Avvertenze generali: Non essendo brava nel tag delle storie, non so proprio come definire questa OneShot: Triste? Malinconica? Romantica? BOH

Senza Titolo

Appena capii chi era, il mondo mi crollò addosso.
Non solo era cambiato fisicamente, ma anche caratterialmente.
Non me ne fregava se non mi seguiva più come un cagnolino o se non mi stava più appiccicato come una volta, ma il resto del suo comportamento... non me lo aspettavo.
Quando ritornò con me fu gentile, ma sapevo che il modo in cui mi si rivolgeva era solamente un misero ringraziamento. E questo mi faceva male.
Facevo finta di essere felice per lui, per come si era trasformato. Perché, oggettivamente, era migliorato: Di “più bell'aspetto” e robusto, e non aveva più intenzione di farsi mettere i piedi alla testa.
Però... però seppur tutto questo era positivo per gli altri, per me era terribile.
Non riuscivo, e tutt'ora non riesco che vedere un ragazzo vendicativo, di punto in bianco incapace di trattenere la rabbia, insofferente ai sentimenti altrui e... non riuscivo.
Non riuscivo più a guardarlo.
Che bisogno c'era delle lenti a contatto? Di quei muscoli che, a dirla tutta, mi mettono a disagio? Dell'improvviso bisogno di essere sempre e solo chiamato Kentin? Che bisogno c'era di uccidere Ken??
Io... ero innamorata di Ken, e lui me lo ha portato via.
Mi piaceva stare in sua compagnia, quel suo viso innocente, col sorriso stampato... sempre positivo, qualunque cosa capitasse. La luce nelle mie giornate più buie.
E ora... l'avevo forse perso? 

Mi ricordo di quel giorno, la malsana idea per trovare una risposta alla mia domanda.
-Kentin... posso chiederti un favore?-
Il tono con cui lo dissi era, probabilmente, paragonabile alla gioia di partecipare ad un funerale.
Lo vidi preoccupato, forse per il tono di voce, forse perché notò l'oggetto che avevo in mano.
-Che tipo di favore?-
Forse, in cuor mio, speravo che Ken fosse ancora lì dentro, tra la finta arroganza di quello che ora era il suo contrario. Presi coraggio, e gli porsi il paio di occhiali rettangolari
-Puoi... metterti questi per un secondo?-
Lo vidi riluttante all'idea, non sicuro di cosa rispondere.
“Ha veramente così tanta paura di ritornare? No... no, non può essere..."
-Non ne vedo l'utilità ma... va bene... solo per qualche secondo però!- mi risponde finalmente, sorridendo. In fondo eravamo ancora amici, non poteva mandarmi a quel paese per una richiesta del genere...
Mentre se li sistemò, potei sentire il mio cuore battere a mille e per poco non piansi.
No, dovetti trattenermi con tutta me stessa.
-Fatto, contenta?-
“Perché mi sto facendo questo? Perché mi voglio così male?”
Eccolo lì, ecco il mio Ken. Come poteva un paio d'occhiali farmi un effetto simile?
Solamene quell'accessorio di plastica bastò per farmi cedere.
Sobbalzai e sentii qualcosa di umido sulla guancia. Una lacrima.
La coprii velocemente, e proposi al ragazzo di guardarsi allo specchio, per darsi un parere.
Mi lanciò un'occhiata confusa, e poi si specchiò.
Pensavo che, magari, se si fosse visto... magari si sarebbe piaciuto... magari Ken...
Ormai, con la bocca tremante e gli occhi umidi, mi era quasi impossibile il controllo delle mie emozioni, finché lui non disse, in tono scherzoso -Nah,
preferisco non indossare più 'sti cosi-

La goccia che fece traboccare il vaso

"Dio, perché. Perché me lo hai tolto, perché mi hai fatto questo?"
Non potei più trattenermi, e quando Kentin mi ridiede l'oggetto, ormai le lacrime cadevano senza controllo “Come sono patetica” mi dissi, prendendo con foga quei dannati occhiali.

-Candy cosa hai? Ti senti- Non fece in tempo a finire la frase, che me ne andai via velocemente forse di corsa. Non potevo stare lì con lui, allo stesso tempo senza di lui.
Soppressi a malapena il dolore ed i singhiozzi, ma era troppo, non ci riuscii
La faccia mia si contorse a causa di tutto quello che stavo provando

Un sì... avrebbe forse cambiato le cose? Non lo so, e non lo saprò mai.
Ma quel no ebbe solo un significato: Non sarebbe tornato mai più.
Mai più lo avrei rivisto. Mai più lo avrei abbracciato. Mai più avrei potuto dirgli che io, per lui, ci sarei sempre stata.

Dove diavolo fossi finita, non riesco più a ricordarlo.
Ma ero così afflitta e stranamente senza forze, che mi accasciai a terra, a piangere a voce alta
Le lacrime che mi inondarono il viso. Il respiro sempre più affannato. Le mani che cercavano di fermare tutta la sofferenza, l'amarezza, la delusione...
Non so per quanto stetti lì, in balia della mia stupida disperazione, ma quando mi calmai, non era cambiato nulla. Mi rialzai a malapena e me ne ritornai a casa, vuota.

Perché, Ken?

Lo amavo veramente, lo amavo per quel che era.
Un adorabile occhialutoragazzo, sempre positivo,  che ogni tanto doveva pulire gli occhiali appannati, che non si vergognava di arrossire, di essere sé stesso.
Era perfetto, e non glie l'ho mai detto
E ora l'ho perso

E solo ora ho capito che forse, chi l'ha veramente ucciso, sono io...

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L'autrice dice
eh... che dire... dopo un paio d'anni sto ritornando a scrivere. E non sono migliorata anzi peggiorata evviva tutto attaccato!
Che bello tutti i tempi errati o mischiati tra loro! Non si capisce un bel niente!
Vabeh, sezione "spoiler" che non lascia alla fantasia
La Dolcetta è rimasta attaccata al vecchio Ken e si rifiuta di vedere che Kentin, teoricamente, è sempre Ken. Solo che lui non lo vuole dimostrare come noi tutti sappiamo :0
Stupida quisopracitata Dolcetta, tanto non ritorna ç_ç
E perché nel gioco sei così malvagia con lui dovevi chiedergli di sposartiii