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Autore: ornylumi    10/05/2015    7 recensioni
Undici anni dopo la fine della guerra magica, una Hogwarts ricostruita e leggermente cambiata si prepara ad accogliere i nuovi studenti, senza sapere che un evento senza precedenti sta per segnare la sua storia. E' il primo anno per Teddy Lupin, cresciuto da sua nonna Andromeda e desideroso di scoprire il mondo magico, e per Catherine Scott, una ragazzina proveniente da un orfanotrofio Babbano. Ma lo è anche per Neville Paciock, che per la prima volta si avvicina all'insegnamento dell'Erbologia. La storia di un'amicizia che non avrebbe speranza e che diventa invece possibile, nella generazione di mezzo tra quella di Harry Potter e quella dei suoi figli.
Dal capitolo 8:
Quando il Cappello non aveva più considerazioni da fare, quando Cathy si era arresa alla sua incapacità di scegliere e la curiosità della sala si era trasformata in una noia mortale, lo Smistatore sembrò finalmente decidersi; alzando il tono di voce, in modo che tutti potessero sentirlo, dichiarò: “Non mi lasci altra scelta… Grifondoro e Serpeverde!”
*Attenzione: sono presenti spoiler nelle recensioni*
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock, Nuovo personaggio, Sorpresa, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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34


L’ultimo giorno di scuola è speciale per qualsiasi studente. Non importa che si tratti di bambini, ragazzi ordinari di un college o giovani maghi e streghe: quando gli esami finiscono, lo stress diventa un lontano ricordo e si avvicina il momento dei saluti, passare insieme le ultime ore è quasi un obbligo a cui nessuno vuole sottrarsi. In assenza di impegni che gravano sulle spalle, i ritmi rallentati dell’estate invadono le mura dell’edificio e coinvolgono ogni suo occupante, permettendogli di godere solo del meglio della scuola. A Hogwarts, quel giorno non era diverso, e ogni studente aveva voluto trascorrerlo nella maniera che preferiva: c’era chi si crogiolava sulle rive del lago nero, chi si riuniva per l’ultima volta in sala comune, chi scorrazzava liberamente per il castello o i giardini; Catherine Scott e Ted Lupin avevano scelto la Torre di Astronomia.

C’era un che di pacifico nello stare sdraiati lassù, fianco a fianco, con le braccia incrociate sotto la testa, a parlare di tutto e di niente guardando il cielo. Il tepore del sole scaldava piacevolmente la pelle, piccole nuvole bianche e gradevoli alla vista si muovevano nell’azzurro terso. Era una tranquillità che anticipava le vacanze imminenti, il meritato riposo a cui due ragazzi, che avevano affrontato molto più del semplice studio, avevano pienamente diritto.

“Ci pensi che domani saremo a casa?” chiese Teddy per la seconda o terza volta, cambiando solo i termini e l’intonazione. “Sembra passata una vita da quando siamo arrivati!”

“Già,” concordò Cathy, seguendo con il dito il profilo di una nuvola che assomigliava a un lupo, “sono successe così tante cose…”

“Sì, e quella più pazzesca è che adesso siamo amici. Se me l’avessero detto il primo settembre, gli avrei tirato un pugno”.

“Come questo?” Il dito impegnato in quella poetica attività tornò a chiudersi con il resto nella mano, mettendo in pratica ciò che Ted stesso aveva suggerito. Il ragazzo esclamò un sonoro “ahi” proteggendosi lo stomaco, ma sapevano entrambi che non si era fatto male.

“Sei matta?!”

“È quello che ti meriti. Non sono cambiate proprio tutte le cose, sicuramente non le tue battutine idiote!”

Cathy gli tenne il muso solo per pochi secondi, prima di mettersi a ridere. Ted la seguì a ruota.

“Andiamo, so bene che è cambiato molto di più… Volevo solo sdrammatizzare”.

“Sì, lo so”.

Un velo di malinconia tornò a coprirle la mente, ovattando appena la gioia di quel pomeriggio. Dal maledetto giorno in cui Young era arrivato a villa Lestrange e aveva costretto Rodolphus a scappare, Cathy aveva cercato in tutti i modi, dopo un pianto liberatorio seguito da un lungo sonno, di non pensare più all’accaduto. Definirlo difficile sarebbe stato un eufemismo, ma sapeva di dover tentare se non voleva che la rabbia e il dolore la sopraffacessero. Per sentirsi meglio, si convinceva che il suo tutore era in grado di cavarsela e per questo era senz’altro al sicuro, nascosto nei luoghi più remoti della terra in attesa che la situazione si stabilizzasse. Lei non poteva aiutarlo, doveva soltanto fidarsi di lui e credere che presto sarebbe tornato; nell’attesa, cercare di mettere a posto la sua complicata vita e ricordarsi di essere una studentessa, con ancora un mucchio di compiti da recuperare.

Forse, la sua determinazione l’aveva salvata o si era trattato di un miracolo, ma era riuscita a prepararsi in tempo per gli esami. Non solo: li aveva superati tutti e con voti accettabili, quando non addirittura buoni. Concentrarsi sullo studio era stato il miglior modo per distrarsi dal resto, soprattutto quando uno dei suoi professori era ancora Albert Young, con il quale aveva iniziato una guerra fredda fatta di sole frasi inerenti alla materia. L’intera vicenda che li aveva resi protagonisti era passata sotto silenzio, persino la fuga dal carcere di un ex Mangiamorte era stata relegata a un trafiletto della Gazzetta del Profeta. Maggie Thompson e suo fratello sostenevano che il Ministero si vergognasse dell’accaduto, poiché era stata la negligenza di un loro funzionario a causare quell’evasione, fatta passare per “grave fatalità”. Neppure loro, però, potevano sapere cosa c’era davvero dietro quella notizia; Cathy sospettava che Paciock avesse stretto un accordo con Young, non facendo parola dell’accaduto in cambio del suo silenzio su lei e Rodolphus. Questo, se da una parte le faceva rabbia perché Young sarebbe rimasto impunito, dall’altra la tranquillizzava sulla propria situazione, che era senz’altro più gestibile finché le persone a conoscenza delle sue origini restavano limitate. Non voleva ammetterlo, ma era preoccupata; anche se i suoi amici più stretti avevano accettato la cosa, non era detto che per il resto dell’Inghilterra sarebbe stato lo stesso.

“Adesso cosa farai, tornerai in orfanotrofio?”

La domanda di Ted la riscosse dai suoi pensieri e lei fu ben felice di spostare l’attenzione su altro. “Sì,” gli rispose, serena, “non ho un altro posto dove andare. Ma non sarà un problema, vivo lì da sempre e ci sono abituata. Oltretutto, non posso continuare a evitare Catherine”.

Era vero, l’aveva realizzato proprio negli ultimi mesi. Una mattina in cui un gufo le aveva consegnato l’ennesima lettera della sua educatrice, lei l’aveva letta e, invece di riporla come faceva di solito, l’aveva voltata per scriverci su una risposta. Poche righe, per aggiornarla sulle novità della scuola, che però avevano aperto un primo spiraglio nella barriera eretta tra loro. Come molte altre cose, anche i suoi sentimenti nei confronti di Catherine stavano cambiando con il tempo e, per quanto odiasse ammetterlo, iniziava a sentirne la mancanza. Costretta, in assenza di Rodolphus, a tornare in orfanotrofio per l’estate, preferiva farlo bendisposta e non sul piede di guerra. Anche se non riusciva ancora a perdonare Catherine, doveva quantomeno autorizzarsi a farlo.

“Io invece tornerò a farmi bersagliare dalla nonna,” riprese intanto Ted, molto più affranto, “sperando che abbia smesso con i suoi tentativi di farsi ammazzare. E ancora di più, spero di non beccarla in casa mentre si sbaciucchia con quell’individuo… Bleah!”

“Quell’individuo?” Cathy si voltò a guardarlo confusa. Teddy si grattò la testa con aria imbarazzata.

“Sì, beh… Alla fine avevi ragione tu. Su lei e Young. Stanno insieme, me l’ha fatto sapere nell’ultima lettera… Era tutta ingarbugliata, ma il messaggio di fondo si capiva benissimo. Me lo ritroverò intorno per tutta l’estate, ti rendi conto?”

“No! Davvero?” Sconvolta dalla notizia, Cathy si alzò a sedere, trattenendo l’impulso di ridere.

“Già… Suppongo che dovrò farci l’abitudine. Quando mia nonna si mette in testa qualcosa, non c’è verso di farle cambiare idea”.

“Beh, da qualcuno dovevi aver preso!”

Ted le lanciò un’occhiataccia, ma Cathy ne rifuggì tornando a distendersi. Si rallegrò al pensiero di ciò che tutto quello significava: in qualche modo, Young aveva ascoltato il suo consiglio di dedicarsi agli affetti e mettere da parte la vendetta. Forse c’era ancora speranza per lui, dopotutto.

“Comunque ci rivedremo presto. Maggie ha detto che pretende di averci tutti a pranzo una domenica e non penso che qualcuno oserà rifiutare, immagina che effetto avrebbero le sue lamentele sulle nostre povere orecchie… Ci sarai anche tu, vero? ”

L’aveva domandato in tono speranzoso, il che migliorò ancora l’umore di Cathy. Era sempre felice di passare del tempo con Teddy, soprattutto quando lui mostrava di apprezzare la sua compagnia. “Sì,” rispose, “non credo ci saranno problemi”.

“Fantastico! Così avremo tutti i Grifondoro riuniti prima dell’inizio della scuola. Ehi, a proposito…” Si alzò di scatto una seconda volta, colpito da un pensiero improvviso. “Non mi hai ancora detto quale Casa hai scelto! Ma è la nostra, scommetto… Siamo i migliori, abbiamo anche vinto la Coppa del Quidditch!”

Cathy sorrise. In effetti, proprio quella mattina aveva comunicato la sua decisione alla McGranitt. Scelse comunque di tenerlo sulle spine ancora un po’, lo trovava divertente.

“Però abbiamo perso la Coppa delle Case” puntualizzò, evitando di rispondere.

“Oh, solo perché siamo stati battuti dai Corvonero! Sempre colpa di Young, li ha terrorizzati così tanto da renderli più secchioni del solito. E comunque, i Serpeverde sono arrivati terzi”.

Cathy tacque, sfruttando una pausa a effetto. Con la coda dell’occhio notò l’impazienza di Ted, che faceva del suo meglio per non apparire curioso ma falliva miseramente.

“Beh?” esordì infatti, non più di dieci secondi dopo. “Devo chiedertelo un’altra volta?”

Cathy decise che era arrivato il momento, così si sollevò per accostarsi a lui, scrollando le spalle. “Che dirti… Non mi sono mai piaciuti molto i sotterranei, quindi credo di aver scelto Grifondoro”.

“Grande!” Ted strinse il pugno in segno di vittoria, dando libero sfogo alla sua esultanza. Cathy sapeva che ne sarebbe stato felice.

“Spero solo che Evan non ci resti troppo male. È mio amico e avrebbe voluto che restassi con i Serpeverde, ma quella non è mai stata la Casa giusta per me. Anzi, adesso che me ne rendo conto, avevo già scelto Grifondoro nel momento in cui vi ho conosciuti”.

Sorrisero entrambi, passando ora dallo scherzo a una più dolce complicità. Poi, Ted la sorprese ancora, aggiungendo: “Se è veramente tuo amico, lo capirà”.

“Sì, forse hai ragione”. Un tempo, il ragazzo non avrebbe perso occasione per inveire contro un Serpeverde non appena lo sentiva nominare, e questa sua reazione era una conferma di quanto le cose fossero cambiate.

“Comunque, ho deciso anche un’altra cosa!”

“Eh?” Ted sgranò gli occhi sconvolto. “Due decisioni nello stesso giorno, tu? Vuoi farmi venire un infarto?”

“Ah-ah. Prendimi pure in giro, ma è una scelta seria. Tu hai detto che da grande vuoi diventare un Auror perché è il mestiere più importante, giusto? Beh, io ne farò uno che lo è ancora di più! Un lavoro senza il quale non esisterebbero tutti gli altri!”

Ted si mostrò ancora più perplesso, proprio come Cathy si aspettava. Ma lei credeva davvero in quella scelta, aveva iniziato a ponderarla da tempo e negli ultimi mesi, dopo quel famoso scontro in villa, era diventata definitiva.

“Non ci arrivi proprio, eh? Ok, te lo dico: voglio diventare una fabbricante di bacchette!”

Oltre agli occhi, ora Ted spalancò anche la bocca, ma il seguito non fu come Cathy se l’era immaginato. Il suo amico, infatti, scoppiò a ridere fino al punto di tenersi la pancia, incapace di controllare le sue reazioni. E il peggio fu che non stava cercando di prenderla in giro, era sinceramente divertito.

“Smettila di fare così!” gli gridò, tirandogli un altro pugno. “Che ho detto di sbagliato stavolta? Senza un fabbricante non ci sono bacchette, e senza bacchette non ci sono né maghi né streghe!”

“Sì, sì… Lo so…” A poco a poco, Ted riemerse dal suo stato d’ilarità, pur con evidente fatica. “Ma non è questo il punto. Non si diventa fabbricanti da un giorno all’altro, non esiste neppure una scuola per imparare il mestiere! Ce ne sono pochissimi in giro e si tramandano l’attività di padre in figlio, come gli Olivander. Saresti una delle rare eccezioni al mondo, se non l’unica”.

“Ah”. Accidenti, quella proprio non ci voleva. Ma non si perse d’animo, ormai era troppo convinta della sua scelta, così replicò: “Be’, allora vorrà dire che romperò questa tradizione. Una volta finita la scuola, mi proporrò come apprendista di Olivander e imparerò dai migliori maestri in persona! Che ne pensi?”

“Sinceramente?” Lo sguardo scettico di Ted suggeriva già tutto. “Penso che è una follia. Ma sono contento che hai finalmente imparato a fare delle scelte, persino una così difficile. Ti servirà, nella vita”.

“Grazie, uomo d’esperienza!”

Ridacchiarono entrambi, quella volta, tornando poi a godere della reciproca compagnia senza necessità di parlare. Prima che se ne accorgessero, il sole iniziò a calare e avvertirono qualche brivido di freddo; Ted propose per primo quella che era l’alternativa più ovvia.

“Che dici, rientriamo? I ragazzi degli altri anni hanno organizzato una festa in sala comune, ci sarà da divertirsi!”

“Sì, ok. Vai pure, io arrivo tra due minuti”.

Il ragazzo acconsentì, alzandosi e avviandosi per primo giù dalla torre. Non c’era una ragione particolare per cui Cathy aveva voluto restare sola, le andava semplicemente di chiudere gli occhi e salutare gli ultimi raggi di quella giornata perfetta. Allo scadere dei due minuti si alzò, dando una scrollata ai vestiti, e imboccò la stessa strada percorsa da Ted. Fu allora che la vide: nello spazio tra due mattonelle incrinate si era formata una piccola conca, ancora ripiena d’acqua dopo la pioggerella di quella mattina. Il pensiero che allora le attraversò la mente fu repentino, indesiderato, probabilmente il più sbagliato che potesse fare; cercò di andare avanti e toglierselo dalla testa, ma non vi riuscì. Sapeva che i suoi poteri, per quanto le fossero stati d’aiuto con Rodolphus, erano ancora pericolosi e andavano tenuti a bada, poiché avevano ferito Eliza e avrebbero potuto farlo ancora. Sapeva, ormai, di riuscire a controllare sempre meglio la propria bacchetta e che avrebbe dovuto utilizzare quella, solo quella, per gli incantesimi. Ne comprendeva pienamente l’importanza, altrimenti non avrebbe scelto proprio le bacchette come lavoro futuro. Eppure, tutto questo non bastò per liberarla da quella malsana idea; voleva provarci, scoprire se ne era ancora in grado.

Sarà l’ultima volta, si disse, mentre allungava la mano sulla conca con il palmo rivolto verso il basso. In un primo momento non accadde nulla, e Cathy si preparò mentalmente alla possibilità che non funzionasse più; ma poi, piccoli centri concentrici iniziarono ad allargarsi sulla superficie, sempre di più e sempre più veloci, come se nell’acqua fosse stato lanciato un sassolino. La gioia accumulata quel giorno aveva fatto effetto, regalandole un nuovo assaggio della sua prodigiosa magia. Restò a guardare le onde per qualche secondo e un sorriso, spontaneo, le affiorò sulle labbra: tutto sommato, ci riusciva ancora.


FINE


Note & Ringraziamenti

Ebbene, siamo arrivati. Ho messo davvero la parola "fine" a questa storia, dopo 3 anni e mezzo, ma credo di non averlo ancora realizzato pienamente, visto che non sono piombata nel senso di vuoto e disperazione tipico del "e che cosa farò adesso?" che mi aspettavo. Senza dubbio però mi fa strano non dover più scrivere nuovi capitoli e so che i personaggi mi mancheranno da morire, anche se non nego una certa soddisfazione nell'aver completato per la prima volta una storia tanto lunga. Spero vi sia piaciuto l'epilogo, è una breve conclusione ai piccoli punti lasciati aperti come la famosa scelta della Casa. L'unico particolare che potrebbe stupire è l'ultimissima scena, ma ho voluto inserirla per mostrare come, nonostante Cathy abbia ormai scelto la luce, la tentazione di ricadere nell'oscurità sarà sempre presente nella sua vita (in fondo ce l'ha nel sangue!) e dovrà conviverci ogni giorno.

Beh, detto questo, passiamo al piccolo tease che vi avevo promesso. Siete pronti? *rullo di tamburi* C'è una possibilità, piccolina piccolina, (ma prendetela proprio come tale!) che in futuro scriva un seguito di questa storia. In tempi brevi non se ne parla per varie ragioni, tipo il fatto che la mia ispirazione si è al momento spostata altrove e soprattutto che non c'è ancora una trama definita, solo piccoli dettagli qui e lì che potrebbero eventualmente formarla. Quello che posso dirvi è che ci sarebbero i Malfoy, un nuovo nemico in vista e la solita buona dose di misteri. Alcuni particolari che ho inserito nei capitoli precedenti e potevano sembrare casuali in realtà non lo erano - tipo il fatto che Ginny stesse poco bene e l'articolo di giornale letto da Neville - ma si ricollegherebbero a questo possibile seguito. Mi piacerebbe davvero tanto scriverlo, perché sento che questi personaggi hanno ancora molto da raccontare e nuove avventure da vivere, ma ovviamente si dovrà vedere se la mia fantasia ne è in grado o si è esaurita tutta per questa storia..! Se voleste essere informati nel caso la scrivessi, fatemelo sapere ;)

E adesso veniamo al punto a cui tengo particolarmente, i ringraziamenti. Su questo sito si parla tanto dello scrivere per se stessi o per gli altri, sull'importanza delle recensioni e delle visite, e ho letto negli anni le opinioni più svariate, perciò vorrei approfittare di questo spazio per dire la mia. Io scrivo per me stessa, perché mi piace e mi fa stare bene, tant'è che lo faccio da molto prima che esistesse EFP o si usasse Internet in generale; però pubblico per gli altri, perché se non mi interessassero le letture e opinioni altrui non perderei tempo e fatica ad aggiungere l'html e cercare di perfezionare il lavoro il più possibile, lo terrei nel mio hard disk e tanti saluti. Scrivere è bellissimo, ma far arrivare le proprie idee a qualcuno che sa apprezzarle, criticarle o comunque ampliarle con le sue opinioni è assolutamente fantastico. Non solo: se non avessi pubblicato qui la storia e ricevuto una così bella accoglienza da parte vostra, probabilmente non sarei mai arrivata a finirla, perché l'impegno è stato notevole e senza il pensiero costante di aggiornare avrei finito per abbandonarla. E' per questo che meritate un grosso ringraziamento, per aver permesso a questa fanfiction di vedere la fine. E non parlo solo delle recensioni, per quanto siano state il contributo più forte, ma anche dell'inserimento nelle varie liste e delle semplici visite. Siete TUTTI importanti per me, nessuno escluso, e vorrei che questo fosse chiaro. Allo stesso tempo, però, vorrei inserire dei ringraziamenti più specifici per alcune persone che davvero li meritano, e mi perdonerete se dilungo ancora un po' queste maxi note - è l'ultimo capitolo, siate comprensivi! :) Alcuni di loro magari non leggono nemmeno più la storia, ma non importa, perché ne hanno dato comunque un grosso contributo. Seguiranno il semplice ordine alfabetico, onde evitare incomprensioni. Un grazie speciale, quindi, a:

- Aven90, l'amico di bacheca nelle mattinate altrimenti solitarie, per aver recuperato tutti i capitoli e averne recensiti gran parte, sorbendosi anche quelli più lunghi che non tanto sopporta :)
- Bijou90, per avermi dato il suo appoggio sia su EFP che al di fuori, fin dai primi tempi in cui "La Rosa Sanguigna" ha visto la luce
- Circe, la prima ad aver letto e dato fiducia a questa storia, quando ancora nessuno la considerava e le recensioni erano in numero binario
- DarkViolet92, per non avermi mai fatto mancare il suo supporto negli ultimi capitoli, dandomi una gran carica per proseguire
- Fanny Lestrange, la miglior lettrice e commentatrice che uno scrittore possa desiderare, per le sue lunghe e approfondite recensioni. Non ti sento da tanto, spero che tu stia bene!
- holls, che si è avvicinata a una storia del tutto diversa da ciò che legge di solito e nonostante questo se n'è appassionata, riempiendomi di gioia. Spero che un giorno tu possa arrivare fin qui a leggere queste note
- Lady Viviana, per aver recuperato taaantissimi capitoli in poco tempo e averli recensiti davvero TUTTI, senza paura di farmi notare anche i punti che non la convincevano. Non sono stata sempre d'accordo, ma ti ringrazio moltissimo per l'impegno e l'onestà!
- MedusaNoir, perché grazie a lei il prologo di questa storia è arrivato secondo su un'enormità di altri, facendomi ottenere - con orgoglio - il fantastico banner che trovate nella mia pagina autore
- Mitsuki91, perché c'è sempre stata, perché aspettava quest'epilogo con trepidazione e perché il suo commento al capitolo "rivelatore" mi fece troppo ridere :)
- Sakimoto_Misa, per le recensioni lunghe e appassionate che mi hanno rallegrato le giornate. Chissà se leggi ancora la storia, spero abbia continuato a piacerti
- severus89, per aver recuperato - anche lei - tanti capitoli a tempo di record e aver lasciato sempre un segno (apprezzatissimo) del suo passaggio
- ShiningCrow, a cui questa ff è piaciuta così tanto da segnalarla per le scelte. Non credo ne farà mai parte, dato il tempo trascorso, ma ti ringrazierò sempre per il tuo fantastico gesto
- Sia_, per l'entusiasmo con cui ha letto e recensito un sacco di capitoli, trovando in Ted&Cathy una vera e propria ship! Se sei arrivata fin qui, credo che l'epilogo sarà stato di tuo gradimento
- Valpur, per il suo approfondito commento ottenuto grazie a un contest che mi è stato davvero utile

In conclusione, GRAZIE a tutti voi per esserci stati. Avete permesso a una storia che, diciamolo, per gli standard di chi frequenta questo sito è il massimo della sfiga - rating verde + nuova generazione + nuovo personaggio + no pairing, vogliamo parlarne? - di ritagliarsi il suo piccolo spazio in un enorme fandom.

Manca qualcosa? Ah, giusto, per il rinfresco seconda porta a sinistra. Per una gallery dei nostri beniamini, invece, passate dalla mia pagina facebook, troverete dei disegni digitali che feci tempo fa e corrispondono, più o meno, a come immagino i personaggi. Arrivederci a presto!

Orny
   
 
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