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Autore: _nona    13/05/2015    1 recensioni
Lei non era diversa dagli altri, era una bambola, un manichino, niente di più! Eppure il fatto che l’amica fosse stesa e addormentata accanto a lei le provocò qualcosa dentro e appoggiando i piedi per terra le si avvicinò piano. [Nona/Quin - Spoiler!]
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nona
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Little Secret



Anche quel pomeriggio Quin era venuta a farle visita pretendendo di voler bere almeno un bicchiere di quel pregiatissimo vino che producevano gli umani, quelli che avevano una torre fatta di stecchetto di ferro.

-Si chiama Don Perignon ed è prodotto in Francia.- la corresse Nona facendo una smorfia. Uscì dalla veranda con due calici e una bottiglia sotto braccio e posò il tutto su un tavolino di vimini. Da tempo l’ex giudice, nonché carissima amica, arrivava da lei con il pretesto di volersi ubriacare per dimenticare quanto lavoro avesse da fare.

-E’ colpa tua!- si lamentò Quin agitando il suo caschetto scuro, era già al quarto bicchiere e le gote erano dipinte di rosso, un chiaro segno che l’alcol stava facendo effetto. -“Trasferisciti al reparto informazione, Quin, ti troverai meglio!”- iniziò a canzonare l’amica buttandosi in gola il liquido violastro che galleggiava nel calice. -Che tu sia maledetta Nona! Non ti darò mai più ascolto!- sbuffò. Nona la guardò mentre si adagiava comodamente sulla sedia a sdraio, afferrò anche lei una coppa e se la portò alle labbra con fare pensieroso. -Sono preoccupata e i tempi stringono-. La ragazza sapeva perfettamente che l’amica avesse capito a cosa facesse riferimento -Ho l’acqua alla gola-.

-Hai paura che Oculus venga a scoprire ciò che hai fatto?- nonostante l’ebbrezza dovuta al vino, Quin riusciva a ragionare quasi lucidamente. 

-Esattamente- rispose lei. 

-Regola numero tre…- iniziò la giovane al suo fianco alzando tre dita della mano come se stesse enumerando qualcosa -Ai giudici non è permesso provare emozioni poiché questi altro non sono che bambolotti!-. Anche durante le situazioni più serie Nona era confortata di avere accanto a se una compagna così giovale. -Secondo me…- continuò prendendo un altro sorso -stai facendo bene. Ci sono diversi punti di vista per giudicare-. 

Quella conversazione non andò avanti per molto specie perché, a forza di bere, Quin aveva tirato troppo la corda e si era assopita in maniera non proprio candida: la bocca era aperta e un leggero russare proveniva dalle sue labbra. Nona si alzò e afferrò fra le mani la bottiglia vuota e rientrò nella veranda per gettarla nella pattumiera per poi ritornare a stendersi affianco all’amica. Nonostante non fosse chissà quanto particolare, Quin aveva il suo fascino. Le felpe larghe su quelle gonne lunghe e stropicciate le davano un non so che di allettante che Nona non riuscì proprio ad ignorare. Da quando si metteva a fare quei pensieri su Quin? Da quando provava qualsiasi tipo di attrazione per qualcuno? Lei non era diversa dagli altri, era una bambola, un manichino, niente di più! Eppure il fatto che l’amica fosse stesa e addormentata accanto a lei le provocò qualcosa dentro e appoggiando i piedi per terra le si avvicinò piano. “Uno solo uno… nessuno lo saprà mai, nemmeno lei.” cercando di auto convincersi e cercando un mondo per fare ciò che stava per fare osservò le sottili labbra schiuse vicino alle sue e con un scatto le unì per qualche secondo, distaccandosene subito ma provando l’irresistibile desiderio di baciarla di nuovo. 

 

-Mhhh…- sbadigliò Quin svegliandosi con un feroce mal di testa. -Quella roba è davvero pesante, accidenti! Oltre al dolore post sbronzo, ho fatto un sogno davvero strano-. La ragazza dai capelli azzurri iniziò a infilare le dita sottili e piccole nella sua treccia in maniera distratta -Che sogno?- chiese.

-Che mi baciavi!- scoppiò a ridere passandosi una mano fra i capelli scompigliati. -Che cosa assurda, vorrei sapere cosa ci mettano dentro! Sicuramente qualche intruglio magico…- si stiracchiò dopodiché di levò in piedi. Nona era rimasta in silenzio ma non appena sentì lo sguardo della giovane poggiarsi su di lei sorrise serafica ed esclamò -Tranquilla era solo un sogno!- concludendo con un piccolo occhiolino. Nessuno avrebbe mai scoperto il suo piccolo segreto!

  
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