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Autore: Andree Nicole    12/05/2015    0 recensioni
Un piccolo oggetto come un accendino può cambiare una vita.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don't be afraid. 
It's only love.
Love is simple.


Chapter 1 - Lighter.

L'anno scolastico per Cass era finito male. Nonostante lei per quattro anni fosse stata la miglior studentessa del suo Liceo, negli ultimi 9 mesi non era stata capace di concludere nulla.  
Per la prima volta fu bocciata, anche se sembrava assurdo; sia a lei che ai suoi compagni, ed anche ai professori.
Il giorno della comunicazione della bocciatura fu molto pesante; ma prima di continuare col racconto conviene parlare della sua famiglia.
Cass risiedeva in un piccolo appartamento a Parigi. Conviveva con sua madre, Desirée, e suo fratello, Leon.  Nessuno dei due figli di Desirée (che per comodità chiameremo D., essendo lei una figurante in questa storia) aveva mai conosciuto suo padre, ma, almeno apparentemente, per loro non sembrava essere un problema.
Le condizioni economiche della famigia non erano ovviamente delle migliori, nonostante D. lavorasse più di 10 ore al giorno, ma nemmeno avevano un granché da lamentarsi. L'unica cosa che si poteva criticare era l'assenza genitoriale; ma Cass e Leon erano abbastanza uniti da riuscire a non pensarci.
Ognimodo, riprendiamo il discorso precedentemente abbandonato: Come già detto, quella fu una giornata molto pesante: Tutto si poteva aspettare D., tranne una bocciatura. 
D. e Cass discussero tutto il giorno, e ovviamente D. decise di punire la nostra protagonista.
"Tu cambi scuola." 
Per Cass fu un colpo al cuore. Non poteva abbandonare tutto, così, di botto. I suoi amici, i suoi professori... Per non parlare delle  problematiche che avrebbe implicato un cambio del genere. Lei non era solare, spigliata o estroversa, quindi doversi rifare tutti gli amici da capo sarebbe stato impossibile per lei.
Riluttante, però, non poteva fare altro che accettarlo. In fondo avrebbe avuto 3 mesi per convincersi: ce l'avrebbe fatta. 

L'Estate passò in fretta, come ogni anno badò a Leon, e lesse. Lesse, lesse, e lesse ancora.
Così, dopo vari preparativi e acquisti pre-scolastici, arrivò il momento cruciale: Il primo giorno.
Si svegliò tardi. Si lavò, e vestì in fretta: Una semplice maglia grigia, non troppo stretta, dei jeans skinny chiari, e le sue amatissime Vans. Uscì dalla sua camera di fretta, e trovò D. già pronta ad accompagnarla;
Salutò Leon, e si diresse verso la macchina con la madre. Non ci misero molto ad arrivare, ma a Cass sembrò un'eternità. Il viaggio fu "immerso" nel più totale silenzio, e questo non la aiutò visto che già era divorata viva dall' ansia.
Arrivarono davanti al cancello, dove erano riuniti la maggior parte degli studenti. Molti si abbracciavano, altri fumavano, alcuni dormivano, mentre altri ancora stavano arrivando.
Cass era come inchiodata sul sedile. Le girava la testa, aveva il fiato corto, e stava iniziando a sudare freddo, quando la D. la risvegliò da quella speciedi trance.
La scosse, e le disse di scendere. Senza replicare Cass obbedì. Scese, e si ritrovò davanti una massa di adolescenti; impotente ed impaurita, si diresse verso una parte un po' più isolata della facciata principale. Frugò nella tasca davanti dello zaino, e afferrò il suo pacco di tabacco; lo aprì. Perfortuna era stata abbastanza previdente da girare un drummino la sera prima. Lo tirò fuori, frugò nelle tasche dei pantaloni alla ricerca di un accendino, inutilmente. 
Ritornò nel pallone. Non aveva un accendino. Avrebbe dovuto chiederlo. Ma come? Quando? A chi? Avrebbe disturbato? Avrebbero riso di lei? 
Mentre era alquanto impegnata a logorarsi dentro, non si accorse minimamente di un ragazzo, che dopo averla fissata per 2-3 minuti buoni, ora si accingeva ad avvicinarsi.
Era altro e magro, ma non troppo, i capelli scuri sparati col gel, abbastanza lunghi da ricadere leggermente sugli occhi grandi, color nocciola, profondi come due pozzi.
Vestiva in modo molto particolare, il tutto risaliva molto allo stile dei The Kooks, il quale non faceva altro che esaltare i suoi occhi, e le sue mani, affusolate e grandi.
Il ragazzo si sedette vicino a lei, e osservandola gli scappò un sorriso. Guardò un attimo insù alla ricerca delle parole giuste, e poi, col tono più dolce che potesse assumere si girò verso di lei e le pose una domanda. Molto semplice, ma che a Cass cambiò radicalmente la vita.
"Serve un accendino, per caso?"
Interdetta, Cass si girò, e quasi sobbalzò alla vista del ragazzo. Così spaventosamente vicino. Spaventosamente alto. E bello, spaventosamente bello.
"Come... scusa?"
 Lui sorrise, lei morì dentro.
"Ho detto: Serve un accendino, per caso?"
"Oh... Sì. Grazie." Il ragazzo tirò fuori dalla giacca marrone un accendino, e lo porse a Cass. Lei fece per prenderlo, quando avenne il contatto. Si sfiorarono le loro mani, e come se fosse scoppiata una scintilla, contemporaneamente si fissarono. A vicenda, dritti negli occhi.
A Cass, per la prima volta in vita sua, si annodò lo stomaco dall'emozione.
Il ragazzo, nel frattempo, invece sembrava essersi perso in quegli occhi scuri, contornati da un velo di trucco nero. Si riscosse da quella fase di imbambolamento, e sorrise, abbassando il viso.
"Scusa...scusami, non so cosa mi sia preso. Tieni l'accendino!" Cass, ancora persa nelle sue emozioni ci mise qualche secondo ad elaborare ciò che lui le aveva detto. Scosse leggermente la testa, arrosendo e abbassando il viso lasciò che i capelli la coprissero. Accese il drumm, e tirò il più forte possibile, sperando di morire sul colpo; lui continuava a fissarla, quando Cass girandosi gli porse l'accendino. Lui si alzò, sorridente, le afferrò la mano e la strinse.
"Piacere di averti conosciuta, io sono Mael. Ci vediamo."
 
   
 
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