comoda.

-Penso di sì.-

-Tu pensi? Questa sì che è una novità.- lo prese in giro, roteando gli occhi al cielo.

-Tu non hai qualcun altro da importunare, maledetto gattaccio?-

Lily sbuffò e si alzò in volo. -Sei insopportabile. Cosa aspetti? Che magicamente torni? Brutto idiota, se la vuoi indietro vai a riprendertela, no?- borbottò, svolazzando fuori dalla camera da letto.

 

I really miss your hair in my face
And the way your innocence tastes

 

A Gajil scappò un sorriso, mentre si ricordava com'era stato dormire con Levy per quel periodo. In qualche modo oscuro, neanche lui capiva bene come potesse succedere, si ritrovava sempre i capelli blu di lei in faccia, che lo solleticavano e spesso lo facevano starnutire. Avevano quel profumo dolciastro di vaniglia, morbidi e setosi, a volte pensava che avrebbe potuto mangiarli talmente sembravano dolci. Quanto avrebbe voluto toccarli per l'ultima volta… ma non poteva. No, no, doveva starle lontano, doveva lasciarla perdere. Voleva che lei fosse felice con una persona normale, equilibrata, non con uno come lui. Cos'avrebbe potuto offrirle?

No, meglio così. Meglio così, alla fine, ognuno per la propria strada e tanti saluti.

 

The bed I'm lying in is getting colder
Wish I never would've said it's over

 

Se si pentiva di quello che aveva detto? Sì e no. Si pentiva perché l'aveva fatta soffrire, l'aveva fatta piangere in un modo che non aveva mai visto fare a nessuno, così disperato ed innocente, ma sapeva di aver fatto la cosa giusta. Se non per lui, quanto meno per lei, per il suo gamberetto. Sapeva che avrebbe potuto avere di meglio, perciò perché avrebbe dovuto trattenerla a sé?

Il vecchio Gajil, quello di Phantom Lord avrebbe potuto farlo, anzi, l'avrebbe fatto senza troppi complimenti. Non pensava ad altri che a se stesso, cosa gliene sarebbe importato di una ragazzina?

Ma il Gajil di ora… no, lui no. Non avrebbe potuto arrecarle una sofferenza così grande, perciò aveva liberato il suo uccellino.


§§§§§§


Alla fine aveva bussato. Era tornata sui suoi passi, aveva ancora la fascia stretta tra le mani, gli occhi lucidi perché non aveva la più pallida idea di quello che avrebbe trovato lì dentro, ma doveva rientrare.

-Levy…?- Lily sbucò dalla finestra, gli occhioni spalancati. Le volò incontro, la abbracciò, la squadrò da capo a piedi. -Che ci fai qui?? Quell'idiota-

Levy lo interruppe, sorridendo candidamente e mettendogli una mano sul muso. -Va tutto bene, devo parlargli.-

-Sai che non si può ragionare con lui, vero?-

La ragazza ridacchiò, lo accarezzò e lo strinse forte. Quanto le era mancato… -Tranquillo, tranquillo. È in casa?-

Lily annuì, dubbioso. -Se ti serve aiuto urla, okay?-

Levy annuì. -Non servirà.- asserì, fiduciosa. O almeno, così doveva sembrare.

-Hai le chiavi?-

-Sì.- tirò fuori dalla borsetta un piccolo mazzo di chiavi con un ciondolo a forma di luna come portachiavi. -Sempre.-

Panther Lily scosse la testa, esasperato. -Buona fortuna.- le diede una pacca sulla spalla e si allontanò, pensando che nessuno dei due fosse totalmente normale.

Levy prese un profondo respiro, poi un altro, e un altro ancora, finché non si sentì pronta ed aprì la porta di casa. Subito l'odore di ferro le invase le narici, facendola sentire di nuovo a casa, al sicuro. Non disse nulla, si chiuse la porta alle spalle e si diresse a passo di marcia verso la camera da letto, ma ogni movimenti che faceva, ogni volta che la suola della sua scarpa toccava il pavimento si sentiva mancare il coraggio. Se avesse pensato sul serio tutto quello che le aveva detto? Se fosse stato arrabbiato per qualche motivo? O peggio, se fosse stato con un'altra? Che avrebbe fatto? Una scenata? Macchè, non era tipo da scenate.

-Che ci fai qui?-

La voce di Gajil interruppe il flusso libero dei suoi pensieri, facendola fermare di scatto.

-Ti avevo detto di non venire mai più.-


§§§§§§


Forse era stato duro. Non sapeva bene come avrebbe reagito nel rivederla. Era sicuramente splendida come se la ricordava, lo sentiva dal suo profumo.

-Sì, l'avevi detto.-

-E perché allora sei venuta?-

-Devo parlarti.-

-Non ho niente da dire.- ringhiò. Chiuse gli occhi e respirò a lungo, per mantenere la calma e l'autocontrollo. Non erano proprio i suoi punti forti, doveva ammetterlo.

-Parlerò io, allora. Voglio tornare a vivere qui.-

No, non poteva proprio resistere. Saltò giù dal letto e spalancò la porta della camera, trovandosi di fronte la sua adorata maga dai capelli blu con un'espressione che le aveva visto altre volte in viso. La determinazione di Fairy Tail, di una guerriera. -Cos'è che vuoi?-

-Voglio tornare qui.-

-Non se ne parla.-

-Guarda che non importa! Hai dipinto le pareti di nero? Chi se ne frega!-

-Non è quello il problema…- lui sbuffò, indispettito. Perché non poteva semplicemente vivere la propria vita?

-Fumi? Pazienza, non mi importa. Bevi? Anche quello, tanto lo so che non mi faresti mai del male.- Levy lo fissava negli occhi, anche se le gambe le tremavano e si sentiva la gola secca. Quei discorsi, quelle sfuriate la facevano sempre sentire così strana e debole.

Gajil scosse la testa. - No, non è quello…-

-E allora cos'è? Cos'è di così grave per cui non posso più fare parte della tua vita? Perché? C'è un'altra?- mormorò l'ultima frase con un tono talmente supplichevole che nessuno avrebbe resistito.

-Un'altra? Ti sei rincretinita?-

Il cuore di Levy si fece immediatamente più leggero. -E allora cos'è? Perché non possiamo stare insieme?-

-Perchè no! Perché non si può e basta!-

-DAMMI UNA CAZZO DI MOTIVAZIONE!- gridò la maga, facendo rimanere di sasso il ragazzo. Non l'aveva mai sentita urlare una parolaccia, mai. Era sempre stata fine ed educata, anche quando litigavano non gliene era mai scappata mezza. -Una. Ti sembra che pretenda troppo?-

-Non posso.-

-Credi di non essere abbastanza, per me? Credi di essere troppo poco, che io meriti qualcosa di più?- ruggì. A Gajil parve diventare sempre più grande e minacciosa. -Dimmi che non è così.- lui non rispose. -Ti prego.- mugolò. Non poteva davvero essere così idiota da pensare una cosa del genere.

-Non possiamo stare insieme… che futuro potrei darti, gamberetto… cazzo, certo che meriti di meglio! Magari qualcuno che legga le tue stesse cose, o che ascolti, o-

Un sonoro schiaffo gli fece quasi girare la testa, talmente fu inaspettato e veloce. Uno schiaffo sulla guancia, che subito dopo iniziò a bruciare. -Come ti permetti? COME OSI DECIDERE PER ME? Credi sia stupida? Che abbia qualche problema? Che non sappia decidere cosa mi va bene e cosa no?- sputò, mentre sentiva le lacrime che le rigavano le guance. -Davvero, non pensavo avessi questa idea di me, sono disgustata.-

-Non è così! Cercavo di proteggerti!-

-E da cosa?- lo spinse indietro. -Da cosa, da te? Dall'uomo che mi ama, dovresti proteggermi? Sei un idiota! Un decerebrato! Un imbecille!-

-L'HO FATTO PER TE!- urlò lui, interrompendo il suo fiume di insulti.

-Come?-

-Non lo ripeterò.-

-Per me, dici… ah beh, allora… A MAGGIOR RAGIONE AVRESTI DOVUTO PARLARMENE!- fece una pausa per riprendere fiato e si asciugò con forza gli occhi e le guance. -Ti rendi conto che per un motivo idiota mi hai lasciata? Bastava parlare.-

 

This can't be the end

 

-Cosa..-

-Non lo so. Non lo so, sono confusa e arrabbiata.- mormorò lei tra le lacrime, stringendosi da sola e tirando violentemente su col naso. -Perchè? Perché mi fai questo? Dici che è per me, ma se lo fosse davvero stato non mi avresti fatto così male…-

-Ti giuro, non era questa l'intenzione.-

-Perchè non ti puoi fidare di me? Io ti ho fatto entrare, lo sai, mi sono fidata, mi sono innamorata, hai visto tutto quello che potevo essere… di cos'hai paura? Che scappi e me ne vada via?-

 

You know every part of me
I let you in, I let you see
All the dark and every color of my room
Let me do that for you

 

Gajil non disse nulla. Non sapeva che dire, come ribattere. Si sentiva un immenso coglione. Aveva creduto che lui e lei fossero due entità distinte, credeva che facendosi del male lui, avrebbe fatto il bene di lei, ma non aveva capito nulla… non aveva capito proprio niente, Lily aveva ragione. Erano ormai una cosa sola, il bene di uno era il bene dell'altra, due parti imprescindibili.

Inconsciamente le si avvicinò e l'abbracciò stretta, inebriandosi di quel profumo alla vaniglia che lo faceva impazzire. Visto che era parlando che aveva combinato quel casino immenso, decise di usare la bocca solo per una cosa: impossessarsi di quelle della sua maga, quelle labbra che gli erano mancati in modo così violento che in quel momento non riusciva neanche a staccarsi per respirare.

-Dovrai fare meglio di così. Sei stato uno stronzo.- brontolò Levy, imbronciata, non appena riuscì a prendere una boccata d'aria.

-Lo so.-

-Insensibile.-

-Sì.-

-Ti odio.-

-E fai bene.-

Si guardarono negli occhi per un istante, un istante che ad entrambi rivelò una verità oscura. Si amavano. Amarsi non significava essere sempre felici, sempre insieme.

Amarsi, per Gajil Redfox e Levy Mc Garden, significava uccidersi un po' ogni volta con ogni bacio, litigare, urlare, lanciare piatti e sbattere porte. Non era un amore da favola, ma era amore, amore vero, e nessuno dei due l'avrebbe voluto in modo diverso.

 

Spazio autrice____

Ciao bella gente! Era circa mezzo secolo che non importunavo questi due bamboccioni, per cui eccomi qui tornata!

Allora, quello che vi propongo è un gioco, un gioco per voi ed una sfida per me.

Dunque, l'idea è… vi sarà già capitato un sacco di volte di ascoltare una canzone e pensare “oddio, questa è perfetta per X!!”, ma non sapere poi come gestirla… ecco che entro in scena io!

Accetto richieste da chiunque voglia farmele, purché mi offra una coppia e una canzone, due al massimo, e due linee guida da seguire. La storia sarà scritta dalla sottoscritta in persona!

Sbizzarritevi e fatevi avanti, non siate timidi!

In più (SPAM), sto partecipando a dei contest per il forum di efp, due storie le ho già pubblicate, se volete darci un'occhiata e darmi pareri ne sarei ultra felice. Dulcis in fundo, sempre parlando di contest, con Alsha è in corso una sfida per un contest su fairy tail… perciò stay tuned!

A presto! Sophie <3

 

PS (SONO IDIOTA): vi lascio i titoli delle canzoni che ho usato e che amo da morire.

Halestorm – In Your Room

Hinder – Better Than Me

 

Mo me ne vado sul serio, a prestissimo!! ^^'''

  
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