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Autore: Oducchan    08/05/2015    3 recensioni
Tanaka si impone disperatamente di non arrossire, anche a giudicare da quanto gli bruciano le guance dovrebbe avere ormai la gradazione di un pomodoro.
Ci prova. Malamente, ma ci prova.
[Tanaka - Nishinoya]
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ryuunosuke Tanaka, Yuu Nishinoya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt 
Fandom: Haikyuu!!
Titolo: I'm holding out for a hero 'til the end of the night
Personaggi:  Tanaka Ryuunosuke, Nishinoya Yuu
Pairing: TanaNoya
Genere: fluff, romantico (?), commedia
Avvisi: NN
Rating: verde
Note:
Mi ero ripromessa di non scrivere per un bel po' su Haikyuu, causa disinteresse crescente per la serie e per il fandom, ma stasera ho avuto un desiderio fortissimo di provare a scrivere una TanaNoya. So che sono un pairing che a molti non piace o che preferisce non vedere sconfinato dalla brOTP, ma so anche di non essere l'unica a vederne il potenziale romantico. Qui non fanno altro che tentare di prendersi per mano come una brava coppietta da shoujo manga, ma magari prossimamente mi verrà in mente qualcosa di più esplicito. Fino ad allora, a buon rendere <3



 
I'm holding out for a hero 'til the end of the night

 
Tanaka si impone disperatamente di non arrossire, anche a giudicare da quanto gli bruciano le guance dovrebbe avere ormai la gradazione di un pomodoro. Sente anche il sudore colargli giù per la schiena, sotto la T-shirt di cotone, e cerca di allentare la presa che la stessa pare avere sulla sua gola: infila un dito nello scollo e tira, sperando così di riprendere a respirare decentemente.
Ma se la sua mano sta attaccata alla maglietta, allora non sta più nella tasta della giacca. E se non è più nella giacca, allora è libera, esposta, all’aperto, e troppo, troppo vicina a Noya.
Lui, tranquillo, sembra ignaro del suo sconforto e del suo dilemma interiore. Continua a gesticolare e a vociferare sull’ultimo film che è andato a vedere –qualcosa di chiassoso ed esplosivo cui Tanaka non ha potuto assistere per via di un raffreddore e che Ennoshita ha dovuto sorbirsi in sua vece. Qualcosa che Chikara ha riassunto, quando gli ha chiesto gioviale come era andata, con un’occhiata terribilmente eloquente e un “La prossima volta invitate Hinata. Per favore”-. Le sue braccia ogni tanto saettano nell’aria, quando si trova a descrivere un’esplosione particolarmente eclatante, o simulano il movimento di macchine, o i combattimenti tra i personaggi. Tanaka manco si ricorda più qual è il titolo di tale magna opera, concentrato com’è a fissare quelle mani.
Proprio mentre sembra essersi finalmente acquietato, restando in silenzio qualche secondo, e Tanaka sta già considerando se può essere quella la sua occasione, se può osare avvicinarsi, se Noya reagirà male, se gli tirerà un  cazzotto, se..., ecco che Yuu alza di scatto le braccia un’altra volta, rischiando di prenderlo in viso.
-E tra l’altro quell’attore non è nemmeno... oh, scusa, Ryuu, non volevo-
Tanaka si affretta a sprofondare nel colletto della giacca, gesticolando a caso per far capire che no, non è successo niente, può continuare, cosa stava dicendo dell’attrice? Solo che Noya ora lo sta guardando, e ha notato che è tutto rosso.
-Ehy, Ryuu, tutto bene? No perché se hai la febbre torniamo a casa, non devi accompagnarmi...-
Tanaka vorrebbe seriamente morire. Prova a rispondere negativamente, ma dalla bocca gli escono solo una sequela insulsa di suoni che somigliano a pigolii, più che a parole. Si tappa la bocca a forza, prima di peggiorare la situazione. Tenta di negare a suon di cenni del capo, allora, ma...
...ma Noya gli si è già fatto appresso e si sta sforzando sulle punte dei piedi per schiaffargli una mano sulla fronte.
-Accidenti, stai andando a fuoco! Forza, torniamo indietro. Te l’avevo detto di dirmi se eri guarito!-
Tanaka prova, senza riuscirci a sprofondare attraverso l’asfalto del marciapiede. Allunga d’istinto un braccio per afferrarlo alla spalla, ma l’occhiata che Noya gli rivolge è pure peggio della vergogna e dell’imbarazzo di tutta la faccenda.
-Ommioddio ora sei bianco come un cencio. Devi vomitare? Se devi vomitare dimmelo subito, neh! Non sono bravo in queste cose ma posso tenerti la testa e chiamare un’ambulanza e...-
-Noya- riesce, finalmente, a gracchiare. Noya tace, gli occhi castani che saettano da un capo all’altro del suo corpo, come se temesse di vederlo evaporare o peggio disintegrarsi davanti ai suoi occhi. Tanaka abbassa lo sguardo, prendendo un bel respiro.
-Non serve un’ambulanza- bofonchia, appena appena risentito dalla propria codardia –Voglio solo... fare... una cosa-
Noya batte le palpebre. Lo squadra ancora una volta, giusto per sicurezza, e poi scrolla le spalle, vagamente confuso-
-Err... ok? Allora falla? Mi stai facendo preoccupare se ti comporti in questo modo, non riesco a capire cosa...-
Tanaka si allunga, e prima che possa finire la frase, gli afferra stretta una mano tra le proprie, avendo cura di intrecciare le dita tra le sue.
-...oh-.
Nishinoya pare sgonfiarsi come un palloncino bucato. Dilata gli occhi, li sgrana, poi batte le palpebre e arrossisce fino a diventare di un bel rosso acceso. Abbassa lo sguardo, incassa le spalle, e ricambia la stretta.
-Po...potevi semplicemente chiedermelo, razza di scemo- borbotta, evitando accuratamente di guardarlo. Poi torna ad incamminarsi trascinandolo dietro –Andiamo, o facciamo tardi-
D’improvviso, Tanaka non ha più caldo. La maglietta non lo soffoca più e il cemento non pare più molto invitante. D’improvviso è in paradiso e Ryuunosuke quasi si mette a saltellargli dietro, con un ghigno inebetito che potrebbe alimentare una centrale nucleare, tanto splende in quella fredda giornata di fine aprile.
   
 
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