Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: wallflower    14/05/2015    9 recensioni
{Traduzione di Strings, una ff americana.}
“A quanto pare hai un appuntamento,” l'uomo indicò il biglietto che Thomas aveva messo sul tavolo e il moro annuì in silenzio. “Beh, non essere così felice, potrei diventare cieco per tutto questo entusiasmo.”
Thomas lo guardò piuttosto male, ma il barista fece spallucce e scelse un altro bicchiere.
“Ci sono delle regole?” chiese dopo una lunga pausa e l’uomo sbuffò da dietro il bancone.
“Tipo portare un mazzo di fiori?”
“Molto divertente.”
“Beh, hai chiesto se ci fossero delle regole per un fottuto anonimo, domanda stupida, risposta stupida,” rispose l’omaccione e Thomas brontolò qualcosa di incoerente. “Ti dicono il posto e ti danno l’ora. Vai lì, ti diverti e te ne vai. Questo è tutto. Cosa altro ti serve? Un manuale su come toglierti i pantaloni?”
“Beh, forse sapere se la tipa sarà una maniaca o-,”
“Una tipa? Come fai ad esserne così sicuro?” il barista lo interruppe con un tono divertito.
“Aspetta, può capitarmi anche un ragazzo?”
“Può capitarti un cavallo per quanto me ne importa,” il barista sogghignò. “Ma sì, è logico. Ti capita quello che ti capita.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                                     Capitolo 5: Monday
Fortunatamente era stato Minho a fare le presentazioni. Non sarebbe riuscito a proferir parola senza balbettare, o anche solo pronunciare il suo nome, nemmeno se in palio ci fosse stata la sua stessa vita. Tutto quello che riuscì a fare fu cercare di fermare l'improvviso ronzio nelle orecchie mentre guardava l'uomo biondo, vestito con uno smoking nero ben aderente con le maniche rimboccate, stringere la mano prima a Minho e poi a Teresa(che divenne ancor più rigida di prima). Poi, quando finalmente i suoi occhi incontrarono quelli di lui, Thomas si sentì sul punto di esplodere. Ma se Newt l'aveva in qualche modo riconosciuto, di certo non l'aveva fatto notare. La sua mano aveva una forte e sicura presa (la stessa che quella notte aveva usato su Thomas, e quello non era proprio qualcosa a cui avrebbe dovuto pensare in quel momento), e guardava Thomas dritto negli occhi - con un'orgogliosa ma assolutamente disarmante postura.

Thomas sentì Minho dire qualcosa ma non riuscì a captarne una singola parola e immediatamente avvertì una specie di vuoto quando Newt lasciò andare la sua mano. 

"Chiamami Isaac," Newt si voltò verso Minho come se stesse rispondendo a una delle sue inchieste. "Sono sicuro che mantenere un rapporto amichevole sarà un vantaggio per tutti noi, dato che ora siamo colleghi."

"Solitamente porto la persona fuori a cena prima di saltare a conclusioni affrettate," disse Minho e Newt, Isaac, si ricordò Thomas, ridacchiò a quel commento. 

"Gli appuntamenti non sono il mio forte", disse lui in tutta risposta e Thomas avrebbe voluto ridere, ma non ci riuscì. Era tuttavia risollevato perchè il suo corpo aveva ricominciato a riacquistare sensibilità e nonostante fosse riuscito a sedersi assieme a tutti gli altri nello stesso momento aveva costretto se stesso a fissare le proprie mani leggermente tremanti anzichè i volti dei presenti. 

Tutto ciò era irreale. Assolutamente impossibile. Fra tutte le persone, in tutta New York, doveva essere Newt. O Isaac. Seduto nel loro ufficio, a parlare tranquillamente con Minho e Teresa del contratto, enfatizzando sulle parti più importanti come se Thomas non fosse nemmeno presente.

Beh, da un lato quasi non lo era. Isaac si ricordava di lui, almeno? O era forse solo un'altra faccia ed esperienza facilmente dimenticabile, un altro nome aggiunto alla lista di persone che Newt si faceva e basta? Non c'era nessuna reazione. Seriamente, nessun segno che lasciava intendere che l'avesse riconosciuto, qualcosa che avrebbe dovuto dargli anche il più piccolo degli indizi, se non altro. Ma non accadde nulla, Newt aveva tutto sotto controllo. Al contrario, Thomas era un disastroso ammasso di sentimenti, non osava parlare nè guardarlo in faccia.

"Oltre a quello che c'è scritto nel contratto avete anche me," la voce di Newt trafisse nuovamente i suoi pensieri e Thomas alzò lo sguardo bruscamente, trovandolo a firmare il contratto con un fiducioso movimento di mano. "Dato che la vostra azienda è piuttosto grande è giusto che abbiate anche il nostro sostegno."

"Lavorerai per noi?" sputò fuori Teresa, con tono tagliente e piuttosto incredulo, e Newt sbattè le palpebre. 

"Si?" provò a rispondere. "E' forse un problema?"

"Certo che non lo è," Minho intervenne proprio nel momento in cui Thomas vide Teresa prendere un profondo respiro. "E' solo che lei è una tua grande ammiratrice."

"Questo mi..lusinga?" riuscì a dire, spingendo ulteriormente il contratto lontano da lui.

"Si, decisamente, sono proprio una grande ammiratrice," lei strinse i denti. "Delle tue fantastiche abilità nel corrompere ed essere un egoista."

"In un modo come questo devi avere sempre tutto sotto controllo," ribattè con calma. "E cogliere ogni occasione che l'avversario presenta. Credo che tu sia d'accordo, vero?"

"Naturalmente," borbottò lei e Thomas era quasi positivamente sicuro che non era stato l'unico a tradurlo come un vaffanculo

Newt piegò la testa di lato, guardandola con gli occhi semi-chiusi, e poi le sorrise. Thomas non era sicuro di cosa ci fosse nascosto dietro quell'espressione, ma dubitava fosse anche lontanamente amichevole.

"In ogni caso, non vedo l'ora lavorare con voi," il biondo riportò la sua attenzione a Minho, probabilmente l'unica persona nella stanza che riusciva a tenere il passo con lui, senza lanciargli occhiatacce o evitarlo. "Presenterò quanto detto al The Maze e tornerò da voi più tardi. Spero di ricevere una migliore accoglienza."

Thomas era grato che Teresa fosse rimasta in silenzio.


******

"E' anche peggio di persona, oh mio dio, che idiota del cazzo!" 

Thomas si fermò davanti alla porta dell'ufficio di Teresa con le sopracciglia alzate, anche se sapeva benissimo di chi stava parlando. "Spero di ricevere una migliore accoglienza, che grande montagna di merda!" 

"Beh, anche tu hai fato la stronza, perchè ti sorprende il fatto che nemmeno tu gli stai simpatica?" Questa era la voce di Minho.

"Smettila di difenderlo," sibilò lei e Thomas decise che era il momento adatto per intervenire. Le rivolse una gelida occhiataccia, ma lei sbuffò e ritornò a riordinare il mucchio di carte sparse sul suo tavolo. Minho era seduto sul bordo della sua scrivania a leggere con sopracciglia aggrottate il contratto, e quando alzò lo sguardo verso Thomas lo salutò con un cenno del capo.

"Quel tizio non piace nemmeno a Tom," mormorò lei dopo un po'. "Non ha parlato per tutta la durata dell'incontro. Non mi sorprende."

"Oh Gesù, e a te perchè non piace?" Minho guardò Thomas con un sospiro e il moro sbuffò.

"Chi ha detto che non mi piace?"

"Io," disse Teresa. "L'ho visto nei tuoi occhi. La tua espressione era tipo...nonono tutto il tempo."

"Non era-," si accorse di quello che stava per dire e per non pentirsene in seguito si fermò. "Non ho nulla contro il tipo, va bene?"

"Mi piacerebbe che tenessi a bada gli spiriti bollenti, Tes," Minho mise giù il contratto e le rivolse uno sguardo serio. "E' importante. Quindi puoi gentilmente cercare di non mettercelo contro?"

Teresa non reagì e Minho scosse la testa in segno di sconfitta.  Thomas si chiese come sarebbe potuta peggiorare la situazione e immediatamente si pentì di averlo pensato.

******

Isaac ritornò come promesso nel pomeriggio ma scomparve non molto dopo nel suo ufficio. Thomas cercava di non pensarci, ma la sua mente vagava in ogni caso, e cosi passò un'ora a non fare nulla, ad eccezione di alcuni stupidi scarabocchi su un pezzo di carta (che poi si scoprì essere una ex lettera da parte di un cliente).
 
Ci rinunciò dopo dopo una serie di altri miserabili tentativi e lasciò l'ufficio, decidendo che rompere a Minho (o meglio, lasciare che Minho rompa le scatole a lui) fosse un'alternativa migliore. Era sollevato dal fatto che Minho l'avesse assecondato anche se, tuttavia, la loro chiacchierata probabilmente avrebbe gravato sul loro nuovo avvocato, o sull'azienda stessa.

"The Maze è molto grande," sottolineò Minho mentre rovistava sulla pila di documenti giacenti sulla sua scrivania. "Ma hey, guarda!"

Tirò fuori un pezzo di carta con diversi loghi su di essi, e gli occhi di Thomas rimasero fissi sul primo che vide.

"The Maze Runner?" Lesse ad alta voce e il sorriso dell'amico si distese da un orecchio all'altro.

"Figo, vero? Insomma, loro sono The Maze. Noi siamo The Runner. Ta-dah! The Maze Runner. Dio, certe volte mi sorprendo di me stesso. E' geniale, vero?"

"Sembra tipo un romanzo di cattivo gusto," Thomas sbuffò, cercando altre varianti del nome. Tuttavia nessuno reggeva in confronto al primo.

"Tu sembri un romanzo di cattivo gusto," Minho sogghignò e riprese il foglio. "Io penso che sia geniale. Piace anche ad Isaac, quindi - hah!"

"Davvero gli piace?" Thomas sbattè le palpebre in sorpresa, odiando se stesso per la velocità con la quale aveva agito non appena sentito pronunciare quel nome.

"Certo che sì," Minho sembrò fiero di se stesso, come un bambino che fa un regalo ai genitori tutto da solo. "Ne ha parlato al The Maze e non voglio sembrare troppo fiducioso, ma credo che abbiamo un vincitooore. Io, ovviamente!"

"C'è stato qualcuno che non era d'accordo?" Thomas gli sorrise e Minho si strinse nelle spalle.

"Credo che ce ne siano stati alcuni, sì, ma non importa. E' perfetto, e tu lo sai."

"Sì, sì. Lo è," Thomas abbozzò un sorriso e a Minho bastò per sentirsi a proprio agio. "Allooora, Isaac lavorerà con noi?" 

"Proprio così," Minho annuì distrattamente, osservando qualcosa sul suo taccuino. "Teresa non ne è felice, ma la conosci. Cambierà idea, eventualmente."

"Cosa le è preso oggi, comunque?" il moro sospirò al ricordo del suo essere terribilmente maleducata nei confronti del nuovo avvocato. Minho, dal canto suo, continuò a canticchiare pensieroso. 

"Sai com'è fatta, no? Si è fatta una brutta prima impressione di lui dopo aver visto tutti quei video e protocolli, e ora pensa di essere il grande lupo cattivo pronto a mangiare la nonna," disse agitando la mano. "E una volta che quei primi pensieri le si ficcano in testa è difficile dissuaderla e farle vedere le cose da un altro punto di vista. Credo che Isaac debba lavorare per conquistare la sua fiducia. Ammesso che è ciò che vuole."

"Chi lo sa," borbottò Thomas. "Cosa vuole."

"Già, è un tipo un po' vago, no?" il Coreano rivolse a Thomas un piccolo sorriso.  "Voglio dire, non sono un professionista, ma di solito giudico le persone dal primo incontro piuttosto accuratamente. Ma lui, caspio, chi lo sa?" 

"Non ti è venuto fuori nulla?" le parole di Minho attirarono l'attenzione di Thomas in un batter d'occhio. Era praticamente la specialità di Minho, essere in grado di analizzare le persone dalla prima parola spiccata, dalla loro postura o anche dal loro intero linguaggio del corpo. Sentirgli dire che su Newt non era sicuro lo interessava, stranamente.

"Posso dire che è professionale, ed è una buona cosa. Ma oltre a questo..è piuttosto orgoglioso. Ha sempre il controllo della situazione. E'..un po' snervante? Come se non avesse alcuna emozione da risparmiare. O qualcosa del genere. Sempre accuratamente controllato - voglio dire, si comporta in modo amichevole ma allo stesso tempo con una strana freddezza. L'avevi notato?"

Thomas si limitò a scrollare le spalle. Per lui quel ragazzo aveva anche un altro lato. Qualcosa che avrebbe preferito che Minho non sapesse. Newt era divertente, sexy e sapeva quello che voleva. Era abile e quando sorrideva era troppo carino (Thomas quasi si maledisse - pensare ad un ragazzo in quel modo era qualcosa a cui non era abituato. Le ragazze erano carine, non i ragazzi. Ma non riusciva a farne a meno - quel sorriso lo rendeva infantile e letteralmente adorabile). Isaac, dall'altra parte, era controllato, professionale e sì, un po' freddo con quel suo atteggiamento distaccato. Manteneva le chiacchierate amichevoli, ma si tratteneva dal spingersi oltre. C'erano tratti simili, ma a primo impatto Thomas ebbe l'impressione che fossero due persone diverse. 

"Comunque," Minho si schiarì la voce, tornando ad osservare il suo taccuino. "Alle tre me ne vado, tu che fai?" 

"Rimango un po' tardi," disse Thomas con un sospiro. "Non ho fatto un cacchio da stamattina. Devo rimediare."

"Come sei diligente," Minho sorrise e Thomas lo fulminò con lo sguardo, guadagnandosi una risata in cambio.

*******

Rimanere fino a tardi al lavoro non era qualcosa che Thomas amava fare. Ma la verità era che era rimasto solo perchè sapeva che Isaac era ancora nel suo ufficio. Le probabilità che si incontrassero non erano così alte come avrebbe voluto, ma comunque c'erano.

Lavorò finchè l'orologio non segnò le cinque del pomeriggio, quando ormai la maggior parte degli uffici erano già bui. Il loro nuovo avvocato non aveva ancora dato segno di essere vivo e dato che ormai era uno dei pochi e ultimi ancora rimasti e del biondino non c'era traccia, decise che era arrivato il momento di rinunciare. 

Prese tutte le sue cose, le chiavi e una giacca e lasciò l'ufficio con una punta di delusione che ribolliva dentro di lui. 

Era possibile che Newt non l'avesse davvero riconosciuto? Oppure l'aveva riconosciuto, ma aveva deciso di non dire nulla? E se fosse quello il caso, cosa avrebbe dovuto dire?

Oh ciao, tu sei il tipo che mi sono fatto Sabato, giusto? 

Thomas doveva ammettere che aveva il suo senso logico. Ma non c'era stata alcuna reazione. Proprio niente, neanche un battito di ciglia, un sorriso. Era possibile che si facesse cosi tante persone che i loro volti perdevano la loro originalità? Che semplicemente si dimenticava di quelli con cui aveva dormito e se ne infischiava altamente? 

Probabilmente quella notte aveva avuto un'importanza molto minore per lui rispetto a Thomas. Questo non lo metteva in dubbio. Sembrava abituato a quel genere di situazioni. Thomas era un po' scoraggiato, ma comunque.. doveva essere destino, no? Due ragazzi si incontrano per puro caso e improvvisamente lavorano insieme? Doveva significare qualcosa. Ma non sapeva esattamente cosa. 

Era quasi arrivato all'entrata principale, perso nei suoi pensieri, quando l'ascensore si fermò e la porta si aprì, rivelando il volto della persona che Thomas aveva desiderato di vedere da tutto il giorno. 

Incontri dopo incontri, se la prima volta era stato un incidente e la seconda una coincidenza, la terza cos'era? Uno schema? Erano caduti in uno strano ciclo ripetitivo di incontri casuali? Thomas si sentì il cuore in gola nel preciso istante in cui vide il biondo, e stranamente, per la prima volta, Isaac si fermò non appena notò la presenza di Thomas.

"Beh, ciao di nuovo," il biondo fu il primo a rompere il silenzio. La sua voce echeggiò nel corridoio vuoto e lo stomaco di Thomas si strinse. "Bello incontrarti qui cosi tardi."

"Davvero?" mormorò Thomas, con il cuore che gli accelerava. Era tardi, sì. Troppo tardi per un normale turno di lavoro.

"Destino, eh?" Isaac sorrise e quel sorriso lo fece sentire rassicurato. 

"Cosi pare," il moro cominciò ad agitarsi e l'avvocato biondo continuò a sorridere. "Credevo che non.."

"Che non?"

"Mi avessi riconosciuto?" Thomas si sentì stupido per averlo detto, ma ormai era troppo tardi. Isaac ridacchiò e si allontanò di qualche passo in modo da essere 'fuori portata'.

"Fidati, ci ho provato," confessò facendo spallucce, mantenendo le distanze. "Ma è piuttosto difficile dimenticare quei tuoi occhi da Bambi, Tommy."

Quel soprannome risuonò nelle orecchie di Thomas come una vecchia melodia. Dovette prendere un bel respiro profondo per calmarsi, dato che il suo cuore sembrava volergli uscire dalla gabbia toracica. 

"Un tour del posto mi farebbe comodo," propose Isaac, no, Newt, con un piccolo sorriso. "Se non ti dispiace, logico. Non ho avuto molto tempo per guardare intorno."

Thomas annuì frettolosamente, così ansioso che il biondo si mise a ridere, ma Thomas non ci fece caso, perchè non gli importava.

Uno schema, pensò. Per forza.

*******

HEEEELLO SWEET LITTLE CUPCAKES!
Ne è passato di tempo, eh? *si nasconde per paura di essere lapidata*
Mi dispiace tantissimo non aver aggiornato per tipo 5 mesi - CAZZAROLA! - ma come ho detto ad alcuni di voi, la scuola e la famiglia mi hanno rubato la maggior parte del 'tempo libero' e proprio non ce l'ho fatta a tradurre.
Ora la scuola sta finendo e finalmente son tornata, viva, vegeta, e pronta a sfornare capitoli!
In questo episodio - ??? - abbiamo a che fare con un cutiepatootie Thomas che proprio non ce la fa a non pensare al suo amato Newtie. Magari Newt ricambia i sentimenti? *sogghigna* Buuut, chi lo sa! 
STAY TUNED, e ancora scuse. <33
- wallflower 



  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: wallflower