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Autore: PollonCombinaguai    13/05/2015    3 recensioni
Un rumore assordante interruppe quel pensiero che vorticava, ininterrottamente, nella sua testa.
Il vaso che aveva tra le mani, cadendo, si sgretolò. Laura si accovacciò cercando, invano, di poter rimettere in sesto l’oggetto che da poco aveva acquistato. Osservò quei piccoli pezzi che aveva tra le mani, paragonandoli alla sua stessa vita, ormai distrutta da un dolore troppo grande.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                      E fu così che andò
 
 
Un rumore assordante  interruppe quel pensiero che vorticava, ininterrottamente, nella sua testa.
Il vaso che aveva tra le mani, cadendo, si sgretolò. Laura si accovacciò cercando, invano, di poter rimettere in sesto l’oggetto che da poco aveva acquistato. Osservò quei piccoli pezzi che aveva tra le mani, paragonandoli alla sua stessa vita, ormai distrutta da un dolore troppo grande.
Erano trascorsi tre anni dalla morte di Fabrizio, suo figlio , ma il dolore continuava ad essere vivo nel suo cuore. Non aveva rapporti con lui da almeno cinque anni, quindi ed era venuta a conoscenza della sua morte da terzi. Da un giorno all’altro lui aveva lasciato la sua casa e la sua vita lasciando un semplice biglietto.
 Era sua abitudine recarsi nella stanza di Fabrizio, che era rimasta come lui l’aveva lasciata. La donna passò le dita sui volumi di Joseph Conrad, i preferiti del figlio. Si soffermò in particolar modo su uno di questi, intitolato “ Il ritorno”, lo stesso che lei aveva desiderato per il figlio… lo sfilò dagli altri passando una mano sulla copertina liscia. Decisa di sfogliare quelle pagine, incuriosita dal titolo… ma da queste cadde  una lettera, dopo averla raccolta si accomodò su una poltroncina. La girò per leggere per chi fosse e vi trovò la seguente frase “ Per mia madre Laura”. Con le mani tremanti aprì la busta e…

 
                                                                                                                                                    Palermo 2010
 
Cara mamma,
ti scrivo questa lettera con la speranza che tu un giorno possa leggerla. Non posso sapere cosa accadrà nel mio futuro, o cosa accadrà nella mia vita… ma ho almeno voluto prendere il potere per decidere cosa ne sarà di te, e della tua vita.
Queste parole ti sembreranno strane, forse ti sembreranno un controsenso, ma voglio che tu sappia la verità.
Vado via da te per un motivo ben preciso: devo salvarti.
Se ti dicessi la realtà dei fatti non mi lasceresti andare, per quanto una donna possa essere indifesa , la madre ha quello spirito protettivo e tende a difendere i propri figli da tutto e da tutti, anche se è adulto. Ma ci sono dei momenti in cui noi figli dobbiamo proteggere chi ci ha creato, chi ci ha dato la vita, è come se in questo modo ringraziassimo per la vita che ci ha donato.
Mamma tu hai fatto questo per me ed io te lo devo…
Sai bene che il mio lavoro mi vede impegnato con tante persone, di tutti i generi. Essendo un architetto devo comunque  adattarmi alle varie situazioni che mi vengono poste, a quello che mi viene detto di fare e sai che non si tratta sempre di cose piacevoli. Per la costruzione del centro commerciale ho dovuto contrattare con la famiglia Naveli, che tu ben conosci…
Un giorno ero nel mio studio e mentre ero impegnato a definire le ultime cose, mi era arrivata una telefonata, ma essendo occupato non ho potuto rispondere. Dopo qualche ora fecero la loro comparsa nel mio studio, per la loro offerta… ma è anche sbagliato definirla in questo modo in quanto avevano già deciso che così doveva essere, era un ricatto in realtà. Inutile scendere nel dettaglio perché potrei arrecarti solo un ulteriore sofferenza, e non voglio. Hanno fatto in modo che io vincessi la gara d’appalto ma ho dovuto utilizzare il loro denaro per riciclarlo, per renderlo pulito.
Pensa che fosse finita qui e invece non era che l’inizio di un incubo nel quale sono ancora coinvolto e non so davvero come finirà.
Mi hanno obbligato a partire per Santo Domingo, per gestire dei loro affari, se avessi rifiutato… avrebbero ucciso te  e non posso permettere una cosa simile. Le mia mani tremano e ti chiedo scusa se la calligrafia può risultarti incomprensibile.
Scapperò via da te senza dirti nulla, come un vigliacco perché è questo che sono. Ma se dovessi ora dirti la verità non solo non mi lasceresti andare, ma forse potresti anche  essere disgustata dalle mie azione e spero che tu mi capirai, mamma sono stato costretto…
Mi viene da pensare a quando tu volevi che io diventassi un cuoco… ma non mi sono mai pentito della scelta che ho fatto mamma, evidentemente la mia vita era stata scritta in questo modo.
Mi rendo conto che per te sarà davvero difficile comprendere il senso di questa lettera, ma voglio chiederti perdono, per tutto quello che ho creato. Anche se involontariamente.
Guardo mentre riposi e sono incantato dalla dolcezza del tuo viso.
Ho paura mamma, ma il pensiero di te mi regala qualche attimo di tranquillità.
Non odiarmi.
Addio, tuo
Fabrizio.

 
Le lacrime solcarono il viso della povera madre, la quale non era in grado di formulare un pensiero sensato. L’abbandono del figlio e questa verità improvvisa le avevano portato dentro un dolore troppo grande. Non avrebbe mai potuto portare rancore al figlio dopo questa confessione. Avrebbe risposto  a questa lettera, suo figlio sarebbe venuto a conoscenza di quelle parole, ugualmente.
 
 
                                         
                                                                                                                                    Palermo 2015
 
Caro Fabrizio,
ho sempre pensato che alle lettere bisognasse dare una risposta e per questo ho deciso di scrivertene una. Sono consapevole che queste parole ti rimarranno impresse  nell’anima anche se sei in un mondo migliore. Mi risulta difficile scriverti in questo modo, in quanto vorrei poterti dire certe cose da vicino, ma vorrei che tu sapessi che non ti ho mai odiato.
Come potrei odiare mio figlio?
Quando quella mattina ho trovato il tuo letto vuoto ho pensato che fossi  uscito per la tua corsa mattutina e non avevo notato la mancanza dei tuoi abiti nell’armadio.
Mi sono resa conto del tuo biglietto dopo qualche ora.
“ Devo prendere la mia strada, addio mamma”.
Inizialmente non sapevo cosa pensare in quanto la tua scelta è stata troppo improvvisa e proprio questo mi ha fatto riflettere sulla tua decisione…
Doveva esserci qualche altro motivo.
Per quanto possa esserci stata la giustizia, questa non potrà mai colmare il vuoto che ho dentro e il ricordo di te rimarrà vivo nel mio cuore.
Hai fatto quello che ti è stato chiesto e molto probabilmente anche io avrei fatto lo stesso, ed hai pensato bene: non ti avrei mai lasciato andare via, mai. Sai un genitore per istinto protegge il figlio da tutto e da tutti. Nella lettera hai fatto riferimento a quando eri piccolo… a tal proposito mi ricordo di quando, a Carnevale, ti vestivi da cavaliere e dicevi di volermi proteggere.
E davvero l’hai fatto, hai mantenuto la tua promessa. Mi hai salvata.
La tua lettera piena di verità sarà sempre custodita nel mio cuore, evidentemente era destino che io la trovassi.
Porterò questa che ho scritto, nella cappella dove sei sepolto… così come tu l’hai lasciata a me io lo farò con te.
Sono consapevole che il mio è un gesto metaforico, ma credo che ci sia una seconda vita e quindi tu puoi leggere quello che ho scritto per te.
E’ stato il destino a portarmi in questa stanza, per conoscere la verità, ora sto cogliendo l’opportunità che mi ha dato per farne frutto.
Figlio mio, la tua vita sarà sempre legata alla mia al di fuori di ogni tempo e di ogni spazio.
Tua
Mamma.

 
Dopo aver scritto quella lettera Laura provava dentro di sé due sentimenti contrastanti: da un lato il ritrovamento di quella lettera aveva fatto in modo che tutti i tasselli ritornassero al proprio posto. Ma al tempo stesso una sensazione di vuoto, dovuta all’assenza di Fabrizio.
Si recò nella cappella di famiglia, poggiò la lettera sulla sua lapide… magari in attesa di una sua risposta.
 
 
 
 
Note:
Ciao a tutte ragazze! Con questa storia partecipo alla gara del gruppo EFP recensioni, consigli, discussioni. A me è capitato il racconto epistolare… non vi nascondo che ho trovato qualche difficoltà  nella scelta della trama… ma volevo fare qualcosa di diverso. Vorrei precisare che la lettera della madre va intesa in chiave metaforica… ovviamente il figlio è defunto quindi non può leggerla ma ecco l’importante sta nel cogliere il gesto che la madre ha fatto per lui.
Aspetto i vostri pareri
Maria <3
   
 
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