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Autore: Erin87    01/01/2009    4 recensioni
Amore è sacrificio, anche nelle piccole cose, anche quando non ci piace...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un momento come quello, pieno di incertezze, ambiguità e mistero, l’unica cosa assodata era che la paranoia di Malocchio Moody stava raggiungendo vette incredibili.

L’ultima grandiosa idea che aveva partorito era stata quella di cambiare sede per ogni singola riunione dell’Ordine; inutile fargli presente che l’organizzazione della cosa, il decidere dove incontrarsi e il farlo sapere a tutti i componenti, era davvero impegnativa, per non dire “faticosa e prettamente inutile”, come sbuffò un giorno Sirius Black.

“D’accordo!” aveva sbraitato lui in risposta “D’accordo! Rimaniamo pure nello stesso luogo, facciamoci trovare da quella feccia Mangiamorte, lasciamo che le nostre famiglie vengano sterminate, perché no, l’importante è non affaticarsi troppo!”.

Il resto della congrega non aveva saputo trovare una controbattuta altrettanto forte: per prima cosa, il finto bulbo oculare di Alastor stava roteando impazzito in segno di pesante indignazione, e tutti sapevano che quando l’occhio gli roteava così era meglio assecondarlo e basta; e seconda e più importante ragione, quella che fino a quel momento era stata la sede centrale dell’Ordine, un ex bar Babbano di Soho ora gestito da maghi, era stato individuato e attaccato dai Mangiamorte dopo una soffiata di qualche talpa all’interno del Ministero.

James Potter sospirò forte, togliendosi un momento gli occhiali e massaggiandosi la porzione di naso tra gli occhi. Come per tutti, anche lui e Lily non avevano potuto opporre alcuna resistenza, ed ecco che l’Ordine della Fenice al completo ora stanziava nel lindo e accogliente salotto di casa Potter.

Avrebbe davvero preferito evitarsela, quella scocciatura; la sicurezza era importante, certo, ma sua moglie aspettava un bambino, e tutta quella confusione, i doveri di padrona di casa, le preoccupazioni derivanti dalle riunioni, davvero non le giovavano.

Come a conferma delle sue idee, Lily Potter comparve dalla cucina con un vassoio con tazze e teiera, e il volto stanco. Sul ventre le pesavano cinque mesi di vita e di amore, di cure infinite, e di speranze fragili come le tazze di ceramica che stava portando. Quelle discussioni la turbavano più del dovuto, e nessuna parola, persino nessun primo calcio di quella piccola canaglia, riusciva a scuoterla per molte ore.  

“Potresti ricordarmi quanti miliardi di volte ti ho chiesto di sederti?” le chiese, tentando di toglierle di mano il vassoio.

“Ho perso il conto, ormai, ma credo che sia più o meno lo stesso numero di volte in cui io ti ho detto che sto benissimo e che muovermi mi fa bene” rispose Lily, tenendo salde le mani sull’oggetto del contenzioso.

“Ti prego Lil, fammelo come favore personale, siediti e lasciami far finta di inciampare e rovesciare apposta il the caldo su Malocchio”.

La rossa rise. “D’accordo, a patto di non macchiare il divano”.

Grazie alla pronta collaborazione di Sirius, Malocchio finì inzuppato di the dalla testa ai piedi, – e ben lontano dal divano – e solo dopo essersi asciugato ringhiando, Silente riprese in mano il filo della discussione.

“Dunque, ora che ci siamo di nuovo tutti” Malocchio sbuffò “possiamo continuare. I turni di pattuglia li abbiamo decisi, per ogni dubbio chiedete ad Alastor, visto che è lui che li gestisce. Ora temo che dovremo passare al punto meno gradito di queste riunioni, ossia agli attacchi registrati in questa settimana. A parte i soliti attacchi isolati a Babbani sconosciuti, più bravate che veri attacchi, abbiamo registrato un solo attacco, ma pesante. Nel Somersetshire l’intera famiglia di Henry Rusker è stata sterminata”.

Profondi sospiri e gemiti strozzati fecero da eco a quest’ultima notizia.

“Purtroppo, dovevamo aspettarcelo” borbottò Moody “Un alto funzionario del Ministero in corsa per la poltrona da Ministro che difende a spada tratta i diritti dei non maghi, figurarsi” concluse amaro “Quanti erano?”.

“Era una squadra piuttosto nutrita. Ne sono stati riconosciuti alcuni, comunque, alcuni sono appena usciti da Hogwarts…” affermò il Preside, con un mezzo sorriso triste.

L’attenzione di James Potter si disconnesse alla menzione della squadra di Mangiamorte. Qualcosa nel viso di sua moglie si era improvvisamente irrigidito, rendendolo teso, vigile, ed immensamente triste. Inutile fingere che fosse per la sorte toccata ad Henry Rusker, un completo sconosciuto, o per la paura che la situazione incuteva. Lily non era tipo da lasciarsi abbattere, per quanto l’orizzonte potesse essere cupo. No, la motivazione gli era palesemente chiara, ed era il momento di discuterne, anche se faceva male.

La riunione non durò molto di più, il tempo di ricordare a tutti i rispettivi compiti e ringraziare i padroni di casa per l’ospitalità. Fu quando era impegnato a dare sonore pacche sulla schiena al suo migliore amico per salutarlo che James la vide.

Lily aveva silenziosamente avvicinato Albus Silente, intento a posare la sua tazza da the, ormai vuota, nell’acquaio. Lo stava guardando intensamente negli occhi, chiedendo risposta a una tacita domanda.

Lui aveva scosso leggermente il capo, sorridendo lieve.

“Non ha fatto niente. Non era neanche nel gruppo”.

La vide rilassarsi, come se mille anni di ansia e preoccupazione l’avessero finalmente abbandonata di colpo.

 

 

Dopo aver velocemente riassettato, James raggiunse la moglie di nuovo in salotto, in mano due tazze di the fumante.

“Grazie” sorrise grata Lily, prendendo la tazza.

“Attenta, è bollente”.

“Forse avresti dovuto avvertire anche Malocchio, prima di rovesciarglielo addosso” rise.

“Me ne ricorderò per la prossima volta” ghignò lui, sedendosi accanto a lei.

“Devo dunque dedurne che ci sarà una prossima volta?” chiese la donna, tra il divertito e lo scandalizzato.

“Assolutamente sì. In qualche maniera dovremo pur fargli capire che questa storia degli spostamenti è assurda, no?” le rispose tranquillo, allungando le gambe sul tavolino davanti a loro.

Per un po’ regno il silenzio, interrotto solo dal tintinnare delle tazze.

“Lil?”.

“Sì?”.

“Perché non hai chiesto direttamente a me se Piton era nella mischia?”.

Lei abbassò la tazza di colpo, il viso in fiamme e l’espressione colpevole.

“Come fai a saperlo?”.

James sorrise divertito mezzo nascosto nella sua tazza di the.

“Rassegnati, ti conosco come le mie tasche. E se la mia onnipotente intelligenza non fosse abbastanza, ti ho vista parlare con Silente. Allora?”.

“Io… beh, non volevo… insomma, non è davvero un mistero quel che provi per lui, no?”.

“Infatti” annuì lui sereno.

“Quindi, ecco, visti i trascorsi… non volevo farti arrabbiare… o peggio, farti pensare che, beh, magari…” s’interruppe, ormai viola in volto.

“Che magari provassi per lui qualcosa di più di un’amicizia che dovrebbe essere morta e sepolta ma in realtà non lo è poi così tanto, almeno da parte tua?”.

Lei annuì, il volto celato volutamente dai capelli.

“Sai, non è una situazione facile” mormorò, rigirandosi distrattamente la tazza tra le mani “E’ come hai detto tu, dovrebbe essere un’amicizia finita, e in teoria lo è, ti assicuro che lo è. Se domani si presentasse alla nostra porta, non credere che lo accoglierei a braccia aperte, o che gli perdonerei tutto. Assolutamente no. Sono pienamente cosciente di cos’è, e non lo prendo alla leggera. Ma… quando sento parlare di Mangiamorte, per un momento dimentico chi è, cosa è diventato, ciò che mi ha fatto, e ritorna il bambino che mi spiava dalla siepe prima di avere il coraggio di dirmi che anche io ero una strega. Poi la realtà torna con prepotenza, e io non posso non chiedermi cosa sia successo perché cambiasse così tanto. E considerata quanto la situazione sia confusa già per me, ho pensato fosse inutile e forse controproducente provare a parlartene”.

“Va bene, Lily” fece dopo un breve momento di silenzio, posando la tazza e scostandole i capelli ramati dal viso “chiariamo un paio di punti. Io mi fido ciecamente di te, e so che non mi avresti mai e poi mai sposato se non fossi assolutamente certa dei tuoi sentimenti. Quindi non ho motivo di sospettare chissà quale interessamento dietro la tua preoccupazione. Secondo: – e questo ascoltalo bene, perché è importante – voglio che ti sia ben chiaro che non devi avere nessuna paura a parlare con me, di qualsiasi cosa si tratti”.

“Lo so, tesoro, ma…”.

“Ma? Non c’è nessun ma. Io capisco le tue buone intenzioni, ma non ce n’è motivo, davvero. Io non soffro particolarmente Piton, verissimo; anzi, a essere proprio sincero lo odio, mi disgusta, è sempre stato così e di certo la mia opinione non è cambiata, né lo sarà in futuro. Ma per te è diverso, o lo era. E’ stato un capitolo fondamentale della tua vita, tanto quanto Sirius lo è stato per me. E quando ho scelto di amarti, non ti ho diviso in scomparti e ho preso solo ciò che mi piaceva. Ti ho presa a pacchetto completo. Perché tutto, tutto ciò che sei, ogni evento del tuo passato, chiunque ne abbia fatto parte, ti ha reso la donna che sei. Perché è questo, amare. Tu gli hai voluto bene, e tanto basta. Quindi non devi avere paura di ammettere che sei preoccupata che gli succeda qualcosa, o che commetta qualcosa di brutto. Non c’è niente di incredibile o di confuso in ciò che provi. Fa parte di te, sei semplicemente tu”.

C’era una lacrima tra le ciglia di Lily, incerta se scendere o meno, e lui si premurò di asciugarla.

“Così” sorrise lei “ mi ami a pacchetto unico? Completamente?”.

“Completamente” confermò lui, solenne “Se non è una prova d’amore questa, ammettere che potrei persino sopportare l’idea di Piton nel tuo passato, per amor tuo…”.

“Oh, scemo che sei!” rise Lily lanciandogli un cuscino di ciniglia “Persino l’unico atto romantico della tua vita, dovevi rovinare…”.

“L’unico? E tutto quel che ho combinato a scuola per elemosinare un appuntamento?”.

“Quelli non contano” sentenziò lei con una scrollata di spalle “Oh, senti, il bambino scalcia!”.

“Davvero?” esclamò il marito, una mano corsa subito sul pancione “Accidenti, si fa proprio sentire!”.

“Altrochè” sospirò divertita Lily “A quanto pare, non gli piace essere escluso dalla conversazione”.

“Magari invece è il segno che diventerà un asso del Quidditch!”.

“Per l’amor del cielo, James, non incominciare…”.

“Come sarebbe a dire, non incominciare…?!!”.

James Potter sbuffò forte: sua moglie davvero non capiva l’importanza di trasmettere al bambino sani valori come lo sport. Ma quando la vide sorridere, finalmente di un sorriso sereno ad appagato, mentre si accarezzava il pancione, decise che forse per quella volta – ma per quella volta soltanto!- avrebbe potuto soprassedere.

 

 

   

  
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