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Autore: CacciatriceDiTramonti    10/05/2015    2 recensioni
Jennifer e Liam. Australiani. Migliori amici da quando sono nati, praticamente vicini di casa. Con in comune la sfrenata passione per i Coldplay e il profondo affetto incondizionato che li lega. Ma una serie di eventi metteranno alla prova il loro legame così speciale costringendoli a fare scelte non sempre facili.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Liam Hemsworth
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Premessa: Buongiorno a tutti e Buona Domenica! Questo, purtroppo, è 
l'ultimo capitolo e spero davvero vi piaccia leggerlo almeno quanto 
a me è piaciuto scriverlo. Ringrazio tutti coloro che hanno letto, 
in particolare konfuzed e Ariana15 per le loro parole! Prima di lasciarvi 
al capitolo, però, ho una sorpresa per tutti voi. Ieri ho iniziato a scrivere 
il seguito di questa ff e vorrei chiedervi una cosa: mi farebbe molto piacere 
se mi suggeriste alcune cose che vi piacerebbe accadessero nella ff, potete 
farlo anche via MP se non vi va di farlo nelle recensioni, mi sarebbe utilissimo 
come fonte di ispirazione. Vi ringrazio in ogni caso! Buona Lettura!
A prestissimo,

CacciatriceDiTramonti

POV Jennifer.
Il vento mi scompiglia i capelli che escono dal casco, mentre, stretta a
Liam, guardo la strada sfrecciare sotto i miei occhi. Nonostante sia
il 14 di agosto, e qui faccia un caldo bestiale, coperti dalla giacca
a vento, il freddo ci sferza ugualmente. Però è piacevole. Duecento
chilometri orari fissi, forse un po' troppi perché Liam quando può
il piede sull'acceleratore lo pesta e anche parecchio, e in due ore
siamo a Sydney. Un'ora in meno del previsto. Nei pressi dello stadio
segnali stradali aggiunti di fresco ci deviano in un enorme
parcheggio quasi pieno. Ma per una moto c'è sempre posto. Liam
parcheggia alla svelta e subito scendiamo. Ci liberiamo dei caschi e
delle giacche a vento, riponendo il tutto nel piccolo bagagliaio
della moto.
-non dirlo ai tuoi che ogni tanto corro, altrimenti non si fideranno più
di me- scherza mettendosi i biglietti in tasca.
-tranquillo, probabilmente non mi crederebbero- ribatto io ridendo.
Seguiamo enormi frecce colorate di colori sgargianti fino all'ingresso
dell'anello gold.
-biglietti alla mano e documenti in vista- biascica uno dei quattro buttafuori
masticando una gomma a bocca aperta. Liam tira fuori i biglietti e la
sua patente, io la mia carta d'identità.
Il buttafuori accende il walkman e dice i nostri nomi, strappando poi
una piccola parte dei nostri biglietti e facendoci passare.
Continuiamo a seguire le frecce fino a quando non ci rendiamo conto che stiamo
costeggiando la zona prato. È piena zeppa di gente, già accalcata
contro la transenna che separa il prato normale dall'anello gold. Fa
un caldo bestiale, e in più qua si respira sudore. La maggior parte
della gente è in costume. Faranno quaranta gradi all'ombra.
Altri quattro buttafuori ci fermano all'ingresso vero e proprio dell'anello
gold. Controllano i biglietti, i documenti, e i nomi comunicatigli
via radio dal buttafuori che ci ha fermato al primo ingresso. Poi ci
da una bottiglietta d'acqua per uno, dicendoci che prima del gruppo
spalla verranno a levarcele tutte, e raccomandandoci di bere perché
fa caldo sul serio. Ma dai? Non l'avevo mica notato. Finalmente ci fa
passare, e riusciamo a guadagnare la prima fila. Mi poggio subito
alla transenna, gustandomi la vista del palco enorme a pochissima
distanza da me. Quando le mani di Liam sbucano accanto alle mie, da
dietro, mi giro.
-mettiti vicino a me, no?- dico, alla fine ci sono ancora posti in prima fila.
Liam scuote la testa -spingeranno come dannati, e non so se l'isolamento
dell'anello regge, preferisco esserci io dietro di te..o preferisci
qualcun altro?-
Scoppio a ridere.
-ma che ti ridi biondina- mi prende in giro lui giocando con la mia coda
di cavallo.
L'attesa scorre lenta, tra l'aumentare della gente, del caldo e dell'umidità.
Spesso sale un tizio sul palco e ci annaffia con acqua gelida. Ci
danno dei cappellini bagnati. Infine ci distribuiscono anche degli
snack energetici. Quando passa la sicurezza a ritirare tutte le
bottigliette siamo tutti in costume ormai. Noi donne siamo tutte col
pezzo sopra del costume e un paio di pantaloncini, mentre gli uomini
sono tutti a petto nudo, con i pantaloncini.
Liam aveva ragione, non appena entrano i The Lumineers, il gruppo spalla,
iniziano le spinte, e in un attimo mi ritrovo spiaccicata sulla
transenna e incollata a Liam. Le sue braccia mi dividono dagli altri
a destra e sinistra, e il suo corpo mi protegge dietro. Le sue mani
arrivano fino alle mie, alla transenna, e abbiamo le dita
intrecciate. Sento il suo cuore martellarmi sulla schiena, mentre
cantiamo a squarciagola “Ho Hey”. Certo che il destino quando ci
si mette è davvero terribile. Il ritornello di questa canzone è I
belong with You, You belong with Me, You're my Sweetheart.
Inequivocabile direi. I The Lumineers cantano una cosa come quattro
canzoni, al termine delle quali ci annaffiano di nuovo con l'acqua
gelida, mentre noi iniziamo ad urlare in attesa che escano i
Coldplay. 
Dopo circa dieci minuti, escono tutti tranne Chris. Le spinte si fanno più
forti, mentre tutti iniziano ad urlare all'unisono il
suo nome.
-stai bene?- mi chiede Liam ormai totalmente incollato a me. Mi immagino
per un momento che dietro di me ci sia un tizio che non conosco e mi
vengono i brividi.
-si, tu? Come va lì dietro?- chiedo a mia volta. Sento Liam ridere forte
-Jen, sono alto un metro e novantuno, ricordi?-
Già, un gigante, pronto a proteggermi anche al concerto dei Coldplay.
Sposto il mio sguardo sulle nostre mani intrecciate e lo stomaco mi
si stringe.
-Ciao Sydneyyyy!!!- 
Oh mio dio! Chris Martin. Chris Martin è uscito. Sta per cominciare. Mi
unisco al coro di urla, mentre lui si sistema, ridendo con gli altri
della sua band. La riconosco dalla prima nota, la prima canzone della
scaletta. E quale poteva essere se non “A sky full of stars”?
Dopo circa dieci canzoni passate a ballare, cantare e sudare tutti
insieme, i Coldplay fanno una pausa, sparendo dietro le quinte. Esce
di nuovo il tizio dello staff che ci annaffia più a lungo. Molti di
noi tirano fuori la lingua per bere.
Finalmente riescono i Coldplay, e finisce la quiete. Mancheranno al massimo
cinque canzoni, prima della fine, e le spinte riprendono più forti
che mai.
-Jen! Chiamalo ok?- mi dice Liam.
-chi devo chiamare?- chiedo, ed all'improvviso sono più alta degli altri.
Liam mi ha preso sulle spalle e mi tiene saldamente per le gambe. Oh
Dio..non so dove reggermi. Tocco un braccio di Liam e lui capisce al
volo dandomi la mano.
-chiamalo Jen!- mi dice di nuovo.
-Chris!!- urlo con tutta la voce che ho -Chris!!-
all'improvviso lui si gira e mi guarda divertito.
-Chris!!- urlo di nuovo tendendo verso di lui la mano che ho libera.
Chris afferra il microfono e viene verso di me. Oh mio dio. Oddio. Sta
venendo verso di me. Sta venendo verso di me. Non ci credo. Non ci
credo.
-ciao!- dice al microfono rivolgendomi un sorriso enorme.
-oddio ciao Chris!- esclamo. Non ci credo. Non sta accadendo sul serio.
-ciao di nuovo!- dice Chris ridendo. Poi mi prende la mano nella sua per un
attimo, lasciandola subito dopo.
-come ti chiami?- mi chiede avvicinando il microfono verso di me.
-Jennifer- rispondo.
-vuoi chiedermi qualcosa?-
ma me lo ha chiesto sul serio? Sto parlando sul serio con Chris Martin?
La mia fiamma adolescenziale? Il frontman della mia band preferita?
-fate Green Eyes ti prego- dico senza pensarci.
-Green Eyes?- mi fa eco lui ed io annuisco.
-è la nostra canzone meno popolare probabilmente- dice divertito
guardando gli altri membri della sua band.
-ti prego è la nostra canzone preferita!- lo supplico io.
-tua e di?- mi chiede Chris.
Indico Liam, sotto di me.
-oh beh..abbiamo una dichiarazione d'amore qui..che dite ragazzi, gliela
facciamo?- dice alla sua band. Loro annuiscono e Chris mi fa
l'occhiolino. Bene, ci mancava anche Chris Martin che scambiasse la
nostra canzone per una dichiarazione d'amore. Il destino ha proprio
scelto la sua direzione. Liam mi mette giù e intreccia le sue
braccia attorno alla mia vita, facendomi contorcere lo stomaco,
mentre insieme cantiamo la nostra canzone.
I Coldplay chiudono, ovviamente, con “Viva la vida”, ed alle 23.45
il concerto è finito. Subito interviene la sicurezza per farci
sfollare in fretta perché a mezzanotte lo stadio deve essere vuoto.
Quando arriviamo alla moto
Liam tira fuori il suo telefono dalla tasca e poi ce lo rimette
subito. Sto per chiedergli il casco, quando prende il mio viso tra le
mani, incatenando i suoi occhi ai miei. Mi guarda per un lungo
istante, poi annulla la distanza che c'è tra di noi poggiando le sue
meravigliose labbra sulle mie. Cerca subito la mia lingua, che gli
faccio trovare con molto piacere, e mi bacia. Dio, i suoi baci,
quanto ne desideravo uno, mamma mia. Mi lascia senza fiato, smuovendo
sciami di farfalle nel mio stomaco. Sento caldo e freddo tutto
insieme. Mi bacia ancora. Ancora e ancora.
-è il tuo compleanno Jen..tanti auguri- sussurra sulle mie labbra
interrompendo dolcemente il bacio. Ho voglia di baciarlo di nuovo, di
abbracciarlo, di fare ancora l'amore con lui.
-me lo vuoi fare un regalo?- gli chiedo, mettendo a tacere la parte
razionale di me. Ho voglia di lui, adesso.
-in realtà io te l'ho già fatto un regalo, è a casa- mi risponde
ridendo.
-no..vuoi farmi un regalo ora?- gli chiedo di nuovo.
-cos'hai in mente?- indaga con uno strano sorrisetto.
-andiamo alla casa in montagna? Voglio stare con te-
il sorrisetto si apre sul suo viso, mentre annuisce vigorosamente.
-dobbiamo passare a casa però, devo prendere le chiavi- mi informa prendendo i
caschi e le giacche a vento dal bagagliaio.
-e arriveremo all'alba, se corro- aggiunge ridendo. Ci guardiamo
un'ultima volta negli occhi, prima di montare in moto, diretti verso
casa sua.
POV Liam.
In due ore siamo a casa mia, ok ho corso un po', però ne è valsa la
pena, anche perché ora ci aspettano altre due ore per arrivare in
montagna. Smonto dalla moto, dove lascio Jen, e senza neanche
togliermi il casco entro dentro casa, cercando di fare piano.
-oddio Chris, mi hai spaventato- sussurro alla vista di mio fratello, seduto
sulle scale, con una tazza di qualcosa in mano.
-che vai cercando?- indaga lui mentre cerco le chiavi della casa in
montagna nel mobile dell'ingresso.
-le chiavi di casa in montagna- dico.
-e ci vai ora?- chiede ancora. Annuisco.
-Liam, è notte, non mi sembra prudente, perché non ci vai domani e dormi
qualche ora?-
Oh no, la paternale del fratello maggiore no. Finalmente trovo le chiavi
e me le infilo in tasca.
-Chris, c'è Jennifer di fuori, capisci?-
Chris scoppia a ridere, portandosi una mano sulla bocca per soffocare il
rumore.
-divertitevi- dice, facendomi l'occhiolino.
Esco da casa e ritorno da Jen, montando sulla moto e partendo subito.
Altre due ore di moto e siamo alla casa in montagna. Una volta
dentro, senza dirci una parola, entriamo nella mia camera da letto, e
Jen si blocca di fronte al letto. Le lenzuola sono ancora sgualcite
da quando abbiamo fatto l'amore. Ci siamo ancora noi, ad amarci,
dentro il letto.
Solo adesso mi rendo conto che è stata Jen a voler venire qua, e che l'ho
baciata a mezzanotte, e lei ha pure risposto al bacio.
L'abbraccio da dietro, lasciandole un bacio sul collo.
-nostalgia?- dico a metà tra il divertito e il malizioso. Lei però, con mia
enorme sorpresa, annuisce. Poi si gira e intreccia le sue braccia
dietro il mio collo. Ha uno sguardo strano, che non riesco a
decifrare.
-tutto bene?- le chiedo. Lei scuote la testa.
-che succede?-
Jennifer mi fissa, poi apre la bocca.
-facciamo l'amore?-
Oh..Dio.. Io rischio di morire così. Non sto sognando, mi ha chiesto sul serio
di fare l'amore. Mio Dio che qualcuno mi pizzichi.
Senza rispondere la prendo in braccio e la stendo sul letto, mettendomi
sopra di lei. Inizio a baciarla con foga mentre la spoglio e lei
spoglia me. E non posso far altro che pensare a quanto sia stupenda.
Il mio cuore rischia di esplodere. Quando siamo entrambi nudi Jen
intreccia le sue gambe intorno alla mia vita e finalmente entro
dentro di lei.
Jen è rimasta sdraiata a letto, a quattro di bastoni, mentre io mi sto
andando a fare una doccia. Ne ho seriamente bisogno, dopo tutto il
sudore del concerto e quello di poco fa. 
Sono felice dannazione. Non sono mai stato così felice dopo aver fatto
l'amore come quando lo faccio con lei. Il getto d'acqua fresca mi
rimette al mondo, togliendomi lo schifo di dosso. L'unica cosa di cui
mi dispiace è che mi toglie il suo odore dalla pelle. Resto un po'
più a lungo sotto la doccia, mentre dalla finestrella del bagno vedo
sorgere l'alba. 
Mi asciugo appena, allacciandomi l'asciugamano in vita, e torno in
cameretta. Apro la finestra e mi butto sulla poltrona, accendendomi
una sigaretta.
Jennifer si tira su sui gomiti, guardandomi male.
-stai fumando- osserva.
-ma va?- cantileno io ridendo.
-dai così sa tutto di fumo poi- sbuffa lei alzandosi.
-c'è la finestra aperta- dico indicandola. Lei fa spallucce, avviandosi
verso il bagno.
Torna dieci minuti dopo, profumata e.. nuda. Mi si para davanti, il che non
aiuta la mia già poca lucidità in sua presenza, e mi studia un po'.
Poi con un gesto secco apre l'asciugamano che avevo allacciato in
vita. Un momento cosa sta..
Jennifer sale su di me ed inizia a strusciarsi sul mio amichetto che subito si
sveglia, senza alcun problema. Mio Dio Jen, mi fai impazzire così.
Sono già pazzo di te e nemmeno stiamo insieme? Oddio..oddio. Cerco
la sua bocca mentre lei intreccia le sue mani con le mie. Poi si alza
quel tanto che basta a farmi entrare dentro di lei. E poi inizia a
muoversi su di me ed io vedo le stelle sul serio. Eppure di ragazze
ne ho avute, ma quello che provo con Jennifer non l'ho mai provato in
vita mia. Non sarà la mia prima donna, ma di certo è unica.
Raggiungiamo il piacere insieme, e Jen si accoccola su di me come un gatto. Così
la prendo in braccio e mi infilo con lei sotto le coperte. Sento gli
occhi incredibilmente pesanti, perciò la abbraccio inspirando il suo
profumo.
Quando apro gli occhi, mi rendo conto di essere da solo nel letto. Perciò
mi tiro subito su, mettendo a fuoco la figura di Jen, vestita, sulla
poltrona dove qualche ora fa abbiamo fatto l'amore, per la terza
volta.
-Liam..dobbiamo parlare- dice, quasi sottovoce. Eccolo, il momento che tanto temevo.
Questo sarà un nuovo addio, ancora più doloroso del primo, a tutto
ciò che c'è di più dell'amicizia tra di noi. Sapevo che sarei
andato incontro a questo quando mi sono lasciato andare a lei,
qualche ora fa, ma la verità è che non posso farne a meno.
Annuisco e mi passo una mano tra i capelli, alzandomi. Recupero una tuta
nell'armadio e ma la infilo. Vedo che anche Jennifer ha fatto lo
stesso, perché la tuta che indossa le sta larghissima, quindi
sicuramente è mia. Sta seduta con le gambe incrociate e i capelli
raccolti. Mi siedo sul letto, il più vicino possibile a lei.
-sono pronto- sospiro ripetendomi che ce la posso fare. Farà male, ma ce
la posso fare, coraggio.
-Liam..io lo so che avevamo detto quello che succede qui rimane qui..il guaio è
che..io non ci riesco..- sbuffa lei rilassando le spalle. Deglutisco,
invaso dal terrore.
-non ci riesci..in che senso?- chiedo.
Jennifer si prende il viso tra le mani -non ci riesco perché il minuto dopo
che mi hai baciato io voglio baciarti di nuovo. Il minuto dopo che
abbiamo fatto l'amore voglio farlo di nuovo-
-anche io Jen, anche io- dico, riprendendo a respirare.
-non so che fare Liam- sbotta.
-vieni qua- dico aprendo le mie braccia, pronto ad accoglierla.
Jen si alza dalla poltrona e mi raggiunge sul letto, sedendosi sulle mie
gambe. La circondo con le braccia.
-ricordi cosa ti ho detto mesi fa? Siamo una coppia...?-
-mancata. Una coppia senza baci ne sesso- conclude lei, come se stesse
recitando una filastrocca.
Annuisco -esatto, non ci manca più neanche quello-
Sono riuscito a strapparle una risata, che contagia anche me.
-io non capisco dove vuoi arrivare però- dice tornando seria.
-proviamoci Jen. Proviamoci a stare insieme- sbotto non riuscendo più a
trattenermi. Mi sono buttato sul serio. Mi sono buttato di brutto.
Male che vada andrò in pezzi perché lei mi dirà di no. Bene che
vada sarò l'uomo più felice del mondo.
-non voglio rinunciare a quello che siamo ora Liam! Capisci che non posso?
Non possiamo. Io so che tu ci sei per me comunque vada. So che posso
dirti qualsiasi cosa mi passi per la testa senza filtri. So che-
-ferma ferma- la interrompo afferrandole i polsi per impedirle di
gesticolare -io non voglio che il nostro rapporto cambi. Io voglio
che continui a pensare che ci sono per te comunque vada. Voglio che
continui a dirmi qualsiasi cosa ti passi per la testa senza filtri.
Voglio che continui a darmi fastidio perché la cosa ti diverte.
Voglio che continui a rubarmi un tiro dalla sigaretta, quando ne puoi
avere una, o un sorso dalla birra, quando puoi avere una bottiglia.
Voglio essere ancora il tuo migliore amico. Insomma siamo una coppia
mancata, è vero, perché ci mancavano i baci e il sesso. Non ci
manca più neanche quello. Possiamo continuare ad essere quello che
siamo ora, come siamo ora, però amarci, capito?-
-e se andasse male? Non ce la farei senza di te- sbuffa lei.
-se andasse male facciamo un passo indietro. Abbiamo fatto l'amore per la
prima volta mesi fa, e nonostante fosse difficile, siamo rimasti
amici fino ad ora- ribatto io.
-Liam, però, fare un passo indietro da una relazione non è semplice come
fare un passo indietro da una notte passata insieme!- sbotta lei
alzandosi in piedi.
Mi fa male la testa, mi sta per esplodere. Mi sento un equilibrista su
un filo, pronto a cadere, ma a un passo dall'arrivo. È una
sensazione orribile.
-per me non è stata una notte insieme, Jen, io con te sono felice come
non lo sono mai stato- ammetto e la voce mi si strozza, ma non mi
interessa -e so che pure per te è così, te l'ho visto negli occhi
mesi fa e te lo vedo negli occhi ora-
-e cos'altro vedi?- mi chiede lei, con gli occhi lucidi.
-che hai paura. Tanta paura. Forse più di quanta ne ho io-
Jennifer annuisce. Mi alzo e le prendo le mani tra le mie, guardandola nei
suoi meravigliosi occhi verdi -so anche perché, sai? Tu hai paura di
legarti, di rimanere fregata, ma fa parte della vita. Se non ti butti
non lo sai. Se non sbagli non impari. Bisogna provare. Tu ti sei
legata a me con tutte le tue forze perché sono il tuo migliore
amico, e forse dopo tutto questo tempo, hai capito che non tradirei
mai la tua fiducia. Per il resto una storia seria non l'hai mai avuta
perché hai paura dei legami, e tanto hai me..-
Jennifer mi lascia le mani e sospira, guardando il pavimento per non so quanto
tempo. E io aspetto, perché voglio che rifletta bene su questa cosa.
Anche se dentro sto morendo di paura.
Quando rialza lo sguardo trattengo il respiro, pronto a sentire qualsiasi
cosa abbia da dirmi, pronto ad incassare qualsiasi pugno, o carezza
che sia.
Invece Jen mi bacia, incollando le sue labbra alle mie ed aggrappandosi alla
mia maglietta per tenersi in punta di piedi.
-e questo che vuol dire?- chiedo, quando interrompe il bacio.
-mi giuri che ci sarai per sempre per me, comunque vada?- chiede lei,
ignorando la mia domanda.
-certo, lo sai-
-comunque vada Liam- ripete.
-comunque vada- ripeto a mia volta.
Jennifer annuisce.
-mi spieghi che vuol dire? Vuol dire “si”? Vuol dire “no”?-
chiedo di nuovo.
-vuol dire PROVIAMOCI-
POV Jennifer.
Il viso di Liam, fin'ora teso in un'espressione seria e spaventata, si
apre in un sorriso stupendo. Ridono pure i suoi occhi, incatenati ai
miei. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia di nuovo, più volte,
disegnando a forza di baci il contorno delle mie labbra. Non riesce a
smettere di sorridere.
-sei diventato rosso- osservo allontanandomi appena da lui. Liam alza gli
occhi al cielo, ma scoppia a ridere -e tu sei la solita rompipalle-
-hai qualcosa da.. chiedermi?- 
-non cambiare mai Jen- dice lui senza pensarci un secondo.
-non farlo neanche tu- ribatto io, di getto.
-e così tu mi hai chiesto due cose e io una sola- mi fa notare.
-non fa niente, è il mio compleanno e posso farlo- ribatto risoluta.
-a proposito!!- esclama Liam -aspettami qua-
esce di corsa dalla cameretta, lasciandomi lì immobile come un palo.
Sento aprirsi la porta di casa, poi la sento richiudersi e Liam
ritorna da me, porgendomi una scatola ed un biglietto.
-buon compleanno, di nuovo- 
apro il biglietto e leggo.
“Hai presente la smartbox che ci hanno regalato alla laurea? Una settimana
per due, in tutto il mondo. Si, ce l'hai presente. Ti dico che mi
sono buttato con questo regalo. Se te lo sto dando significa o che
abbiamo svoltato noi, o che non ne posso più io e ci
sto provando sul serio. Quindi apri la scatola e dimmi di si. Ti
prego.
Liam”
Apro la scatola e vedo quattro biglietti, sono biglietti aerei, lo so,
anche se l'aereo non l'ho mai preso. Li prendo e leggo il mio nome su
due biglietti e quello di Liam su altri due. Melbourne
– Roma. Roma – Melbourne. 
Solo ora mi accorgo che la scatola è tappezzata di foto di Roma
all'interno. Sul fondo leggo “Se non si fosse capito ho
scelto Roma”.
Ha scelto Roma. Andremo a Roma, insieme. Insieme. Aiuto.
-quando partiamo?- chiedo, non riuscendo a trattenermi. Volevo fare la
sostenuta, ma la verità è che non sto nella pelle.
-è un si?- mi chiede Liam divertito.
-oh si lo è eccome- annuisco io.
-l'ultima settimana di agosto- mi informa lui.
-quando i tuoi capelli saranno lunghi come quelli di tuo fratello, più o
meno- osservo, facendolo ridere. Poi poggio il tutto sulla poltrona e
con un passo lo raggiungo, abbracciandolo, e allacciando le mie
braccia dietro al suo collo.
-grazie. È un regalo bellissimo- sussurro. Poi lo bacio e lui approfondisce
subito il bacio, stringendomi di più a se. Le farfalle nel mio
stomaco si scatenano, finalmente libere.
-ho fame- dice poi, staccandosi da me.
-anche io- 
-andiamo a comprare qualcosa-
-dove?-
-vieni- dice prendendomi la mano. 
Vestiti con delle vecchie tute larghe, soprattutto per me che ne porto una di
Liam, senza giacche a vento, rimontiamo in sella alla moto. Liam
guida piano, perché la strada è sterrata e pure in discesa, ma il
viaggio è breve, perché in dieci minuti siamo in un piccolo
paesino. Liam parcheggia e scendiamo dalla moto, portandoci dietro i
caschi. Percorriamo una strada vecchio stile, fatta di sampietrini,
sulla quale si affacciano tanti piccoli negozietti. Frutteria, forno,
alimentari, pasticceria..
Arriviamo di fronte ad un negozietto la cui entrata è più piccola degli
altri, e la cui insegna recita “archetto”.
-pizza!- esclama Liam aprendo la porta per farmi entrare. Pizza. La mia droga
personale. Ne prendiamo un po' e torniamo alla moto.
-ce la fai a reggerlo?- mi chiede Liam mettendo in moto.
-si che ce la faccio- sbuffo io.
-si però reggiti pure a me- precisa. Gli passo un braccio attorno alla
vita, mentre con l'altro reggo il cartone della pizza. 
Quando arriviamo a casa, Liam tira fuori due birre dal frigo e le apre, poi
ci sediamo al tavolo, in cucina, e iniziamo a mangiare in silenzio
senza mai smettere di guardarci.
Scoppiamo a ridere quando ci fermiamo con le mani a mezz'aria, tese verso
l'ultimo pezzo di pizza.
-sai che al primo appuntamento, bisognerebbe cedere a ripetizione l'ultimo
pezzo di pizza all'altro?- dice Liam.
-perchè questo sarebbe il nostro primo appuntamento?- lo stuzzico io.
-beh..a stare insieme stiamo insieme, stiamo mangiando in due ad un tavolo,
perciò credo che, si, sia il nostro primo appuntamento- ribadisce
lui.
Stiamo insieme. Ha detto stiamo insieme. 
-stiamo insieme- ripeto.
-già- annuisce Liam posando la sua mano sulla mia. Mi accorgo di essere
rimasta solo io con la mano a mezz'aria tesa per prendere l'ultimo
pezzo di pizza. Così lo afferro e ne prendo un morso.
-che bestia che sei- sbotta a ridere Liam. Poi si alza e apre la finestra,
tirando fuori dalle tasche dei pantaloni una sigaretta e l'accendino.
Ne approfitto e allungo le gambe sulla sua sedia, girandomi per
guardarlo.
-ma fumi perché sei sexy, o l'essere sexy è una conseguenza di cui non
ti interessi?- dico masticando. Lui butta fuori il fumo e mi guarda,
inarcando un sopracciglio.
-non sapevo mi trovassi sexy mentre fumo- 
-ehm..cioè..volevo dire..-
-sei arrossita, poche scuse- dice puntandomi il dito contro e tirando un
altra boccata.
Il guaio è che non è sexy quando fuma. È sexy punto. E io devo
smetterla di parlare senza filtri. Anzi no. Ho promesso che non
l'avrei fatto e non lo farò.
-che ore sono?- chiedo, accorgendomi solo ora che il cielo ha i colori del
tramonto.
Liam tira fuori il telefono dalla tasca e guarda lo schermo, informandomi
poi che sono le otto.
-che vuoi fare? Torniamo a casa e facciamo ferragosto tutti insieme, o
vuoi rimanere qua?- mi chiede. Faccio spallucce -è uguale-
-ah.. ecco una cosa che posso chiederti.. non dirmi mai è uguale, lo
detesto, ti prego, dimmi cosa ti piacerebbe fare, poi decidiamo
insieme- ribatte lui. Sbuffo -ok, mi piacerebbe farlo tutti insieme,
come abbiamo sempre fatto-
Liam sorride -ottimo, anche a me-
-a che ora iniziano?- gli chiedo.
-aspetta, sento Chris- dice lui ed io addento un altro morso della mia pizza.
-dice a mezzanotte- mi informa poi.
Così, non appena ho finito di mangiare la mia pizza, ci sediamo sulle
scale, davanti alla porta di casa, e osserviamo il sole tramontare ed
il cielo farsi scuro, mano nella mano. Poi Liam controlla le giacche
a vento, che abbiamo lasciato nella moto, ma sono inutilizzabili.
Perciò ci rimettiamo i vestiti del concerto con sopra le felpe delle
tute che ci eravamo messi per casa e con calma ci avviamo verso casa.
Rispetto all'altra volta il ritorno è piacevole. Riesco a gustarmi il cielo
stellato, gli alberi che nella notte non si distinguono dal cielo se
non per i tronchi, i fari delle macchine che guidano nel buio, il mio
corpo addosso a quello di Liam. Stavolta non abbiamo detto addio a
tutto quello che siamo di più di amici, stavolta abbiamo preso tutto
questo “di più” ed abbiamo deciso di dargli una possibilità.
Durante il viaggio dobbiamo fermarci a fare benzina, perciò ne approfittiamo
e ci prendiamo un caffè, arrivando così a casa a mezzanotte
passata. Liam parcheggia la moto sotto casa sua e mano nella mano ci
avviamo a piedi al molo. Fortuna che ci siamo messi le felpe sopra,
perché stasera qui fa freddo sul serio.
-siamo ancora in tempo???- esordisce Liam quando raggiungiamo i nostri
fratelli con le rispettive mogli al molo. Ovviamente spaventa tutti.
Sono in cerchio attorno al fuoco, ognuno con una bottiglia di birra
in mano. Ben sta facendo un tiro dal narghilè, che a ferragosto non
può mancare.
Otto paia d'occhi si girano verso di noi e saettano velocemente dai nostri
visi alle nostre mani intrecciate, che io provo a sciogliere, ma Liam
me lo impedisce, stringendo ancora di più.
-certo che siete in tempo!- esclama Chris. Tiro un sospiro di sollievo.
Niente attenzione sulle mani, menomale. Ci sediamo vicini tra Blaine
ed Elsa. Luke ci passa due birre stappate, di cui bevo subito un
sorso. Blaine passa la chitarra a Liam, che subito inizia a suonare
note a caso.
-sorella, noi ti abbiamo mandato dei messaggi di auguri, sai, ma tu ovviamente,
telefono zero- mi dice Ben passando il narghilè a Meredith.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo -non ho avuto tempo-
Chris scoppia a ridere -Ben!! non ha avuto tempo, capito? Chissà cosa
hanno fatto questi due-
tutti scoppiano a ridere, compreso Liam che cerca di mascherarlo guardando
la chitarra.
-e dai smettetela di fare finta di niente, vi abbiamo visto per mano,
ammettetelo almeno con noi, siamo i vostri fratelli!- esclama Luke.
Vedo Liam con la coda dell'occhio che annuisce ridendo.
Chris lo addita subito -sta annuendo-
-si, sta annuendo- aggiunge Blaine additandolo a sua volta. 
Mi giro verso di Liam che stavolta annuisce vigorosamente. Ha un sorriso
bellissimo sul viso che alla luce del fuoco è ancora più
irresistibile del solito. Non riesco a smettere di guardarlo. Ha gli
occhi lucidi per il fuoco, che però brillano, ancora più di prima.
Lentamente si sporge verso di me, so che sta per baciarmi e che ci
vedranno tutti, ma non riesco a muovermi, se non verso di lui. Smette
di suonare e passa una mano dietro il mio collo, poggiando
delicatamente le sue labbra sulle mie. Cerco subito la sua lingua,
approfondendo io il bacio, con molta lentezza. Improvvisamente siamo
soli. Ci siamo solo noi. Che ci baciamo. Che stiamo insieme. Che
abbiamo deciso di darci una possibilità di essere qualcosa di più.
Parte un applauso e tanti ce l'avete fatta, ma mi arrivano ovattati, perché
l'unica cosa che importa adesso è Liam, qui, accanto a me.
POV Liam.
Mi sveglio scosso dal tremare di Jennifer, tra le mie braccia. Il fuoco
s'è quasi spento ormai e dormono tutti, tranne noi. La scuoto appena
-Jen! Jen che hai?-
-f..fr..freddo- balbetta lei tremando. Poggio una mano sulla sua fronte. Scotta da
morire.
-hai la febbre, tirati su piano, ti porto a casa- sussurro per non
svegliare gli altri. La aiuto a mettersi a sedere e mi levo la mia
felpa, rimanendo in canottiera. Si, fa freddo sul serio. Aiuto Jen a
infilarsi anche la mia felpa, poi la aiuto ad alzarsi in piedi. Passo
un braccio attorno alla sua vita e la sorreggo avviandomi verso casa.
Entro dentro casa mia il più silenziosamente possibile e per poco mi
prende un colpo vedendo mamma uscire dalla cucina.
-ciao Liam! Ciao Jenni- ci saluta leggermente confusa, sempre sottovoce.
-la porto su, ha la febbre alta- dico avviandomi verso le scale. Jennifer
si muove come un automa e non ce la fa neanche a parlare, non è
completamente lucida.
Mamma mi afferra per un braccio, costringendomi a voltarmi.
-dove la porti che le stanze sono tutte piene?- 
-da me mamma- 
Capisco che Jennifer non può salire le scale, perciò la prendo in braccio e
la porto fino in camera mia, mettendola sul letto.
Poco dopo mi raggiunge mamma, che poggia sul comodino un bicchiere
d'acqua, una pasticca bianca e un termometro.
-spogliala, dalle la tachipirina e non farla addormentare finché non senti che è
fredda- mi dice.
Libero Jen di tutti i suoi vestiti, lasciandole addosso solo l'intimo e le
faccio prendere la tachipirina. Poi mi spoglio anche io, mettendomi
un paio di pantaloncini. Qui dentro fa caldo in effetti.
-Liam devi tenerla sveglia ti ho detto!- mi intima mamma, facendomi
saltare. Pensavo se ne fosse andata, invece è rimasta dietro di me
tutto il tempo.
-mamma! Porca miseria!- ansimo poggiandomi al muro.
-devi tenerla sveglia Liam, è pericoloso- ripete indicandomi Jennifer che
sul letto dorme seduta scossa da mille tremiti. 
Mi siedo dietro di lei circondandola con le mie braccia. Le faccio il
solletico e la bacio dove capita. Lei un po' ride, un po' si lagna,
ma comunque resta sveglia a stento, mentre le controllo ripetutamente
la temperatura. Quando la sento sufficientemente fresca, mi sdraio,
facendo sdraiare anche lei e coprendoci solo con il lenzuolo.
Mi sveglio perché mamma entra in cameretta, senza nemmeno provare a
fare piano. Fortuna che Jennifer dorme ancora come un sasso. 
-come sta?- mi chiede sottovoce. Poi si sporge su di noi e poggia le labbra
sulla fronte di Jennifer.
-è fresca- mi informa.
Mi tiro su sui gomiti e guardo mamma, cercando di decifrare il suo
sguardo.
-che ti guardi?- mi dice, sistemandosi i capelli.
-tu che ti guardi- ribatto divertito.
-vieni giù, ci prendiamo un caffè?- 
-d'accordo-
Scendo dal letto rimboccando le coperte a Jennifer e mi avvicino alla porta.
-mettiti almeno la maglietta, per favore- sbuffa mamma, facendomi ridere.
Afferro al volo la maglietta che è poggiata sulla sedia e me la
metto, seguendo mamma fino in cucina.
Su un grande vassoio ci sono otto caffè lunghi americani. Mamma ne
prende uno per se e ne porge uno a me. Mi avvento sulla cannuccia,
vado pazzo per il caffè americano.
-hai contato Jennifer- osservo, guardando il vassoio.
-non dovevo?- mi chiede lei facendo spallucce.
Non rispondo, perché il fatto che mamma abbia contato Jennifer mi
ricorda che Jennifer ha dormito qui, che qui non siamo da soli alla
casa in montagna, qui siamo a casa mia. È la mia ragazza ormai, devo
smetterla di sorprendermi. La verità è che non credo mi abituerò
mai al fatto che ora posso baciarla quando mi va, posso dormire con
lei quando mi va, posso fare l'amore con lei quando mi va, posso
prenderla per mano quando mi va. E forse non voglio nemmeno
abituarmi, perché ogni volta che mi sorprendo sento lo stomaco
contorcersi e questo mi ricorda che, come dice Chris, sono cotto
senza speranza.
-sai, ho sempre sperato che fosse lei la tua ragazza- dice mamma,
risvegliandomi dai miei pensieri.
-lei chi?- chiedo io.
Mamma alza gli occhi al cielo e sbuffa -lei! Jennifer! Quella a cui stai
pensando ora con un sorriso da perfetto rincoglionito-
-non ho il sorriso da perfetto rincoglionito- protesto io.
-però stai pensando a lei- ribatte mamma, con la faccia di chi ci ha preso.
-un momento..come sai che è la mia ragazza?- chiedo, provando la solita
stretta allo stomaco sentendomi dire “la mia ragazza” e sapendo
che parlo di Jen.
-a parte che l'hai appena ammesso- mi spiega, facendomi sentire un po'
un coglione -e poi si vede-
sbuffo, che palle tutti con questo si vede. Lo vedevano tutti tranne noi, a
quanto pare.
-buongiorno- mormora Jen stropicciandosi gli occhi mentre entra in cucina. Si è
infilata una maglietta e un paio di pantaloni miei che ovviamente le
stanno larghissimi, facendola sembrare ancora più piccola.
-ciao- la saluto io schiarendomi la voce, improvvisamente troppo tenera.
-buongiorno- mi fa eco mamma, andandole incontro -come stai?-
-Lea..scusa- dice Jen abbassando lo sguardo.
-scusa?- ripete mamma.
-si insomma..io...-
-tranquilla- la interrompe mamma -è tutto ok. Vi lascio soli-
Scompiglia i capelli a Jennifer e poi se ne va.
Allungo una mano e afferro quella di Jennifer tirandola verso di me. Lei
soffoca uno sbadiglio sul mio collo, poi alza i suoi occhioni verdi
su di me e mi sorride.
-allora è tutto vero..pensavo di averlo sognato quello che è successo
ieri..- dice infilando le mani fredde sotto la mia maglietta,
facendomi rabbrividire.
Sorrido, sistemandole alcune ciocche ribelli che aveva davanti agli occhi e
prendendo il suo viso bellissimo e assonnato tra le mie mani.
-è tutto vero..siamo noi- dico stampandole un bacio sulle labbra.
-ho la febbre- protesta lei, cercando di tirarsi indietro, ma io la tengo
stretta, impedendole di muoversi. Poggio di nuovo le mie labbra sulle
sue e stavolta lei non oppone resistenza, consentendomi di
approfondire il bacio. Siamo noi ora, tutto il resto può aspettare.
  
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