Storie originali > Thriller
Ricorda la storia  |      
Autore: Reira Zealot    13/05/2015    1 recensioni
Le voci all'improvviso ripresero a cantare. Tutte insieme e con un tono allegro che strideva con le parole da loro pronunciate.
"Someone kill the dj,"
-Aspetta cosa?-
E le voci continuarono, incuranti dello stato d'animo del nostro povero dj che stava ancora smaltendo gli effetti della sbornia e dell'ubriacamento di suoni della discoteca.
"Someone shoot the dj"
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
KILL THE DJ  (green day)
songfic 
 
 
"Walking after dark in the New York city park"
Rick si tirò su il colletto della giacca. Si gelava e già malediceva la pessima scelta presa 10 minuti prima di addentrarsi dentro High Park per abbreviare la strada e poter finalmente tornare a casa. Guardò l'orario sul display, che emanava un bagliore arancione contribuendo a rendere ancor più spettrale il parco in quella notte di fine autunno. Erano le 4.00. Affrettò il passo. 
"Your thought are so unholy in the holiness of old"
Infilò le mani in tasca per cercare le cuffie. Il silenzio sconfortante in qui era immerso il parco non gli era di alcuna compagnia. Non le trovò e imprecò, tirando un calcio ad un sasso che trovo' per terra. Le aveva dimenticate in discoteca quelle cuffie. Certo ora lui, inebriato come era dall'alcol non se lo ricordava e gli unici pensieri abbozzati che riusciva a malapena a formulare erano rivolti alla bionda che aveva incontrato quella sera. Non era riuscito a parlarle e quindi sapeva che non avrebbe mai potuto rintracciarla di nuovo. Fare il dj aveva anche questi svantaggi. Non che si lamentasse, quel lavoro gli permetteva di fare quello che voleva e solitamente di avere chi voleva, anche se sapeva che i suoi padiglioni auricolari presto o tardi gli avrebbero presentato un conto salato. 
Quando si cammina in solitudine, senza musica e senza stimoli esterni, ci si ritrova soli con se stessi. E ciò spesso spinge la gente a riflettere e a pensare, e questo è quello che malauguratamente accadde a Rick in quel momento. I suoi pensieri non erano per niente di una grande levatura etica e di sicuro non avrebbero dovuto essere trascritti per diventare una raccolta di pensieri filosofici. Erano esattamente i pensieri che ha un ragazzo di 23 anni, ossia sesso, donne e ancora sesso.
"On with christian soldiers filled with jivin mind control"
Ma chi siamo noi per giudicare? Forse se non fosse stato interrotto, quel suo flusso libero e incontrollato di pensieri avrebbe portato anche alla formulazione di una risposta definitiva al senso della vita. Purtroppo ciò non potremo mai saperlo, infatti fu in quella particolare notte, e in quell'esatto parco che Rick iniziò a sentire delle voci. Perché lui naturalmente non faceva le cose in piccolo, se doveva impazzire che almeno la sua compagnia fosse composta da una moltitudine di voci. 
Rick si girò, ma non vide nessuno. Le voci non cessavano. 
Le voci iniziarono a cantare.
"The bull left on the dance floor ridin runnin red"
Quello che dicevano era senza senso…. Rick non capiva. Okay si, aveva bevuto ma non aveva preso niente. Era fuori dalle amfetamine da almeno due anni e se avesse riniziato di sicuro se ne sarebbe ricordato. Le voci smisero di cantare. Rick tirò un sospiro di sollievo, magari non stava impazzendo, forse, pensò speranzoso, aveva avuto un'allucinazione auditiva. Okay non pensò esattamente queste parole, perché Rick diciamocelo sinceramente era un coglione, con delle priorità di merda che a scuola non aveva mai prestato attenzione e se gli aveste chiesto la data della rivoluzione francese, avrebbe risposto "1489". Ma noi non siamo qui per criticare la sua istruzione, o almeno non ci soffermeremo solo ed esclusivamente su quello.
"The bullet that you asked for"
Le voci ripreero a cantare. Rick lanciò un urlo. Si guardò ancora intorno, ma non intravide nessuno nei paraggi. 
-Piantatela! chiunque vioi siate, non è per niente divertente!-
" Is killing you"
Rick si immobilizzò dalla paura. con la pazzia e le canzoni avrebbe anche potuto conviverci, ma ora  le voci parlavano di morte e di pallottole. Rick cercò il telefono, ma anche quello l'aveva lasciato in discoteca. D'altronde lui era un coglione e probabilmente distratto dall'opportunità di una nuova conquista l'aveva dimenticato sul bancone. 
Il vento soffiava leggero. Rick rabbrividì. Non riusciva più a pensare. Il respiro gli si era fatto pesante. 
Le voci ripreso a cantare.
"Unless you……"
Questa volta era solo una persona a cantare. E forse nemmeno aveva cantato, ma solo parlato. Rick inspirò una volta. Espirò. E chiese ad alta voce
-A meno che?-
Non ottenne risposta. L'unico suono che si udiva era il frusciare delle ultime foglie autunnali agitate dal vento.
Questa volta Rick urlò- A meno che!?!?!?!-
Le voci all'improvviso ripresero a cantare. Tutte insieme e con un tono allegro che strideva con le parole da loro pronunciate.
"Someone kill the dj"
-Aspetta cosa?- 
E le voci continuarono, incuranti dello stato d'animo del nostro povero dj che stava ancora smaltendo gli effetti della sbornia e dell'ubriacamento di suoni della discoteca.
"Someone shoot the dj"
Rick iniziò a correre. Disperato, senza meta, le mani tra i capelli che impetuose scuotevano la testa. la picchiavano, cercando invano di far uscire quelle voci dalla sua mente
ma esse, implacabili continuavano con il loro canto, mosse da una forza di natura ignota.
"Someone kill the dj, someone shoot the dj"
Lo ripetevano ininterrottamente. 
Rick urlò, ma nemmeno quel suono disumano riuscì a coprire le voci che sembravano aumentare continuamente di numero e di volume. Tirò fuori la pistola, una magnum che teneva con lui da quando in quella sera dello scorso ottobre avevano cercato di rapinarlo, e continuando a correre sparò nell'oscurità due colpi. Sparò al cielo. I colpi risuonarono nella notte nera senza stelle.
Rick smise di correre. In uno sprazzo di lucidità aveva capito che sarebbe stato inutile.
 D'improvviso le voci cesseranno la loro canzone. Rick era livido in volto, col fiatone e le orecchie che ronzavano. All'inizio nemmeno si accorse che il silenzio era tornato in quella fredda notte di fine autunno ad High Park. Quando realizzò che tutto era finito, cadde in ginocchio ,esausto e scoppiò in una risata isterica.
Le voci gli sussurrarono di nuovo e Rick smise di ridere. 
"Voices in my head are saying shoot the dj down"
Un rivolo di sudore gli percorse tutta la schiena. Le voci continuarono. 
Rick, disperato, al limite della pazzia e ancora inebriato dall'alcol guardò la mano destra e la fredda pistola che essa impugnava. Fu un attimo, non pensò nemmeno a quello che stesse facendo. Premette il grilletto, non udì nemmeno il colpo e cadde accasciato a terra senza vita. Una pozza di sangue iniziò a formarsi vicino alla sua testa.
Rick non venne ritrovato fino alle 8.00  di quello stesso giorno, da un simpatico parrucchiere del New Hampshire, di nome Henry Morovich, che ogni giorno era solito andare al parco per la sua consueta ora di jogging. La causa del decesso che venne scritta sul verbale fu "suicidio".
E fu così che giunse al termine la breve vita di Rick o'Connel, la cui sola e forse unica colpa, a parte l'essere un emerito coglione, fu di aver inserito nella playlist in discoteca quella sera un canzone di Justin Bieber.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Reira Zealot