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Autore: Lady_Angel    12/05/2015    2 recensioni
Ho notato di aver fatto un sacco di Fan fiction su Alisa, Robin e Kevin così ho deciso di creare una piccola raccolta che racconta piccoli sprazzi di vita passata e presente.
Non so ogni quanto aggiornerò e non so nemmeno da quanti capitoli sarà composta. Diciamo che, ogni volta, aprirò i miei libri preferiti, ne estrapolerò una frase e da lì comincerò a scrivere. Ogni storia avrà come titolo la frase presa.
Bene.. cominciamo. E buona lettura.
1. “Da me avevo un fiore e parlava sempre per primo”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kevin Mask, Robin Mask
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Non si capisce l'importanza di una persona fin quando non la si perde.
Per Robin questo detto non era valido; no, lui aveva sempre messo al primo posto la donna della sua vita, le aveva sempre portato la colazione a letto, le aveva sempre regalato delle inaspettate rose rosse, era sempre stato un ottimo amante, fidanzato e marito, non le aveva mai fatto mancare nulla e, soprattutto, le aveva lasciato sempre la prima parola.
Proprio quest'ultimo punto era l'aspetto che più odiava perché anche lui voleva essere il primo, ma in amore si fanno dei sacrifici e per lei avrebbe sopportato anche questo piccolissimo ed antipaticissimo difetto.
Il problema del “sopportare e sopportare” porta sempre ad un però; insomma provate per anni ed anni a non poter mai parlare per primi, a non aver mai la prima parola, a non proporre nulla e ditemi come vi sentireste.
Così, dopo silenzi su silenzi, Robin era saturato, la sua piccola pazienza aveva raggiunto il limite; sì quel limite che era sceso vertiginosamente dopo essersi dato alla pazza (sottolineiamo pazza) gioia nei panni di Barracuda, vesti che lui ed Alisa avevano deciso di dimenticare. Alla fine quel venerdì, era scoppiata la prima e vera lite fra i due sposi.

“Tu leggi troppo” “E tu troppo poco; se aprissi un libro ogni tanto, magari riusciresti ad essere una persona ben diversa.”
“Credici, esco io non ti preoccupare. La mia idiozia non ti contagerà per oggi”
Se ne era andato così, sbattendo la porta. Odiava venir trattato come un emerito idiota ed ancor di più odiava non aver mai la prima parola.
Non gli era mai capitato di litigare con Alisa, ma questa volta aveva esagerato e non gliel'avrebbe mai perdonata; lei sapeva essere arrogante, acida, stronza, quando voleva avere la ragione.
Lei e quella sua fottutissima vocina stridula, lei con quei suoi urletti da perfetta oca giuliva stava cominciando a portarlo ai pazzi, a fargli avere dei dubbi sulla strada che stava percorrendo.
Continuava a camminare senza una vera meta, ripensando agli anni passati con e senza di lei.
Forse avrebbe dovuto lasciar perdere tutto, come aveva fatto quando era Barracuda, non era la donna per lei. Forse non doveva abbandonarla, infondo lei l'aveva sempre seguito ovunque senza mai pronunciare una diversa parola.
Troppi forse correvano nella mente di Robin, forse che non riuscivano a fare altro che creare confusione. Doveva calmarsi ed analizzare i pro ed i contro di questa assurda storia.
Parliamoci chiaro, Alisa non piaceva a suo padre perché a causa sua stava per distruggere la tradizione di famiglia; allo stesso tempo, però, Robin non piaceva ai genitori di lei. Vero è che li aveva salvati, ma nulla toglie che volevano vedere la loro unica principessa sposata con un uomo d'affari in grado di gestire la banca di famiglia e non con un eroe sempre con la vita in pericolo.
Già questi due punti risultavano essere dei contro molto allettanti, dei motivi più che plausibili per provare a chiudere la storia del secolo, quella invidiata da tutti i suoi colleghi; metteteci poi la voglia di Alisa di decidere tutto lei, di parlare sempre lei, di fare quello che vuole lei.
Solo a pensare di dover sentire ancora una volta le sue “dovremmo fare questo e questo e questo. Porta via questo. Dovevi comportarti così e così. Amore non sto bene. Amore qua. Amore su ed amore giù” gli veniva nausea. La strada più facile per tutti era una sola, quindi.
Aveva deciso, era sicuro che avrebbe mollato tutto perché non ci riusciva e quando non si riesce a fare qualcosa, è sempre meglio lasciar stare ed arrendersi.
Stava tornando a casa, fuori diluviava, come in ogni situazione tragica che si rispetti, lui era saturo, non voleva più stare zitto e voleva avere la sua prima ed ultima parola.
Ora, solitamente quando decidi di fare una grande cazzata una vocina interiore ti ferma e ti dice “ehi amico, che cavolo stai facendo?”, ma i Mask hanno assassinato quel grillo parlante già da tempo perché loro fanno sempre la cosa giusta al momento giusto e non hanno bisogno di alcun aiuto del pubblico.
Così, gonfio dalla rabbia più che dalla pioggia, raggiunse la propria dimora con la consapevolezza che ne sarebbe uscito con una guancia rossa e dolorante; l'essere consapevoli, però, non porta ad una certezza vera e propria e lui aveva fatto il suo più grande errore, la scena trita ritrita da film strappa lacrime: guardare la sua amata dalla finestra.
Eccola lì, seduta sul divano, con il suo pancione e con un libro fra le mani; amava leggere, divorava quelle pagine come un affamato divora il pasto atteso da tempo; ogni momento libero, ogni allenamento del marito, ogni viaggio in macchina, ogni attesa all'ospedale, erano i momenti perfetti per tuffarsi in un nuovo mondo. Non lo faceva perché odiava la sua realtà, lo faceva perché voleva provare l'ebrezza di vivere nuove avventure, vite che sperava di poter tramandare al futuro arrivato. Così, ogni volta che ne aveva la possibilità, leggeva ad alta voce un romanzo perché se è vero che ai bambini non ancora nati bisogna parlare, allora sperava che leggergli qualcosa lo avrebbe fatto sentire ancora più vicino alla sua futura mamma.
Alisa, però, non apprezzava fare le cose da sola; per lei era inconcepibile che suo marito non prendesse parte a questo suo elaborato progetto e, quindi, ogni volta non faceva altro che ripetere:
“Perché non gli leggi anche tu qualcosa? Dai, avrai un romanzo che ti ha colpito, una storia che ti appassionato”.
Lui, da buon maschio alfa che si rispetti, aveva sempre risposto con un secco no. Leggere? Figuriamoci, una cosa poco virile e soprattutto era troppo stupido parlare con una pancia.
Ecco il motivo, la mela della discordia, la frase che si dice, ma che non si pensa “è stupido parlare con una pancia”.
Non aveva fatto in tempo a finire quella frase che subito lei aveva incominciato ad urlargli di tutto contro, non l'aveva mai vista così arrabbiata; lo guardava con occhi d'assassina, gelidi, pieni di odio verso quel marito che aveva sempre amato. Le si poteva toccare tutto, ma non il figlio. Poi, la giovane, per non prendere la decisione sbagliata, aveva dato ascolto al suo grillo parlante e cambiò stanza.
“Ho bisogno di cambiare aria, la tua idiozia mi sta logorando ed io sono stanca”.
“Tu leggi troppo”.
Ed eccoci arrivati ad ora, ecco svelato il motivo di quella futile, quanto seria lite fra i due innamorati.
Robin stava per scegliere, sembrava convinto eppure continuava ad osservarla da quella finestra. Più la guardava e più si chiedeva se fosse la cosa giusta da fare; poi notò una qualcosa che non gli era mai capitato di osservare: le caviglie gonfie e l'andatura affaticata della giovane mamma.
Chissà quanto soffriva la poveretta, chissà quante volte aveva mascherato il dolore eppure non si era mai lamentata, lo aveva sempre seguito ad ogni allenamento, evento, riunione che gli capitava a tiro; lo accompagnava perché voleva essere partecipe della sua vita, voleva fargli capire che non sarebbe mai stato solo e che lei era pronta a sostenerlo ogni volta che voleva. Insomma, Alisa c'era sempre e lui, invece, non riusciva nemmeno a fare una cosa così semplice come leggere un libro al proprio futuro primogenito. Poteva sembrare stupido, è vero, ma se lei ci teneva allora anche lui poteva sacrificarsi.
Quel pomeriggio Robin non rientrò in casa ed Alisa si stava preoccupando. Incominciava ad avere paura, a pensare che forse aveva esagerato e che certe frasi non andavano dette. Insomma, aveva ragione, ma si sentiva lo stesso in colpa. Poi, dal nulla, eccolo rientrare, ma aveva deciso di non dire nulla, questa volta non voleva avere la prima parola, questa volta voleva fare la sostenuta. Aveva ragione alla fine ed, anche se si sentiva in colpa, era pur sempre una donna e come tale doveva tenere il broncio e ricevere delle scuse; non era solo Robin l'orgoglioso di casa.
Lui, per contro, voleva avere la prima parola, ma non si voleva abbassare al livello di chiedere scusa perché aveva ragione anche lui, così aveva deciso di sorprenderla.
Con passo deciso e trionfante, si avviò verso la sua amata, si sedette vicino a lei ed aprì il libro che teneva fra le mani; sì, un libro. Alisa rimase senza parole, ma ancor più il suo stupore si ingigantì quando lo vide sfogliare le pagine e: “Mi disegni per favore una pecora? Disegnami una pecora”.
Da quel giorno aveva cominciato a leggere ad alta voce il suo libro preferito, solo ed esclusivamente per la sua nuova famiglia, ignorando le risatine dei colleghi.
Anche Robin, nel suo piccolo, aveva cercato di essere un buon padre, peccato che Kevin non avesse mai potuto assistere a questa tenera scena.
Anche se, a testimoniare questa piccola grande vittoria, c'era una breve dedica un po' sbiadita dal tempo e fatta appositamente per una persona che sperava sarebbe diventata speciale:

“Da me avevo un fiore e parlava sempre per primo”
Ora, riformula la frase al presente, figliolo, perché ti ci dovrai abituare a questo fiore.
Il tuo futuro papà.




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Sono tornata, olé!
Dato che ho fatto un sacco di Fan fiction su Robin, Alisa e Kevin ho deciso di metterle tutte insieme in una raccolta.
Non so quanti capitoli saranno e non so nemmeno ogni quanto l'aggiornerò; diciamo che, ogni volta, aprirò a caso il libro preferito, ne estrapolerò una frase e da lì comincerò a scrivere.
Scusate la lunghissima pausa, ma il blocco dello scrittore, il lavoro, lo studio ed il cosplay non hanno aiutato per nulla. Va beh, è palese.. Le due frasi sono state prese da “Il piccolo principe” di A.De Saint-Exupéry
Buona lettura <3 spero di aggiornare al più presto.
   
 
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