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Autore: La bambina fantasma    10/05/2015    5 recensioni
Cosa ci fa' Hermione Granger sola, per le strade di Londra la Vigilia di Natale?
E perché mai Fred Weasley si trova con lei?
Una storia che parla di seconde occasioni e del coraggio di aprirsi ancora una volta all'amore.
***
Non sono molto brava nel riassumere le trame, ma spero ugualmente possiate dare una opportunità alla storia.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Contesto generale/vago
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Epilogo(1)
Epilogo

Two Years Later

The words have been drained from this pencil,
Sweet words that I want to give you,
And I can't sleep,
I need to tell you
Goodnight...

Era appena scoccata la mezzanotte quando una figura incappucciata si materializzò nel giardino della Tana, avanzando circospetta nel buio. L'uomo sbuffò, scuotendo la testa, mentre dalla mantella cadevano fitte goccioline di pioggia e gli stivali infangati s'infrangevano sonoramente in un gruppo di pozzanghere. Giunse alla porta sul retro, quella che dava sulla cucina, e con un deciso movimento della bacchetta la aprì. Un aroma intenso lo investì, facendolo sentire immediatamente a casa: pan di zenzero, pudding, tacchino arrosto e patate col rosmarino; tutti i profumi della cena che si era da poco consumata e di cui ancora restava qualche avanzo.
Si tolse il mantello e asciugò i propri indumenti fradici con un incantesimo, riportando indietro i capelli che gli si erano appiccicati alla fronte. Trangugiò velocemente e con voracità alcune pietanze recuperate qui e là, seduto in equilibrio precario su uno sgabello a cui era stato mozzato un piede. Alla fine bevve un sorso di succo di zucca e si diresse in salotto.
Passando in prossimità delle scale, poté udire il russare sommesso proveniente dalle camere da letto e il rumore del lieve borbottio di sua madre, la quale continuava probabilmente ad inveire contro di loro persino durante il sonno. Sorrise appena, muovendosi piano perché le travi del vecchio pavimento non scricchiolassero, varcando la soglia del salone riccamente addobbato a festa, in fondo al quale svettava il grande abete che lui e i suoi fratelli erano stati costretti a cercare dietro minaccia di sua sorella. Al di sotto, decine di pacchi di ogni forma, colore e dimensione, tutti impazienti di essere consegnati e scartati dalla persona alla quale erano destinati. Uno in particolare attirò la sua attenzione, di un bel rosso sgargiante e avvolto in un lucente nastro dorato: i colori della sua casa quando era ad Hogwarts. Vi era attaccato un piccolo biglietto di pergamena un po' ingiallito, scritto con una calligrafia piena ed elegante. Certo ormai che si trattasse di quello che stava cercando e illuminato appena dal fuoco del camino poco distante, si accovacciò e allungò le mani
       - Fermo lì! - lo ammonì qualcuno, facendolo sobbalzare - Cosa pensi di fare, eh?! - si fermò e girò lentamente la testa, notando solo in quel momento la figura mezza distesa sul vecchio divano e coperta da una delle pesanti coperte lavorate a maglia da Molly Weasley
       - Che domande! Ovviamente stavo cercando di aprire il mio regalo.
       - Non oserai, Fred Weasley! Mi hai sentito bene?! - Hermione lo fissava con un cipiglio severo, puntando il lungo e affusolato dito indice contro di lui - Guai a te se solo provi ad aprirlo prima di domattina.
       - Andiamo Granger, non pensi che questo uomo stanco meriti un premio dopo aver vagato per delle paludi puzzolenti la Vigilia di Natale?
       - Siete stati tu e tuo fratello ad insistere per andare, non riceverai alcuna pietà da me! - in quel momento Fred si accorse che quello che era iniziato come il solito battibecco tra loro, si stava velocemente tramutando in una vera e propria discussione. Hermione doveva sentirsi ancora risentita perché l'aveva lasciata sola, ma se lui e George non avessero sfruttato quell'ultima notte di plenilunio per raccogliere le erbe di cui avevano bisogno, mettere a punto la nuova pozione si sarebbe rivelato un lavoro ben più lungo e complesso, che lo avrebbe assorbito troppo per i mesi successivi. Sospirò, alzandosi in piedi ed avvicinandosi
       - Pensi che riuscirai a farmi un po' di spazio? - chiese, conoscendo già la risposta
       - Non ne ho alcuna intenzione! - roteò gli occhi, a metà fra l'esasperato e il divertito
       - Chissà perché lo immaginavo. - disse, e senza concederle il tempo per replicare la sollevò di peso, sedendosi a sua volta con lei in grembo, avvolgendo entrambi con la coperta. Hermione strabuzzò gli occhi, mordendosi un labbro, e Fred seppe con certezza che stesse trattenendo un sorriso
       - Cosa credi di fare, adesso? - gli chiese, tentando inutilmente di mantenere un contegno altezzoso
       - Credo mi verrà in mente qualche idea...
       - Oh no, mio caro!
       - Andiamo Granger, lo sappiamo entrambi che lo vuoi anche tu.
       - Ma che presuntuoso! Io non voglio proprio nulla da te, chiaro?
       - Chiaro, chiarissimo. Limpido come l'acqua. - rispose incolore, iniziando a dedicarsi alle sue caviglie gonfie con un massaggio - Piuttosto perché non ci spostiamo in camera da let... ahia! Insomma Hermione, almeno nella tua condizione potresti cercare di smetterla di comportarti così violentemente, non fa' bene agitarsi, sai?
       - Sei tu l'unico che mi fa' agitare!
       - Su su, adesso basta. Non vorrai che i bambini sentano la mamma e il papà litigare, vero? - poggiò amorevolmente una mano sul pancione di Hermione, accarezzandolo e accostando il viso - Voi non dovete assolutamente preoccuparvi, bambini, la mamma scherza! In realtà, non potrebbe mai vivere senza il papà, solo che non vuole ammetter... ahi! Merlino, Granger, vuoi per caso uccidermi?!
       - Smettila di dire sciocchezze, allora!
       - Non puoi picchiarmi davanti ai bambini, che figura pensi che mi faccia fare?
       - Quella dello sciocco.
       - Esattam... Ehi! - ma si fermò, vedendola sbadigliare - Sei stanca? - chiese, malcelando una certa preoccupazione
       - Non troppo. - rispose lei, non volendo indulgere sulla questione
       - Andiamo di sopra, starai più comoda in camera. - fece per alzarsi, ma si sentì bloccare per un braccio
       - No! Restiamo ancora un po' qui, si sta bene. - lo implorò, adagiando la testa nell'incavo del suo collo, cullata dal lento crepitio del fuoco e dal caldo abbraccio del ragazzo, e sospirò. Fred la osservò, poi sorrise, baciandole la testa
       - Va bene, - acconsentì, stringendola di più a sé - ma solo un po'.

...When we're together I feel perfect,
When I'm pulled away from you I fall apart,
All you say is sacred to me,
You're eyes are so blue,
I cant' look away,
As we lay in stillness
you whisper to me...

Si risvegliò quando l'orologio a pendolo riprese a rintoccare, all'una esatta. Si stiracchiò, irrigidito dalla scomoda posizione che aveva assunto durante il sonno, per poi ricordarsi di avere ancora Hermione tra le braccia, placidamente addormentata. Sorrise, ricordando quella volta in cui le aveva detto che quando dormiva era l'unico momento in cui riusciva a starsene tranquilla
       - Se la pensi così, allora forse dovresti fidanzarti con una bambola gonfiabile. - lui non aveva capito cosa intendesse, ma era quasi certo si trattasse di un insulto bello e buono. Aveva anche tentato di chiedere ad Harry, che essendo cresciuto tra i babbani ne sapeva più di lui su certe faccende, ma quando gli era scoppiato a ridere in faccia, aveva deciso che quella conversazione era meglio tenerla per sé.
Udì un mormorio e si voltò nella sua direzione, temendo di averla svegliata con qualche movimento brusco. Fortunatamente dormiva ancora e, borbottando qualcosa di incomprensibile, si mosse appena, accarezzandosi inconsciamente il ventre. Fred pensò che, probabilmente, i bambini si stessero muovendo. Così, preso dalla solita emozione che lo coglieva ogni qual volta pensava a loro, depose delicatamente la mano accanto a quella di Hermione, sperando che questo non la destasse. Sentì il battito del cuore accelerare quando percepì contro il palmo la forma di quello che avrebbe dovuto essere un gomito o un ginocchio, ammonendo mentalmente il bambino affinché lasciasse riposare in pace la madre. Sapeva che non doveva essere stato facile per Hermione, costretta al riposo forzato dal lavoro e da qualsiasi altra attività potesse causarle un accumulo di tensione, con Molly sempre disponibile, troppo disponibile ad esaudire ogni suo bisogno, anche quelli di cui lei stessa ignorava l'esistenza. Ma vederla affrontare anche quell'ennesima sfida come ogni altra nella sua vita, gli aveva fatto comprendere ancor di più quanto fosse fortunato ad averla al suo fianco e per questo motivo si era impegnato sempre più nel lavoro, per poter trascorrere gli ultimi mesi della gravidanza a sua completa disposizione
       - Pensi mai a come potranno essere? - chiese all'improvviso Hermione, che nel frattempo si era svegliata, la testa adagiata contro lo schienale del divano
       - Sempre. - le aveva preso la mano, stringendola appena
       - A volte ho paura, - ammise incerta - pensando a tutte le cose che potrei sbagliare.
       - Il perfetto prefetto che ha paura di non riuscire a fare qualcosa? Questo sì che è un giorno da ricordare!
       - Non prendermi in giro, sono seria.
       - Anch'io lo sono e sarai perfetta, come sempre.
       - E come fai a saperlo? - non accadeva spesso che mostrasse così apertamente le sue debolezze, ed ecco perché Fred si decise a parlare
       - Perché Fred Weasley non sposerebbe mai una donna che non fosse perfetta come lui.
       - Perfetto, ma fammi il piacere! Se tu lo sei, io allora... scusa, che cosa hai detto? - si era bloccata a metà della frase, improvvisamente consapevole delle sue parole
       - Ho detto...
       - Sì, lo so cosa hai detto! Non sono sorda, sai?!
       - Ma allora...
       - Merlino, Fred, volevo solo essere sicura che tu sapessi ciò che avevi detto.
       - Vorresti insinuare che di solito parlo a vanvera?
       - Non 'di solito', - lo corresse - 'sempre'.
       - Se è così, allora me lo rimangio!
       - Non puoi farlo!
       - Sì, invece, visto che sono stato io a farti la proposta, è tra i miei diritti.
       - Ma se non è neanche stata una proposta!
       - E tu come la chiameresti, scusa?
       - Diciamo che mi hai semplicemente spiattellato la cosa in faccia, come al solito.
       - E io che pensavo saresti stata felice, donna ingrata!
       - Della tua non proposta di matrimonio? Non farmi ridere!
       - Bene, allora vuoi sposarmi sì o no?!
       - Certo che voglio!
       - Bene!
       - Bene! - e rimasero così, a fissarsi in cagnesco per minuti interminabili, fino a quando Fred non si sciolse in una risata gioiosa
       - Vorresti l'anello? - al che Hermione sorrise, di un sorriso tanto bello da scaldargli il cuore, e annuì. Fred glielo porse, in un raffinato astuccio di velluto, un anello con un diamante non troppo vistoso e dal taglio semplice, come l'avrebbe scelto lei
       - Posso? - le chiese, improvvisamente nervoso, adducendo al suo anulare
       - Devi. - e fu in religioso silenzio che quella promessa venne siglata, mentre entrambi riuscivano a stento a trattenere le emozioni - Grazie.
       - Dovere. - Hermione si accoccolò di nuovo contro di lui, temendo che il petto potesse esploderle a causa di tutta quella felicità
      - Ti amo.
       - Anche io ti amo, Hermione. - un momento perfetto, nulla avrebbe potuto rivinarlo - Hermione?
       - Mmh?
       - Dici che adesso potremmo andare a letto?
       - Oh, Fred!

…Marry me,
promise you stay with me,
Oh you don't have to ask me,
You know you're all that I live for,
You know I'd die just to hold you,
Stay with you...

Presi com'erano a battibeccare e scambiarsi effusioni, nessuno dei due si accorse della macchia rossastra che sfrecciò su per le scale, incespicando sui gradini nel titanico tentativo di non provocare alcun rumore. Ginny Weasley giunse trafelata al piano superiore, tirando un lungo sospiro di sollievo
       - Ebbene? - sua madre la guardava, in trepidante attesa
       - Gliel'ha chiesto...
       - E lei? - chiese a sua volta in un bisbiglio il padre
       - Ha detto sì! - tutta la famiglia esplose in esclamazioni di giubilo, per essere solo un istante dopo zittiti da Ginny
       - Il mio bambino... - disse Molly, commossa - chi avrebbe mai immaginato che le cose sarebbero andate a finire così.
       - Probabilmente neanche Hermione l'avrebbe mai immaginato, fino a qualche anno fa. - commentò Harry, con un sorriso
       - Oh, ci sono talmente tante cose da preparare! - continuò la suocera, emozionata - Le partecipazioni, i fiori, il cibo e poi il vestito... Oh, Hermione sarebbe splendida con un bel vestito bianco... - tutti emisero un gemito - ...e il giardino! Arthur, dobbiamo assolutamente disinfestare il giardino da quei maledetti gnomi!
       - Mamma, non pensi di stare correndo un po' troppo?
       - In effetti...
       - Arthur!
       - Molly cara, tra un po' ci saranno anche i bambini di cui prendersi cura e non credo che...
       - Oh, sciocchezze! Ci sarò io ad aiutarli...
       - Non voglio assistere a questa carneficina!
       - George!
       - George!
       - Papà!
       - Arthur!
       - Molly...
       - George!
       - Ginny!
       - Harry!(1) - tutti si voltarono verso quest'ultimo, che abbassò lo sguardo, mortificato da quella sua uscita infelice
       - George, quando diamine sei arrivato?!
       - Ginny, modera il linguaggio!
       - Scusa, mamma. - continuò - George, potresti per favore dirci quando diamine sei arrivato? - Harry ridacchiò
       - Si da' il caso che sia qui da un bel po' di tempo, ma eravate così impegnati ad origliare quei due al piano di sotto che non ve ne siete neanche accorti.  
       - Noi non stavamo affatto origliando!
       - Oh, andiamo mamma! Abbi almeno la decenza di ammetterlo...
       - George!
       - Papà, anche tu! Pensavo fossi l'unico con ancora un po' di sale in zucca in questa casa... e invece! - scosse il capo - Ah, che famiglia! - concluse, con espressione grave
       - Oh, finiscila! Piuttosto, tu cosa stavi facendo? - lo accusò Ginny
       - Assolutamente nulla. - rispose con una espressione angelica
       - Ah, no?
       - Certo che no.
       - E tu pensi davvero di darmela a bere?
       - Donna di poca fede.
       - Vi 'spiace?! - giunse un urlo dal piano inferiore - Starei cercando di amoreggiare con la mia futura moglie!
       - Fred!
       - Andiamo Granger, non essere così imbarazzata! Abbiamo fatto anche di pegg... ahia! Non ci credo, ancora?!
       - Oh sta' zitto e baciami. - disse, mentre il resto della famiglia si ritirava silenziosamente nelle proprie stanze ed Hermione si lasciava trascinare dai baci e dal suono contagioso della risata di Fred. Era finalmente arrivato Natale.

...So many nights I cried myself to sleep,
Now that you love me I love my self,
I never thought I would say this,
I never thought there'd be
you.

Evanescence – You

Note:

・    A onor di cronaca, in questo epilogo Harry e Ginny sono già sposati ed Hermione dovrebbe trovarsi all'incirca intorno al sesto/settimo mese di gravidanza.
・    (1)Piccola gag presa in prestito dal film di animazione “Shrek 2”.

Spazio Autrice:
Non saprei neanche da dove iniziare per chiedere scusa: avevo promesso che l'epilogo sarebbe stato online entro breve tempo, ma alla fine sono trascorsi mesi. Spero che la lettura valga l'attesa.
Non me lo sarei mai aspettata, ma sono triste al pensiero che questo sia l'ultimo capitolo – anche se non l'ultima volta in cui vedremo questi due all'opera. Sebbene non si tratti di un capolavoro imperdibile, è pur sempre un racconto al quale ho dedicato tempo e affetto, e spero vivamente che questo possa trapelare dalle mie parole.
Ringrazio dal più profondo del cuore tutti quelli che hanno recensito e inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Fatemi sapere cosa ne pensate e confido di poter ritornare quanto prima con le one-shot a cui avevo accennato nello scorso capitolo e che dovrebbero servire a completare l'arco narrativo dei miei Fred ed Hermione.
A presto,
La bambina fantasma.
   
 
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