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Autore: 9Pepe4    12/05/2015    2 recensioni
Di fronte a lui, Tauriel e Legolas erano in piedi l’uno accanto all’altra. Tenevano la schiena dritta e sembravano soldati pronti a far rapporto, ma i loro occhi erano pieni di nervosismo.
Prima che l’ansia nella stanza si facesse insopportabile, Thranduil mise da parte penna e foglio ed alzò lo sguardo sui due giovani.
«Allora» esordì, con voce spaventosamente calma, «sareste così gentili da spiegarmi cos’è questa storia?»
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Galion, Legolas, Tauriel, Thranduil
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capelli verde pallido

Thranduil sedeva alla propria scrivania, appuntando alcune frasi su una pergamena giallastra. Il grattare della sua penna era l’unico suono percepibile.
Di fronte a lui, Tauriel e Legolas erano in piedi l’uno accanto all’altra. Tenevano la schiena dritta e sembravano soldati pronti a far rapporto, ma i loro occhi erano pieni di nervosismo.
Prima che l’ansia nella stanza si facesse insopportabile, Thranduil mise da parte penna e foglio ed alzò lo sguardo sui due giovani.
«Allora» esordì, con voce spaventosamente calma, «sareste così gentili da spiegarmi cos’è questa storia?»
Tauriel si toccò la mano destra – che era fasciata da una benda bianca – e gettò una rapida occhiata a Legolas. Mentre i capelli di lei erano del loro consueto colore ramato, quelli del principe erano di un inedito verde pallido.
«Ecco…» esordì Tauriel, incerta. «È stata colpa mia, mio signore».
«Oh?» fece Thranduil, guardandola con un sopracciglio inarcato.
«In realtà, padre» si affrettò ad intervenire Legolas, «anch’io ho una parte di responsabilità».
Tauriel spostò gli occhi sul principe. «Ma cosa…»
«È la verità» asserì Legolas, girando la testa verso di lei. «Se non ti avessi esasperata…»
«Silenzio, tutti e due» impose Thranduil, prima che la cosa degenerasse in un battibecco senza fine. Non alzò la voce, ma al suo comando ammutolirono entrambi e tornarono a guardarlo.
Lui si massaggiò le tempie. «Proviamo con una domanda semplice. Perché i capelli di Legolas sono di quel colore?»
Tauriel si morse il labbro. «Perché io glieli ho tinti, mio signore».
«Glieli hai tinti».
«Sì, mio signore».
Con un lieve sospiro, Thranduil si rilassò contro lo schienale intagliato del proprio scranno. «Posso sapere in che modo?»
Legolas gettò un’occhiata fugace a Tauriel, ma tacque.
«Gli ho detto che lo avrei aiutato con le trecce» disse lei. «Poi gli ho chiesto se potevo bagnargli un po’ i capelli e vedere se lavoravo meglio mentre erano umidi. Solo che…» Si leccò appena le labbra. «Solo che non ho usato dell’acqua, ma la tintura di Calendir».
«Avrei dovuto capirlo subito dall’odore» mormorò Legolas, come per un ripensamento.
Da parte sua, Thranduil aggrottò la fronte. «Calendir?»
Suo figlio annuì. «È una delle nuove reclute» spiegò, «ma non credo che durerà. Sembra più interessato a cercare nuovi modi di ottenere dei colori per tingere dei tessuti che al combattimento».
«Capisco» disse Thranduil. «Suppongo che abbia trovato la maniera di ottenere un bel verde pallido».
Legolas restò in silenzio e si fissò una ciocca di capelli che gli ricadeva sulla spalla.
«Sì» rispose Tauriel, «credo abbia utilizzato un qualche genere di bacca. Era molto soddisfatto dal risultato, quindi me ne ha regalato un po’».
«E tu hai pensato bene di tingere i capelli di mio figlio».
Molto saggiamente, Tauriel rimase in silenzio, e Thranduil tamburellò le dita sul piano della scrivania.
«Se vale qualcosa» osò dire Legolas, «io l’avevo provocata».
«Provocata?» Thranduil guardò Tauriel, ma non riuscì ad incontrarne gli occhi.
«Ieri si stava allenando coi pugnali» annuì Legolas. «Li lanciava in aria, e si esercitava a riprenderli al volo. E insomma… Potrebbe aver sbagliato ad afferrarne uno per la lama e io potrei averglielo ricordato molte volte e con molta insistenza».
Gli occhi di Thranduil guizzarono sulla mano fasciata di Tauriel. Alla menzione dell’incidente del giorno precedente, un vago rossore era comparso sulle guance della giovane.
Ora si spiegava tutto, pensò il sovrano. Legolas era in grado essere molto molesto, quando voleva, e Thranduil sapeva bene quanto Tauriel potesse essere vendicativa.
Anche a distanza di secoli, gli era impossibile dimenticare il giorno in cui Legolas aveva commesso l’errore di nascondere uno dei suoi pugnali preferiti. Tauriel, che allora era poco più di una bambina, aveva reagito mettendo due rane nel letto del principe.
«D’accordo» concluse Thranduil. «Siete entrambi confinati nelle vostre stanze».
Sia Tauriel che Legolas lo fissarono, e suo figlio obiettò: «Non abbiamo più trent’anni».
«Davvero?» domandò Thranduil, asciutto. «Avrei detto diversamente, considerato il vostro comportamento in questa faccenda. Vi ricordo che siete il principe ed un membro del mio corpo di guardia. Avete delle responsabilità e dovreste agire di conseguenza».
Ci fu un istante di silenzio.
«Per quanto tempo, mio signore?» chiese infine Tauriel.
«Il tempo che ci vorrà perché i capelli di Legolas tornino del loro colore naturale».
Suo figlio parve sollevato. «La tintura dovrebbe andarsene dopo un paio di lavaggi».
«Lo spero per voi» replicò Thranduil. «Perché nel frattempo non presenzierete ad alcun festeggiamento o allenamento. E dopo, Araheldir vi darà una lezione sull’etichetta».
Tauriel mostrò un lieve disappunto nel vedersi interdetti gli allenamenti, ma chinò la testa in segno di accettazione, e così fece Legolas in un gesto identico.
Nonostante il diverso colore di occhi e capelli e la differenza di altezza, parvero quasi una coppia di gemelli.
Probabilmente, avevano sviluppato quella sincronia ai tempi in cui la piccola Tauriel tallonava Legolas ovunque andasse.
«Sì, mio signore» mormorò ora Tauriel.
«Sì, padre» le fece eco Legolas.
Thranduil li congedò con un gesto, dando mostra di tornare a concentrarsi sul suo scritto.
Non appena i due giovani furono usciti, fece il suo ingresso Galion, reggendo un vassoio rotondo sul quale si trovavano un calice ed una bottiglia di vino appena stappata.
Il maggiordomo venne a posare il tutto sulla scrivania del re, che alzò appena lo sguardo per rivolgergli un cenno.
«Confinati nelle loro stanze?» chiese Galion.
Thranduil tornò a scrivere, sopprimendo l’urgenza di sospirare. Avrebbe dovuto immaginarlo. «Hai origliato, Galion?»
«Origliato, mio signore?» Il maggiordomo gli versò un po’ di vino nel calice. «Non potrei mai».
«Devi essere un veggente, allora» replicò Thranduil, con un guizzo delle folte sopracciglia.
Galion sorrise pacificamente. «Nient’affatto, mio re. Semplicemente, sostavo davanti alla porta ed attendevo che congedaste il principe e la vostra guardia».
Thranduil quasi storse il naso. Il principe e la vostra guardia, diceva Galion… Ma lui dubitava che il maggiordomo li vedesse come qualcosa di diverso dai bambini che erano stati.
Come qualcosa di diverso dal principino che faceva impazzire il suo istruttore ostinandosi a voler usare un arco più grande di lui, o dalla trovatella che una volta gli aveva assestato un morso alla mano destra.
«Domani è la festa di mezza estate» aggiunse Galion. «È un peccato che debbano perdersela».
Thranduil prese il calice e sorseggiò il vino. «Avrebbero dovuto pensarci prima di comportarsi in modo così poco maturo».
E in ogni modo, non credeva che si sarebbero rosi tanto al riguardo. Tauriel non amava molto gli ambienti affollati e rumorosi, e Legolas… Ecco, Thranduil immaginava preferisse non farsi vedere troppo in giro, sinché i suoi capelli erano di quel colore.
Galion fece schioccare la lingua. «In cucina stanno preparando i dolci speziati che piacciono tanto al principe».
Thranduil lo guardò assottigliando gli occhi.
«Li adora» enfatizzò Galion.
«Ebbene, dovrà adorarli l’anno prossimo» grugnì il sovrano.
Galion non insistette. Annuì tra sé e sé, invece, prendendo dal tavolo una boccetta d’inchiostro ormai vuota.
Thranduil era abbastanza sicuro che, l’indomani, Legolas e Tauriel avrebbero ricevuto clandestinamente un cesto di dolci nelle loro stanze.
«Il principe è sempre incantevole, mio signore» concluse Galion, a mo’ di congedo. «Persino coi capelli verde chiaro».
Thranduil attese pazientemente che il maggiordomo se ne fosse andato, e a quel punto le sue labbra ebbero una contrazione mentre ripensava all’ultima bravata di Tauriel.
Capelli verde pallido. Galion aveva ragione. Donavano a Legolas più di quanto lui si sarebbe mai aspettato.















Note:
No, non so da dove sia saltata fuori questa cosa. WHAT HAVE I DONE
  
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