Premessa: Buongiorno a tutti e Buona Domenica! Questo, purtroppo, è l'ultimo capitolo e spero davvero vi piaccia leggerlo almeno quanto a me è piaciuto scriverlo. Ringrazio tutti coloro che hanno letto, in particolare konfuzed e Ariana15 per le loro parole! Prima di lasciarvi al capitolo, però, ho una sorpresa per tutti voi. Ieri ho iniziato a scrivere il seguito di questa ff e vorrei chiedervi una cosa: mi farebbe molto piacere se mi suggeriste alcune cose che vi piacerebbe accadessero nella ff, potete farlo anche via MP se non vi va di farlo nelle recensioni, mi sarebbe utilissimo come fonte di ispirazione. Vi ringrazio in ogni caso! Buona Lettura! A prestissimo, CacciatriceDiTramonti POV Jennifer.
Il vento mi scompiglia i capelli che escono dal casco, mentre, stretta a Liam, guardo la strada sfrecciare sotto i miei occhi. Nonostante sia il 14 di agosto, e qui faccia un caldo bestiale, coperti dalla giacca a vento, il freddo ci sferza ugualmente. Però è piacevole. Duecento chilometri orari fissi, forse un po' troppi perché Liam quando può il piede sull'acceleratore lo pesta e anche parecchio, e in due ore siamo a Sydney. Un'ora in meno del previsto. Nei pressi dello stadio segnali stradali aggiunti di fresco ci deviano in un enorme parcheggio quasi pieno. Ma per una moto c'è sempre posto. Liam parcheggia alla svelta e subito scendiamo. Ci liberiamo dei caschi e delle giacche a vento, riponendo il tutto nel piccolo bagagliaio della moto. -non dirlo ai tuoi che ogni tanto corro, altrimenti non si fideranno più di me- scherza mettendosi i biglietti in tasca. -tranquillo, probabilmente non mi crederebbero- ribatto io ridendo. Seguiamo enormi frecce colorate di colori sgargianti fino all'ingresso dell'anello gold. -biglietti alla mano e documenti in vista- biascica uno dei quattro buttafuori masticando una gomma a bocca aperta. Liam tira fuori i biglietti e la sua patente, io la mia carta d'identità. Il buttafuori accende il walkman e dice i nostri nomi, strappando poi una piccola parte dei nostri biglietti e facendoci passare. Continuiamo a seguire le frecce fino a quando non ci rendiamo conto che stiamo costeggiando la zona prato. È piena zeppa di gente, già accalcata contro la transenna che separa il prato normale dall'anello gold. Fa un caldo bestiale, e in più qua si respira sudore. La maggior parte della gente è in costume. Faranno quaranta gradi all'ombra. Altri quattro buttafuori ci fermano all'ingresso vero e proprio dell'anello gold. Controllano i biglietti, i documenti, e i nomi comunicatigli via radio dal buttafuori che ci ha fermato al primo ingresso. Poi ci da una bottiglietta d'acqua per uno, dicendoci che prima del gruppo spalla verranno a levarcele tutte, e raccomandandoci di bere perché fa caldo sul serio. Ma dai? Non l'avevo mica notato. Finalmente ci fa passare, e riusciamo a guadagnare la prima fila. Mi poggio subito alla transenna, gustandomi la vista del palco enorme a pochissima distanza da me. Quando le mani di Liam sbucano accanto alle mie, da dietro, mi giro. -mettiti vicino a me, no?- dico, alla fine ci sono ancora posti in prima fila. Liam scuote la testa -spingeranno come dannati, e non so se l'isolamento dell'anello regge, preferisco esserci io dietro di te..o preferisci qualcun altro?- Scoppio a ridere. -ma che ti ridi biondina- mi prende in giro lui giocando con la mia coda di cavallo. L'attesa scorre lenta, tra l'aumentare della gente, del caldo e dell'umidità. Spesso sale un tizio sul palco e ci annaffia con acqua gelida. Ci danno dei cappellini bagnati. Infine ci distribuiscono anche degli snack energetici. Quando passa la sicurezza a ritirare tutte le bottigliette siamo tutti in costume ormai. Noi donne siamo tutte col pezzo sopra del costume e un paio di pantaloncini, mentre gli uomini sono tutti a petto nudo, con i pantaloncini. Liam aveva ragione, non appena entrano i The Lumineers, il gruppo spalla, iniziano le spinte, e in un attimo mi ritrovo spiaccicata sulla transenna e incollata a Liam. Le sue braccia mi dividono dagli altri a destra e sinistra, e il suo corpo mi protegge dietro. Le sue mani arrivano fino alle mie, alla transenna, e abbiamo le dita intrecciate. Sento il suo cuore martellarmi sulla schiena, mentre cantiamo a squarciagola “Ho Hey”. Certo che il destino quando ci si mette è davvero terribile. Il ritornello di questa canzone è I belong with You, You belong with Me, You're my Sweetheart. Inequivocabile direi. I The Lumineers cantano una cosa come quattro canzoni, al termine delle quali ci annaffiano di nuovo con l'acqua gelida, mentre noi iniziamo ad urlare in attesa che escano i Coldplay. Dopo circa dieci minuti, escono tutti tranne Chris. Le spinte si fanno più forti, mentre tutti iniziano ad urlare all'unisono il suo nome. -stai bene?- mi chiede Liam ormai totalmente incollato a me. Mi immagino per un momento che dietro di me ci sia un tizio che non conosco e mi vengono i brividi. -si, tu? Come va lì dietro?- chiedo a mia volta. Sento Liam ridere forte -Jen, sono alto un metro e novantuno, ricordi?- Già, un gigante, pronto a proteggermi anche al concerto dei Coldplay. Sposto il mio sguardo sulle nostre mani intrecciate e lo stomaco mi si stringe. -Ciao Sydneyyyy!!!- Oh mio dio! Chris Martin. Chris Martin è uscito. Sta per cominciare. Mi unisco al coro di urla, mentre lui si sistema, ridendo con gli altri della sua band. La riconosco dalla prima nota, la prima canzone della scaletta. E quale poteva essere se non “A sky full of stars”? Dopo circa dieci canzoni passate a ballare, cantare e sudare tutti insieme, i Coldplay fanno una pausa, sparendo dietro le quinte. Esce di nuovo il tizio dello staff che ci annaffia più a lungo. Molti di noi tirano fuori la lingua per bere. Finalmente riescono i Coldplay, e finisce la quiete. Mancheranno al massimo cinque canzoni, prima della fine, e le spinte riprendono più forti che mai. -Jen! Chiamalo ok?- mi dice Liam. -chi devo chiamare?- chiedo, ed all'improvviso sono più alta degli altri. Liam mi ha preso sulle spalle e mi tiene saldamente per le gambe. Oh Dio..non so dove reggermi. Tocco un braccio di Liam e lui capisce al volo dandomi la mano. -chiamalo Jen!- mi dice di nuovo. -Chris!!- urlo con tutta la voce che ho -Chris!!- all'improvviso lui si gira e mi guarda divertito. -Chris!!- urlo di nuovo tendendo verso di lui la mano che ho libera. Chris afferra il microfono e viene verso di me. Oh mio dio. Oddio. Sta venendo verso di me. Sta venendo verso di me. Non ci credo. Non ci credo. -ciao!- dice al microfono rivolgendomi un sorriso enorme. -oddio ciao Chris!- esclamo. Non ci credo. Non sta accadendo sul serio. -ciao di nuovo!- dice Chris ridendo. Poi mi prende la mano nella sua per un attimo, lasciandola subito dopo. -come ti chiami?- mi chiede avvicinando il microfono verso di me. -Jennifer- rispondo. -vuoi chiedermi qualcosa?- ma me lo ha chiesto sul serio? Sto parlando sul serio con Chris Martin? La mia fiamma adolescenziale? Il frontman della mia band preferita? -fate Green Eyes ti prego- dico senza pensarci. -Green Eyes?- mi fa eco lui ed io annuisco. -è la nostra canzone meno popolare probabilmente- dice divertito guardando gli altri membri della sua band. -ti prego è la nostra canzone preferita!- lo supplico io. -tua e di?- mi chiede Chris. Indico Liam, sotto di me. -oh beh..abbiamo una dichiarazione d'amore qui..che dite ragazzi, gliela facciamo?- dice alla sua band. Loro annuiscono e Chris mi fa l'occhiolino. Bene, ci mancava anche Chris Martin che scambiasse la nostra canzone per una dichiarazione d'amore. Il destino ha proprio scelto la sua direzione. Liam mi mette giù e intreccia le sue braccia attorno alla mia vita, facendomi contorcere lo stomaco, mentre insieme cantiamo la nostra canzone. I Coldplay chiudono, ovviamente, con “Viva la vida”, ed alle 23.45 il concerto è finito. Subito interviene la sicurezza per farci sfollare in fretta perché a mezzanotte lo stadio deve essere vuoto. Quando arriviamo alla moto Liam tira fuori il suo telefono dalla tasca e poi ce lo rimette subito. Sto per chiedergli il casco, quando prende il mio viso tra le mani, incatenando i suoi occhi ai miei. Mi guarda per un lungo istante, poi annulla la distanza che c'è tra di noi poggiando le sue meravigliose labbra sulle mie. Cerca subito la mia lingua, che gli faccio trovare con molto piacere, e mi bacia. Dio, i suoi baci, quanto ne desideravo uno, mamma mia. Mi lascia senza fiato, smuovendo sciami di farfalle nel mio stomaco. Sento caldo e freddo tutto insieme. Mi bacia ancora. Ancora e ancora. -è il tuo compleanno Jen..tanti auguri- sussurra sulle mie labbra interrompendo dolcemente il bacio. Ho voglia di baciarlo di nuovo, di abbracciarlo, di fare ancora l'amore con lui. -me lo vuoi fare un regalo?- gli chiedo, mettendo a tacere la parte razionale di me. Ho voglia di lui, adesso. -in realtà io te l'ho già fatto un regalo, è a casa- mi risponde ridendo. -no..vuoi farmi un regalo ora?- gli chiedo di nuovo. -cos'hai in mente?- indaga con uno strano sorrisetto. -andiamo alla casa in montagna? Voglio stare con te- il sorrisetto si apre sul suo viso, mentre annuisce vigorosamente. -dobbiamo passare a casa però, devo prendere le chiavi- mi informa prendendo i caschi e le giacche a vento dal bagagliaio. -e arriveremo all'alba, se corro- aggiunge ridendo. Ci guardiamo un'ultima volta negli occhi, prima di montare in moto, diretti verso casa sua.
POV Liam.
In due ore siamo a casa mia, ok ho corso un po', però ne è valsa la pena, anche perché ora ci aspettano altre due ore per arrivare in montagna. Smonto dalla moto, dove lascio Jen, e senza neanche togliermi il casco entro dentro casa, cercando di fare piano. -oddio Chris, mi hai spaventato- sussurro alla vista di mio fratello, seduto sulle scale, con una tazza di qualcosa in mano. -che vai cercando?- indaga lui mentre cerco le chiavi della casa in montagna nel mobile dell'ingresso. -le chiavi di casa in montagna- dico. -e ci vai ora?- chiede ancora. Annuisco. -Liam, è notte, non mi sembra prudente, perché non ci vai domani e dormi qualche ora?- Oh no, la paternale del fratello maggiore no. Finalmente trovo le chiavi e me le infilo in tasca. -Chris, c'è Jennifer di fuori, capisci?- Chris scoppia a ridere, portandosi una mano sulla bocca per soffocare il rumore. -divertitevi- dice, facendomi l'occhiolino. Esco da casa e ritorno da Jen, montando sulla moto e partendo subito. Altre due ore di moto e siamo alla casa in montagna. Una volta dentro, senza dirci una parola, entriamo nella mia camera da letto, e Jen si blocca di fronte al letto. Le lenzuola sono ancora sgualcite da quando abbiamo fatto l'amore. Ci siamo ancora noi, ad amarci, dentro il letto. Solo adesso mi rendo conto che è stata Jen a voler venire qua, e che l'ho baciata a mezzanotte, e lei ha pure risposto al bacio. L'abbraccio da dietro, lasciandole un bacio sul collo. -nostalgia?- dico a metà tra il divertito e il malizioso. Lei però, con mia enorme sorpresa, annuisce. Poi si gira e intreccia le sue braccia dietro il mio collo. Ha uno sguardo strano, che non riesco a decifrare. -tutto bene?- le chiedo. Lei scuote la testa. -che succede?- Jennifer mi fissa, poi apre la bocca. -facciamo l'amore?- Oh..Dio.. Io rischio di morire così. Non sto sognando, mi ha chiesto sul serio di fare l'amore. Mio Dio che qualcuno mi pizzichi. Senza rispondere la prendo in braccio e la stendo sul letto, mettendomi sopra di lei. Inizio a baciarla con foga mentre la spoglio e lei spoglia me. E non posso far altro che pensare a quanto sia stupenda. Il mio cuore rischia di esplodere. Quando siamo entrambi nudi Jen intreccia le sue gambe intorno alla mia vita e finalmente entro dentro di lei. Jen è rimasta sdraiata a letto, a quattro di bastoni, mentre io mi sto andando a fare una doccia. Ne ho seriamente bisogno, dopo tutto il sudore del concerto e quello di poco fa. Sono felice dannazione. Non sono mai stato così felice dopo aver fatto l'amore come quando lo faccio con lei. Il getto d'acqua fresca mi rimette al mondo, togliendomi lo schifo di dosso. L'unica cosa di cui mi dispiace è che mi toglie il suo odore dalla pelle. Resto un po' più a lungo sotto la doccia, mentre dalla finestrella del bagno vedo sorgere l'alba. Mi asciugo appena, allacciandomi l'asciugamano in vita, e torno in cameretta. Apro la finestra e mi butto sulla poltrona, accendendomi una sigaretta. Jennifer si tira su sui gomiti, guardandomi male. -stai fumando- osserva. -ma va?- cantileno io ridendo. -dai così sa tutto di fumo poi- sbuffa lei alzandosi. -c'è la finestra aperta- dico indicandola. Lei fa spallucce, avviandosi verso il bagno. Torna dieci minuti dopo, profumata e.. nuda. Mi si para davanti, il che non aiuta la mia già poca lucidità in sua presenza, e mi studia un po'. Poi con un gesto secco apre l'asciugamano che avevo allacciato in vita. Un momento cosa sta.. Jennifer sale su di me ed inizia a strusciarsi sul mio amichetto che subito si sveglia, senza alcun problema. Mio Dio Jen, mi fai impazzire così. Sono già pazzo di te e nemmeno stiamo insieme? Oddio..oddio. Cerco la sua bocca mentre lei intreccia le sue mani con le mie. Poi si alza quel tanto che basta a farmi entrare dentro di lei. E poi inizia a muoversi su di me ed io vedo le stelle sul serio. Eppure di ragazze ne ho avute, ma quello che provo con Jennifer non l'ho mai provato in vita mia. Non sarà la mia prima donna, ma di certo è unica. Raggiungiamo il piacere insieme, e Jen si accoccola su di me come un gatto. Così la prendo in braccio e mi infilo con lei sotto le coperte. Sento gli occhi incredibilmente pesanti, perciò la abbraccio inspirando il suo profumo. Quando apro gli occhi, mi rendo conto di essere da solo nel letto. Perciò mi tiro subito su, mettendo a fuoco la figura di Jen, vestita, sulla poltrona dove qualche ora fa abbiamo fatto l'amore, per la terza volta. -Liam..dobbiamo parlare- dice, quasi sottovoce. Eccolo, il momento che tanto temevo. Questo sarà un nuovo addio, ancora più doloroso del primo, a tutto ciò che c'è di più dell'amicizia tra di noi. Sapevo che sarei andato incontro a questo quando mi sono lasciato andare a lei, qualche ora fa, ma la verità è che non posso farne a meno. Annuisco e mi passo una mano tra i capelli, alzandomi. Recupero una tuta nell'armadio e ma la infilo. Vedo che anche Jennifer ha fatto lo stesso, perché la tuta che indossa le sta larghissima, quindi sicuramente è mia. Sta seduta con le gambe incrociate e i capelli raccolti. Mi siedo sul letto, il più vicino possibile a lei. -sono pronto- sospiro ripetendomi che ce la posso fare. Farà male, ma ce la posso fare, coraggio. -Liam..io lo so che avevamo detto quello che succede qui rimane qui..il guaio è che..io non ci riesco..- sbuffa lei rilassando le spalle. Deglutisco, invaso dal terrore. -non ci riesci..in che senso?- chiedo. Jennifer si prende il viso tra le mani -non ci riesco perché il minuto dopo che mi hai baciato io voglio baciarti di nuovo. Il minuto dopo che abbiamo fatto l'amore voglio farlo di nuovo- -anche io Jen, anche io- dico, riprendendo a respirare. -non so che fare Liam- sbotta. -vieni qua- dico aprendo le mie braccia, pronto ad accoglierla. Jen si alza dalla poltrona e mi raggiunge sul letto, sedendosi sulle mie gambe. La circondo con le braccia. -ricordi cosa ti ho detto mesi fa? Siamo una coppia...?- -mancata. Una coppia senza baci ne sesso- conclude lei, come se stesse recitando una filastrocca. Annuisco -esatto, non ci manca più neanche quello- Sono riuscito a strapparle una risata, che contagia anche me. -io non capisco dove vuoi arrivare però- dice tornando seria. -proviamoci Jen. Proviamoci a stare insieme- sbotto non riuscendo più a trattenermi. Mi sono buttato sul serio. Mi sono buttato di brutto. Male che vada andrò in pezzi perché lei mi dirà di no. Bene che vada sarò l'uomo più felice del mondo. -non voglio rinunciare a quello che siamo ora Liam! Capisci che non posso? Non possiamo. Io so che tu ci sei per me comunque vada. So che posso dirti qualsiasi cosa mi passi per la testa senza filtri. So che- -ferma ferma- la interrompo afferrandole i polsi per impedirle di gesticolare -io non voglio che il nostro rapporto cambi. Io voglio che continui a pensare che ci sono per te comunque vada. Voglio che continui a dirmi qualsiasi cosa ti passi per la testa senza filtri. Voglio che continui a darmi fastidio perché la cosa ti diverte. Voglio che continui a rubarmi un tiro dalla sigaretta, quando ne puoi avere una, o un sorso dalla birra, quando puoi avere una bottiglia. Voglio essere ancora il tuo migliore amico. Insomma siamo una coppia mancata, è vero, perché ci mancavano i baci e il sesso. Non ci manca più neanche quello. Possiamo continuare ad essere quello che siamo ora, come siamo ora, però amarci, capito?- -e se andasse male? Non ce la farei senza di te- sbuffa lei. -se andasse male facciamo un passo indietro. Abbiamo fatto l'amore per la prima volta mesi fa, e nonostante fosse difficile, siamo rimasti amici fino ad ora- ribatto io. -Liam, però, fare un passo indietro da una relazione non è semplice come fare un passo indietro da una notte passata insieme!- sbotta lei alzandosi in piedi. Mi fa male la testa, mi sta per esplodere. Mi sento un equilibrista su un filo, pronto a cadere, ma a un passo dall'arrivo. È una sensazione orribile. -per me non è stata una notte insieme, Jen, io con te sono felice come non lo sono mai stato- ammetto e la voce mi si strozza, ma non mi interessa -e so che pure per te è così, te l'ho visto negli occhi mesi fa e te lo vedo negli occhi ora- -e cos'altro vedi?- mi chiede lei, con gli occhi lucidi. -che hai paura. Tanta paura. Forse più di quanta ne ho io- Jennifer annuisce. Mi alzo e le prendo le mani tra le mie, guardandola nei suoi meravigliosi occhi verdi -so anche perché, sai? Tu hai paura di legarti, di rimanere fregata, ma fa parte della vita. Se non ti butti non lo sai. Se non sbagli non impari. Bisogna provare. Tu ti sei legata a me con tutte le tue forze perché sono il tuo migliore amico, e forse dopo tutto questo tempo, hai capito che non tradirei mai la tua fiducia. Per il resto una storia seria non l'hai mai avuta perché hai paura dei legami, e tanto hai me..- Jennifer mi lascia le mani e sospira, guardando il pavimento per non so quanto tempo. E io aspetto, perché voglio che rifletta bene su questa cosa. Anche se dentro sto morendo di paura. Quando rialza lo sguardo trattengo il respiro, pronto a sentire qualsiasi cosa abbia da dirmi, pronto ad incassare qualsiasi pugno, o carezza che sia. Invece Jen mi bacia, incollando le sue labbra alle mie ed aggrappandosi alla mia maglietta per tenersi in punta di piedi. -e questo che vuol dire?- chiedo, quando interrompe il bacio. -mi giuri che ci sarai per sempre per me, comunque vada?- chiede lei, ignorando la mia domanda. -certo, lo sai- -comunque vada Liam- ripete. -comunque vada- ripeto a mia volta. Jennifer annuisce. -mi spieghi che vuol dire? Vuol dire “si”? Vuol dire “no”?- chiedo di nuovo. -vuol dire PROVIAMOCI-
POV Jennifer.
Il viso di Liam, fin'ora teso in un'espressione seria e spaventata, si apre in un sorriso stupendo. Ridono pure i suoi occhi, incatenati ai miei. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia di nuovo, più volte, disegnando a forza di baci il contorno delle mie labbra. Non riesce a smettere di sorridere. -sei diventato rosso- osservo allontanandomi appena da lui. Liam alza gli occhi al cielo, ma scoppia a ridere -e tu sei la solita rompipalle- -hai qualcosa da.. chiedermi?- -non cambiare mai Jen- dice lui senza pensarci un secondo. -non farlo neanche tu- ribatto io, di getto. -e così tu mi hai chiesto due cose e io una sola- mi fa notare. -non fa niente, è il mio compleanno e posso farlo- ribatto risoluta. -a proposito!!- esclama Liam -aspettami qua- esce di corsa dalla cameretta, lasciandomi lì immobile come un palo. Sento aprirsi la porta di casa, poi la sento richiudersi e Liam ritorna da me, porgendomi una scatola ed un biglietto. -buon compleanno, di nuovo- apro il biglietto e leggo. “Hai presente la smartbox che ci hanno regalato alla laurea? Una settimana per due, in tutto il mondo. Si, ce l'hai presente. Ti dico che mi sono buttato con questo regalo. Se te lo sto dando significa o che abbiamo svoltato noi, o che non ne posso più io e ci sto provando sul serio. Quindi apri la scatola e dimmi di si. Ti prego. Liam” Apro la scatola e vedo quattro biglietti, sono biglietti aerei, lo so, anche se l'aereo non l'ho mai preso. Li prendo e leggo il mio nome su due biglietti e quello di Liam su altri due. Melbourne – Roma. Roma – Melbourne. Solo ora mi accorgo che la scatola è tappezzata di foto di Roma all'interno. Sul fondo leggo “Se non si fosse capito ho scelto Roma”. Ha scelto Roma. Andremo a Roma, insieme. Insieme. Aiuto. -quando partiamo?- chiedo, non riuscendo a trattenermi. Volevo fare la sostenuta, ma la verità è che non sto nella pelle. -è un si?- mi chiede Liam divertito. -oh si lo è eccome- annuisco io. -l'ultima settimana di agosto- mi informa lui. -quando i tuoi capelli saranno lunghi come quelli di tuo fratello, più o meno- osservo, facendolo ridere. Poi poggio il tutto sulla poltrona e con un passo lo raggiungo, abbracciandolo, e allacciando le mie braccia dietro al suo collo. -grazie. È un regalo bellissimo- sussurro. Poi lo bacio e lui approfondisce subito il bacio, stringendomi di più a se. Le farfalle nel mio stomaco si scatenano, finalmente libere. -ho fame- dice poi, staccandosi da me. -anche io- -andiamo a comprare qualcosa- -dove?- -vieni- dice prendendomi la mano. Vestiti con delle vecchie tute larghe, soprattutto per me che ne porto una di Liam, senza giacche a vento, rimontiamo in sella alla moto. Liam guida piano, perché la strada è sterrata e pure in discesa, ma il viaggio è breve, perché in dieci minuti siamo in un piccolo paesino. Liam parcheggia e scendiamo dalla moto, portandoci dietro i caschi. Percorriamo una strada vecchio stile, fatta di sampietrini, sulla quale si affacciano tanti piccoli negozietti. Frutteria, forno, alimentari, pasticceria.. Arriviamo di fronte ad un negozietto la cui entrata è più piccola degli altri, e la cui insegna recita “archetto”. -pizza!- esclama Liam aprendo la porta per farmi entrare. Pizza. La mia droga personale. Ne prendiamo un po' e torniamo alla moto. -ce la fai a reggerlo?- mi chiede Liam mettendo in moto. -si che ce la faccio- sbuffo io. -si però reggiti pure a me- precisa. Gli passo un braccio attorno alla vita, mentre con l'altro reggo il cartone della pizza. Quando arriviamo a casa, Liam tira fuori due birre dal frigo e le apre, poi ci sediamo al tavolo, in cucina, e iniziamo a mangiare in silenzio senza mai smettere di guardarci. Scoppiamo a ridere quando ci fermiamo con le mani a mezz'aria, tese verso l'ultimo pezzo di pizza. -sai che al primo appuntamento, bisognerebbe cedere a ripetizione l'ultimo pezzo di pizza all'altro?- dice Liam. -perchè questo sarebbe il nostro primo appuntamento?- lo stuzzico io. -beh..a stare insieme stiamo insieme, stiamo mangiando in due ad un tavolo, perciò credo che, si, sia il nostro primo appuntamento- ribadisce lui. Stiamo insieme. Ha detto stiamo insieme. -stiamo insieme- ripeto. -già- annuisce Liam posando la sua mano sulla mia. Mi accorgo di essere rimasta solo io con la mano a mezz'aria tesa per prendere l'ultimo pezzo di pizza. Così lo afferro e ne prendo un morso. -che bestia che sei- sbotta a ridere Liam. Poi si alza e apre la finestra, tirando fuori dalle tasche dei pantaloni una sigaretta e l'accendino. Ne approfitto e allungo le gambe sulla sua sedia, girandomi per guardarlo. -ma fumi perché sei sexy, o l'essere sexy è una conseguenza di cui non ti interessi?- dico masticando. Lui butta fuori il fumo e mi guarda, inarcando un sopracciglio. -non sapevo mi trovassi sexy mentre fumo- -ehm..cioè..volevo dire..- -sei arrossita, poche scuse- dice puntandomi il dito contro e tirando un altra boccata. Il guaio è che non è sexy quando fuma. È sexy punto. E io devo smetterla di parlare senza filtri. Anzi no. Ho promesso che non l'avrei fatto e non lo farò. -che ore sono?- chiedo, accorgendomi solo ora che il cielo ha i colori del tramonto. Liam tira fuori il telefono dalla tasca e guarda lo schermo, informandomi poi che sono le otto. -che vuoi fare? Torniamo a casa e facciamo ferragosto tutti insieme, o vuoi rimanere qua?- mi chiede. Faccio spallucce -è uguale- -ah.. ecco una cosa che posso chiederti.. non dirmi mai è uguale, lo detesto, ti prego, dimmi cosa ti piacerebbe fare, poi decidiamo insieme- ribatte lui. Sbuffo -ok, mi piacerebbe farlo tutti insieme, come abbiamo sempre fatto- Liam sorride -ottimo, anche a me- -a che ora iniziano?- gli chiedo. -aspetta, sento Chris- dice lui ed io addento un altro morso della mia pizza. -dice a mezzanotte- mi informa poi. Così, non appena ho finito di mangiare la mia pizza, ci sediamo sulle scale, davanti alla porta di casa, e osserviamo il sole tramontare ed il cielo farsi scuro, mano nella mano. Poi Liam controlla le giacche a vento, che abbiamo lasciato nella moto, ma sono inutilizzabili. Perciò ci rimettiamo i vestiti del concerto con sopra le felpe delle tute che ci eravamo messi per casa e con calma ci avviamo verso casa. Rispetto all'altra volta il ritorno è piacevole. Riesco a gustarmi il cielo stellato, gli alberi che nella notte non si distinguono dal cielo se non per i tronchi, i fari delle macchine che guidano nel buio, il mio corpo addosso a quello di Liam. Stavolta non abbiamo detto addio a tutto quello che siamo di più di amici, stavolta abbiamo preso tutto questo “di più” ed abbiamo deciso di dargli una possibilità. Durante il viaggio dobbiamo fermarci a fare benzina, perciò ne approfittiamo e ci prendiamo un caffè, arrivando così a casa a mezzanotte passata. Liam parcheggia la moto sotto casa sua e mano nella mano ci avviamo a piedi al molo. Fortuna che ci siamo messi le felpe sopra, perché stasera qui fa freddo sul serio. -siamo ancora in tempo???- esordisce Liam quando raggiungiamo i nostri fratelli con le rispettive mogli al molo. Ovviamente spaventa tutti. Sono in cerchio attorno al fuoco, ognuno con una bottiglia di birra in mano. Ben sta facendo un tiro dal narghilè, che a ferragosto non può mancare. Otto paia d'occhi si girano verso di noi e saettano velocemente dai nostri visi alle nostre mani intrecciate, che io provo a sciogliere, ma Liam me lo impedisce, stringendo ancora di più. -certo che siete in tempo!- esclama Chris. Tiro un sospiro di sollievo. Niente attenzione sulle mani, menomale. Ci sediamo vicini tra Blaine ed Elsa. Luke ci passa due birre stappate, di cui bevo subito un sorso. Blaine passa la chitarra a Liam, che subito inizia a suonare note a caso. -sorella, noi ti abbiamo mandato dei messaggi di auguri, sai, ma tu ovviamente, telefono zero- mi dice Ben passando il narghilè a Meredith. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo -non ho avuto tempo- Chris scoppia a ridere -Ben!! non ha avuto tempo, capito? Chissà cosa hanno fatto questi due- tutti scoppiano a ridere, compreso Liam che cerca di mascherarlo guardando la chitarra. -e dai smettetela di fare finta di niente, vi abbiamo visto per mano, ammettetelo almeno con noi, siamo i vostri fratelli!- esclama Luke. Vedo Liam con la coda dell'occhio che annuisce ridendo. Chris lo addita subito -sta annuendo- -si, sta annuendo- aggiunge Blaine additandolo a sua volta. Mi giro verso di Liam che stavolta annuisce vigorosamente. Ha un sorriso bellissimo sul viso che alla luce del fuoco è ancora più irresistibile del solito. Non riesco a smettere di guardarlo. Ha gli occhi lucidi per il fuoco, che però brillano, ancora più di prima. Lentamente si sporge verso di me, so che sta per baciarmi e che ci vedranno tutti, ma non riesco a muovermi, se non verso di lui. Smette di suonare e passa una mano dietro il mio collo, poggiando delicatamente le sue labbra sulle mie. Cerco subito la sua lingua, approfondendo io il bacio, con molta lentezza. Improvvisamente siamo soli. Ci siamo solo noi. Che ci baciamo. Che stiamo insieme. Che abbiamo deciso di darci una possibilità di essere qualcosa di più. Parte un applauso e tanti ce l'avete fatta, ma mi arrivano ovattati, perché l'unica cosa che importa adesso è Liam, qui, accanto a me.
POV Liam.
Mi sveglio scosso dal tremare di Jennifer, tra le mie braccia. Il fuoco s'è quasi spento ormai e dormono tutti, tranne noi. La scuoto appena -Jen! Jen che hai?- -f..fr..freddo- balbetta lei tremando. Poggio una mano sulla sua fronte. Scotta da morire. -hai la febbre, tirati su piano, ti porto a casa- sussurro per non svegliare gli altri. La aiuto a mettersi a sedere e mi levo la mia felpa, rimanendo in canottiera. Si, fa freddo sul serio. Aiuto Jen a infilarsi anche la mia felpa, poi la aiuto ad alzarsi in piedi. Passo un braccio attorno alla sua vita e la sorreggo avviandomi verso casa. Entro dentro casa mia il più silenziosamente possibile e per poco mi prende un colpo vedendo mamma uscire dalla cucina. -ciao Liam! Ciao Jenni- ci saluta leggermente confusa, sempre sottovoce. -la porto su, ha la febbre alta- dico avviandomi verso le scale. Jennifer si muove come un automa e non ce la fa neanche a parlare, non è completamente lucida. Mamma mi afferra per un braccio, costringendomi a voltarmi. -dove la porti che le stanze sono tutte piene?- -da me mamma- Capisco che Jennifer non può salire le scale, perciò la prendo in braccio e la porto fino in camera mia, mettendola sul letto. Poco dopo mi raggiunge mamma, che poggia sul comodino un bicchiere d'acqua, una pasticca bianca e un termometro. -spogliala, dalle la tachipirina e non farla addormentare finché non senti che è fredda- mi dice. Libero Jen di tutti i suoi vestiti, lasciandole addosso solo l'intimo e le faccio prendere la tachipirina. Poi mi spoglio anche io, mettendomi un paio di pantaloncini. Qui dentro fa caldo in effetti. -Liam devi tenerla sveglia ti ho detto!- mi intima mamma, facendomi saltare. Pensavo se ne fosse andata, invece è rimasta dietro di me tutto il tempo. -mamma! Porca miseria!- ansimo poggiandomi al muro. -devi tenerla sveglia Liam, è pericoloso- ripete indicandomi Jennifer che sul letto dorme seduta scossa da mille tremiti. Mi siedo dietro di lei circondandola con le mie braccia. Le faccio il solletico e la bacio dove capita. Lei un po' ride, un po' si lagna, ma comunque resta sveglia a stento, mentre le controllo ripetutamente la temperatura. Quando la sento sufficientemente fresca, mi sdraio, facendo sdraiare anche lei e coprendoci solo con il lenzuolo. Mi sveglio perché mamma entra in cameretta, senza nemmeno provare a fare piano. Fortuna che Jennifer dorme ancora come un sasso. -come sta?- mi chiede sottovoce. Poi si sporge su di noi e poggia le labbra sulla fronte di Jennifer. -è fresca- mi informa. Mi tiro su sui gomiti e guardo mamma, cercando di decifrare il suo sguardo. -che ti guardi?- mi dice, sistemandosi i capelli. -tu che ti guardi- ribatto divertito. -vieni giù, ci prendiamo un caffè?- -d'accordo- Scendo dal letto rimboccando le coperte a Jennifer e mi avvicino alla porta. -mettiti almeno la maglietta, per favore- sbuffa mamma, facendomi ridere. Afferro al volo la maglietta che è poggiata sulla sedia e me la metto, seguendo mamma fino in cucina. Su un grande vassoio ci sono otto caffè lunghi americani. Mamma ne prende uno per se e ne porge uno a me. Mi avvento sulla cannuccia, vado pazzo per il caffè americano. -hai contato Jennifer- osservo, guardando il vassoio. -non dovevo?- mi chiede lei facendo spallucce. Non rispondo, perché il fatto che mamma abbia contato Jennifer mi ricorda che Jennifer ha dormito qui, che qui non siamo da soli alla casa in montagna, qui siamo a casa mia. È la mia ragazza ormai, devo smetterla di sorprendermi. La verità è che non credo mi abituerò mai al fatto che ora posso baciarla quando mi va, posso dormire con lei quando mi va, posso fare l'amore con lei quando mi va, posso prenderla per mano quando mi va. E forse non voglio nemmeno abituarmi, perché ogni volta che mi sorprendo sento lo stomaco contorcersi e questo mi ricorda che, come dice Chris, sono cotto senza speranza. -sai, ho sempre sperato che fosse lei la tua ragazza- dice mamma, risvegliandomi dai miei pensieri. -lei chi?- chiedo io. Mamma alza gli occhi al cielo e sbuffa -lei! Jennifer! Quella a cui stai pensando ora con un sorriso da perfetto rincoglionito- -non ho il sorriso da perfetto rincoglionito- protesto io. -però stai pensando a lei- ribatte mamma, con la faccia di chi ci ha preso. -un momento..come sai che è la mia ragazza?- chiedo, provando la solita stretta allo stomaco sentendomi dire “la mia ragazza” e sapendo che parlo di Jen. -a parte che l'hai appena ammesso- mi spiega, facendomi sentire un po' un coglione -e poi si vede- sbuffo, che palle tutti con questo si vede. Lo vedevano tutti tranne noi, a quanto pare. -buongiorno- mormora Jen stropicciandosi gli occhi mentre entra in cucina. Si è infilata una maglietta e un paio di pantaloni miei che ovviamente le stanno larghissimi, facendola sembrare ancora più piccola. -ciao- la saluto io schiarendomi la voce, improvvisamente troppo tenera. -buongiorno- mi fa eco mamma, andandole incontro -come stai?- -Lea..scusa- dice Jen abbassando lo sguardo. -scusa?- ripete mamma. -si insomma..io...- -tranquilla- la interrompe mamma -è tutto ok. Vi lascio soli- Scompiglia i capelli a Jennifer e poi se ne va. Allungo una mano e afferro quella di Jennifer tirandola verso di me. Lei soffoca uno sbadiglio sul mio collo, poi alza i suoi occhioni verdi su di me e mi sorride. -allora è tutto vero..pensavo di averlo sognato quello che è successo ieri..- dice infilando le mani fredde sotto la mia maglietta, facendomi rabbrividire. Sorrido, sistemandole alcune ciocche ribelli che aveva davanti agli occhi e prendendo il suo viso bellissimo e assonnato tra le mie mani. -è tutto vero..siamo noi- dico stampandole un bacio sulle labbra. -ho la febbre- protesta lei, cercando di tirarsi indietro, ma io la tengo stretta, impedendole di muoversi. Poggio di nuovo le mie labbra sulle sue e stavolta lei non oppone resistenza, consentendomi di approfondire il bacio. Siamo noi ora, tutto il resto può aspettare.