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Autore: AlexiaLil    07/05/2015    2 recensioni
Fic scritta a quattro mani da me e dennisNBK93, in questa AU avremo una Lucy assolutamente diversa da quella che siamo abituati a conoscere: spericolata, assetata di avventura e battaglie all'ultimo sangue. Una cacciatrice di draghi che ha fatto di questa sua nuova vita il suo hobby e divertimento prediletto.
E avrà a che fare, per caso e destino, con il drago di fuoco per antonomasia.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Era tutto iniziato quasi come un gioco di una ragazzina benestante e amata dalla sua famiglia, amante dei libri e decisamente viziata. Stanca della vita mondana che i genitori le facevano vivere, sognava di vivere avventure in ogni parte del mondo. Sognava di viaggiare in luoghi sconosciuti, incontrare sempre persone diverse e vedere creature che mai aveva visto prima. Sognava di diventare una guerriera e di combattere battaglie su battaglie. Il padre, famoso mercante, ogni volta che tornava da un viaggio le raccontava delle città enormi e meravigliose che visitava. Beh decisamente i suoi racconti avevano alimentato l'immaginazione e la passione della ragazzina come legna secca nel fuoco. Di ritorno dall'ennesimo viaggio, il padre le portò come souvenir un oggetto particolarmente esotico. Una frusta chiodata con tre lembi all'estremità. Quando la madre obbiettò per il regalo decisamente pericoloso, l'uomo la rassicurò semplicemente sussurrandole che era un arma decorativa e che non avrebbe potuto fare male a nessuno nemmeno volendo, cercando di non farsi sentire dalla figlia che si rigirava l'oggetto con gli occhi che le brillavano di meraviglia. Le piaceva particolarmente. Sentiva un affinità speciale con quell'oggetto, e ora tutte le sue fantasie dipingevano quella frusta come compagna inseparabile. Quella stessa notte, sgattaiolo senza farsi sentire nel retro della villa dove viveva, e con in mano la sua nuova amica cominciò ad agitarla facendola schioccare rompendo l'aria e il silenzio della notte. Una volta. Due volte. Tre volte. Continuava ad agitarla in continuazione immaginando di combattere contro chissà quale bestia. Un altro colpo e l'arma si illuminò di una luce brillante ed ammaliante. All'improvviso un boato. Alzo gli occhi immediatamente al cielo. Nessun temporale in vista. Un altro boato. Si guardò intorno aspettandosi di trovare un mostro di chissà quale genere, ma niente. Il nulla. Un terzo boato. Guardò la sua nuova frusta. I boati sembravano provenire da quell'oggetto. Senza saperne il motivo strinse la presa sul manico e con l'altra ne toccò l'estremità. Un'altra luce, ma decisamente più intensa ed abbagliante della precedente, la costrinse a chiudere gli occhi per qualche secondo. E quando li riaprì la sorpresa fu immensa. Davanti a lei si ergevano maestose tre tigri. Ne era rimasta affascinata. Così maestose e potenti. Semplicemente affascinanti. Inconsciamente si avvicinò alle tre fiere cercando di toccarle. Provò a toccarne una, ma appena la mano fu abbastanza vicina da sfiorarle il muso, questa ruggì minacciosa . Un ruggito talmente forte da far tramare il cielo e le stelle che vacillavano quasi fossero state terrorizzate da quel suono. Lucy si scosse leggermente impaurita ma non mosse la mano dal punto in cui era se non per avvicinarla ancora di più. Una ragazzina decisamente intrepida. O forse semplicemente stupida. Le toccò il muso rugoso a causa dell'espressione di minaccia che quella bestia le stava mostrando. “Siete Stupende”. Fu l'unica frase che uscì dalle labbra della ragazzina. Le altre tigri si avvicinarono alla ragazza annusandola, quasi ad imprimersi il suo odore nella mente, per poi accucciarsi ai suoi piedi. Solo quella difronte sembrava rimanere battagliera, pronta ad azzannarla al minimo segno di pericolo. Rimasero in quella posizione per un tempo indefinito. Il tempo sembrava essersi congelato. Forse erano passati pochi minuti o forse delle ore. Alla fine la terza vide la mano che non smetteva di accarezzarle il muso e si accucciò. La ragazza si voltò verso la villa per precauzione, non voleva che nessuno scoprisse il suo nuovo segreto, e vide le luci delle stanze accendersi. Probabilmente i servitori o i suoi genitori si erano svegliati e l'avrebbero scoperta. Si girò verso le tre bestie che aveva appena visto, ma quando fu girata completamente, queste erano sparite. Corse in casa e poi velocissima in camera sua per evitare di farsi vedere gironzolare per il cortile e la casa a quell'ora tarda. Arrivata in camera si infilò velocemente sotto le coperte, ma la sua mente era ancora fuori, in quel cortile e a quel bizzarro incontro.
I giorni si seguivano e notte dopo notte la ragazzina usciva di nascosto per allenarsi segretamente e cercare di comunicare con quelle tre nuove amiche che il destino le aveva fatto incontrare. Mentre si allenava con la frusta immaginava di combattere scontri epici, battaglie mortali e di uscirne sempre vincitrice. Quelle sue battaglie immaginarie non la soddisfacevano, ma mai del tutto. Mancava quel qualcosa di reale. Quel qualcosa che la sua mera fantasia non era capace di darle. Una notte dopo averle evocate sentì per la prima volta la loro voce. Non attraverso le orecchie perché non muovevano le fauci, ma nella sua testa. Ne era decisamente rimasta allibita, tanto da dimenticarsi dell'allenamento di routine e passare tutto il tempo a disposizione a parlare con loro. Un estraneo avrebbe visto tre enormi bestie e un ragazzina sedute vicine in silenzio, ma loro comunicavano, si iniziavano a conoscere. Quella notte la giovane scoprì la vera storia delle tre fiere, imparò i loro nomi e quali fossero i loro compiti in battaglia. Le due tigri più mansuete si chiamano Zira e Kira. A comando del proprio padrone si trasformavano i due guanti artigliati e donavano, una volta indossati, una sovrumana forza fisica, agilità felina, riflessi e sensi acuti da cacciatore. La terza, la pià aggressiva delle tre, quella con cui la giovane aveva avuto quel primo incontro un po' movimentato, si chiamava Darya. Il suo compito era quello di fare da cavalcatura e di combattere al fianco dell'evocatore aumentando notevolmente le proprie dimensioni. Beh per essere una semplice “arma decorativa” non era niente male.
I giorni continuavano a susseguirsi e il bisogno di avventura della giovane si faceva sempre più presente e difficile da soddisfare. La sua fervida immaginazione non era più sufficiente. Voleva la realtà. Quella notte, dopo aver lasciato un bigliettino sopra il suo letto, aver preso un sacchetto di monete dall'ufficio del padre e qualche vestito, e con una sacca in spalla scappò. “vado a vivere la mia vita, non preoccupatevi. Vi voglio bene.” scrisse su quel pezzo di carta. Alla prima Città vicina barattò i suoi vecchi abiti con alcuni decisamente più adeguati per una vita di avventure, e armata di abiti più comodi, calzature adeguate e la sua frusta continuò il suo viaggio. La sua prima avventura non tardò ad arrivare. Stava vagando verso la sua prossima meta, quando un ombra le passò sopra la testa e un rumore sordo riempì il silenzio di quella radura alle sue spalle. Si girò curiosa. Un drago dalle dimensioni notevoli le si era parato davanti. Corpo enorme,una coda lunga e possente, scaglie verde scuro, quattro zampe armate di artigli taglienti come rasoi ,due ali possenti sul dorso e fauci dentate con lingue di fuoco che ne uscivano dai lati. La giovane sentì l'adrenalina scorrerle nelle vene, l'eccitazione salire e goccioline di sudore caderle lentamente dalle tempie. Tutto mentre sul suo volto si era dipinto un sorriso eccitato. Decisamente una ragazzina stupida o folle. Evocò le sue tre amiche e cominciò lo scontro non tirandosi indietro nonostante le dimensioni decisamente imponenti del nemico. Zira e Kira si trasformarono subito in guanti e Darya si ingrandì. Colpi di frusta e ruggiti riecheggiavano nella radura rompendo quella quiete quasi idilliaca. La giovane colpiva con la frusta e con gli artigli mentre il drago cercava di colpire quel fastidioso grillo che lo colpiva e schivava i suoi tentativi di ucciderla. Decisamente noiosa era anche la tigre che gli impediva di colpire la giovane quando faceva un passo falso e che lo colpiva con artigli e zanne. Stanco del prolungarsi dello scontro, si fermò, troppo convinto di se e gonfiò il petto pronto per lanciarle una vampata di fuoco ed incenerirle. Errore fatale. Per il drago ovvio. Quasi fossero in sincronia, Darya gli si avventò al collo azzannandolo e la giovane usò gli artigli per trafiggergli la gola. Il lucertolone cadde a terra provocando un tonfo sordo, proprio come quando era arrivato. L'unica differenza è che ora era senza vita. Soddisfatta dello scontro e quasi del tutto incolume, solamente con pochi graffi grazie all'aiuto di Darya, Zira e Kira, rimase ferma accanto alla carcassa dell'essere, vedendo quel sangue grigio, simile all'argento fuso colargli copiosamente dalle ferite. Era soddisfatta della sua prima vera battaglia. Appagata dalla stanchezza che sentiva e assuefatta dall'adrenalina che aveva provato. Guardo le sue mani, ora prive delle sue compagne, sporche del sangue del drago. Ne portò una alle labbra leccando via il sangue, con una luce quasi sinistra negli occhi. Quel sapore decisamente unico le aveva dato una nuova scarica di adrenalina. Aveva trovato l'avventura adatta a lei. Uccidere i draghi e quello era solo uno dei molti che avrebbe ucciso.

LE LEGGENDE LA RICORDERANNO COME LUCY L'AMMAZZADRAGHI

   
 
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